venerdì 1 novembre 2013

DEA FERONIA





DEA FERONIA

Quando i Romani sconfissero i Sabini Romolo e Tito Tazio sabino regnarono insieme sulla città, fondendo Sabini e Romani in un solo popolo. Una delle divinità principali dei sabini era la Dea Feronia, Signora delle Belve.

Quando le Sabine si posero tra i Romani e I Sabini, la storia viene riportata come se pregassero e implorassero padri e mariti. In effetti Tito Livio le presenta come femmine supplici e disperate, ma Plutarco le presenta in modo tutto differente:

« Là mentre stavano per tornare a combattere nuovamente, furono fermati da uno spettacolo incredibile e difficile da raccontare a parole. Videro infatti le figlie dei Sabini, quelle rapite, gettarsi alcune da una parte, ed altre dall'altra, in mezzo alle armi ed ai morti, urlando e minacciando con richiami di guerra i mariti ed i padri, quasi fossero possedute da un Dio. Alcune avevano tra le braccia i loro piccoli... e si rivolgevano con dolci richiami sia ai Romani sia ai Sabini. I due schieramenti allora si scostarono, cedendo alla commozione, e lasciarono che le donne si ponessero nel mezzo. » (Plutarco, Vita di Romolo)

"urlando e minacciando con richiami di guerra i mariti ed i padri, quasi fossero possedute da un Dio" non è da dolci fanciulle, ma da donne abituate a farsi rispettare e che non si spaventassero alla battaglia. I richiami di guerra apparteneva alle guerriere e si sa che le Sabine non erano tenere, e all'occorrenza sapevano anche combattere, almeno in era matriarcale.

Ecco i contratti che le sabine sottoposero ai romani per accordare i matrimoni:
  • non dovranno mai lavorare per i loro mariti, salvo filare la lana;
  • per la strada gli uomini dovranno cedere loro il passo;
  • nulla di sconveniente sarà detto a loro o in loro presenza;
  • nessun uomo potrà mostrarsi nudo davanti a loro;
  • i loro figli avranno una veste speciale (praetexta) e un ciondolo d'oro (bulla aurea).
FERONIA DETURPATA
A Monteleone, in territorio sabino, c'è un sacello votivo alla Dea Feronia con ex-voto in ceramica: piedi, gambe, organi interni, teste, animali, tra il IV e il III sec. a.c. Ferocia o Feronia (di cui resta vicino Roma il locus feroniae) era una Grande Madre, Signora delle belve, ma anche colei che cura, come testimonia il santuario.

La divinità principale dei sabini era la Dea Vacuna, identificata come la divinità dei campi e della natura e personificazione della Vittoria. Però Feronia era la Dea delle Fiere e tale rimase.

Nel 217 a.c., sulle basi di un oracolo, venne concepito a Roma un sistema di dodici divinità maschili e femminili: Giove e Giunone, Nettuno e Minerva, Marte e Venere, Apollo e Diana, Vulcano e Vesta, Mercurio e Cerere, come sono stati trovati effigiati su un portico del Campidoglio. Però Feronia era la Dea delle Fiere e tale rimase.

Ebbene si, seppure in pieno patriarcato la Dea Feronia rimase nel culto italico, la Dea delle Fiere, molto lontana dalla visione del femminile dolce, alacre e sottomesso che auspicavano i mariti romani, purtuttavia anche gli uomini la ossequiavano, perchè era stato loro insegnato così, ma pure perchè in quella Dea c'era qualcosa di istintivo e di arcaico che scuoteva l'animo.

Il fatto è che gli uomini forti cercano donne forti, e gli uomini deboli cercano donne-madri. Ma il figlio si sente necessariamente debole di fronte alla madre per cui deve soffocare la moglie-madre onde cancellare questa sua superiorità, ovvero deve cancellare il bisogno fortissimo di lei facendola sua schiava.

- Se la donna è schiava dell'uomo ella non può rifiutarlo.
- Se lui pensa di essere inferiore alla donna pensa che lei non lo amerà.
- Per questo la odierà e la farà sua schiava.
- Effettivamente la moglie schiava non amerà mai il suo sposo pur essendo convinta di farlo.
- Più i maschi sono deboli più schiavizzano le donne.

E' un circolo vizioso da cui non c'è salvezza, a meno che non si divenga consapevoli...
Oggi le fiere non hanno Dio nè Dee, così sono divenute oggetto di safari dove imbecilli annoiati si divertono a uccidere animali che a loro non hanno mai fatto del male, oppure si uccidono per prenderne la pelle, o le zanne, o i peli, insomma una scusa per ucciderle in qualche modo si trova.

FERONIA
Il fatto è che il Dio maschio non è il Dio di tutti, non è il Dio della Natura, non è il Dio degli animali, non è il Dio delle donne nè dei bambini. E' un Dio per soli maschi.

Il fatto è che quando non c'è un Dio delle Fiere, e non c'è mai, le nostre fiere interiori si occultano, precipitano nel pozzo dei pensieri lontani, non le vediamo nè le sentiamo più.

Mentre Venere Afrodite aveva il suo corteo di animali, fiere comprese, il Dio maschile si astrae tra le nuvole, e non essendo consapevole della ferocia delle fiere.. diventa feroce lui stesso.

Accade la stessa cosa dentro di noi, se ci allontaniamo dalla belva che è in noi lei ci sopraffà, e se non ci sopraffà lei ci sopraffanno gli altri.

Solo chi conosce le fiere distingue e comprende, mentre chi sta tra le nuvole fantastica e si riempie di illusioni.

E la donna? Si issa su assurdi trampoli per ancheggiare davanti agli occhi dei maschi, si rifà col silicone e si allunga le ciglia per sedurlo. Ha perso la sua Dea e pertanto la sua fiera personale.

Ora deve essere abbastanza seduttiva per attrarlo e abbastanza materna per farsi sposare e schiavizzare.
Perchè ha perso la sua Dea e la sua fiera personale. E nessuna donna è donna se non ha risvegliato dentro di sè la sua bestia selvaggia, perchè solo con quella la donna può scegliere se odiare o amare.

Se la sua fiera dorme ella non sa odiare, ma chi non sa odiare non sa nemmeno amare: la porta del cuore è una.


L'ALTARE DELLA DEA

Ne vidi uno nel Lazio, mai più ritrovato, un altare tondo, modellato nella roccia, attaccato al terreno in qualità di continuazione della terra. Tutto intorno aveva immagini scolpite di animali di ogni genere, a sottolineare il mondo pertinente alla Dea.

E'simile a quello l'altare di Grotta Porcina, cilindrico anch'esso, istoriato con bestie di ogni tipo, anch'esso al centro di una necropoli, il che riporta alla Dea natura triplice, Dea delle belve sulla terra, della luna in cielo e degli inferi nella morte.



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