venerdì 1 giugno 2018

SANTO GRAAL



SANTO GRAAL (fig. 1)
Il Santo Calice della Cena, o Santo Graal, quello con cui gli apostoli celebrarono l'ultima cena, sarebbe quello qua sotto (fig.2). Ce lo vedete un gruppo di umili pescatori passarsi questo calice fighetto fatto di due fragili coppe di agata legate con una massiccia montatura d'oro e decorata con pietre preziose e perle?

Ma non basta perchè poi se la sono portato via, (si dice come dono) e non l'hanno nemmeno rivenduto per darlo ai poveri, perchè un cristiano l'avrebbe fatto. Il Papa no, anche se ha promesso di sfamare il mondo vendendo i tesori del Vaticano, infatti non ha tirato fuori nemmeno una breccola per pagare le tasse dovute allo stato italiano, ma il Cristo, almeno come è presentato nei Vangeli, l'avrebbe fatto certamente.

Comunque il calice avrebbe raccolto il sangue di Cristo sgorgante dal costato per la lancia di Longino, ma non è un po' horror? Uno agonizza e l'altro gli raccoglie il sangue, degno di Dario Argento. Giuseppe d’Arimatea, con fare un po' vampiresco, lo avrebbe spillato e trasportato, non si sa perchè, in Inghilterra, divenendo base delle gesta di Re Artù.

SANTO GRAAL f(ig.2)
La storiografa cattolica Janice Bennet sostiene che sia il cenacolo che le stoviglie, dell’ultima cena, erano di proprietà della famiglia di Marco e che fu Marco a donare il calice a Pietro (ecco è bene precisare che non se l'erano fregato), perchè potesse celebrare il primo rito eucaristico a Roma con quel calice. Viene una domanda (visto il clima splatter): col sangue o senza sangue? Seconda domanda: si saranno portati via anche l'argenteria?

Per altri la leggenda del Sacro Graal risale al 63 d.c, quando Giuseppe d’Arimatea, discepolo di Gesù, se lo porta, non si sa perchè, a Glastonbury Tor, in Inghilterra. Lì Giuseppe alzò la sua verga al cielo e la affondò nel terreno, dove fiorì, (che suona tanto di allusione sessuale). Con sé, aveva portato la coppa col sangue di Gesù Cristo, che coi fegatini e la coratella, ripassato con la cipolla... è blasfemia? Se si, è ampiamente giustificata, chi si porterebbe appresso il sangue di qualcuno, a parte Dracula?  

In realtà il mito del calice risale a Jacopo da Varagine, vescovo di Genova, e guarda caso il Sacro Catino (ma era un calice o un catino?) ce l'aveva la sua chiesa, che nel 1260 narra che durante la I Crociata (1099), i Genovesi trovarono il Sacro Calice che evidentemente ce l'aveva scritto sopra (che era il Sacro Calice). Come mai era sfuggito a sant'Elena? Mannaggia al calice non ci aveva proprio pensato.

Che era successo? Era passato da non molto l'anno 1000, quello della profetizzata fine del mondo per cui un mucchio di gente era entrata nei monasteri per ingraziarsi il poco grazioso Padreterno che, in barba alle promesse fatte, stava per sterminare di nuovo l'umanità. La Chiesa ha decretato che "siamo tutti peccatori" per cui dobbiamo temere le fiamme eterne e gli uomini, ormai analfabeti (data la chiusura di tutte le scuole), si bevevano tutto.
Peraltro quelli che non erano entrati nei monasteri erano andati a combattere la crociata, pure quella santa, sempre in barba ai decreti del Cristo: "Amate pure i vostri nemici".. "Amate", non "Ammazzate", ma forse avevano capito male.

Chi non era andato nei monasteri o a fare la guerra s'era beccato la peste o era morto di fame. Nell'anno mille si stima che la popolazione dell'Urbe romana, che in età antonina raggiungeva 1.700.000 mila abitanti, tutti regolarmente nutriti, si era ridotto a circa 80.000 abitanti, di cui solo un quinto ben nutrito (i nobili e il clero).

LA DAMA DEL LAGO
Visto che sulla terra si stava male venne la voglia di stare bene da un'altra parte, magari in cielo. Così la religione cattolica prosperò (e soprattutto prosperarono i clericali) sui sogni della povera gente, ma qualcuno sognò ad occhi aperti un mondo diverso, dove la ricerca personale aveva un senso. E nacque Re Artù.

Su Artù sono sorte diverse saghe:

- il Ciclo bretone e il Ciclo arturiano, un po' mescolati tra loro, costituiti per ciò che riguarda Artù:

- l'Historia Regum Britanniae (storia dei re della Gran Bretagna) del XII sec. scritta da Goffredo di Monmouth che ci infilò:                                                                 
- il padre di Artù Uther Pendragon,    - il mago Merlino,
- la moglie Ginevra, la spada Excalibur,
- il concepimento di Artù presso il castello di Tintagel,
- la sua ultima battaglia contro Mordred a Camlann
- il riposo finale ad Avalon.
- Lo scrittore francese Chrétien de Troyes del XII secolo, che aggiunse alla storia il personaggio di Lancillotto e il Santo Graal, sempre parte del ciclo bretone.

I poemi erano cavallereschi, basati sull'onestà dei cavalieri, sul loro coraggio, sulla loro lealtà, sul loro amore per la patria e soprattutto sul rispetto della donna. Era una reazione al bigottismo che chiudeva la gente a pregare in casa o nei monasteri e a vedere le donne come peccaminose e diaboliche.

Nei cicli arturiani si parla poco di Dio ma molto dello spirito, che in parti della saga è addirittura personificato da Re Artù, ma lo spirito non è di tutti, o almeno si rivela solo a pochi, e le qualità per ottenerlo sono:
- di ESSERE PURI DI CUORE, e fin qui coincide col cattolicesimo, ma c'è un'innovazione:
- PORSI LE DOMANDE e questo era assolutamente contrario al cattolicesimo, dove occorreva obbedire e non farsi domande, perchè solo la Chiesa aveva accesso ai Sacri Misteri, che però non svelava. Qui invece il cavaliere puro di cuore, cioè privo di brama di potere e di ricchezze, leale, coraggioso, altruista e portatore di giustizia per gli umili e i deboli, deve ambire a capire, e porsi domande è rischioso, ma va affrontato da prode cavaliere.

ARTU'
FARSI DOMANDE RISCHIA DI STRUGGERE TUTTO IL CONDIZIONAMENTO OPERATO SI NOI, pertanto rischia di distruggere la mente artefatta, o condizionata che dir si voglia, che non è la MENTE NATURALE, perchè quella nasce dall'istinto, cioè è l'istinto misto all'esperienza di vita.
La prima volta che Parsifal incontra lo Spirito, cioè il Santo Graal, lo perde perchè non pone domande.


Specifichiamo:

MENTE ARTEFATTA = condizionamenti + istinto di sopravvivenza.
MENTE RAGIONANTE = istinto libero + esperienze di vita.
ANIMA = capacità di provare emozioni e sensazioni.
ANIMA CONDIZIONATA = le emozioni e le sensazioni sono inquinate dalla mente artefatta.
ANIMA LIBERATA - Immacolata Concezione, cioè Concezione Pura, capacità di concepire cioè percepire se stessi e il mondo aldilà della mente condizionata.
ANIMA MUNDI - L'anima del Mondo, il senso materno dello spirito universale verso tutte le sue creature.
ISTINTO LIBERO = in dotazione alla nascita, capacità di sentire e di capire il mondo aldilà della mente.
ISTINTO CONDIZIONATO = istinto libero inquinato dalle esperienze dolorose dell'infanzia (che riguardano assolutamente tutti, specie quelli che pensano di non averne avute).
SPIRITO = Istinto Libero in comunicazione con l'Anima Mundi.




LA TAVOLA ROTONDA

E' rotonda perchè tutti sono InterPares, vi sono uomini e donne, poi il maschilismo imperante ha tolto le donne, anche se senza la donna l'uomo non raggiunge un bel nulla, se non farsi tante seghe mentali.

La Tavola Rotonda sta nel castello di Camelot, che è d'oro e d'argento.
ORO = coscienza, ovvero conoscenza reale
ARGENTO = capacità di sentire, ovvero sentimento
Non c'è coscienza senza sentimento, non c'è sentimento vero senza vera coscienza.

L'uomo e la donna devono avere in sè l'oro maschile e l'argento femminile.
L'essere gay o lesbiche non ha alcun peso sulla via iniziatica.
Si può essere Lesbiche e Gay illuminati o con l'anima buia, quanto si può essere Etero illuminati o con l'anima buia.
Il nostro modo di concepire Lesbiche, Gay, Etero, Trans ecc. è solo una categoria o schema della Mente Condizionata. Di fronte al cosmo siamo tutti uguali.



L'INIZIAZIONE

Può essere data solo da una donna, a se stessa o ad un uomo. L'iniziazione no dà alcun potere, indica solo la strada da seguire per diventare liberi.

Le iniziazioni maschili sono mentali, è un'immaginazione e una invenzione continua assolutamente priva di esperienza.

I MASCHI STUDIANO E RIFLETTONO CON LA MENTE CONDIZIONATA.

LE DONNE RIFLETTONO CON L'ANIMA CONDIZIONATA.

E' molto più difficile decondizionare la mente che l'anima.

In Massoneria dicono che le donne non vengono ammesse (se non come sottostanti ai maschi) perchè non hanno bisogno di iniziazione, le donne sono di per se stesse iniziate. E' una grossa balla. Gli uomini in Massoneria come in tutte le Scuole Iniziatiche studiano e discutono con la mente condizionata, per cui non scoprono un accidente. E' solo una brodaglia di seghe mentali molto intellettuale e colta, ma non cambia l'essere di una virgola, se non nel farlo sentire superiore agli altri esseri.



LA SPADA NELLA ROCCIA

E' la spada che solo pochi possono estrarre dalla roccia, cioè dall'istinto di sopravvivenza, perchè finchè non estraiamo la spada siamo immortali. Chi snuda la spada va a combattere da umile mortale, cioè scopre la Morte. Infatti alla fine re Artù muore e lo attendono le tre Norne in veste candida sulla barca lunare mentre il sole cala all'orizzonte. 

Le Norne sorridono, perchè vedono la notte e il nuovo giorno, esse sono immortali e donano l'immortalità, nel ciclo continuo delle reincarnazioni.



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