sabato 30 giugno 2018

I PRELATI ADDOBBATI




Come fanno gli alti prelati a non sentirsi ridicoli:
- avranno superato tutte le barriere dell'ego profano?
- lo fanno per la santa obbedienza ma potendo lo eviterebbero?
- pensano che i fedeli abbiano bisogno di guide in abiti faraonici?

Relativamente al luogo, si legge, la benedizione avveniva – all’epoca dell’Autore - nella “stanza de’ Paramenti” (la c.d. Sala del Pappagallo); l’uso rimonta al periodo successivo la “cattività avignonese”, i Sommi Pontefici ritornando nell’Urbe e trovando le storiche chiese in mal partito introdussero l’uso delle celebrazioni nelle loro cappelle.

La benedizione della Rosa d’oro avveniva anticamente alla basilica Sessoriana (statio del giorno). Qualora fosse presente in Roma l’Imperatore per ricevere l’incoronazione, la cerimonia avveniva nella basilica di S. Maria in Cosmedin.
Al principio del testo, riferendosi all’abito che gli eminentissimi signori Cardinali portano alla cappella di questo giorno, il Cancellieri riferisce l’utilizzo – per l’abito talare, la mantelletta e la mozzetta – del colore rosaceo, più precisamente del color rosa secca.

A - Mi raccomando l'intonazione giusta, non un rosa-rosa, ma una rosa un po' sfiorita, hai presente?
B - Vabbè questo a quei tempi, oggi...




Rerum Liturgicarum
Francesco Tolloi 4-3-2016

"Era anticamente buona ed utile regola identificare e denominare le domeniche utilizzando le prime parole dell’Introito proprio del giorno. Tale uso è rimasto ancora, perlomeno abbastanza diffuso, per quanto concerne la terza domenica d’Avvento (Gaudete) e la quarta domenica di Quaresima (Laetare), circa la quale intendo qui soffermarmi. Il Missale romanu m'indica la stazione alla Basilica della Santa Croce, la “sessoriana”.

In ogni caso, stante la configurazione della Quaresima, anche un approccio superficiale e distratto potrebbe consentire di evincere con immediatezza le caratteristiche di letizia e di gioia, non fosse altro per l’uso – sebbene facoltativo - del colore rosaceo in luogo del viola e per il festoso incipit dell’Introito le cui parole – mutuate dal profeta Isaia (66, 10-11) spronano a sentimenti di tripudio: Gerusalemme, e per trasposizione la Chiesa, deve rallegrarsi, deve saziarsi alle fonti della sua consolazione.

MI SONO MESSO IL PRIMO VESTITINO CHE MI E' CAPITATO..
la Rosa d’oro, se inizialmente era concepita solo e semplicemente come un fiore, ha assunto nei secoli una certa quale ampiezza di forme. Nella sua foggia originaria essa era un fiore fabbricato col metallo prezioso, alle volte essa veniva colorata di rosso proprio per imitare il fiore. Più tardi la colorazione di rosso fu accantonata, preferendo incastonare un rubino.

La forma più conosciuta parrebbe rimontare all’epoca successiva a Sisto IV (+1484): essa si compone di una fronda fiorita, con ramo spinoso e più boccioli, tutti realizzati in oro. Il fiore principale ha una piccola coppa con relativo coperchio o una semplice lamina forata: in essa – durante la benedizione – il Sommo Pontefice andrà a introdurre il balsamo ed il muschio evocanti la fragranza del fiore."

B - Si, ma gli ortodossi?
A - Pure peggio.
B - Ma pensano che la fame nel mondo si tolga in questo modo?
A - Certamente no, però si tolgono la loro fame.. di vestitini..
B - Peggio delle donne.
A - Però predicano la modestia alle donne.

"Il diavolo veste Prada", il vescovo veste Armani. I paramenti sacri che indossa il Vescovo di Palermo gli sono stati regalati da Giorgio Armani, che li ha appositamente disegnati. La notizia sarebbe stata se il vescovo avesse rifiutato gli abiti imperiali e avesse comprato i suoi vestiti al mercato dell'usato. Ma bisogna avere la forza di continuare a stupirsi, a porsi delle domande, a rilevare le contraddizioni fra l'esercizio del potere e il servizio agli ultimi, perché qualcosa cambi.

Il marketing dei sentimenti è comune alle sfere vaticane e alla peggiore politica, che infatti si danno la mano e si sostengono, basta pensare al presidente (despota) Silvio Berlusconi e al presidente (dittatore) Mugabe alla cerimonia di beatificazione di Wojtyla."

Ma torniamo a noi: Papa Francesco promise di vendere i tesori del Vaticano per togliere la fame nel mondo, promise pure di aprire le chiese agli emigranti per l'accoglienza...

Non ci ha creduto nessuno, almeno spero, perchè altrimenti la situazione psichica italiana è grave.

Ma non basterebbe intanto far vestire gli alti prelati con abiti magari talari ma non bizantino-faraonici-medievali con ricami, merletti, ori, argenti e pietre preziose?

Questi vecchi bardati da carnevale non sarebbe ora che si vestissero da esseri umani e scendessero in terra a guardare il popolo che muore di fame, che non ha una casa, un lavoro nè i soldi per curare le malattie?

E parliamo di Italia, non di Africa, oggi non occorre più guardare così lontano. In quanto agli immigrati che il buon Francesco invita ad accogliere, non pretendiamo che apra le numerosissime chiese che tiene chiuse (anche qui a Roma) in quanto:

a) non ha più i preti per tenerle aperte.
b) non ci va più quasi nessuno.
c) con la poca elemosina che riceverebbe non pagherebbe il personale per pulire la chiesa.
d) del fatto che la chiesa si rovini a restare chiusa non preoccupa neanche un po' in quanto le chiese della chiesa le manteniamo e restauriamo noi coi soldi nostri, intendo noi italiani, anche se non ci possiamo entrare.

Viceversa potrebbe il buon Papa aprire i numerosi conventi che tiene chiusi, infatti nonostante gli abbiamo trasformato a nostre spese molti monasteri in B&B dove non pagano le tasse allo stato italiano e fanno concorrenza sleale ai B&B italiani, molti sono ancora chiusi. Vocazioni ce ne sono poche, ma soldi vaticani tanti, altrimenti li affitterebbero, invece li tengono lì a marcire.

VESTINE ATTUALI MA DI STILE BIZANTINO. UNO SFIZIO
Ma con un vestito così, anzi con tanti vestiti così, che neppure un monarca si sognerebbe di portare, quanta gente potrebbero sfamare i buoni prelati? Rasi, broccati, merletti operati a mano, trapunti in oro zecchino, colbacchi foderati di raso e ricamati a punto pieno con fili di pure seta, ma non si sentono mai, non dico presuntuosi, ma almeno un po' ridicoli?

Penso che nemmeno a carnevale oserebbero tanto:

BURCA MODERNO
E come mai invece no sono previsti abiti talari così sfiziosi per le donne? Per insegnare loro la modestia? Ma visti i risultati non sarebbe meglio insegnarla ai maschi?

Le monache hanno invece su per giù gli stessi abiti, neri, grigi, marroni, talvolta bianchi, ma abiti che coprono capelli, collo e gola, manca solo il burca.


E questi sarebbero i seguaci di Cristo? Cosa hanno in comune coi poveri che il Cristo tanto raccomandò?

E San Francesco ce lo siamo dimenticato? Il poverello d'Assisi era tutta una farsa? Faceva comodo sotto le elezioni e poi è stato accantonato per sempre?
Poveri noi se ancora crediamo a voi...




2 commenti:

Emy on 21 giugno 2019 alle ore 18:09 ha detto...

Sono in realtà il retaggio dell'Impero Faraonico,con kippah in testa per ricordare il faraone Mosè che tradi la sua gente per fuggire con i pastori venuti dalle montagne,l'unico faraone degno di questo nome fu suo fratello minore Akhenaton,sua moglie Nefertiti,vera sovrana d'Egitto e le sue numerose figlie...che il padre amava tantissimo,ecco come si distinguono certi uomini..anche se la storia li tagga come Eretici...non avevamo già sentito questa parola?povere streghe...da tempo immemore che alcuni uomini divinizzano le proprie consorti,pendono dalle loro labbra... perché è giusto, è naturale amarle cosi...non sono sovrani in realta,ma cavalieri templari pronti a difendere il Santo Graal,a custodirlo a costo della propria vita.Per il resto?il drago rappresenta il percorso iniziatico di ognuno...penetrare nel sacro femminino per raggiungere il settimo chakra.Altro che Santi...poveri stupidi creduloni.

Anonimo ha detto...

Le vesti sgargianti fermano gli occhi alla superficie del niente che esiste aldilà della luce che emanano, chiamata Dio.

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