sabato 15 settembre 2018

UCCISORI DI DRAGHI



SAN GIORGIO E IL DRAGO

IL DRAGO E GLI ANTICHI

Perchè gli antichi greci se la presero tanto coi serpenti, coi draghi e con tutte le creature ibride? Perchè le sfingi e tutte le creature ibride erano immagini della Natura Imperscrutabile.


la chimera

Sullo specchio proveniente da Palestrina e risalente al 330 a.c. circa, Bellerofonte, a cavallo di Pegaso, sferra il colpo mortale alla Chimera.

La testa di capra è già stata infilzata, ma l'animale combatte fino all'ultimo. Il tumulto di corpi racchiusi nel cerchio dello specchio esalta il senso del dramma. E' un classico che gli eroi patriarcali uccidano le antiche Dee demonizzate.



l'arpia

Creatura mostruosa, con viso di donna e corpo d'uccello. In realtà vengono chiamate spesso sirene. Le arpie sono descritte come creature orribili da Virgilio, ma ancor più viene demonizzata nel mito di Edipo, dove la creatura uccide tutti coloro che desiderano entrare a Tebe, a meno che non riescano a risolvere degli indovinelli un po' scemotti.

Naturalmente Edipo vince e la creatura piena di rabbia si getta a capofitto da una rupe, fatto poco credibile visto che aveva le ali.


l'idra

Era un grande drago marino dotato di nove teste) il numero della Dea è il tre, il sei o il nove) di cui quella centrale era immortale. 

Era inoltre velenosissima, tanto da poter uccidere un uomo con il solo respiro, e anche il suo sangue e persino le sue orme erano velenose.


il basilisco

E' una creatura mitologica citata anche come "re dei serpenti", che si narra abbia il potere di uccidere o pietrificare con un solo sguardo diretto negli occhi.

Secondo Plinio il Vecchio sarebbe un piccolo serpente, velenosissimo e in grado di uccidere con il solo sguardo che pietrifica o incenerisce.
Qualunque essere vivente entri in contatto con il suo fiato o venga morso muore sul colpo.

Il basilisco vivrebbe nel deserto da lui stesso creato, perché ha la capacità di seccare gli arbusti oltre che con il contatto, con il solo sguardo. Un cavaliere che colpì il basilisco fu ucciso insieme al cavallo dal veleno che si infiltrò attraverso la lancia, come racconta anche il poeta Lucano.


la medusa

E' una delle tre Gorgoni, figlie delle divinità marine Forco e Ceto. Avevano il potere di pietrificare chiunque avesse incrociato il loro sguardo e, delle tre, Medusa era l'unica a non essere immortale; nella maggioranza delle versioni viene decapitata da Perseo.

In realtà non dava fastidio a nessuno perchè se ne stava nel suo tempio con le sue sorelle, insomma non voleva rotture di zibidei, ma c'era sempre u n eroe a cui girava.. di fare l'eroe.



LA RAGIONE DELL'ODIO

Perchè la nostra religione cattolica se l'è presa tanto con draghi e serpenti? Perchè il drago e il serpente sono la stessa cosa. Il drago è a suo modo una sfinge, ha corpo di serpente (la terra), ali da uccello (l'aria), coda di pesce (l'acqua), e sputa fuoco (appunto il fuoco). E' formato dai quattro elementi classici, come ogni sfinge che si rispetti ed è il simbolo del cosmo, cioè della Terra (quella sola conoscevano).

In Cina il serpente-drago che viene fatto volicchiare (tenuto in alto dai fedeli) per le vie della città, è uno spirito benevolo, e ovunque all'origine era visto in tal modo, poi arriva il patriarcato e lo ammazza, perchè la natura, ovvero la Terra, deve essere dominata. Il patriarcato infatti vuole dominare: la natura, la donna e l'anima.


Apocalix

Nei Vangeli si scatena quello che qualsiasi psichiatra (se non ci fosse di mezzo la religione) definirebbe un autentico delirio paranoico:

Apocalisse di Giovanni (capitolo XII):
- un enorme drago rosso con dieci corna e sette teste con sette diademi cercò di divorare il figlio maschio di una donna partoriente destinato a governare tutte le nazioni. L'Arcangelo Michele gli impedì di volare ma egli vomitò liquido per far annegare la donna e Dio aprì una voragine che inghiottì il fiume. Il drago, infuriato contro la donna, giurò di vendicarsi verso la sua discendenza. 

Apocalisse di Giovanni (capitolo XIII):
due furono le bestie create dal drago: la bestia del mare e la bestia della terra. La bestia del mare aveva sette teste con sette bestemmie e dieci corna con dieci diademi; era simile a una pantera con le zampe di un orso e la bocca di un leone. Gli antichi romani furono impressionati da questa bestia perché le sue ferite si rimarginavano. La bestia della terra aveva due corna d'agnello e parlava come un drago. Subito questa fece far costruire dai romani una statua della bestia del mare e la animò cosicché potesse mettere a morte chi non la adorava.

Apocalisse di Giovanni (capitolo XVI:)
- dalla bocca del drago escono tre spiriti di demoni simili a rane che operano prodigi radunando tutti i re della terra per la guerra del gran giorno di Dio.

Nella letteratura cavalleresca poi l'eroe che si rispetta uccide almeno un drago, e nell'agiografia dei santi cattolici spesso sono uccisori di draghi. La lista dei santi sauroctoni – cioè uccisori di draghi (del resto c'è anche Apollo sauroctono che se la prende con una innocua lucertola che sta su un tronco per fatti suoi) è infatti molto lunga:

SAN GIORGIO

1) -  SAN GIORGIO

San Giorgio cavaliere viene a sapere che per tenere lontano un mostro che infesta la città libica di Selem, gli abitanti estraggono a sorte giovani vittime da dargli in pasto; quando il sacrificio tocca alla figlia del re, compare san Giorgio a cavallo, che ammansisce il drago; quindi invita la principessa a legare la cintola al mostro, ora mansueto, per condurlo in città; di fronte al miracolo, il re e l’intera popolazione si convertono; e il drago viene finalmente ucciso (ma come, dopo averlo ammansito?).

A dirla tutta In realtà la storia di San Giorgio è molto più lunga:

- Secondo la «prima» leggenda la sua nascita porta grande gioia ai due genitori Geronzio, persiano, e Policronia, cappadoce, che lo educano religiosamente fino al momento in cui entra nel servizio militare. (lo educano religiosamente e fa il soldato di professione? Non c'era mica la leva obbligatoria all'epoca, ma il Cristo col suo "amate anche i vostri nemici" non contava un fico? E se non lo educavano religiosamente che faceva, il boia?
- La data della nascita sembra doversi fissare verso il 280 tenendo presente la data della morte (303) - La sua professione di militare sembra derivare dalla identificazione con il tribuno che strappò l’editto di Galerio contro i cristiani in Nicomedia. Veramente l'editto di Galerio, o editto di Serdica, emesso nel 311 a Serdica, concedeva al cristianesimo lo status di religio licita, ovvero culto riconosciuto ed ammesso dall'Impero, per cui Giorgio che c'entra?
- Il martirio avviene sotto Daciano imperatore dei Persiani, che però in molte recensioni è sostituito da Diocleziano, imperatore dei romani, il quale convoca settantadue re per decidere le misure da prendere contro i cristiani.
- Giorgio di Cappadocia, ufficiale delle milizie, distribuisce i beni ai poveri, e davanti alla corte si confessa cristiano; all’invito dell’imperatore di sacrificare agli Dei si rifiuta ed iniziano le numerose e spettacolari scene di martirio.
- Egli viene battuto, sospeso, lacerato e gettato in carcere, dove ha una visione del Signore che gli predice sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre la resurrezione (quant'è buono lui! C'è di che convertirsi immediatamente al primo paganesimo che capita));
- quindi ha la meglio sul mago Atanasio che si converte e viene martirizzato.
- Tagliato in due con una ruota irta di chiodi e spade Giorgio risuscita convertendo il magister militum Anatolio e tutte le sue schiere, che vengono passate a fil di spada (ma non si poteva stare buonino? Come si muove opera una carneficina).
- A richiesta del re Tranquillino, il santo risuscita diciassette persone morte da 460 anni, le battezza e le fa sparire (meglio di Fregoli); ma se le fa sparire perchè le resuscita? Faceva il prestigiatore?
- Entra in un tempio pagano e con un alito abbatte gli idoli. (e basta, inventiamole un po' più credibili!)
- L’imperatrice Alessandra si converte e viene martirizzata (e te pareva);
- l’imperatore lo condanna nuovamente a morte, ed il santo, prima di essere decapitato, implora da Dio che l’imperatore ed i settantadue re siano inceneriti (ma i cristiani non dovevano perdonare anche i nemici? Della serie: "Dio perdona, San Giorgio no");
- Esaudita la sua preghiera Giorgio si lascia decapitare promettendo protezione a chi onorerà le sue reliquie.
- La leggenda della fanciulla liberata dal drago per opera di Giorgio sorse successivamente; sembra che il racconto di tale episodio sia nato, al tempo dei Crociati, dalla falsa interpretazione di un’immagine dell’imperatore Costantino che si trovava allora a Costantinopoli.

La fantasia popolare ricamò sopra tutto ciò, ed il racconto, passando per l’Egitto, dove S. Giorgio ebbe dedicate molte chiese e monasteri, divenne una leggenda affascinante la cui diffusione fu probabilmente facilitata anche da una scena (di cui un esemplare si trova ora al Louvre) raffigurante il Dio Horus, purificatore del Nilo, cavaliere dalla testa di falco, con uniforme romana, in atto di trafiggere un coccodrillo tra le zampe del cavallo.

Inoltre, la qualità dei supplizi richiama la leggenda greca di Perseo e di Andromeda, e la celebre storia del drago senza il quale non possiamo immaginare la figura del Santo, si legge con tutti i suoi particolari nel Martirio di S. Teodoro.



2) - SAN TEODORO

Nato nel IV secolo d.c. in Oriente, prestava servizio militare in una legione romana ad Amasea, in Turchia, (anche questo un cristiano che ammazza la gente) quando l'imperatore Massimiano ordinò la persecuzione dei cristiani. Teodoro naturalmente si confessò cristiano ardendo di masochismo sacro.. I persecutori, riconoscendo il suo coraggio, gli concessero una pausa di riflessione (lo fanno pure le coppie prima di separarsi), ma il giovane, che non ne voleva sapere di riflessioni, ne approfittò per incendiare il tempio dedicato a Cibele, la Madre degli Dei (ma allora sei de coccio!).

SAN TEODORO
Invece di punirlo, i giudici (questi si davvero dei santi!), pur giudicando il santo incendiario un po' troppo irruento, ricorsero alle lusinghe promettendogli grandi onori. (ma che gli fregava, era un semplice soldato!). Quando si convinsero che era tutto inutile, dissero: "Adesso basta!" E ordinarono che Teodoro fosse torturato e bruciato vivo.

Secondo un'altra versione però Teodoro fu condannato a morire in carcere tra gli stenti. Si rifiutò di bere e di mangiare (ma non doveva morire di stenti?), ma non morì e indispettiti i potenti ordinarono che venisse arso al rogo. 

Ma San Teodoro, legato al rogo, non morì per le ferite causate dalle fiamme e la sua anima poté entrare nella gloria divina. (Non si capisce, morì o non morì? Se non morì per le fiamme di che morì?

Per giunta, dopo la sua morte, il corpo ebbe degna sepoltura, avvolto in un sudario. Ma non era stato bruciato sul rogo? Evidentemente aveva dei superpoteri per cui non era infiammabile, perchè le reliquie di San Teodoro giunsero in Italia a Brindisi, dove sono tuttora conservate.

Ma tutto questo è niente, perchè, ciò che più conta, San Teodoro aveva ucciso un potentissimo drago, e molto prima di San Giorgio!

"Comunque sia oggi la storia è cambiata: Un altro illustre rappresentante della santità militare, che Anna Comnena (principessa bizantina, 1083-1153, ndr) non esitò a definire 'il più grande tra i martiri e la cui esistenza è storicamente attestata da Gregorio di Nissa, (non uno storico ma uno che scriveva omelie, e me cojoni!) che ebbe fama di aver ucciso da solo, almeno quattro secoli prima di Giorgio, un enorme e terribile drago: il megalomartire Teodoro d'Amasea". 

In effetti, le prime immagini che raffigurano san Teodoro in atto di trafiggere il drago risalgono addirittura al VII secolo (ma non era del V secolo?) e sono conservate in Georgia.

Ora se noi raccontiamo a chiunque che un tempo esistevano i draghi ci ride in faccia, ma se lo informiamo che alcuni santi li hanno fatti fuori smettono di criticare e sorridere, non si pronunciano più: se l'ha detto la Chiesa!  

Comunque andiamo avanti che la storia è lunga.



3) -  SAN SILVESTRO 

San Silvestro scaccia i draghi da Arezzo per ordine di San Francesco (e te pareva che non c'entrava pure S. Francesco?). Nel IV sec. viveva, in una caverna sul Palatino con vicino un laghetto stagnante, un terribile drago (Caverna sul palatino? Laghetto stagnante? Ma sta parlando del Palatino a Roma? A parte poi il drago, ma che si era fumato?).

SAN SILVESTRO
Ma questo è niente perchè questo drago con il suo alito pestifero era in grado di uccidere tutti quelli che abitavano o si trovavano a passare nelle vicinanze (poverino avrà avuto problemi di digestione, bastava dargli un po' di bicarbonato). Alla fine il pontefice Silvestro I, che aveva già sconfitto un altro drago a Poggio Catino (all'epoca i draghi erano di casa), per mettere fine a questa strage di innocenti decise di intervenire personalmente e si recò presso la tana del mostro completamente disarmato, ma con il mano il Crocifisso.

Alla vista del sacro simbolo, mentre Silvestro invocava l’aiuto della Vergine, il drago divenne immediatamente mansueto, al punto che il Papa lo poté legare con un filo della sua veste e portare al guinzaglio come un cagnolino al cospetto dei suoi fedeli, che, visto che ora era diventato buono, l'ammazzarono subito, (da cattivo non l'ammazzavano ma da buono)... Persino i sacerdoti pagani, folgorati dall’avvenimento, si convertirono al cristianesimo. Intanto, l’enorme corpo fu trascinato nel Foro Romano fino al tempio di Castore e Polluce e qui seppellito.


SANTA MARGHERITA E IL DRAGO

4) -  SANTA MARGHERITA

Secondo Jacopo di Varagine, 

“Santa Margerita per difendere la fede viene torturata e rinchiusa in prigione dal prefetto di Antiochia, che voleva convertirla al paganesimo. Margherita chiese a Dio di mostrargli il nemico che combatteva contro di lei: ecco che apparve un grande drago, che le si slanciò contro per divorarla, ma sparì non appena Margherita fece il segno della croce.

Altrove si legge che spalancò la bocca sul suo capo, le mise la lingua dietro il calcagno e la inghiottì d´un colpo: ma mentre la stava trangugiando, Margherita si armò del segno di croce, e in grazia della croce il drago si squarciò e la vergine uscì illesa.”


5) -  SAN PELLEGRINO

San Pellegrino era vescovo di Triocala e lì viveva un drago che uccideva chiunque incontrasse e, per quietarne la fame, gli abitanti gli offrivano teneri fanciulli estratti a sorte tra la popolazione. San Pellegrino indignato uccise la belva. (Direi che avrebbe dovuto uccidere i cittadini, più belve di quelle!)



6) -  SANTA MARTA

SANTA MARTA
Santa Marta di Betania mentre stava evangelizzando la Provenza, seppe di un drago chiamato Tarasca che devastava le fertili pianure della valle del Rodano e impediva agli uomini di vivere tranquilli.

La santa inseguì la bestia nelle profondità dei boschi e la domò cospargendola di Acqua Benedetta e segnandola con il Segno della Croce.

Infine, dopo averla resa mansueta e addomesticata, legò alla sua cintura la coda della bestia e la portò nell'odierna città di Tarascona che prese il nome dal drago.

Però la popolazione si vendicò dei soprusi e delle barbarie lapidando il drago. Da allora ogni 29 giugno la Chiesa ricorda Santa Marta e nella città di Tarascona si tiene una solenne processione aperta dal fantoccio dell’impressionante Tarasca con le fauci spalancate.

Nei pressi una ragazza vestita di bianco benedice il mostro, che alla fine viene legato e sopraffatto. (Morale della favola: Dio perdona ma i Tarascani no e la santa nemmeno).



7) e  8) -  SAN RUFILLO  e  SAN MERCURIALE

perchè qui i santi uccisori sono due: i vescovi San Ruffillo e San Mercuriale, venuti a sapere che tra Forlimpopoli e Forlì si annidava un drago che col fiato ammorbava l'aria e provocava la morte delle persone. si recarono alla tana del drago, gli strinsero attorno alla gola le loro stole e lo gettarono in un profondo pozzo chiudendone l'imboccatura.

(Poi misero all'asta le stole, figuriamoci delle stole così,  e si arricchirono, anzi no, dettero tutto alla Chiesa che si arricchì, anzi no, si arricchì quello che si inventò questa storiella pubblicandola in un libro, ovvero si arricchirono le edizioni Paoline.. lasciamo perdere)



9) -  SAN BERNARDINO TOLENTINO

San Bernardino Tolentino, vescovo di Lodi, uccise il drago Tarantasio del lago Gerundo. Lo scheletro fu conservato nella chiesa di S. Cristoforo a Lodi fino al 1700 e una costola nel Santuario Natività della Beata Vergine di Sombreno.



10) - SAN PETROC ABATE

San Petroc abate (VI° secolo) in Cornovaglia ammansì un drago e ordinò per lui un medicamento perché la belva aveva una scheggia nell'occhio. (Ma siamo sicuri che l'abbiano curato e non gli abbiano cavato gli occhi? Sai, i buoni cristiani di solito...)



11) -  SAN BERNARDO

- San Bernardo uccise il drago Pen, dal nome del drago furono addirittura chiamate le Alpi Pennine.



12) -  SAN MARONE

San Marone martire salvò la figlia del re di Urbisaglia da un drago che sarebbe emerso dal mare per mangiarsela alla foce del Chienti.



13) -  SAN LEUCIO

San Leucio vescovo di Brindisi, uccise un drago che terrorizzava la popolazione di Atessa e donò a loro una costola della belva.



14) -  SAN DONATO

San Donato di Arezzo vescovo e martire (362), uccise un drago. (Non l'aveva già fatto San Silvestro che era vissuto e morto poco prima, nel 335? Si vede che i draghi amavano Arezzo)



15) -  SAM JEROME

San Jerome a Varazdin, in Croazia uccise un drago che infestava la zona.



16)SANT' ARMAGILO

Sant'Armagilo abate in Bretagna (VI secolo) sconfisse un drago portandolo sul Monte Saint-Armel ed intimandogli di gettarsi nel fiume sottostante.



17) -  SANT' IPAZIO

Sant'Ipazio di Gangra vescovo e martire (345 ca.), uccise un drago dall'ingresso del tesoro dell’imperatore Costanzo II, figlio di Costantino il Grande. (chissà come s'è incavolato l'imperatore, aveva gratis una guardia che faceva per venti!)



18) -  SAN TUTWAL

San Tutwal abate e vescovo (VI° secolo) legò un drago con la sua stola e lo fece uccidere.
- San Silvestro Papa scaccia un drago che terrorizza la gente sulle rive del Tevere.



19) -  SAN MARCELLO

San Marcello, vescovo di Parigi, viene a sapere di un drago, nei sobborghi di Parigi, che usciva da un sepolcro e col suo fiato mefitico appestava, ammorbava, creava malattie. Marcello doma questo drago e lo scaccia, semplicemente toccando il drago col bastone episcopale al cui tocco il mostro diventa un buon animale domestico. Addirittura gli pone la stola sulla testa e il drago si lascia condurre fuori dalla vallata paludosa dove era insediato.



20) -  SANTO ILARIO

Santo Ilario, scaccia dei serpenti (secondo altri Draghi) dall’Isola Gallinara. Non li manda via, li manda a vivere in un luogo determinato, confinato: si dividono in definitiva i due territori.



21) -  SAN GIULIO

San Giulio è un cappellano militare, che si muove al seguito dell’esercito bizantino di Teodosio che gli impone di andare, battezzare ed estirpare l’eresia ariana. All’interno dell’esercito si era diffusa ampiamente questa eresia, che era la più famosa dei primi secoli del cristianesimo: i seguaci del prete Ario non riconoscevano la coesistenza in Cristo della doppia natura divina e umana.

Questa eresia si era grandemente diffusa nell’esercito e continuò per molto a caratterizzare grandemente l’esercito. È molto più semplice credere ad un dio solo umano, piuttosto che ad un dio misto divino umano. L’eresia ariana che è poi diffusissima nel mondo barbarico e nel mondo longobardo, fino all’imposizione della volontà conciliare voluta da Teodolinda. Ecco che allora il serpente è simbolo del male: in questo caso sia il paganesimo, sia l’arianesimo.

L’isola doveva certamente essere sede di un luogo di culto precristiano, Giulio uccide il serpente e diventa il santo patrono del luogo, e per dimostrare il combattimento col drago, mostra un animale impagliato posto nella chiesa di san Marcello. Anche all’isola si mostrava ai devoti pellegrini, una vertebra di un serpente scacciato da Giulio.



22) -  SANTA CRISTINA

Santa Cristina di Bolsena, mentre San Giorgio affronta il drago sta alle sue spalle e prega Dio perchè il cavaliere abbia la meglio. Ma allora chi vinse il drago, Santa Cristina o San Giorgio?



23) -  SAN PARIDE

Mentre il giovane San Paride vagabondava per Teano, sulle rive del Savone, nella zona di Teano, un Dragone pretendeva l’olocausto annuale delle più belle donzelle della zona  (da quando in qua i romani volevano i sacrifici umani?). Quando però la sorte di essere sacrificata toccò a Tranquillina, figlia unica di Sempronio, il magistrato di rango più elevato di Teano, Paride si fiondò sulla riva del sacro fiume e liberò Tranquillina dal drago (evidentemente delle donzelle di basso rango non gli fregava un tubo).

I romani però non ne furono contenti e lo spedirono "ad bestias" (ti credo, perchè non l'aveva ammazzato prima se era in grado di farlo?) nell’anfiteatro dove le bestie feroci gli resero omaggio scodinzolando. Evidentemente fu risparmiato perchè Papa Silvestro lo consacrò Vescovo. (perchè, alle bestie feroci fanno schifo i vescovi?)



24) -  SAN SIRO

San Siro a Genova scaccia un altro dragone malefico, che stavolta è un basilisco.



25) -  SAN GOTTARDO

San Gottardo di Hildesheim ammansì anche lui il suo bravo dragone. L'intercessione di s. Gottardo fu implorata contro un'accozzaglia di cose: la febbre, la podagra, l'idropisia, contro le malattie dei fanciulli, le doglie del parto e contro la grandine.

SANTO BARBATO ABBATTE IL NOCE

26) -  SANTO BARBATO

Santo Barbato, "ricordato per aver convertito i Longobardi al Cristianesimo, i quali benché fossero battezzati adoravano ancora gli idoli come la vipera d'oro e gli alberi sacri".

Errore: i longobarsi non adoravano la vipera d'oro, anche se una leggenda totalmente inventata dalla chiesa narrava che : " Nell’VIII sec. l’imperatore bizantino Costante II, sbarcato a Taranto e distrutta Siponto, assediò Benevento, dominata dai Longobardi sotto la guida del giovane duca Romualdo. Per scongiurare il grave pericolo, la duchessa Theodorada, sposa di Romualdo, si rivolse al vescovo Barbato. Questi acconsentì ad intervenire e recatosi dal duca Romualdo si fece promettere la rinunzia all’idolatria ed al culto della Vipera Anfisbena, che il duca e il popolo stesso veneravano in segreto. San Barbato pregò così intensamente la Madonna che Ella apparve nei pressi di Benevento promettendo di intercedere per la liberazione dell’assedio da parte dei Bizantini. Allora l’incredulo Romualdo, testimone oculare della celeste apparizione, consegnò al vescovo la Vipera d’oro adorata dal popolo, autorizzandone la fusione per ottenerne un sacro calice. "

La vipera d'oro non esisteva ma il serpente sacro, che era il simbolo della Dea Terra, si. Sacro alla Dea Tellus, ma pure alla Dea Igea, o Egeria, ad Atena ecc. Si narra inoltre che il santo vescovo fece tagliare il famoso Noce di Benevento, un antico albero secolare adorato, non dalle streghe come ha narrato la chiesa, ma dalle antiche sacerdotesse di Diana Caria, adoratrici del Noce Sacro (adorata fino al 1500 nelle campagne), che per i buoni cristiani erano streghe e come tali dovevano salire sul rogo.

Siccome non è vero che il Cristianesimo s'impose così volontariamente e velocemente, ma il Paganesimo perdurò nelle campagne fini al 1500, fu la Santa Inquisizione, col suo terrore e sadismo a convincere i pagani a convertirsi per non finire sul rogo. Nel luogo dove fu tagliato il noce, il Santo fece erigere un tempio con il nome di S. Maria in Voto.



27) -  SANT'AMASIO

Sant'Amasio di Teano e Sora, anche lui uccisore di draghi.
Ce ne sarebbero altri, da S. Urbano a S. Casto, per non parlare della madonna che schiaccia col piede sia la luna che il serpente-drago.



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