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giovedì 28 luglio 2022

SANTA CRISTINA DI BOLSENA


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SANTA CRISTINA DI BOLSENA

LA PRESENZA DI CRISTO NELL'OSTIA

Nell'estate del 1263, un sacerdote boemo, un certo Pietro da Praga, dubitò della reale presenza di Gesù nell'ostia e nel vino consacrati. Cosa gravissima per cui si recò in pellegrinaggio a Roma per pregare sulla tomba di Pietro e fugare i suoi dubbi.

Percorrendo però la via Cassia si fermò a pernottare a Bolsena, dove tornarono i dubbi, allora il giorno dopo celebrò la messa nella Grotta di Santa Cristina, ma un prete di passaggio può dire messa dove gli viene voglia?



SANTA CRISTINA

La cappella ha un'icona in terracotta della santa adagiata a fianco della roccia usata per martirizzarla a 11 anni, e c'è anche un muro con le impronte della santa dal suo mancato annegamento. Dunque si narra che Cristina, figlia di Urbanus, comandante delle milizie imperiali, destinata dai genitori ad una vita da sacerdotessa degli Dei (cosa impossibile perchè potevano scegliere solo pontefici e saceroti), venne, all'età di undici anni, rinchiusa dal padre in una torre insieme a dodici ancelle pagane.

Queste dovevano convincerla ad adorare degli idoli romani d'oro e argento; ma la giovane, istruita da un angelo e proclamatasi cristiana, non solo non sacrificò agli dei, ma spezzò le statue e donò l'oro e l'argento in elemosina ai poveri. Ma come fece, non era rinchiusa bella torre?

Supplicata inutilmente di tornare ai culti romani, fu fatta condannare dal padre ad una flagellazione ed al supplizio su una ruota ardente che, divampando, uccise millecinquecento pagani. In cella, Cristina venne miracolosamente sanata da angeli crudeli che ogni volta la sanavano per farle subire il prossimo supplizio. Il padre imbestialito le fece legare una macina al collo gettandola nel lago di Bolsena, ma Cristina venne fatta galleggiare e ricondotta a riva dagli angeli inviati da Cristo, il quale la battezzò e si preparò a godere del prossimo supplizio.

A questo punto il padre si arrabbiò tanto da farsi venire un infarto e morì. Ma il successore Aidone, ancor più accanito, fece immergere Cristina in un calderone di olio bollente dove la giovane rimase illesa. Non convinto le fece radere il capo e la fece condurre nuda fino al tempio di Apollo. E questa ha tutta l'aria di un copiaticcio dell'inglese Lady Godiva che dovette cavalcare nuda, il che spiega il taglio dei capelli, perchè Lady Godiva venne in parte coperta dai suoi lunghi capelli.

Non appena giunta, l’idolo apollineo cadde a pezzi, provocando anche al giudice un infarto. Ma non imparavano mai, per cui il successore Giustiniano ordinò di gettare Cristina in una fornace dove rimase illesa per cinque giorni, sempre salvata dai sadici angeli.

Venne sottoposta allora ad altre torture, come serpenti velenosi da lei ammansiti, l'amputazione dei seni da cui sgorgò latte e il taglio della lingua che Cristina gettò al carnefice rendendolo cieco. Infine fu trafitta dai colpi di due frecce per le quali morì. Evidentemente gli angeli non si divertivano più.



IL MIRACOLO DELL'EUCARESTIA

Torniamo al prete di Praga, perchè al momento in cui egli consacrò l'ostia questa cominciò a sanguinare sul corporale. Impaurito e confuso, il sacerdote, cercando di nascondere il fatto, concluse la celebrazione, avvolse l'ostia nel corporale di lino e fuggì in sacrestia. Ma alcune gocce di sangue caddero sul marmo del pavimento e sui gradini dell'altare.

UNA LASTRA DI MARMO
MACCHIATA DI SANGUE
Pietro da Praga si recò subito dal papa Urbano IV, che si trovava a Orvieto, questi verificò l'accaduto e recuperò le reliquie estendendo nel 1264 a tutta la Chiesa la solennità del Corpus Domini, nata nel 1247 nella diocesi di Liegi per celebrare la presenza reale di Gesù nell'Eucaristia, in contrapposizione alle tesi di Berengario di Tours, secondo le quali la presenza eucaristica di Cristo non era reale, ma solo simbolica.

La Chiesa cattolica riconobbe ufficialmente il miracolo eucaristico, le cui reliquie si conservano a tutt'oggi nel duomo di Orvieto e nella basilica di Santa Cristina a Bolsena: nella cappella del corporale, a Orvieto, sono custoditi l'ostia, il corporale e i purificatoi, che in seguito, nel 1338, furono collocati nel reliquiario di Ugolino di Vieri, dove si trovano attualmente.

Il reliquiario venne posto, a partire dal 1363, nel tabernacolo in marmo che si trova nella stessa cappella. L'altare dove sarebbe avvenuto il prodigio fu collocato, fin dalla prima metà del XVI secolo. Nel vestibolo della basilica ipogea di santa Cristina a Bolsena sono conservate le quattro lastre di marmo macchiate di sangue che, dal 1704, si trovano all'interno della cappella nuova del miracolo a Bolsena. Una quinta lastra fu donata, nel 1574, alla parrocchia di Porchiano del Monte.



LE ANALISI SCIENTIFICHE

Il corporale di lino custodito presso il duomo di Orvieto, è stato oggetto nel 2015 di un intervento di natura conservativa e di un'analisi della documentazione fotografica ottenuta in luce normale ed in fluorescenza ultravioletta (UV), da cui si è evidenziata la presenza in ogni sezione del corporale di depositi biologici costituiti da sangue, scisso in plasma e siero.

NATTERIO DELLA SERRATIA MARCESCENS
SU UNA MOLLICA DI PANE
Qualche tempo prima dello svolgimento di tale analisi, il sanguinamento dell'ostia di Bolsena era stato spiegato da Johanna C. Cullen, ricercatrice presso la Georgetown University di Washington, con la presenza di un batterio molto comune, la Serratia marcescens, che, in periodi di caldo e in luoghi umidi, produce su pane e focacce un abbondante pigmento rosso vivo chiamato prodigiosina, di consistenza leggermente viscosa, facilmente scambiabile per sangue fresco. La Cullen, inoltre, riuscì a riprodurre in laboratorio gli effetti del presunto miracolo.

L'esperimento della Cullen venne ripetuto nel 1998 dal dottor Luigi Garlaschelli, ricercatore del dipartimento di chimica organica dell'università di Pavia, il quale utilizzò una fettina di pane di forma circolare. Risultati simili furono ottenuti anche J. W. Bennett e Ronald Bentley, ricercatori di biologia molecolare alla Tulane University di New Orleans e di scienze biologiche all'università di Pittsburgh, nel 2000.

venerdì 19 giugno 2020

DA DEA A DEMONE - III


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LA DEA DEMONIZZATA

Lambsprinck (1625):
- Il mare è il corpo, i due pesci sono lo spirito e l’anima -

L’antica Dea Luna Parca, nei tre aspetti Tisifone, Aletto, Megera, è divenuta negativa nell’immaginario perché vicina al concetto di morte, e Megera è la peggiore, taglia il filo della vita. In tre hanno solo un occhio e un dente che si passano tra loro.

Così le Erinni diventano Furie, nell’aspetto punitivo, che i Greci trasformano in Eumenidi, solo buone. E’ antesignano della Madonna, docile e sottomessa, soprattutto umile. Le Graie diventano Grazie, leggiadre ninfe della primavera per il sollazzo dei satiri. Le Augralidi spariscono, le Arpie diventano mostri e le Parche sono orribili.

Che dire? Lilith è addirittura un demone. Eva assaggia una mela e si accatta l'odio del Dio Padre che la caccia e la disereda per un misero pomo. Accidenti che Padre!

TRIPLICE DEA PERSIANA

LA SCISSIONE

La Grande Madre si scinde, non più tre in una, ma solo tre e o tutte buone o tutte cattive. Tramonta la Trinità, si allontana dalla coscienza che si scinde a sua volta. Il Dio Padre scopiazza il mito e diventa trino, promette vita eterna, mediante l’anima immortale in occidente, e la reincarnazione personale in oriente.

Dio è buono perché dà l’immortalità, la Dea è cattiva e brutta perché dà la morte. Nel cattolicesimo il cattivo è il diavolo e chi lo ascolta. Il Dio Padre invece è buono e bellissimo, al punto che dopo la morte, se siamo stati bravi, godiamo della sua eletta visione. Il Paradiso è questo, stare fra le nuvole in mezzo agli angeli che suonano e stanno a guardare il Padreterno. E che sarà mai!

Dentro di sé il cattolico rabbrividisce all'idea ma non osa dirselo. Non osa pensare che dev'essere una rottura di scatole mostruosa, che questo Dio ci chiede troppo ed è troppo bislacco: perché gli animali possono fare sesso liberamente e gli umani no? Forse perchè ci divertiamo troppo? Questo Dio unico è un gran narcisista, nemmeno Venere e Apollo, che non erano male, pretendevano che gli umani li stessero a guardare beati.

UN DIO GELOSO... E MANIACO

IL DIO GELOSO

Nel Vecchio Testamento Jeova strilla di essere un Dio geloso, vuole stare al centro dell’attenzione peggio d’un bambino, e guai a contrariarlo, s’arrabbia subito. “Non avrai altro dio all’infuori di me... hai capitooooo?” urla dalle nuvole, e perfino gli arabi, nelle preghiere quotidiane, fanno gridare dal prete che 'Allah è unico e non c’è Dio fuori di lui. ’ da precisare bene, o a questo Dio viene una crisi e fa un mare di danni.

- Non pronuncerai invano il nome di Jahvè, tuo Dio, perchè Jahvè non ritiene innocente colui che pronuncia il suo nome invano – ammonisce il suscettibile Jahvè (Dieci comandamenti – Versione cattolica Galbiati, Penna, Rossato). Certo che ha un caratteraccio, per carità, non lo nominate invano... ma che significa chiamare invano? Di solito uno nomina qualcun altro invano quando il qualcun altro non si presenta, e questo Dio non si presenta mai!.. O quasi mai, cioè: si presenta se ti fai torturare in nome suo, se fai penitenza e digiuni.. ok meglio che non si presenti.

Anche il Pimandro nel libro sapienziale di Ermete Trimegisto raccomanda all’allievo Asclepio di non riconoscere altro Dio ed altro bene all'infuori di Lui: “Dio non è l’Intelligenza ma la Causa dell’Intelligenza, non è lo Spirito ma la causa dello Spirito, i due nomi coi quali conviene onorar Dio non convengono che a lui solo e a nessun altro. Nessuno di quelli che si chiamano Dei, nessun uomo né demone, può in alcun modo esser chiamato buono, questo titolo conviene solo a Dio: egli è il Bene e non altro.”

Poi descrive le punizioni che il Dio-Bene somministra e il destino che riserba ad esempio a chi non ha avuto figli, perché si reincarnerà in esseri umani che non sono maschio né femmina. Questo è il Dio buonooo?!? E se era cattivo che faceva?..

Da quando l’uomo s’è staccato dalla natura la divinità è immateriale e innaturale, e così la morte. Le Sacre Tessitrici della vita sono aspetti negati, ordito e trama sanno di sotterfugio e tradimento (guarda caso), eppure senza questi la tela non si forma. Il casalingo telaio, così poetico nei legni torniti, quando s’allarga alla creazione diventa nefasto.

Nessuno ammette che il creato sia intelligente, solo il creatore lo è. Nessuno dice che la natura abbia un’anima, che non è un giocattolo creato dal Dio padre per noia. Il settimo giorno si riposò, poveretto aveva fatto una faticaccia e non c’erano i sindacati.

Non s’è mai riposata la creazione, mai e poi mai, nuove razze compaiono e vecchie razze scompaiono in continuazione, ma dire che l’uomo è l’ultimo prodotto della creazione è rassicurante. Tutto prima di lui, nulla dopo, lui è il top. Come tutto fosse fatto per lui: l’universo, le stelle, la terra, la vegetazione e gli animali. Perfino i germi mutano in continuazione, i laboratori farmaceutici lo sanno bene che si dannano a fare vaccini sempre nuovi. A tempi lunghi tutto muta geneticamente ma per la chiesa la creazione è terminata, punto e basta, non si accettano reclami.

Resta il dubbio sull'utilità di leone e tigri, e ragni velenosi, e i varani della Nuova Zelanda. Ora si chiama catena alimentare, ma l'uomo è sempre al centro, non è vero che gli adulti imparino a decentrarsi, crescendo il soggetto comprende che gli altri non lo vogliono al centro per cui finge di mettersi a lato, ma in cuor suo sta sempre là. Lui, o lei, si sente il fulcro del mondo, il mondo parte da sé, il resto è un film.

DEA APE

LA DEA APE

La Dea Ape e le sacerdotesse Api, le Melisse, nella traduzione maschile diventano la regina che ammazza il fuco, ovvero la sacerdotessa matriarcale che ammazza il re. Ma un re si uccide così facilmente? Lui che ha il potere e i soldati dalla sua parte? Anzitutto le api non ammazzano i fuchi ma li lasciano fuori dell’alveare, muoiono perchè non sanno nutrirsi da soli.

Ma gli uomini non sono fuchi e sanno badare a se stessi, chi mai avrebbe accettato di farsi re morendo ammazzato dopo cinque anni? Siamo seri. Affermano che questo avvenne in epoche remote, poi il re venne sostituito con uno schiavo. Come dire che noi ogni Pasqua inchiodiamo un uomo sulla croce per santificare la festa.

Tutte le religioni hanno commemorato la morte d’un Dio o Dea, ma non significa che ammazzassero qualcuno, non se ne ha notizia in Mesopotamia nè in Egitto. Tanto più nel matriarcato, quando, lo dice anche Esiodo a cui il periodo non è simpatico, non si facevano sacrifici agli Dei. Di più, l’assassinio era delitto gravissimo, perché gli uomini erano tutti fratelli perchè figli della Dea. Oreste è il primo ad essere assolto dall'omicidio d’un consanguineo dalla società patriarcalizzata, tanto ha ammazzato la madre, che conta? Se l’avesse fatto al padre…

I romani facevano due tipi di sacrifici cruenti: le "hostiae" (al singolare hostia... ricorda qualcosa?) che designavano gli animali piccoli: maiali, capre e pecore, mentre erano "victimae" gli animali più grandi, tori e vacche. Così conosciamo l'etimologia dell'ostia nella Chiesa Cattolica (Gesù come agnello sacrificato), di derivazione pagana, guarda caso. Le antiche sacerdotesse cercavano la coscienza, non si sentivano al centro del mondo, cercavano il proprio omphalos penetrando nel mistero oscuro dell’anima.

DEA LUNA

ANTICA LUNA

"Mi chiamarono Cinzia, Hina, Iside, Selene, Trivia, Diana, Phoebe, Metzli, Luna, Anata, Lat, Ecate, Bridgit, Delia, Mama-Kilia, Ixchel, Lucina, Tecsistecatl, Melania, Latona, Mena, Helenia, Damkina, Belili, Elena, Nikkal, Thana. Ovunque ero innalzata e adorata perché portavo la profondità della notte e la chiarità del disco lunare nell’animo degli uomini. Io ero la Porta dell’Ade, io la luce nelle tenebre, io la Signora dei Cicli e dell’Eterno divenire."



JANA

Siti preistorici anteriori ai nuraghe sono costellati di dolmen, circoli di pietre, betili e menhir muniti di seni, Dee graffite e doppie spirali, in superficie o in necropoli scavate nel calcare: le domus de Janas, o case delle fate.

JANA
Un migliaio di sepolture con pareti di roccia, porte rettangolari, finestrelle, pilastri, focolari al centro, armadietti a muro, tavoli e sgabelli, teste bovine e spirali in ocra rossa, soglia con alto gradino e nicchie con oggetti del defunto: corredi funerari in pietra, rame e argento.

Jana è adorata in tutto il Mediterraneo; la Dea Jaune nei paesi Baschi, l'etrusca Uni, le romane Juno e Diana, la cretese Iune, la Ioni asiatica.

Nelle domus de Janas del V-IV millennio a.c., infinite statuine di divinità femminili in argilla, alabastro, calcare, caolinite, marmo, osso o arenaria quarzosa. Statue steatopigie nel IV millennio a.c., poi piatte e a T, con la parte inferiore a cono.

Tra le Dee dette "cicladiche" per la somiglianza con quelle delle Cicladi, spicca la "Signora Bianca" di Turrigu, e altre Dee dette "a traforo" ricavate da lastre marmoree e Dee con braccia aperte a croce, fino alla minuscola dea-uccello di mezzo centimetro esposta nel Museo Sanna a Sassari, che regna dall'età del rame al neolitico.

Ancora oggi, in Barbagia, si mette nei sepolcri una piccola Dea in tela bianca o cera, o intrecciata con foglie di palma, ed è la Moira, Dea del destino, che si regala la Domenica delle Palme.

La Grande Madre domina la piramide a ziggurath di Monte d'Accoddi (Porto Torres 2.700 a.c.) e le Tombe dei Giganti, sepolcri fino a 200 defunti senza distinzione di gradi, come in uso in era matriarcale. La sepoltura sotterranea delle domus de janas è molto più diffusa nel prenuragico della megalitica delle grandi pietre all’aperto, indicando il profondo legame con la terra dispensatrice di vita, la Madre Terra che nutre e uccide riaccogliendo nel grembo per la rinascita.

Circa 2500 domus de janas, che accolgono, insieme al defunto, armi, suppellettili e barche per il viaggio dell’andata e del ritorno in vita. I pozzi sacri, come quello di Santa Cristina (Oristano) del I millennio a.c. erano templi della Dea delle acque con una lunga scala, dove ogni anno, nel plenilunio invernale, la luna illumina il centro del pozzo, misurando il mese lunare, solstizi ed equinozi.

MONTE D'ACCODI - LA ZIGGURATH
La grotta di Dorgali, detta del Bue Marino, nel golfo di Orosei, conserva sculture umane con testa e corpo allungato da cui si dipartono arti a tridente a destra e a sinistra. Gli archeologi, in barba alla cultura matriarcale sottolineata da infinite statuette di Grandi Madri, in barba a tutte le Dee Madri con arti a svastica, a ruota, a tentacoli di polipo, a spirale, vi hanno individuato figure maschili e solari, arguendo che il segno verticale del corpo sia in realtà un lungo fallo.

Anche i menhir sono come falli, per il principio che tutto ciò che è dritto sia simbolo di mascolinità e fallocrazia, una vera ossessione. Se è vero che le società matriarcali amano lo scavo e il sotterraneo mentre il patriarcato ama il sopra suolo, è pur vero che la forza di erigersi in alto fu caratteristica di ogni società che si affermasse nell'ambiente.

La prima immagine della Dea fu un palo, un cono, un albero, un tumulo. Il fallo che Freud scorgeva in ogni forma allungata fu la fissa maschilista della sua epoca vittoriana che inibiva qualsiasi moto istintuale e soprattutto il sesso. Non a caso l’isteria femminile, frequentissima all'epoca, fu attribuita a un malfunzionamento dell’utero (istero), oggi quasi scomparsa con una certa liberalizzazione sessuale (e l’utero non c’entra niente). Ma la fissa del pene ossessiona tutt'oggi.

E la Dea? Non più Dea  e nemmeno demonizzata, ma sottomessa e bambina, con gli occhi al cielo e le mani giunte. Assunta in cielo si, ma non Dea, ormai per sempre lei è l'Umile Ancella.

SE NON MI IMMERGO NON MUOIO MA NEMMENO VIVO



lunedì 1 giugno 2020

MA I SANTI SONO UN OPTIONAL? - 2/2


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 OPTIONAL SAINTS

S. FELICE VALESIO

Fondatore insieme a s Giovanni di Mata dell'Ordine della santissima Trinità per la redenzione degli schiavi, fin da fanciullo mostrò inclinazione a soccorrere i poveri spogliandosi di vesti e cibo. Si ritirò nella diocesi Meldense a menare una vita penitente, con rigorosa macerazione del suo corpo co digiuni colle vigilie e altri patimenti.

S Giovanni di Mata dottor celebre di Parigi andò a trovarlo nella sua solitudine e seco visse più anni nella penitenza e nella contemplazione delle cose celesti (chissà che avevano contemplato sempre insieme).

Poi S. Giovanni di Mata comunicò a Felice il disegno del Signore d'istituire un Ordine religioso per la liberazione o riscatto degli schiavi e in breve tempo si fondarono conventi per impiegarsi nella liberazione de cristiani che gemono sotto il tirannico giogo degl'infedeli.

Felice cedette a Giovanni l'onore di essere il superiore generale dell'Ordine amando egli piuttosto ubbidire che sovrastare agli altri. Si assunse il carico d'istruire e di formare i novelli coll'esempio della sua vita penitente mortificata e ricolma di virtù, col che impiegò il rimanente della sua vita fino agli anni ottantacinque quando ripieno di meriti e favorito di celesti visioni passò alla gloria immortale del paradiso. (ma i cristiani di Gerusalemme in mano ai saraceni, li riscattavano con i soldi o con le preghiere?)

LA MEDAGLIA MIRACOLOSA

S. CATERINA DI PARIGI

Orfana di madre, il padre affidò Caterina a una zia, ma siccome stava troppo bene due anni dopo la riprese con sé per affidarle le cure della casa. San Vincenzo de' Paoli le sarebbe apparso in sogno per invitarla a svignarsela, cioè ad entrare nella comunità delle sue suore, ma trovò opposizione nel padre, che non voleva privarsi delle donna delle pulizie.

Infine se la sbolognò mandandola in casa di un altro figlio a Parigi e la moglie di costui, diventata avvocato, le permise di seguire la sua vocazione. Nel 1830 Caterina entrò nelle Figlie della Carità, poi a Parigi, dove ebbe delle apparizioni, di Gesù Eucaristico e di Cristo Re, ma soprattutto quelle dell'Immacolata della "Medaglia miracolosa" (il grande business).

Mentre la Francia temeva una nuova rivoluzione, Caterina venne condotta da un angelo nella cappella della Casa Madre, dove avrebbe avuto un colloquio di più di due ore con la Madonna. (E che si dicevano in due ore?) Nuovi incontri sarebbero avvenuti, a settembre, novembre e dicembre dello stesso anno. (Allora gli psicofarmaci non c'erano).

Nel racconto di Caterina, la Madonna le appare ritta su un globo avvolto dalle spire di un serpente mentre offre a Dio un altro piccolo globo dorato, tenuto all'altezza del cuore e simbolicamente riferito a ogni singolo credente; dalle mani della Madonna piovono sul globo inferiore due fasci di luce.

In breve tempo la Chiesa fa vendere i primi 1500 esemplari (su cui guadagnò un botto, la Chiesa) La medaglia fu presto detta "miracolosa" e la Madonna avrebbe chiesto che venisse fondata un'Associazione delle Figlie di Maria Immacolata.

Nella seconda fase, scomparso il piccolo globo d'oro, le mani della Vergine si abbassano irraggiando fasci luminosi e, come a formare un'aureola, e intorno alla testa della Madonna appaiono le parole: "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi". (Una bella autopubblicità).

Subito dopo sarebbe scomparsa la Madonna e sarebbe comparso il "logo", pardon, la lettera M, con al di sopra la croce e al di sotto i Sacri Cuori di Gesù e Maria. Una voce interiore avrebbe chiesto a Caterina di far coniare una medaglia che riproducesse la visione (e vai col nuovo business!).

Verso la fine del 1876 Caterina muore, venne beatificata nel 1933 e canonizzata nel 1947. Le apparizioni non poterono avere riconoscimento ufficiale, nonostante l'atteggiamento favorevole della Chiesa nei confronti della Medaglia miracolosa (e te credo) perché non fu possibile ottenere la testimonianza della religiosa (in quanto, come tutte le fanciulle in preda alle visioni, venne reclusa per schizofrenia).

SANTA BIBIANA

S. BIBIANA

Uniche notizie nel testo della Passio Bibianae, del VII secolo, del tutto inattendibili.

Salito al trono, l'imperatore Giuliano ripristinò le crudeli persecuzioni contro i cristiani (Giuliano non perseguitò mai nessuno). Flaviano, padre di Bibiana, dovette abbandonare la carica di prefetto, a favore di un suo rivale pagano, Aproniano. Sorpreso mentre seppelliva i martiri Prisco, Priscilliano e Benedetta (ma i romani non lasciavano mai i corpi insepolti, anzi li bruciavano negli ustrina, terrorizzati dal colera), il padre della santa venne bollato come uno schiavo ed esiliato ad Aquas Taurinas e martirizzato nel 361.

Da quel momento, Bibiana e Demetria si rinchiusero in casa insieme alla madre Dafrosa, in preghiera e nell'attesa dell'imminente martirio. Vennero infatti arrestate perché cristiane, rinchiuse in carcere e condannate a morire d'inedia. Siccome non morivano Dafrosa venne decapitata, mentre Demetria, rinchiusa in carcere e minacciata, professò la sua fede e spirò, in preda a una forte ansia.

Aproniano pensò invece di risparmiare Bibiana, facendola affiancare da una mezzana, ma il pensiero di una vita mondana non ebbe effetto sulla santa, per cui il prefetto la fece legare ad una colonna e flagellare con fasci di verghe e pallini di piombo, la santa spirò quattro giorni dopo, a quindici anni.

Il corpo della santa, sempre secondo la leggenda, venne, su ordine dello stesso Aproniano, esposto ai cani randagi, i quali lo lasciarono perfettamente illeso. (Ma dico, a parte che Giuliano lasciò totalmente la libertà religiosa e nessuno venne perseguitato, nessuno la salvò dalle sofferenze atroci e dalla morte, e come miracolo i cani non si mangiano il suo corpo? Ma questi miracoli sono di Dio o del diavolo?) Per sua fortuna non esistette mai.

SAN TRIFO - DI GENERE INCERTO

SAN TRIFO


San Trifo o Trifone risale all'VIII secolo; un giovane pastore di oche, capace di operare guarigioni ed esorcismi.

Secondo la tradizione orientale, Trifone, sin da fanciullo dedito alle letture sacre e alle preghiere, fu arrestato e torturato per non aver obbedito all'editto imperiale che prescriveva di onorare gli Dei pagani.

Subì il martirio per decapitazione a Nicea (in Asia Minore) all'età di diciotto anni, nel 250. Mai esistito.



S. FILOMENA 

Morta nel secolo III. Scoperta nelle Catacombe di S. Priscilla, a Roma, traslata, nel 1802 a Mugnano presso Napoli. Santa Filomena è una Santa Vergine e Martire, molto onorata dalla Chiesa Cattolica, in particolare dal momento in cui le sue ossa vennero traslate da Roma a Mugnano del Cardinale per gli eventi miracolosi verificatisi per sua intercessione.

Il culto della Santa è stata volutamente occultato e cancellato da tutti i calendari della setta del “novus ordo” perché, ovviamente, una giovane martire, una fanciulla che sconfigge il “farfariello” ed immola la sua vita per Gesù-Cristo, disprezzando le vane seduzioni del mondo, è invisa allo spirito del male ed ai suoi immondi lecchini, e dà fastidio a tutti i servi del “nemico” infiltrati nella Chiesa Cattolica, vindici dell’eroica resistenza della martire, e di tanta rovinosa sconfitta di satana!

Riportiamo una novena con l’inno dell’epoca Cattolica, utili per invocare l’intercessione della Santa in tutte le situazioni di pericolo materiale e spirituale. Chi vuole, ne può verificare l’efficacia e la potenza! La soppressione della festa, decretata dagli eretici modernisti novatori, per unanime decisione dei fedeli di Mugnano e di tutti i devoti sparsi nel mondo cattolico, non è stata mai messa in atto, ed ancora oggi, nel ridente paese campano, si festeggia con devozione e gratitudine a Dio questa santa Martire umile e portentosa. … e schiatti il “farfariello”!
(la novena ve l'ho risparmiata, questi qua sono messi molto male)



SS. APULEIO e MARCELLO

Di questo martire nulla si conosce. Recenti studi negano la sua esistenza e vogliono il suo nome nato da una errata interpretazione di "Apulia", riportata nel Martirologio Geronimiano.
M.R.: 7 ottobre - A Roma i santi Martiri Marcello ed Apuleio, i quali prima furono discepoli di Simone Mago, ma, vedendo le meraviglie che il Signore operava per mezzo dell'Apostolo Pietro (un super mago), ambedue, abbandonato Simone, si diedero a seguire la dottrina Apostolica, e, dopo la passione degli Apostoli, sotto Aureliano Consolare, ricevettero la corona del martirio, e furono sepolti non lontano da Roma.

SANTA NINFA (coi baffi)

SS. RESPICIO e NINFA

Secondo una Passio del XII secolo, Ninfa era figlia di Aureliano, prefetto di Palermo sotto Costantino, agli inizi del IV secolo (capirai, fresca fresca, l'hanno raccontata solo 8 secoli dopo). Ninfa si convertì frequentando il vescovo di Palermo Mamiliano, ma il padre si oppose, (ma che ci raccontano, una fanciulla romana non metteva piede fuori di casa senza il consenso del padre!), fece persino arrestare Mamiliano con duecento altri cristiani e li sottopose a torture (figlia compresa).

Poiché ogni tentativo fu vano, li fece rinchiudere in carcere, ma un angelo li liberò e li condusse in riva al mare, dove trovarono una barca per prendere il largo. Viaggiarono fino all'isola del Giglio, dove rimasero in preghiera e solitudine. Però il desiderio di visitare le tombe degli apostoli Pietro e Paolo li spinse a raggiungere Roma (ma non avevano pace, e statevene buoni a casa, non vi sono bastate le torture?), dove Mamiliano morì subito e Ninfa lo fece seppellire vicino al mare.

Un anno dopo anche Ninfa morì e gli abitanti del luogo, in seguito a un forte periodo di siccità, pregarono la santa di intercedere presso Dio affinché piovesse. Si verificò il tanto desiderato miracolo e i fedeli cominciarono a venerarla come una santa. (Se queste sono le prove della santità stiamo tutti rovinati).



SS. LUCIA e GEMINIANO



SAN GIMINIANO
Lucia era una nobile vedova romana di 75 anni e Geminiano un neofito.

Lucia fu sottoposta a torture (accidenti che tempra!) nella Roma Imperiale per mano del proprio figlio (e che gli aveva fatto per farsi odiare tanto?) e, miracolosamente scampata alla morte, fuggi dalla città insieme al compagno di fede, il nobile Geminiano.

Muovendo verso sud, giunsero in Sicilia prodigandosi nella divulgazione del Vangelo di Cristo.

Dopo una breve peregrinazione a Taormina, nella costa Ionica della Sicilia, stabilirono la loro sede nei pressi dell'oppidum greco-romano di Mendé situato tra le pieghe del tavolato ibleo nel terntono dell'antica Akrai.

 Scoperti dalle autorità, furono sottoposti a martirio insieme ai loro adepti nel 300 circa sotto Diocleziano.

Numerosi fedeli, sotto la direzione della nobile dama siciliana Massima, innalzarono qui l'antico santuario rupestre in loro memoria e vi deposero i resti mortali.

II culto era presente a Santa Lucia di Mendola presso Palazzolo Acreide (SR), dove sono presenti tracce dl chiese rupestri.

I loro "Atti" non sono stati ritenuti storicamente attendibili per cui il culto è stato soppresso nel 1969. Niente da aggiungere.



SS. MODESTO e CRESCENZIA 

i Santi Modesto e Crescenzia, un maestro e la sua nutrice, accostarono Vito alla fede cristiana, nonostante l’opposizione di suo padre. Questi cercò di fargli rinnegare la nuova religione, ma Vito rimase saldo agli insegnamenti ricevuti e preferì fuggire con Modesto e Crescenza in Lucania, ove al tempo dell’imperatore Diocleziano subirono il martirio.

Naturalmente non vi è assolutamente nulla di storico, in quanto la Passio redatta sul loro conto ha un carattere esclusivamente leggendario.
Una primitiva forma di culto nacque inizialmente solo per Vito, citato senza i due compagni nel Martirologio Geronimiano, nei martirologi di San Beda il Venerabile e nell’Antico Martirologio inglese.

Solo in un secondo momento gli furono accostate le misteriose figure di Modesto e Crescenzia, con i quali pare abbia condiviso il martirio bollendo in un pentolone, leggenda ripresa da una vasta iconografia tradizionale. I Romani non usavano le torture a parte la crocefissione.

La presenza di Vito tra i Quattordici Santi Ausiliatori ha favorito la diffusione nell’intera Europa del culto di Modesto e Crescenzia, fattore ancora oggi riscontrabile nelle numerose chiese dedicate non solo al giovane martire, ma denominate invece Santi Vito, Modesto e Crescenzia.

Sarebbe quasi impossibile elencare le numerose località che si contendono la presenza delle reliquie dei tre martiri, come spesso accade per i santi di quel periodo, e che li hanno conseguentemente eletti quali loro celesti patroni. Peccato che non si abbiano prove nemmeno minime della loro esistenza.

SANTI GIOVANNI E PAOLO

SS. GIOVANNI e PAOLO

La basilica dei Ss.Giovanni e Paolo a Roma è dedicata ai due ufficiali romani Giovanni e Paolo, ferventi cristiani e vittime della persecuzione dell'imperatore Giuliano l'Apostata che nel 362 li fece uccidere e seppellire nella loro stessa casa. Gli scavi sotto la chiesa hanno evidenziato due case romane inizio II secolo: la prima su due livelli, con edificio termale al piano inferiore ed un cortile-ninfeo in cui si conserva un elegante affresco III secolo raffigurante "Proserpina" con divinità marine.

L'altra casa, adiacente al Clivus Scauri, alla fine del II secolo assunse l'aspetto di un'insula, con portico e botteghe al pianterreno ed appartamenti ai piani superiori. Nel III secolo le due abitazioni si unificarono, probabilmente sotto un unico proprietario, divenendo una grande "domus". Nel corso del IV secolo la presenza di affreschi cristiani e di un altare rivelano la trasformazione dell'ambiente in luogo di culto religioso, forse proprio in conseguenza del martirio e sepoltura dei due ufficiali romani.

(Ma avete mai letto un libro di storia? Giuliano promulgò la libertà di culto, le persecuzioni dei pagani sui cristiani e dei cristiani sui pagani gli facevano schifo. E basta con queste falsità e questi falsi santi!)

SANTA BARBARA

SS. BARBARA E GIULIANA

Barbara è figlia di un pagano che la chiude in una torre a causa della sua bellezza, per proteggerla dai pretendenti, notando però che la torre avrà solo due finestre, Barbara ne fa aggiungere una terza, per richiamare la Trinità, e prima di entrare nella torre si immerge tre volte in una piscina, battezzandosi da sola. uno psicologo diagnosticherebbe una ossessione compulsiva.

Oppure viene segregata nella torre, ma viene istruita da filosofi, oratori e poeti e giunge alla conclusione che il politeismo è una farsa e si converte al cristianesimo. Oppure diventa cristiana studiando i testi di Origene e, una volta fuori dalla torre, si reca da lui per farsi battezzare.

Quando il padre la scopre cristiana tenta di ucciderla, lei gli sfugge, lui la riacchiappa e la trascina da a un magistrato. La giovane non abiura e viene torturata, ma Cristo di notte, cura le sue ferite, altrimenti come fa a farla torturare di nuovo?

I carnefici infatti tentano di ustionarla, ma le fiamme si spengono; le tagliano i seni, e questa gli riesce, viene colpita in testa con un martello, e viene fatta sfilare nuda per le strade (ma nemmeno a martellate muore? Grazie Gesù Cristo, grazie!).
Alla fine, il padre la conduce in cima a una montagna e la decapita insieme a una sua coetanea di nome Giuliana, ma sceso dalla montagna, viene incenerito da un fulmine o da un fuoco venuto dal cielo.

Barbara e Giuliana vengono quindi sepolte e presso la loro tomba avvengono guarigioni miracolose. (Ma non lo potevano incenerire subito così Barbara non subiva tutto quello che ha subito? Misteri delle fede, vabbè è una favola, una favola brutta e di cattivo gusto)



SONO PASSATI AL SOLO CULTO LOCALE

(per evitare quelli di cui sopra, e quelli che in qualche modo con la festa ci tirano la carretta):

SANTO ANDREA CORSINI

S. ANDREA CORSINI

Dopo l'ordinazione sacerdotale portò un cilicio pieno di chiodi e venne mandato a completare gli studi a Parigi. Tornò a Firenze con l'epidemia della peste, un'occasione così ghiotta non poteva lasciarsela sfuggire, e naturalmente fece guarigioni miracolose.

Venne eletto superiore provinciale dell'Ordine nel 1348 e, due anni dopo, essendo morto di peste il vescovo di Fiesole, Andrea lo sostituì, reggendo la diocesi per ventiquattro anni. Della sua carità beneficiarono i poveri. Morì il 6 gennaio 1373 e il suo corpo venne seppellito nella fiorentina chiesa del Carmine. Fu canonizzato nel 1629.


S. GIOVANNI de’ Matha
(vedi S. Felice Valesio)



S. GABRIELE 

Francesco Possenti nacque ad Assisi nel 1838. Perse la madre a quattro anni. Seguì il padre nei frequenti spostamenti. Si stabilirono, poi, a Spoleto, dove Francesco frequentò i Fratelli delle scuole cristiane e i Gesuiti. A 18 anni entrò nel noviziato dei Passionisti a Morrovalle (Macerata), prendendo il nome di Gabriele dell'Addolorata. Morì di tubercolosi nel 1862, appena 24enne, a Isola del Gran Sasso, avendo ricevuto solo gli ordini minori. È lì venerato, nel santuario che porta il suo nome, meta di pellegrinaggi, soprattutto giovanili. È santo dal 1920, copatrono dell'Azione cattolica e patrono dell'Abruzzo.




S. EGIDIO 

- Protettore di: allattamento, sterili, cavalli, pecore, disabili, poveri, epilettici, lebbrosi, eremiti, fabbri, foreste e chi più ne ha più ne metta. Nativo di Atene, scappò in Francia, ritirandosi in una foresta dove si nutrì di erbe, radici e di frutti selvatici, e dormendo per terra. Il Signore gli mandò una cerva che gli forniva giornalmente il latte togliendolo naturalmente al suo cucciolo che morì di fame. 

Scoperto da Flavio re dei Goti, entrò nelle sue grazie e fece molti miracoli. Il re gli donò la foresta e pure un monastero in cui raccolse giovani che diresse colle regole di S. Benedetto. Il monastero crebbe a tal punto da divenire una città che ora porta il suo nome. Verso l'anno 950 morì e le sue reliquie vennero trasferite a Tolosa, tuttora fonte perenne di grazie e di miracoli. 

Con tutto ciò è stato radiato dal calendario come santo di pura invenzione. Come la mettiamo coi miracoli?



S. RAIMONDO Nonnato

Venne estratto dal corpo della madre, morta il giorno precedente, utilizzando un'arma da taglio (a Portell, nella regione catalana di Lleida, nel 1204). Sarebbe stato proprio il signore di Cardona, suo parente, che, con la sua spada l'avrebbe fatto nascere. Peccato che un bambino quando non riceve sangue dalla madre va subito in coma, ma in qualità di futuro santo...

Nonostante fosse nobile faceva il pastore, ma sentì parlare di Pietro Nolasco che cercava uomini per fondare l'"Ordine dei Cavalieri della Mercede", per riscattare i cristiani fatti prigionieri dai musulmani, così mollò le pecore e vi entrò a ventun anni.

Da mercedario, intraprese diversi viaggi per riscattare prigionieri a Valencia, ancora in mano ai musulmani, nel 1224, dove liberò 233 schiavi; un secondo ad Algeri, con 140 schiavi riscattati, e un altro ad Algeri, con altri 150 riscattati. In una di queste missioni si offrì come ostaggio al posto di un prigioniero.

Poiché in prigione predicava e convertiva musulmani, le guardie, per impedirglielo, forarono le sue labbra e le chiusero con un lucchetto, ma venne riscattato dal suo stesso Ordine, e ritornò a Barcellona nel 1239. Morì poco dopo, nel 1240, nel castello di Cardona, dove si era fermato in un viaggio verso Roma.

Sentendosi in un punto di morte, avrebbe chiesto l'eucaristia, e poiché il prete tardava a venire, sarebbe stato Gesù Cristo stesso a dargli la comunione. Nel 1657 Alessandro VII ordinò che il suo nome venisse incluso nel Martirologio Romano e Clemente IX volle che il suo culto venisse esteso a tutta la cattolicità nel 1669.

Nel 1681 papa Innocenzo XI fissò la sua festa al 31 agosto, ma... UDITE UDITE... è stato cancellato perchè santo di pura invenzione.



S. LORENZO GIUSTINIANI 

- Di nobilissima famiglia veneziana (1381 - 1456) si diede ad una vita ascetica dopo una visione della Sapienza Eterna. (e che avrà visto mai?)
Entrò nella Congregazione dei Canonici Secolari dell'isola di San Giorgio, di cui fu Superiore, continuando a dedicarsi alla preghiera e alla contemplazione ma anche alla questua per le strade.

Vescovo di Castello, riformò la sua diocesi e, nominato prima patriarca di Venezia seppe, grazie alla sua umiltà e santità, sanare la frattura tra Chiesa e potere civile.

Nei suoi scritti c'è l'idea madre dell'Eterna Sapienza, elemento dominante della sua mistica. Essa guida l'uomo al vertice della perfezione interiore e al vertice della vita episcopale.

Ebbene, tutte balle, perchè è stato cancellato come mai esistito.



S. NICOLA DA TOLENTINO 

- nato nel 1245 a Sant’Angelo in Pontano, in provincia di Macerata. Ancora molto giovane, divenne canonico nella Chiesa del Santo Salvatore a Tolentino e poi entrò fra gli eremitani di Sant’Agostino.

Nel 1269 venne ordinato sacerdote a Cingoli, nelle Marche e nel 1275 si stabilì a Tolentino.

S. NICOLA
Predicatore avvincente ebbe, ancora in vita, fama di operatore di miracoli e fu anche un instancabile apostolo del confessionale, sorridente e gentile con tutti, molto sensibile ai problemi sociali.

Morto a Tolentino il 10 settembre 1305, venne canonizzato nel 1446 da Eugenio IV. Nella basilica di Tolentino a lui intitolata, verso il 1340 è stata eretta una grande cappella, per custodirne la tomba.


E' stato cancellato come mai esistito (non solo per la faccia...).



S. GIUSEPPE DA COPERTINO

 già Giuseppe Maria Desa (1603 – 1663), fu sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali. Fu proclamato santo da papa Clemente XIII nel 1767. È il santo patrono di Osimo e di Copertino.

Nacque in una stalla (come Gesù Cristo, ma chi si credeva di essere?), ancora conservata. A sette anni iniziò la scuola, ma per una grave malattia la abbandonò. Guarì a 15 anni per grazia della Madonna della Grazia di Galatone (Lecce). Voleva farsi sacerdote francescano, ma gli mancava l'istruzione.

Sentendosi protetto dalla Vergine Maria, si mise sui libri e superò gli esami: fu ordinato sacerdote a Poggiardo per cui oggi viene venerato come protettore degli studenti.  Per 17 anni visse nel Santuario della Madonna della Grottella in Copertino che egli chiamava «La Mamma Mia».

Gli vengono attribuiti miracoli ed estasi che lo avrebbero portato a volare fin sul campanile: subì due processi del Sant'Uffizio, che lo relegarono dapprima in Assisi (1639-1653), poi a Pietrarubbia e, infine, a Fossombrone (Pesaro 1653-1657), in isolati conventi-romitori dei Frati Cappuccini.
Nel 1657 venne rilasciato e destinato ad Osimo dove morì. Il suo corpo è custodito nella cripta del santuario, in un'urna di bronzo dorato.

E' stato depennato dal calendario come falso santo. E i due processi? Falsi anche quelli. Domanda: ma chi era che vedevano volare sopra il campanile? Un gabbiano?



venerdì 15 maggio 2020

MA I SANTI SONO UN OPTIONAL? - 1/2


1 commenti
S. MAURO

LA RIFORMA DEL CALENDARIO

Nel 1969 vi è stata, da parte della Santa Sede, una riforma del calendario liturgico che ha comportato:
- la cancellazione di più di 30 santi, dei quali non si sono trovate prove storiche certe della loro esistenza, anzi erano balle belle e buone.
- la riduzione a culto locale di 33 pseudo-poveracci-santi, con le feste e le sagre che vi si fanno in loco, con che cuore gli si tolgono? Sono fake ma a culto locale che passino pure.
- e a culto facoltativo di altri 95. Aho, io Chiesa non c'entro, è il prete l'arbitro della situazione, se il santo non è santo la colpa è sua.

Infatti, il 14 febbraio 1969, il papa Paolo VI, con il motu proprio, “Paschalis mysteri”, ha approvato il nuovo ordinamento liturgico, cancellando dal calendario universale della Chiesa, quei santi per i quali gli studiosi ecclesiastici nutrono fondati dubbi (fondati dubbi? erano tutti falsi!) circa la loro esistenza storica.

Pertanto non sono blasfema, datevi pace, è la Chiesa che li riconosce falsi.

SONO STATI COSI' CANCELLATI IN QUALITA' DI FALSI, MAI ESISTITI:



S. MAURO

Nacque a Roma dal senatore Eutichio che saputo dell’opera di S. Benedetto nel monastero di Subiaco, decise di sbolognarselo. Fu così che all'età di 12 anni Mauro, insieme al coetaneo Placido (un altro che il padre non voleva tra i piedi), venne accolto da Benedetto e divenne il primo “oblato” (oblato o un'altra parola che finisce per 'ato') del suo ordine. Mauro fece progressi:

- riuscì a vedere un demonio tirare per l’abito un monaco e lo liberò (sarà stato un altro 'oblato'?).

- un altro giorno Placido uscì a prendere dell’acqua: cadutagli la brocca di mano, cadde e fu trascinato verso il centro del lago (ma da chi?). Benedetto, chiuso in cella, per volontà divina vide l’accaduto e inviò Mauro ad aiutare il compagno (vacce tu che a me me viè da ride). Questi, ottenuta la benedizione (mentre l'altro affogava), salvò il compagno... camminando sulle acque (ricorda qualcuno?).

- un altro giorno ancora guarì un fanciullo zoppo e muto.

- e ancora un giorno dopo operò una moltiplicazione di pani (anche questo ricorda qualcuno..)

-  poi fondò vari monasteri, della serie, divertivi un po' anche voi

finché morì di pleurite a 72 anni, e la piantò di dare spettacolo.



S. PAOLO eremita

Durante la persecuzione degli imperatori Decio e Valeriano, l'egiziano Paolo, denunciato come cristiano, scappò nel deserto della Tebaide, e rifugiò in una grotta con vicino una sorgente d'acqua e un albero di palma.

Dalle foglie della palma fece il vestito (ma nel deserto di notte fa un freddo cane!) e coi datteri si nutrì fino a 43 anni (se vabbè), quando un corvo cominciò a portargli ogni giorno un mezzo pane. Mezzo, non intero se no si sollazzava troppo.

Con questa storia del corvo e del pane ci hanno imbastito tanti di quei santi, dal S. Mauro di cui sopra a S. Benedetto: sveglia! E' il corvo dell'Opera al Nero, e il pane rotondo è un sole! E sono simboli medievali e alchemici! Lasciamo perdere va!

S: MARTINA

S. MARTINA

diaconessa sotto Alessandro Severo, arrestata perchè cristiana, fu trascinata davanti a una statua di Apollo, e poi a una di Diana, e a una di Giove, e ogni volta la statua andava in pezzi e crollava il tempio, ma quelli duri come selci insistevano, e che cavolo rassegnatevi! Ve ne ha abbattuto uno, e due e tre: ma siete de' coccio!

Alla fine senza più templi da farle abbattere la dettero ai leoni che mici mici le si accucciarono accanto. Ma quelli duri, nemmeno a questo si commuovono, la seviziano cogli uncini, e finalmente la decapitano. Ma la storia è uguale a quella di Taziana (o Tatiana), di Prisca e di tante altre! Ma non avevano proprio fantasia!



S. DOMITILLA

Due matrone, con nome di Domitilla, imparentate con la famiglia imperiale dei Flavi e condannate perchè cristiane. Le notizie su Flavia Domitilla che figurano nella passio leggendaria (V-VI sec.) non hanno attendibilità: in essa, si parla di due « eunuchi », Nereo e Achilleo, che avrebbero convertito Domitilla alla fede cristiana, mentre dal carme damasiano dei due martiri sappiamo che prima della conversione erano militari a servizio del persecutore (chi più ne ha più ne metta).

- Ti pare che due eunuchi facevano i militari?
- E ti pare che i romani arruolavano due eunuchi come soldati?

L'esistenza, però, delle due Domitille e la loro condanna all'esilio per aver abbracciato il Cristianesimo sono inoppugnabili (tanto che le hanno cancellate).



S. BONIFACIO di Tarso 
S. BONIFACIO DI TARSO

Sia Bonifacio che Aglaide erano pagani e vivevano in dissolutezza (e che cassio facevano?). Stanca di "dissolutarsi", Aglaida invia Bonifacio in Terrasanta per raccogliere le reliquie dei martiri cristiani (e che ci doveva fare?).

Giunto a Tarso, Bonifacio scoprì la persecuzione e non se la lasciò scappare dichiarandosi cristiano. La sua salma imbalsamata (come un trofeo di caccia!) fu riportata a Roma per essere sepolta in un oratorio sulla via Latina.

Aglaida allora, commossa da tanto cristiano masochismo, diventò cristiana anch'ella ed esorcizzò gli spiriti maligni (quelli dell'inferno o quelli dei cristiani masochisti?). E tanto perchè aveva soldi da investire, in memoria di Bonifacio Aglaide fece costruire sull'Aventino una chiesa, divenuta poi la basilica dei Santi Bonifacio e Alessio. E basta! Ma tutte le nostre basiliche sono state create sulle favole!



S. VENANZIO 

Di famiglia della classe senatoria, di Camerino. Convertitosi al Cristianesimo, andò a vivere presso il suo maestro, il prete Porfirio (e qui qualche dubbio viene, niente di male ma i cattolici non dovrebbero...).

Se ne sa poco di lui, ma a farla corta fu martirizzato per decapitazione sotto l'imperatore Decio. Fu sepolto nel luogo su cui venne edificata una basilica (V secolo) ancora sede dell'"Arca del santo". Un'altra Basilica con santo fake.

S. VENANZIO

S. PUDENZIANA 

Pudenziana e Prassede, due sorelle che convertono molti pagani. Pudenziana muore a sedici anni, forse martire (forse?), il fratello Novato si ammala e prima di morire dona i suoi beni a Prassede e al papa Pio I.
Prassede chiede al papa di edificare una chiesa nelle terme di Novato, il papa acconsente (coi soldi di Novato).

Due anni dopo un’altra persecuzione e Prassede nasconde nella sua chiesa molti cristiani (e certo, chi potrebbe pensare che i cristiani si nascondano in una chiesa cristiana?); vengono scoperti (ma va?) e finalmente ottiene di morire martire anche lei qualche giorno dopo (che culo!).
Però, riconosce anche la Chiesa che "il racconto delle ‘Gesta’ delle due sante è fantasioso, opera senz’altro di un monaco o pio chierico del V-VI secolo", pio ma bugiardo come Pinocchio.



S. ALESSIO

Patrizio di Costantinopoli, fidanzato con una donna virtuosa, la convinse, la sera delle nozze, a rinunciare al matrimonio (la convinse? Ma i matrimoni li decidevano i genitori mica gli sposi! E anche fosse, non la poteva convincere prima? E per l'occasione li avevano lasciati soli proprio la sera prima? Ma dai!).

Comunque visse da mendicante (così soffre e Dio è contento) e, prima di morire in ospedale (tanto per non farsi mancare nulla), scrisse su un foglietto la sua vita e solo il Papa riuscì ad aprirgli la mano e a leggerlo (rigor mortis? Bastava aspettare un'ora al massimo!), si che venne riconosciuto come santo.

Perchè, voi non lo sapevate, ma il Papa all'epoca girava per gli ospedali ad aprire le mani dei defunti caso mai nascondessero una qualche santità. Vabbè.



S. SINFOROSA


S. SINFOROSA
Allora, l'imperatore Adriano per inaugurare la Villa Adriana fece consultare gli Dei per capire se erano contenti o meno della sua villa. Ma non era meglio presentargli il progetto prima e farglielo approvare? Capirai, una volta costruita 'sto popò de villa!...

Vabbè, comunque li consultò dopo (tanto la villa mica la pagava lui) e i sacerdoti dissero che gli Dei erano arrabbiati perchè Sinforosa e i suoi figli adoravano l'unico Dio. Chiaro? Gli Dei di tutto l'impero romano si incazzavano perchè proprio quella famiglia non li adorava, ne avevano a milioni di seguaci, ma si erano incaponiti con quella!

Caxio che iella! E già perchè Sinforosa e i figli erano tosti e si fecero torturare e ammazzare ma non abiurarono, capirai non cercavano altro! A Sinforosa la appesero per i capelli, ma mica si strapparono! Eccola là, tutta serafica e con gli occhi al cielo, appesa per le fluenti chiome.

E c'è di più, udite udite! Anche lei ogni tanto fa il miracolo del sangue che si scioglie. Non sempre eh? Ma ogni tanto si scioglie. Se lo sa San Gennaro...

S. MARGHERITA

S. MARGHERITA

Figlia di un sacerdote pagano, alla morte della madre fu affidata a una balia cristiana durante la persecuzione di Diocleziano (bella scelta!), balia che, guarda caso, la allevò da cristiana. Ma va?

Ripresa in casa dal padre, dichiarò la sua fede e fu da lui cacciata, ma caxio, gliel'ha scelta lui la balia!
Margherita tutta contenta (si può capire, con un padre così) ritornò dalla balia, che l'adottò e le affidò la cura del suo gregge (no i cristiani, proprio le pecore). Mentre pascolava fu notata dal prefetto Ollario che tentò di sedurla (ma questi so' proprio arrapati!).

Lei però non si fece sfuggire l'occasione confessò la sua fede e lo respinse. (Lui rispose: "che c'entra, i cristiani non scopano?") e invece la denunciò, venne incarcerata e come non bastasse venne visitata dal demonio, che le apparve sotto forma di drago e la inghiottì (ma allora non era sotto forma di un drago, era un drago vero!).

Margherita non si prende pena e, armata della croce (ne aveva sempre pronta una per l'occasione, ma dove la teneva nelle mutande?) gli squarciò il ventre e uscì vittoriosa (Era una croce o una lama? O una croce a lama?) Per questo motivo viene invocata per ottenere un parto facile (facile? Con la lama si fa il cesareo!). Ma questi che se so' fumati? Infine i cattivi romani la decapitano quando ancora, povera creatura, ha solo 15 anni! (e ha già fatto tutto sto casino?)

S. CRISTOFORO

S. CRISTOFORO 

Cristoforo, entrato nell'esercito imperiale, si convertì al cristianesimo e lo confessò ai commilitoni che lo denunciarono piamente e via alle torture, finchè non venne decapitato. Ma santo Iddio, ormai lo sapete, i cristiani è inutile che li torturate, li affogate, li bruciate o li date in pasto alle belve, quelli muoiono solo con la decapitazione, e fatelo subito no? C'avete tempo da perde'?

In Occidente prevalse invece il significato etimologico: Cristoforo significa in greco, "portatore di Cristo". Ma che ve siete fumati? Cristoforo è colui che porta la sacra unzione, vabbè. Così il possente cananeo faceva il traghettatore su un fiume e una notte gli si presentò un fanciullo per farsi portare all'altra riva; ma che avete capito? Mica portava la gente in barca, se la caricava sulla schiena!
Ma se era un guado poteva accompagnarli dandogli la manina, se li portava sulla schiena nuotava, è dura nuotare con uno sopra, mah. Comunque il bambino non sembrava, ma pesava come un bufalo, tanto che Cristoforo alla fine gli chiese:
"Ma che te sei magnato?" E il divino infante: "Ma io sono Gesù". Ambè, Cristoforo capì, se il Padre faceva i diluvi anche il figlio una qualche cattiveria ce la doveva avere. Così si fece battezzare, predicò e venne martirizzato come di consueto. Tutto è bene ciò che finisce bene. Amen.



S. SUSANNA 

Nel 294 Diocleziano avrebbe ordinato la decapitazione di sua nipote Susanna, perché cristiana e perché aveva rifiutato di andare sposa a Massimiliano Galerio, suo figlio adottivo. Ma Galerio aveva già una moglie che dovette abbandonare per sposare la figlia di Diocleziano, Valeria. Per giunta dal 293 stava a combattere in Siria.

Comunque la condanna fu eseguita nella stessa casa della martire. Il papa Gaio, che abitava accanto e spiava non c'è male, ne iniziò la commemorazione liturgica e dichiarò la casa di Susanna titolo stazionario, cioè titolus, (autorizzato su epigrafe), e stazionario? Bah, forse si sono confusi con i titoli di stato...



S. IPPOLITO


S. IPPOLITO
Importante esponente della Chiesa in Asia Minore, Ippolito giunse a Roma sotto il pontificato di papa Zefirino (199 - 217) a cui forse fu avverso. Di sicuro fu avverso a Papa Callisto, questioni di concorrenza, infatti lasciò la Chiesa di Roma e fu eletto antipapa e tale restò anche durante i pontificati dei due successori di Callisto: Urbano I e Ponziano.

In seguito, i capi delle due Chiese vennero esiliati da Massimino il Trace in Sardegna e Ippolito incontrò Ponziano (secondo successore di Callisto) sull'isola. Essi, riconciliatisi, invitarono i rispettivi seguaci a fare altrettanto. Intorno al 235, la morte li colse entrambi nell'isola, martiri perchè confinati nell'isola? Ma se oggi la gente ci va in villeggiatura!



S. EUSTACCHIO

Sant'Eustacchio sarebbe il generale Placido, combattente vittorioso sui Parti. Prima di convertirsi al Cristianesimo era pagano finchè, mentre stava inseguendo un cervo, questo si fermò di fronte ad un burrone, e si volse a lui mostrando tra le corna una croce luminosa con la figura di Gesù che gli diceva: «Placido, perché mi perseguiti? Io sono Gesù che tu onori senza sapere».
  
Ma è una fissa!

1) - Il romano Quinto Sertorio, mentre era generale in Lusitania, addomesticò un cervo bianco fin dalla nascita, raccontando che gli fosse stato donato dalla Dea Diana e attribuì la propria intelligenza all'animale, tanto da convincere i locali che aveva il dono della profezia.

2) - Sant'Egidio abate visse per molti anni come eremita in una foresta presso Nîmes, con la sola compagnia di una cerva che lo nutriva con il proprio latte. Cavolo era sempre incinta e faceva morire di fame i suoi piccoli per allattare il vecchio? Ma era un demone!

3) - Il cervo compare anche nell'iconografia di san Bassiano,

4) - Compare pure nell'iconografia di santa Ida di Herzfeld,

5) - e pure della beata Ida di Toggenburg.

6) - E a Tancredi re d'Altavilla apparve il volto della Madonna tra le corna di una cerva, che stava inseguendo durante una battuta di caccia, e vi fece costruire la stessa abbazia proprio in onore della Vergine. (Mi pare giusto, a Cristo il cervo e alla Madonna la cerva, evitiamo la commistione tra i sessi).

Accidenti che fantasia!

Comunque Placido narrò tutto alla moglie, la quale riferì una visione notturna in cui uno sconosciuto preannunciava che l'indomani ella si sarebbe recata da lui con il marito. E perchè non gliel'aveva detto subito?

Placido, la moglie e i due figli si recarono l'indomani dal vescovo (birbantello, era lui nel sogno!) si convertirono e si fecero battezzare, tutto in un colpo. Placido ricevette il nome di Eustachio che, lasciato l'esercito e fattosi cristiano, ebbe una grande jella:
- perse tutti gli averi,
- poi la moglie
- ed infine i figli,
che culo! Ma capì che era la volontà di Dio che era un Dio buono, e figuriamoci se era cattivo che gli faceva!

Richiamato sotto le armi dall'imperatore, combattè con valore, ma invitato a Roma per ricevere gli onori, si seppe che era cristiano e Adriano lo fece condannare a morte insieme alla moglie e ai figli (ma non erano morti? O Dio nella sua bontà li aveva resuscitati per farli morire un'altra volta?).

Fu con loro torturato e, salvatisi misteriosamente dalle fiere del Colosseo, morirono infine, tutti martiri, arroventati dentro un bue di bronzo (Evvai, quant'è misericordioso questo Dio!)


S. BACCO

La persecuzione anticristiana scatenata da Diocleziano avvenne nell'anno 303 in Siria, a Resafa per Sergio e nel castrum di Barbalissa per Bacco. La tradizione è prodiga di dettagli cruenti ed orridi per il modo in cui i due martiri furono uccisi.

Bacco sarebbe stato flagellato a morte, mentre Sergio sarebbe stato costretto a fare il giro dei castra della zona camminando con chiodi confitti nei piedi, e infine sarebbe stato decapitato. Ma cosa curiosa è che entrambi, come prima cosa, furono costretti a sfilare davanti alla popolazione vestiti da donna e a subire il dileggio generale, il che fa pensare ad un rapporto d'amore omosessuale, lo testimoniano anche le due aureole che li coronano come intrecciate, e non divise.

Inoltre un antico manoscritto greco, la "Passio antiquior Ss. Sergii et Bacchi" descrive Sergio come "dolce compagno e amante" di Bacco ("ho glykys hetairos kai erastes"; erastes è connesso con eros, che indica l'amore fisico). Non importa, Dio non bada a spese, e pur di assistere a uno spettacolo cruento (ognuno ha le sue debolezze), perdona pure ai gay.


S. ORSOLA

Figlia di un sovrano bretone, Orsola, giovane d'eccezionale bellezza, si era segretamente consacrata a Dio per cui chiesta in sposa dal principe pagano Ereo, voleva rifiutare col rischio di una guerra, ma consigliata da un angelo, rimandò la decisione di tre anni, (scusa ho il mal di testa, possiamo rimandare di tre anni?) nella speranza che il promesso sposo si convertisse al cristianesimo.

Ma perchè i cristiani non si sposavano e non facevano figli? Alla scadenza, sempre su consiglio dell'angelo, Orsola prese il mare con undicimila compagne con una flotta di undici navi (mille per neve, tutte marinai?), risalì il  Reno fino a Colonia e poi a Basilea, da dove proseguì a piedi, in devoto pellegrinaggio, fino a Roma.

A Roma Orsola e le sue compagne furono accolte da "papa Ciriaco" (mai esistito). Al ritorno in patria per la stessa via, transitò per Colonia, conquistata da Attila: qui le undicimila vergini furono subito trucidate, mentre re unno, invaghito dalla sua bellezza, chiese ad Orsola di sposarlo. Al suo rifiuto la fece però uccidere a colpi di freccia, e con lei, secondo una tarda versione, fu ucciso pure Papa Ciriaco, anche se mai esistito, che l'aveva seguita nel suo viaggio. Miracoli della fede!

Questa è la prima parte dei santi depennati, segue una seconda parte con simili storie amene e vitalizzanti, con fantasiose torture e accaniti masochismi.
Però viene la domanda:
Ma i Santi sono un Optional?



 

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