martedì 2 ottobre 2018

LE DONNE RAGIONANO CON L'UTERO




"Le femmine di bonobo riescono ad ingannare i maschi circa la propria fertilità: in questo modo abbassano la competizione per l'accoppiamento e controllano il gruppo.
Per i maschi di bonobo (Pan paniscus) la vita di coppia è tutt’altro che facile: una recente ricerca ha messo in luce un curioso comportamento delle femmine, in apparenza mirato a ingannare i potenziali partner circa la loro fertilità, impedendo ai maschi di sapere con precisione quando sono pronte a procreare.
In tal modo la competizione per l’accoppiamento diminuisce e le femmine riescono a esercitare una sorta di controllo sociale all'interno del loro gruppo."

(Fonte)



SE IL MASCHIO CI CASCA

In molte specie di primati le femmine dichiarano di essere pronte all’accoppiamento inviando ai maschi segnali ben visibili: la pelle attorno ai genitali cambia colore e l’intera zona, durante il periodo mestruale, si inturgidisce e si gonfia visibilmente. Ma nelle femmine di bonobo questi messaggi sono inaffidabili: i tessuti possono infatti modificarsi nella forma e nel colore anche in assenza di ovulazione, oppure rimanere inalterati anche nel periodo più fertile.


CONFUSI E FELICI

La competizione tra maschi per garantirsi la progenie è tanto più accesa quanto più le femmine inviano segnali precisi sulla loro fertilità: ma i maschi di bonobo, non potendosi fidare di ciò che comunicano le potenziali compagne, tendono a mantenere un basso livello di aggressività anche nella stagione degli amori. 

Secondo Pamela Heidi Douglas, la ricercatrice del Max Plank Institute che ha condotto lo studio, i maschi di bonobo devono affidarsi ad altri sistemi per scoprire se le femmine sono pronte all’accoppiamento. Per esempio devono passare più tempo con loro dedicandosi al grooming (toeletta) piuttosto che litigare con gli altri pretendenti.


PACE E BUGIE

Queste strategie alternative potrebbero essere alla base della relativa pace che regna all’interno delle comunità di bonobo, diversamente da quanto avviene tra altri primati."



ALLEGRE POPOLAZIONI MATRIARCALI
(Fonte)

"Noi condividiamo un po’ più del 97% del dna con i bonobo una strana specie di primati la cui esistenza è stata negata per decenni. I neri dicevano ai ricercatori europei che quelli non erano scimpanzè ma non volevano crederci. Furono i giapponesi negli anni ’30 a dimostrare che erano una specie a sé, ma parlarne non era proprio possibile. Il motivo di questa censura: quando un gruppo di bonobo incontra un altro gruppo di bonobo sotto un albero di banane, per prima cosa fanno sesso tutti assieme, maschi e maschi, femmine e femmine e maschi e femmine. Poi si imboccano con le banane.


DONNE TROBRIANDESI DELLA FORESTA DELL'IGNAME
SFILANO CON I TUBERI RACCOLTI
E quando un bonobo è depresso tutti se lo scopano fino a che sorride. E' la prova che l’omosessualità è naturale, non una malattia. Per questo non si poteva parlare tanto dei bonobo.
Ma anche l’evoluzione umana è intimamente legata alla sessualità. Umani e bonobo, a differenza degli scimpanzè, hanno superato il vincolo dell’estro, cioè non fanno l’amore solo quando la femmina è fertile e lo 

segnala con particolari odori.

Da un gran numero di scavi si evince che, tra il 7000 e il 3500 a.c., esistevano villaggi di pescatori contadini che non avevano mura di cinta, erano in posizioni facilmente accessibili, non esistevano palazzi e pure nelle sepolture non c’erano differenze sociali o sessuali. Addirittura troviamo tombe di donne con all’interno alcune armi.

Si trattava di società abbastanza evolute, capaci di costruire abitazioni con camini e porte munite di cardini. Scolpivano statue di grande realismo, realizzavano vasi scavati nella pietra, e decoravano le loro ceramiche con pittogrammi che celebravano la fertilità e la vita. Molte le immagini a sfondo erotico e le riproduzioni di organi sessuali. Una società che non conosceva la guerra, le divisioni sociali, l’oppressione della donna, la schiavitù. Questa società portò alle scoperte fondamentali dei primordi, dalla medicina all’astronomia, dalla tessitura alla costruzione di canali.

Venne poi soppiantata dalle migrazioni di allevatori guerrieri provenienti dalle steppe euroasiatiche. A differenza delle attività di pesca e agricole, che valorizzano la capacità di cooperazione, l’allevamento è un’attività nella quale le capacità individuali fanno la differenza. Un pastore torna dai pascoli montani con più pecore di quante ne avesse in partenza, un altro invece riesce a perdere tutte le pecore. Alla lunga il pastore più abile si chiede perché debba dividere le sue pecore con il pastore incapace. È la vita durissima degli allevatori che innesca la violenza. E, per giunta, rubare un gregge è più facile che rubare il grano o i pesci. Le pecore non te le devi caricare sulla schiena: camminano con le loro gambe.

Verso il 3500 a.c. i pastori euroasiatici iniziano a migrare verso le pianure fertili dove vivono i ricchi matriarcali. I guerrieri allevatori, forti della domesticazione del cavallo, degli archi compositi, riescono a soggiogare le popolazioni matriarcali che diventano i servi. Nascono così i primi regni schiavisti e la serie di guerre, ininterrotte fino ai giorni nostri. "




ANCORA SI DISCUTE SUL MATRIARCATO

Nel 2005 a San Marcos, in Texas (Usa), archeologi e antropologi da tutto il mondo si sono riuniti in un convegno di “studi matriarcali”, confrontando dati archeologici e osservazioni su alcune popolazioni attuali. Risultato: la civiltà megalitica del Neolitico era incentrata sulle donne. E decine di etnie risultano essere ancora oggi matriarcali. Per esempio, i Mosuo dello Yunnan cinese, i Bemba e i Lapula delle foreste dell’Africa centrale, gli indiani Cuna “isolati” al largo di Panamá o i Trobriandesi della Melanesia.



LE DONNE RAGIONANO CON L'UTERO?

Lo affermano molti maschi, ma l'interessante è che non mettono in ballo vagina e clitoride che sono gli organi produttori di piacere, ma l'utero, organo che è preposto all'accoglienza dell'embrione che diventerà bambino. E' come dire che le donne ragionano come madri, il che dovrebbe essere un complimento, anche se l'intento non è quello. Essere madri dipende da un processo di maturazione, non lo si è perchè si hanno figli, ma perchè ci si prende cura di altri, come un essere, un gruppo o una comunità come si trattasse dei propri figli.

Vero è invece che gli uomini spesso ragionano col pene, da qui l'appellativo di "coglione" o di "testa di cazzo", "cazzone" ecc. Un tempo le donne scopavano un po' con tutti e lo facevano spesso e volentieri, così i maschi si sentivano accettati e se ne stavano tranquilli. Quando il patriarcato però ha dominato le donne, i maschi hanno creduto bene di instaurare il matrimonio perchè le donne non scopassero con tutti, spesso pure con l'obbligo della verginità prima del matrimonio.

Ma che coglioni, da quel giorno le donne e gli uomini scoparono poco e nacque l'istituzione della prostituzione, del tipo: "Se non mi paghi non ti scopo perchè mi fai schifo". I maschi nella loro stoltezza hanno proibito alle donne di scopare, ma siccome il testosterone è dominante sul cervello del maschio, gli provoca una continua incazzatura si che il suo sogno è di stuprare le donne.
Ergo, i maschi ragionano col pene e non pensano praticamente ad altro. Mirano ai soldi per avere le donne, alla macchina per avere le donne ecc. ecc.

Noi eravamo come le scimmie bonobo, tranquille e scopatrici, etero e gay secondo come gira, e ora siamo, grazie ai maschi, un popolo di donne e uomini infelici.
SE L'HOMO SAPIENS E' QUESTO, CONFIDIAMO NELLA DONNA SAPIENS.



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