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giovedì 16 aprile 2020

CHRISTINE DE PIZAN


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CHRISTINE DE PIZAN
Christine de Pizan, o anche Christine de Pisan (Venezia, 1365 – Monastero di Poissy, 1430 circa), è stata una scrittrice e poetessa francese di origini italiane. Poetessa, filosofa, autrice, ce n'è abbastanza, ma è nota soprattutto per il suo libretto intitolato "La Città delle Dame", scritto in pochi mesi tra il 1404 e il 1405, siamo in epoca umanistica e la scoperta delle magnifiche arti degli antichi romani risveglia il gusto e le coscienze.

Così Cristina viene riconosciuta come la prima scrittrice europea di professione, cosa molto particolare, in quanto trae spunto dalla propria esperienza di vita e non dalla tradizione religiosa o mitologica. Insomma qualcuno, anzi qualcuna, che ha il coraggio di avere un suo gusto e delle sue idee, in un mondo cattolico e beghino dove le donne sono l'"instrumentum diaboli", e gli uomini santi si riuniscono in convegno per stabilire se esse possiedono un'anima.

Per la vita descritta e i temi trattati nelle sue opere, in cui combatte strenuamente l'imperante misoginia, Cristina è spesso stata considerata un'antesignana del femminismo; nella Città delle Dame per esempio, la protagonista esclama ad un certo punto con voluta ironia:
«Ahimè, mio Dio, perché non mi hai fatto nascere maschio? Tutte le mie capacità sarebbero state al tuo servizio, non mi sbaglierei in nulla e sarei perfetta in tutto, come gli uomini dicono di essere».



 LA SUA VITA  

Nacque a Venezia nel 1365 da Tommaso da Pizzano; laureato in medicina all'Università di Bologna dove aveva anche insegnato astrologia, e che poi aveva vissuto a Venezia finché nel 1369, invitato come astrologo alla corte del re di Francia Carlo V, si trasferì a Parigi con la moglie e i figli Cristina, Paolo e Aghinolfo. Di certo un mondo di più larghe vedute.

RITRATTO DI CHRISTINE
De Pizan crebbe in un ambiente di corte stimolante e intellettualmente vivace: lo stesso Carlo V, sensibile alle tematiche intellettuali, aveva fondato la Biblioteca Reale del Louvre, a cui Christine aveva libero accesso e che descriverà anni più tardi come «la belle assemblée des notables livres» («la bella collezione di libri importanti»), una biblioteca senza pari in Europa per la quantità e la qualità dei preziosi libri splendidamente miniati.

Stranamente venne incoraggiata dal padre ma osteggiata dalla madre, meno intelligente e quindi più tradizionalista, ma poichè comandavano gli uomini Cristina ebbe, malgrado la gretta madre, un'educazione letteraria approfondita, assai rara per una donna dell'epoca, e, cosa che in Italia difficilmente le sarebbe stata perdonata, compose poesie viceversa molto apprezzate a corte.

All'epoca il matrimonio era una pedofilia legalizzata, per cui sposò a soli 15 anni, nel 1379, Étienne de Castel, notaio e segretario del re, quindi molto più grande di lei, e con cui ebbe tre figli, una femmina e due maschi, di cui uno morì in giovane età.

Ma fu invece fortunata perchè suo marito l'amava e la rispettava, fu così un matrimonio sereno e felice, ma poichè la felicità non è di questo mondo suo marito, in ottemperanza al detto per cui "sono sempre i migliori che se ne vanno, morì per una epidemia nel 1390. Christine lo piangerà e rimpiangerà spesso nei suoi scritti, ed espresse il suo dolore in molte poesie, la cui più famosa è probabilmente "Seulete sui".

« Sono sola, e sola voglio rimanere.
Sono sola, mi ha lasciata il mio dolce amico;
sono sola, senza compagno né maestro, sono sola, dolente e triste,
sono sola, a languire sofferente,
sono sola, smarrita come nessuna,
sono sola, rimasta senz’amico.
Sono sola, alla porta o alla finestra,
sono sola, nascosta in un angolo,
sono sola, mi nutro di lacrime,
sono sola, dolente o quieta,
sono sola, non c’è nulla di più triste,
sono sola, chiusa nella mia stanza,
sono sola, rimasta senz’amico
Sono sola, dovunque e ovunque io sia;
sono sola, che io vada o che rimanga,
sono sola, più d'ogni altra creatura della terra
sono sola, abbandonata da tutti,
sono sola, duramente umiliata,
sono sola, sovente tutta in lacrime,
sono sola, senza più amico.
Principi, iniziata è ora la mia pena:
sono sola, minacciata dal dolore,
sono sola, più nera del nero,
sono sola, senza più amico, abbandonata. »

Sola, senza nemmeno la protezione del padre (morto nel 1385) e del re Carlo V (morto a sua volta nel 1380), con tre figli e un'anziana madre da accudire, la famiglia caduta in disgrazia presso il nuovo sovrano Carlo VI, a 25 anni Christine, già madre e già vedova, dovette compiere una metamorfosi, abbandonò ogni appoggio e ogni debolezza e prese nelle sue mani la sua vita.

CHRISTINE SCRIVE
Scrisse di sè «diventai un vero uomo», divenne infatti autonoma e responsabilizzata, cosa che a quei tempi era prerogativa esclusiva del maschio. Ella vi riuscì pienamente e asserì: « Allora diventai un vero uomo, non è una favola, capace di condurre le navi »

Così poi Christine de Pizan si impegna in un assiduo lavoro con cause legali e un'apprezzata attività di calligrafa, mette una bottega di scrittura, con maestri calligrafi, rilegatori e miniatori specializzati in riproduzioni di libri di lusso, e si mantiene con un discreto lusso.

Per giunta compose in soli due anni "Le Livre des cent ballades", consigli ad un cavaliere per amare lealmente la sua donna, libro che ebbe un grande successo e grazie al quale ottenne protezione e committenze da illustri personaggi, quali i duchi Filippo II di Borgogna e Giovanni di Valois, fratelli del compianto Carlo V, e la regina consorte Isabella di Baviera.

Queste protezioni le permisero di dedicarsi esclusivamente alla scrittura e all'attività di poetessa e intellettuale, che ebbe molti riconoscimenti. Scrisse moltissimo, aiutata da una grande facilità di scrittura e da una grande dote di immaginazione.

Ebbero molto successo, tra gli altri, "Le Livre de Corps de Police", in cui incoraggia i principi ad aiutare le vedove con evidente riferimento alle sue vicende personali, l'autobiografico "L'Avision-Christine" e "L'Epistre au Dieu d'Amours", in cui  condanna fortemente chi, usando l'amore, inganna e diffama le donne.

Le "Livre de Trois Vertus", è un'ideale continuazione della "La Città delle Dame", nel quale incoraggia le donne a essere forti e a uscire dagli stereotipi sessuali emancipandosi economicamente e intellettualmente. Christine de Pizan offre poi una copia dei suoi lavori alla regina Isabella di Baviera, moglie del re Carlo VI, che mostra di gradirla molto.

Dopo il suo ultimo lavoro sulla sua contemporanea Giovanna D'Arco del 1429, il primo entusiastico poema su Giovanna D'Arco e l'unico a essere composto mentre era ancora viva, all'età di 65 anni, Christine de Pizan si ritirò in un convento. La data della morte è sconosciuta, ma dovrebbe aggirarsi intorno al 1430.

GLI UOMINI INTERDETTI DALLE SUE CAPACITA'

LA CITTA' DELLE DAME

La Città delle Dame Scritto nei mesi invernali tra il 1404 e il 1405, ovvero il "Livre de la Cité des Dames" è s3enz'altro l'opera più famosa di Christine de Pizan che la scisse in risposta ai libri di: Giovanni Boccaccio (De mulieribus claris, Sulle donne famose), di Jean de Meung (autore del Roman de la Rose, testo del XIII secolo che dipingeva le donne solo come seduttrici), e del filosofo Mateolo, nonché di altri testi avversi alla condizione femminile, intrisa secondo loro solo di dubbio, malinconia e intemperanza.

Cristina ne rimase sgradevolmente colpita e ne portò la questione a corte per frne oggetto di discussione: « Sembrano tutti parlare con la stessa bocca, tutti d'accordo nella medesima conclusione, che il comportamento delle donne è incline ad ogni tipo di vizio ».

Ella nel suo lavoro presenta invece una società utopica e allegorica in cui la parola dama indica una donna non di sangue nobile, ma di spirito nobile. Nella città fortificata e costruita secondo le indicazioni di Ragione, Rettitudine e Giustizia, Cristina racchiude un elevato numero di sante, eroine, poetesse, scienziate, regine e così via, che offrono un esempio dell'enorme, creativo e indispensabile potenziale che le donne possono offrire alla società.

Presenta ad esempio Semiramide e Didone, fondatrici di Babilonia e Cartagine, l'eroina Griselda, Lucrezia che si suicidò dopo lo stupro e che offre lo spunto per emettere una legge giusta e santa che condanna a morte gli stupratori, Pentesilea che si oppone alla barbarie. Soprattutto scrive sul tema entrale nella Città delle Dame è poi il tema dell'educazione femminile, che Christine de Pizan avvertiva come fondamentale.

Si toglieva alle donne la possibilità di studiare e imparare, le si chiudeva tra le mura domestiche, e si tacciavano di inferiorità  e di poca sensibilità. Ma questa inferiorità era di tipo culturale e non naturale, come Cristina desume da vari esempi, vedi Saffo, Proba, Novella, Ortensia e altre, visto che « una donna intelligente riesce a far di tutto e anzi gli uomini ne sarebbero molto irritati se una donna ne sapesse più di loro »

Ispirato chiaramente a "La città di Dio" del misogino Sant'Agostino e di agevole lettura nonostante l'alto livello nozionistico e culturale della scrittrice, il libro ebbe grande successo. Al che l'autrice commentò: « Sono certa che quest'opera farà chiacchierare a lungo i maldicenti »

"C'è ancora chi pensa che gli uomini siano più intelligenti delle donne.
In genere lo pensano gli uomini.
Il che dimostra che gli uomini non sono più intelligenti delle donne."



martedì 16 luglio 2019

LA CHIESA ODIA LE DONNE


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ADDIO GESU' CRISTO CHE STAVA SEMPRE CON LE PIE DONNE, I PRETI ODIANO E ASSERVISCONO LE DONNE:

- "Diffusa era, nell'élite femminile colta del mondo ellenistico-romano, la speranza di trovare nella religione nascente una uguaglianza e un'autogestione dell'esistenza svincolata dalle leggi patriarcali. Speranza, che si tradusse nelle sempre più numerose conversioni da classe alta, con fuga dai matrimoni e ascetismo crescente, che si verificarono a Roma nel III e soprattutto nel IV secolo, dopo che Costantino col suo editto ebbe liberato le cristiane dal temuto obbligo del martirio.

Per non parlare delle donne della classe senatoriale raccolte a corte intorno alla filocristiana Giulia Mamea, madre di Alessandro Severo e dominatrice dell'impero verso il 220-30, ammiratrice di Origene, ispiratrice dello scritto Su Dio e sulla resurrezione della carne del vescovo di Roma Ippolito; ricche ereditiere buttarono alle ortiche matrimoni splendidi, abiti di seta, sandali d'oro, schiavi, tenute, e si vestirono di saio, sognando il deserto e flagellandosi di digiuni nei palazzi trasformati in romitori. Donne coltissime come Marcella e Principia, e più tardi la poetessa Petronia Proba.

Antonia Melania la vecchia, Melania la Giovane della gens Valerii Massimi, Terasia, moglie del senatore Paolino da Nola; Marcella, della nobile famiglia dei Marcelli, e sua madre Albina; Candida, figlia del generale Traiano; Demetriade, figlia del console Olibrio; Paola, discendente dai Gracchi e dagli Scipioni, con le figlie Blesilla ed Eustochio; Asella; Marcellina (sorella di sant'Ambrogio); Principia;  Furia, della gens di Marco Furio Camillo; Fabiola, della nobile gens dei Fabii.

Si convertirono le più idealiste, cioé le più ricche. Mentre, disciolta dalle paure persecutorie, l'adesione femminile al Cristianesimo si infittiva e perduravano speranza e desiderio di liberazione, la donna aveva già, in realtà, perduta la sua partita.



ADDIO GESU' CRISTO CHE PARLO' CON LA SAMARITANA SCANDALIZZANDO GLI APOSTOLI, I PRETI ODIANO E ASSERVISCONO LE DONNE:

L'aveva perduta, ma solo l'enorme prospettiva dell'oggi permette di vederlo, nella seconda metà del secondo secolo. Fu allora, infatti, che, in una reazione a catena, gli spunti «femminilistici» provocarono una risposta in senso patriarcale, per il prevalere, si suppone, di gruppi o correnti «giudaizzanti».

II che provocò dissenso e resistenza. In quel periodo di grandi tensioni, delle profetesse montaniste venne fatto dai cristiani un vero e proprio linciaggio morale, anche per mezzo di calunnie gravi. Una volta deciso, come avvenne alla svolta del 90-100 con una drammatica lettera attribuita a Clemente vescovo di Roma, che le comunità fossero rette da una gerarchia maschile: il vescovo, i preti, i diaconi, le strutture sociali egualitarie non dovevano più esistere, come le profetesse troppo care alle folle, che mettevano in crisi l'ancor fragile carisma dei vescovi.

E delle interpolazioni, perfino troppo antifemministe, vennero inserite in talune lettere di Paolo, l'apostolo che con tanta fiducia si era affidato alla predicazione missionaria di Priscilla, di Giunia e altre: il noto divieto alle donne di non parlare nell'assemblea e di stare sottomesse all'uomo — che era stato un principio incontrovertibile del rabbinismo giudaico (1 Tm 2, 11-15) esclude qualsiasi ruolo attivo della donna nella comunità, sia di insegnamento, sia di guida (ICor 14,34-35).

Prese vita in quel clima, alla fine del II secolo, un personaggio della letteratura popolare, Tecla (Atti di Paolo e Tecla), supposta seguace di Paolo e missionaria ed evangelizzatrice eroica, alla quale le donne si appellarono per reclamare il diritto di battezzare e di insegnare. La resistenza riprovocò una più dura risposta patriarcale, con l'impiego emarginante della "haeresis" (per la prima volta fatto), e con il fissare in canoni il «vero» Cristianesimo.

Al principio del III secolo, le comunità aperte al clero femminile, anche se cristiane, vennero poste al bando, tutti i motivi «femminilistici» risultarono espunti e il Cristianesimo delle origini diede luogo all'istituzione autoritaria e patriarcale della Grande Chiesa di Roma. La sterzata patriarcale nel nome di Paolo impresse al giovane Cristianesimo un'altera, e via via sempre più sprezzante, fisionomia maschile, dura, scabra, tesa.

Torna molto preziosa quest'osservazione: «Per sconfiggere le forti componenti femminili presenti nel movimento gnostico i Padri fondatori elaborarono una ideologia patriarcale talmente rigida da provocare insuperabili difficoltà di ordine logico e interpretativo in coloro che la sostenevano».

Le comunità ortodosse incominciarono ad adottare il metodo della sinagoga, la segregazione delle donne. Ed ebbe inizio, con Tertulliano, tutta una letteratura di ridimensionamento della donna e delle sue non più accettabili pretese sacerdotali, di un tono sarcastico-umiliante che non demorse mai più.



ADDIO GESU' CRISTO CHE PARLO' CON MARTA E MARIA, I PRETI ODIANO E ASSERVISCONO LE DONNE:

É una mia personale ipotesi che la sconfitta ideologica di quel Principio Femminile, cui cosi bizzarramente ricorsero a volte gli gnostici, fu del tutto secondaria rispetto alla sconfitta di fatto del Potere Femminile già attestatosi nelle strutture delle comunità cristiane, dapprima con la preoccupante crescita di influenza (preoccupò anche Paolo) dell 'ordine delle vedove; poi, con l'enorme carisma delle profetesse che in Asia Minore minacciava la presa di carisma del vescovo, figura nascente.

Messe a tacere le gnostiche e le altre «ribelli», si riuscì per mezzo della letteratura antifemminista centrata sul motivo della «sottomissione» a elaborare un modello di trasmutazione d'identità della donna, e tutta una generazione per mezzo della letteratura antifemminista centrata sul motivo della «sottomissione» a elaborare un modello di trasmutazione d'identità della donna, e tutta una generazione di donne nobili ed elette s'industriò di realizzarlo a colpi di rinunce, spogliazioni e sofferenze.



ADDIO GESU' CRISTO CHE AMAVA LA MADDALENA, I PRETI ODIANO E ASSERVISCONO LE DONNE:

Le ricche nobildonne romane citate collaborarono non poco, scegliendo la povertà e il cilicio, a mettere a punto questo modello inedito. Blesilla pagò con la vita. Marcella, coltissima, problematica, ottima conoscitrice dell'ebraico, che convertì in una specie di Centro studi biblico il suo palazzo patrizio sull'Aventino e aiutò Gerolamo sia a tradurre dall'ebraico i passi più controversi della Bibbia che a sconfiggere come eretico il Peri Archòn di Origene, per non turbare le nuove stigmate della femminilità disobbedendo al principio del silenzio sottomesso. Evitò sempre di personalizzare le proprie opinioni, attribuendole ad altri «per non dar l'impressione di recare ingiuria al sesso virile e ai sacerdoti».

In Marcella vediamo la donna piegarsi, entro un processo di dolorosa trasformazione, in una figura più angusta di sé. Nel suo stesso secolo, il IV, di poco più anziana di lei, Monica, la nordafricana cristiana che con lacrime quotidiane spinse suo figlio Agostino a convertirsi, fu già una cristiana «d'ordine», collimante col nuovo modello, mentre non lo erano ancora state, un secolo o due prima, una Perpetua e una Petronia Proba, cristiane nell'anima ma nel loro immaginario ancora pagane, donne in trasformazione.

Monica, educata fin da ragazza nella più severa pudicizia, obbediente a un marito irascibile e infedele (pagano, per di più) di cui lei, «inalterabile nella pazienza e nella mansuetudine», tollerava ogni sfuriata, convinta che il matrimonio «costituiva schiave» le donne e queste dovessero essere non «arroganti con i loro padroni».
Così come poi a Milano, per compiacere il vescovo Ambrogio, dismise le sue pratiche di pietà nordafricane, fu il prototipo già realizzato della donna sessuofobica, sottomessa all'autorità maschile, dalla quale ogni pretesa di diritti e di pensiero era stata estirpata - "anche se in quest'eroina della sopportazione una volitività ormai mascherata riuscì, alla fine, a realizzare i propri fini: nell'ultimo scorcio della di lui vita, a convertire il marito Patrizio; e a far deviare dal matrimonio al battesimo e al monachesimo il passionale figlio Agostino. " -

(MARIA ANTONIETTA MACCIOCCHI)



LA FREGATURA DEL CATTOLICESIMO

Mentre il Cristo è dalla parte delle donne gli apostoli, quasi tutti ebrei, sono maschilisti come tutti gli ebrei, e la donna col cristianesimo perdette tutti diritti, e non erano tanti, che aveva loro concesso l'Impero Romano.

Tutto perchè gli uomini:

INVIDIANO LE DONNE
SI SENTONO INFERIORI ALLE DONNE
SONO DIPENDENTI DALLE DONNE

tre fatti che non accettano.

SAN TOMMASO

LA MISOGINIA DELLA CHIESA

- TOMMASO D'AQUINO (1225-1274) - FATTO SANTO PER LA SUA MISOGINIA -

Dottore della Chiesa e patrono delle università cattoliche.

- Il maschio è distinto dalla femmina poichè il maschio è ordinato all’intellezione.
- La donna è soggetta all’uomo poichè nel maschio predomina la ragione
- La superiorità dell’uomo sulla donna deriva dall’essere stato creato per primo
- L’uomo è ad immagine di Dio in un modo che non è della donna
- I capelli della donna sono un segno di soggezione
- Il valore principale della donna è costituito dalla sua capacità di partorire e dalla sua utilità nelle faccende domestiche.
- Un feto maschile diviene un essere umano dopo 40 giorni, uno femminile dopo 80 giorni. Le femmine nascono a causa di un seme guasto o di venti umidi.
- La donna è un errore della natura … con la sua eccessiva secrezione di liquidi e la sua bassa temperatura essa è fisicamente e spiritualmente inferiore … è una specie di uomo mutilato, fallito e mal riuscito … la piena realizzazione della specie umana è costituita solo dall’uomo.

SAN PAOLO

PAOLO DI TARSO FATTO SANTO PER LA SUA MISOGINIA -

 "Che le donne tacciano in chiesa, perchè non è permesso loro di parlare; anzi siano sottoposte, proprio come dice la Legge; e se vogliono imparare qualcosa, chiedano ai loro mariti, a casa. E' infatti turpe che le donne parlino in chiesa" (Prima lettera ai Corinzi 14.34-359)

- "La donna impari in silenzio, in piena sottomissione. Non permetto alla donna di insegnare né di dominare sull’uomo; rimanga piuttosto in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non Adamo fu ingannato, ma chi si rese colpevole di trasgressione fu la donna, che si lasciò sedurre". (Lettera a Timoteo)

E' Paolo che impone il velo alla donna perché la donna deve vergognarsi per l'eternità del peccato indotto nel mondo. Per Paolo "l'uomo è gloria di Dio mentre la donna è gloria dell'uomo perché è creata dopo e per l'uomo" [1Kor. 11,7 sg]. E' ancora Paolo che non vede nulla di positivo nel matrimonio se non una promiscuità sessuale. Paolo è un povero personaggio che considera il matrimonio positivo solo perché permette all'uomo di sfogarsi sessualmente ed evitare la lussuria (remedium concupiscientiae) e solo per questo giustifica il matrimonio. In positivo dice che sarebbe meglio che un uomo non toccasse donna e che tutti gli uomini fossero come lui, cioè scapoli.



AGOSTINO DI IPPONAFATTO SANTO PER LA SUA MISOGINIA -

-  “ il signore ha creato l’uomo, poi ha creato una donna per dargli un aiuto simile a lui… l’aiuto non è per qualsiasi altra opera come alcuni hanno detto… infatti per qualsiasi altra opera un maschio potrebbe essere aiutato più opportunamente da un altro maschio che da una femmina, l’aiuto è dunque per la generazione…” ergo a che serve una donna? Per generare e basta, altrimenti le avevano eliminate.
- Ancora Sant'Agostino: "La donna è una bestia che non è né ferma né stabile… E' nutrice di cattiveria ed è il cominciamento di tutte le piaghe, e trova la via e il sentiero gli ogni malvagità.. non c'è nulla che io debba fuggire più del talamo coniugale, niente getta più scompiglio nella mente dell'uomo delle lusinghe della donna, e del contatto dei corpi senza il quale la sposa non si lascia possedere..."
- "La donna è un essere inferiore, che non fu creato da Dio a Sua immagine. Secondo l’ordine naturale, le donne devono servire gli uomini." 

Sant'Agostino scrisse che gli scismatici adamiti erano contrari al matrimonio, perchè Adamo non sarebbe stato cacciato dal Paradiso Terrestre, se non fosse per la moglie che l'aveva indotto in tentazione. (Il poveretto non sapeva che il matrimonio l'ha inventato l'uomo e ha obbligato la donna che non ne voleva sapere).

SAN CRISOSTOMO

GIOVANNI CRISOSTOMO (349-407)FATTO SANTO PER LA SUA MISOGINIA -

- "Le donne servono soprattutto per soddisfare la libidine degli uomini."
-  "Fra tutte le belve non se ne trova una più nociva della donna".
- "Tutto il sesso (femminile) è debole e sventato. Esse giungono alla salvezza solo tramite i figli."

AURELIO AMBROGIO (Santo)
 - "Adamo è stato condotto al peccato da Eva e non Eva da Adamo. E' giusto che la donna accolga come padrone chi ha indotto a peccare".
- "La donna deve velarsi il capo, perché non è l’immagine di Dio."

Potremmo citarne molti altri ma tanto i preti lo negano spudoratamente e le donne gli credono. Immemori del fatto che l'imperatore Augusto aveva concesso alle donne di divorziare e di rinunciare alla potestà maritale purchè avessero partorito tre volte con qualsiasi esito, privilegi che la Chiesa gli tolse e che otterranno di nuovo nel 1970 il divorzio e nel 1975 l'abrogazione della podestà maritale.

E VOI DONNE VI INGINOCCHIATE A QUESTI AGUZZINI?



mercoledì 1 maggio 2019

LA DONNA CHE SORRIDE, MA NON SOLO..


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DA: FAME DI SUD

"La Taranto di sempre, quella eterna, è ancora lì, bella anche col volto ricoperto di fango, quello della piccola testa di terracotta affiorata col suo enigmatico sorriso dal terreno della Salina Grande: è venuta alla luce una tomba del VI secolo a.c. ancora intatta, cioè del tutto inviolata.

Lo scorso gennaio era stata invece una strada nel centro di Taranto a restituire una tomba a fossa ancora contenente lo scheletro di quella che, ai primi esami, è risultata essere una donna anziana, oltre ad alcuni lekythoi, vasi per contenere unguenti, oli e profumi, tipici dei corredi di donne o atleti.

Inconsueto e straordinario, dunque, il ritrovamento, negli ultimi giorni, di una tomba ancora intatta, risalente alla fine del VI sec. a.c., si tratta di argilla, quindi gran parte dei resti organici (come vestiari, oggetti in legno, etc.) hanno lasciato forme nel sedimento ed anche tracce visive colorate: un’ombra porpora ammantava quella che, a giudicare da una prima ipotesi, fatta in base al corredo funerario e allo stato della dentatura, doveva appunto essere una signora, alta m 1,60 e dell’età di circa 40 anni.

Il corredo della tomba inviolata comprendeva due lekythoi attiche (vasi per oli profumati), una a figure nere e l’altra a figure rosse, un alabastron fenicio-punico in pasta vitrea colorata, un pinax (tavoletta in argilla che raffigura la testa di una divinità femminile o maschile arcaica), un anellino bronzeo. L’impronta di uno scettro ligneo ci suggerisce poi che dovesse trattarsi di una persona rispettabile, magari di una sacerdotessa."



NOTIZIA STRABILIANTE!

Ma cosa c'è di straordinario in questa tomba? Hanno trovato un  tesoro? Hanno rubato un tesoro ma l'hanno ritrovato? In Italia i furti nei musei sono all'ordine del giorno e ogni tanto ne recuperano qualcuno, ma la maggior parte volano via.
E allora che c'è di strabiliante?

C'E' CHE LA DONNA SORRIDE, eppure si tratta di una donna.
C'E' CHE LA DONNA SORRIDE, eppure si tratta di una tomba.

Un tempo le donne erano allegre, e pure le tombe. Oggi gli umani vanno sulle tombe a pregare un Dio crudele che promette di arrostirli nell'aldilà, dopo averli fatti soffrire nell'aldiqua.

Anzi diciamo che se le donne erano allegre, erano allegre anche le tombe.
E diciamo che se le donne erano allegre erano allegri anche gli uomini.

   
Ma perchè le donne erano allegre? Perché gli uomini non gli rompevano gli zibidei, le rispettavano, le ascoltavano, seguivano i loro consigli e le consideravano figlie della Madre natura, la Grande Dea, e quindi ispirate.

Bada bene, non perchè le donne vogliano sottrarsi ai loro doveri, perchè da sempre si sono prese cura dei figli, al contrario dei padri, che semmai se ne prendevano cura sui sei sette anni, ma pure a nove dieci anni, o a dodici, per insegnargli la ginnastica in palestra, ma solo per farne dei guerrieri.

- Mbè, ma difendersi è necessario!
- Si me se nessuno offendesse non ci sarebbe bisogno di difendersi.

Le guerre sono iniziate col patriarcato, nel matriarcato non c'erano. Eppoi c'era il fatto che la mortalità infantile era molto alta, per cui i padri se li vedevano poco non si affezionavano e così non soffrivano.

- Mbè, e le madri?
- Si attaccavano.
- Ma nel matriarcato i maschi si occupavano dei figli?
- Sempre poco, non sono portati e le madri non si fidavano.
- E le madri lavoravano?
- Si e più degli uomini, ancora oggi nelle società matriarcali attuali, le donne lavorano più degli uomini.
- E come mai?
- Perchè le donne sono più responsabili degli uomini.

DEMETRA E CORE
- Ma anche gli uomini sono responsabili, ci sono stati monarchi illuminati.
- Certo, ma i maschi fanno volentieri la guerra.
- Ma rischiano la vita!
- Si, ma sono deresponsabilizzati. Devono solo obbedire.
- Ma i loro capi non devono obbedire, e hanno molte responsabilità.
- Ma a quelli piace comandare.
- E vabbè, mi sa che ce l'hai con gli uomini.
- Gli uomini sono fatti così, non è colpa loro, sentono poco la genitorialità, sono incazzosi e vogliono sempre fare sesso per quel benedetto testosterone che li obnubila. Basta fare il raffronto tra il toro e la mucca. Il toro è forte, portato a lottare per la difesa della mandria e a fare sesso mentre non si fila di pezza i piccoli. La mucca è tranquilla e molto materna. Per cui gli uomini non hanno colpa di essere così, ce li ha fatti la natura. Però vogliono comandare, e questo rovina tutto, perchè la loro organizzazione porta infelicità a tutti: uomini, animali e piante.

Gli uomini fanno la guerra perchè non devono pensare a nient'altro, è come chi gioca d'azzardo, anticamente i militari speravano nel buon bottino, avevano buone amicizie e a casa spesso mogli e figli che non vedeva quasi mai. Una pacchia, parlavano tra uomini così non si creavano problemi, nè di sesso nè di pensiero, perchè le donne si preoccupano dei figli, della vicina, dei figli della vicina, della comunità e così via.

Invece tra di loro non c'erano problemi, parlavano tutti della stessa cosa:
- quanti ne hai ammazzati,
- quante donne ti sei fottute,
- quanto bottino hai fatto,
- quanti ne ammazzerai,
- quante donne ti fotterai, quanto bottino farai.

LA REGINA
Non per nulla dei veterani romani chiesero a Cesare, mentre erano già in pensione con mogli e figli, di poter tornare a combattere per lui. Bei tempi la guerra, non devi mai pensare, invece a casa, una rottura di balle! Le richieste della moglie e dei figli, li dovresti aiutare mentre tu vorresti solo giocare a dadi e spassartela nel termopolio a bere con gli amici, insomma a giocare e scherzare. Questa si che è vita!

Ma guardate le pettinature, non c'è differenza tra uomini e donne, si pettinano allo stesso modo e sorridono allo stesso modo. Non c'è invidia tra i sessi, non c'è antagonismo tra i sessi, non c'è prevaricazione tra i sessi: ecco la felicità.

MASCHIO GRECO SORRIDENTE
Ma questi sono greci, ovvero greci arcaici, e gli altri popoli? Idem.

L'antica Roma non fa eccezione, ed è strano, perchè nella Roma monarchica le donne non contavano nulla, ma sarà vero?

Se la donna non contava poteva avere Dee potenti che andavano alla guerra tutte armate? Si perchè erano Dee ereditate dal matriarcato.

Infatti Roma aveva la Dea Bellona, quella che faceva il "bellum" cioè la guerra, e che era molto bella, o bellicosa.

Stranamente bellezza e spirito guerresco convivevano in lei, essendo un'antica Dea Trina, di sessualità e amore, maternità e distruttività.

Ma anche Minerva, nell'arcaica area romana di Sant'Omobono è una Dea che sorride, siamo nell'epoca buia in cui il patriarcato ha preso il sopravvento, ma alcuni retaggi matriarcali resistono ancora. Fu proprio da questi retaggi romani che lo studioso di antropologia Bachofen per primo scoprì l'esistenza del matriarcato, giusto a Roma.

MINERVA DI SANTOMOBONO

E GLI ETRUSCHI? ANCHE GLI ETRUSCHI SORRIDEVANO?

Sorridevano di cuore, perchè le donne etrusche erano ancora molto rispettate in Etruria e a Roma, finchè i romani non li attaccarono fino a distruggerli vivevano beatamente facendo una vita allegra senza pregiudizi e con costumi liberi e raffinati.

Le donne stavano accanto all'uomo nei triclini ed anzi mostrano nei sarcofagi quasi un'aria di preminenza, o almeno i loro uomini hanno verso di loro un sentimento di amore e protezione. Pertanto la loro società era serena e gli Dei sorridevano.

E anche sul sarcofago pronto in vita per la futura morte i due sposi sorridono, perchè si amano e non temono la morte. Il loro sentimento è più forte del buio passaggio, una cosa che non accadrà mai più nelle popolazioni future, dove gli uomini domineranno le donne che per conseguenza non ameranno più gli uomini.

Li cercheranno ugualmente, ma solo per tacitare le loro paure, non sarà più amore ma bisogno di protezione, e per contro gli uomini faranno lo stesso. Sentiranno il grande bisogno di avere una donna accanto ma nella pretesa di sentirsi superiori, verrà cocente il senso di inferiorità, e per questo le odieranno, cercando affannosamente una fanciulla sprovveduta che li veda superiori a lei.


E NESSUNO DEI DUE SORRIDERA' PIU'.

E gli Dei? Non sorrideranno di sicuro, uno perchè ha l'aria di un vecchio altezzoso e giudicante, il figlio giacerà in eterno straziato su una croce per provocare il senso ci colpa al popolo che non c'entra niente, e la Madonna sarà perennemente addolorata e con gli occhi al cielo, umile ancella di un Dio che la fa da padre-padrone su tutto e tutti.



giovedì 18 aprile 2019

ADOLESCENZA PATRIARCALE


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I FIGLI NASCONDONO LA LORO DISPERAZIONE
Si fa di tutto per non vedere i propri problemi, e pure quelli degli altri. Vedere il mondo com'è fa paura. Il massimo dei problemi è la morte, a cui è collegato il problema dei genitori, perchè i genitori sono sempre un problema, per il semplice fatto che i genitori ci riparano dalla morte.

Pertanto i nostri genitori sono sempre buoni e bravi, a loro si perdona tutto, altrimenti non ci salvano da tutto il resto, cioè dalla morte. Pertanto non si guardano i genitori, non si guarda se stessi e non si guardano i bambini. Se sono piccoli sono viziati, se sono più grandicelli c'è l'adolescenza. Oggi l'adolescenza è vista come una malattia.

Gli adolescenti sono sognatori e ribelli, sognano e si esaltano per cose impossibili e tendono a ribellarsi a una qualsiasi forma di autorità. Siamo sicuri che sia una malattia? Oppure è malattia la vita che conduciamo?

GLI ADOLESCENTI NASCONDONO LA LORO DISPERAZIONE, PERCHE' I GENITORI NON LA CAPIREBBERO, MA SOPRATTUTTO PERCHE' NON LA CAPISCONO NEMMENO LORO.

Poi un adolescente si suicida e nessuno capisce perchè. Forse perchè è andato male a scuola? Ma dai, all'adolescente non frega della scuola, semmai frega perchè i genitori gli rompono le balle.



GLI ADOLESCENTI SONO SOGNATORI

Sono meno mentalizzati degli adulti, e più mentalizzati dei bambini. Hanno ancora la capacità di sentire ma non sanno collegare il sentire al pensare, al dedurre. Secondo Cicerone e Sallustio l'adolescente è colui che sta diventando adulto, come dire che è adultescente, insomma adolescere è crescere: "Ver Adolescet" ovvero "la Primavera avanza".
Avanzando e crescendo l'adolescente sogna un mondo bello e giusto, e ci spera, però non lo vede, e si arrabbia. Non gli si può dare torto, vede i genitori che ragionano con la testa dei loro genitori, viceversa i nonni sono spesso meglio, perchè non sentono la responsabilità di educare i figli, come se dovessero raddrizzare dei delinquenti in erba.

"Gli adolescenti sono maleducati perchè i genitori non li educano!"
Non è esatto:
"Gli adolescenti sono maleducati perchè i genitori non li amano!"

I genitori di solito non sono cattivi, e a loro modo credono di amare i figli, ma il fatto è che i figli non li vedono, e il più delle volte non li vedono neppure gli insegnanti. Genitori e insegnanti valutano i ragazzi da ciò che producono. Non vedono se sono riflessivi, se hanno spirito critico, se sono ideativi e creativi. Tutto si risolve se vanno bene o male a scuola.

Poi c'è il problema delle madri ansiose, "Non fare tardi altrimenti sto in ansia", "Non fare tardi perchè io non dormo finchè tu non rientri", e il figlio, o la figlia, sentono che devono far da madre alla madre, e ciò produce rabbia e insicurezza.
Il padre di questi problemi non ne ha, perchè dei figli se ne frega, non è colpa sua, accade pure in natura che i padri se ne freghino, è colpa del testosterone che non fa ragionare:
"lavoro,
faccio i soldi,
lavoro e faccio i soldi così le donne fanno sesso con me,
lavoro e faccio i soldi così divento capo e le donne fanno sesso con me,
lavoro e faccio i soldi così divento capo branco e faccio sesso con le più belle,
lavoro e faccio i soldi così divento capo branco e faccio sesso con le più belle, tanto ai figli ci pensano loro"




GLI ADOLESCENTI SONO RIBELLI

Gli adolescenti sono ribelli,
sono ribelli alle madri che si tormentano sempre
e ai padri che non si tormentano mai,
sono ribelli alle guerre e vogliono mettere i fiori dentro i cannoni,
vogliono una società giusta dove il capobranco non tratta a pesci in faccia i sottoposti,
e allora sognano di abbattere il capobranco e rimettere la giustizia,
e il padre-capo-branco lo sente e così diventa ostile verso i figli maschi,
e la madre, che non osa ribellarsi al capobranco,
vorrebbe ribellarsi ma non osa, perchè lui è il capobranco,
e cerca di essere carina col figlio accordandogli tutto ciò che richiede,
ma il figlio vuole solo essere liberato dal capobranco,
... per diventare capobranco a sua volta.

infatti come cresce in genere smette di odiare il padre e diventa come lui.
E le donne? In fondo disprezzano i maschi e vorrebbero dei maschi-non-capobranco, ma al capobranco non possono ribellarsi perchè sono a loro sottoposte, o almeno gli hanno insegnato così.




L'ADOLESCENZA E' UNA MALATTIA?

Secondo i libri in pratica lo è, e secondo i genitori pure. E' il periodo in cui i figli:
- che non capiscono quanti sacrifici i genitori facciano per loro..
- quali sacrifici?
- mbè, il padre si alza al mattino e va a lavorare..
- perchè non dovrebbe lavorare lo stesso se non avesse figli?
- mbè le madri però se non lavorano fuori fanno tutto in casa...
- e se lavorano fuori fanno tutto in casa lo stesso...
- e ti pare giusto?
- embè, lui è il capobranco.

Non ci si salva, la situazione è questa e il figlio ha come unica opzione di diventare a sua volta capobranco e rompere gli zibidei a tutta la famiglia. E la figlia? La figlia si attacca. A cosa? Agli zibidei del capobranco.




E GLI PSICOLOGI?

In genere gli psicologi non capiscono una benemerita:
" L’adolescente urla il bisogno della diversità che sia riconosciuta dall’adulto, che per fare ciò deve sentire fino in fondo che il figlio è cresciuto, non è più un bambino. I genitori sono chiamati a cambiare registro che, per quanto questo è facilmente detto, si nota quanto sia difficile cambiarlo. Il genitore deve fare un lutto, abbandonare l’idea del bambino e vedere realmente che il figlio sta crescendo. In questo i genitori devono essere sostenuti, così come nella capacità di vedere e sostenere la positività della forza aggressiva del figlio che critica e si ribella verso l’adulto."

- Il figlio non vuole essere diverso, vuole essere se stesso. In tal senso è diverso dal genitore ma siamo tutti diversi.

- I genitori devono fare un lutto, perchè il bambino è cresciuto. Un lutto? I genitori non vedono l'ora che i figli crescono così non rompono più gli zibidei,
- così vanno a scuola da soli,
- si puliscono la camera da soli,
- apparecchiano e sparecchiano la tavola,
- fanno la lavatrice e stendono i panni,
- e si cucinano da soli la il cibo surgelato.

Ma quale lutto?

- I genitori devono essere sostenuti per vedere e sostenere la positività della forza aggressiva del figlio che critica e si ribella verso l’adulto?
- O caspio i genitori si sentono odiati!
- E sono effettivamente odiati!
- E i figli hanno ragione di odiarli.
- Perchè gli fanno continue prediche,
- A cui i figli rispondono: che palle! Avete presente?
- Perchè le prediche sono cose non sentite.
- Sono le prediche dei genitori, insomma le prediche dei nonni.
- Sono pensate ma non sentite.
- I genitori parlano ai figli con la mente e non con l'anima.
- E alla mente i figli rispondono: che palle!
- Provare per credere, se gli parlate con l'anima, cioè col cuore non vi rispondono più "che palle!".



LA SESSUALITA' NELL'ADOLESCENZA

Ci sono adolescenti femmine che vanno con tutti. Sono state abusate, ma tutti si rifiutano di saperlo. Ci sono adolescenti femmine che non vanno a letto con nessuno, ma neppure da adulte, e nessuno si preoccupa, perchè così non danno problemi, invece sono state abusate, ma tutti rifiutano di saperlo.

- E che diamine, per te sono tutti abusati!
- Non tutti, solo una percentuale che va dal 40% al 50%.
- In Europa??!!
- Si, perchè siamo civili, nel terzo mondo è l'80%, in Africa anche di più.



E IL BULLISMO TRA GLI ADOLESCENTI?

- Sono bulli perchè non gli insegnano l'educazione, perchè li viziano; bisognerebbe punirli.
- Gli adolescenti non bullizzano se non sono stati bullizzati.
- E da chi?
- Dai genitori, in genere dal padre.
- E i genitori perchè bullizzano?
- I genitori non bullizzano se non sono stati bullizzati.
- E da chi?
- Dai genitori, in genere dal padre.
- Ma allora la colpa di chi è?
- Di Adamo ed Eva.
- Allora aveva ragione Dio nella Bibbia!
- Dio (o chi per lui) è il più grande bullizzatore della storia.



E L'ORIENTAMENTO SESSUALE?

D'ACCORDO, MA IL 40% DEGLI ITALIANI E' OMOSESSUALE, MA NESSUNO CI CREDE.
E LE RAGIONI?
IN PARTE CI NASCONO, IN PARTE LO DIVENTANO PERCHE' ABUSATI.

ATTENZIONE: la cavolata del gay che è tale perchè ha una mamma invadente che non lo fa campare.. è una cavolata. Spesso i gay si appiccicano alla madre per salvarsi dall'aggressività (o peggio) del padre.



sabato 15 dicembre 2018

L'OMO SAPIENS E' AFRICANO


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IRINGA
Una nuova ricerca da parte di un archeologo dell'Università di Alberta potrebbe portare a un ripensamento su come, quando e da dove i nostri antenati hanno lasciato l'Africa. Le ricerche di Pamela Willoughby nella regione di Iringa, nel sud della Tanzania, hanno prodotto fossili e altre prove che documentano l'inizio della nostra specie, l'Homo sapiens.

La sua ricerca, pubblicata di recente sulla rivista Quaternary International, potrebbe essere la chiave per rispondere alle domande sulla prima occupazione umana e sulla migrazione dall'Africa tra 60.000 e 50.000 anni fa, che ha portato gli umani moderni a colonizzare il mondo.

DOTT. SSA PAMELA WILLOUGHBY, CAPO-SPEDIZIONE,
CON UNA GROSSA SELCE DEL MAGUBIKE
Da due siti, Mlambalasi e il vicino Magubike, lei e i membri del suo team, il progetto archeologico della regione di Iringa, hanno scoperto manufatti che descrivono la continua occupazione umana tra i tempi moderni e almeno 200.000 anni fa, anche durante un periodo tardo dell'era glaciale in cui si verificò una quasi estinzione della razza umana, detto "collo di bottiglia genetico".

Ora, Willoughby e il suo team stanno lavorando con gli amministratori della regione per sviluppare quest'area dell'ecoturismo, per assistere economicamente la regione e creare incentivi per proteggere la sua storia archeologica. "Alcuni di questi siti hanno segni che le persone li usavano a partire da circa 300.000 anni fa, anzi, sono ancora in uso oggi", ha detto. "Ma l'idea di un'occupazione umana così antica conservata in alcuni di questi posti è davvero notevole."

Da due siti, Mlambalasi e il vicino Magubike, lei e i membri del suo team, il progetto archeologico della regione di Iringa, hanno scoperto manufatti che descrivono la continua occupazione umana tra i tempi moderni e almeno 200.000 anni fa, anche durante un periodo tardo dell'era glaciale in cui si verificò una quasi estinzione della razza umana, detto "collo di bottiglia genetico".

Ora, Willoughby e il suo team stanno lavorando con gli amministratori della regione per sviluppare quest'area dell'ecoturismo, per assistere economicamente la regione e creare incentivi per proteggere la sua storia archeologica. "Alcuni di questi siti hanno segni che le persone li usavano a partire da circa 300.000 anni fa, anzi, sono ancora in uso oggi", ha detto Pamela. "Ma l'idea di un'occupazione umana così antica conservata in alcuni di questi posti è davvero notevole."

Magubike: casa di una moderna famiglia dell'età della pietra? Willoughby dice che una delle cose più affascinanti di Magubike è la presenza di un grande rifugio roccioso con un tetto a strapiombo intatto. Gli scavi hanno portato alla luce antichi manufatti e fossili senza precedenti. I campioni del sito risalgono alle prime fasi della mezza età della pietra fino all'età del ferro. I primi depositi includono denti umani e artefatti come ossa di animali , conchiglie e migliaia di strumenti in pietra a fiocchi.

DOTT.SSA KATIE BIITTNER ARCHEOLOGA
I reperti dell'età del ferro possono essere datati utilizzando il radiocarbonio, ma i depositi più vecchi devono passare attraverso processi più specializzati, come la risonanza dello spin dell'elettrone, per determinare la loro età. Altre parti del riparo di roccia di Magubike, scavate nel 2006 e nel 2008, comprendono occupazioni di età media della pietra. Presi insieme, questa informazione potrebbe essere cruciale per seguire lo sviluppo evolutivo degli abitanti.

 "Ciò che è importante nell'intera sequenza è che possiamo avere una registrazione continua di occupazione umana", ha affermato Willoughby. "Se lo facciamo, e possiamo dimostrarlo attraverso queste tecniche di appuntamenti speciali, allora abbiamo un posto dove la gente vive oltre il collo di bottiglia".

Il team ha realizzato risultati simili a Mlambalasi, a circa 20 Km da Magubike. Tra i reperti di questo sito c'era uno scheletro umano frammentario che risale probabilmente all'ultima era glaciale del Pleistocene, dopo l'espansione dell'Africa ma alla fine del periodo di collo di bottiglia. La teoria del collo di bottiglia spiega ciò che i genetisti hanno trovato studiando il DNA mitocondriale delle persone viventi: che tutti i non-africani discendono da un lignaggio di persone che hanno lasciato l'Africa circa 50.000 anni fa.

MAGUBIKE
Ricostruzioni di ambienti passati attraverso pollini e altri documenti archeologici di Iringa suggeriscono che le persone abbandonarono le zone di pianura, tropicali e costiere durante quel periodo, ma rimasero negli altipiani, dove la vegetazione è rimasta per lo più invariata negli ultimi 50.000 anni. Coloro che si sono trasferiti su un terreno più elevato dovrebbero aver trovato uno dei pochi luoghi che hanno permesso la loro sopravvivenza e facilitato il loro adattamento.

CERAMICA
Ulteriori test determineranno se questi risultati indicano un legame più chiaro con i nostri antenati africani, una scoperta che Willoughby potrebbe mettere in luce su questa regione della Tanzania diffondendola agli altri archeologi. "Solo una ventina di anni fa la gente ha riconosciuto che il moderno Homo sapiens aveva in realtà una stirpe africana, prima erano tutti concentrati a guardare il primo Homo sapiens in Europa che apparve solo tardivamente, 40.000 anni fa".

"Ma ora sappiamo che fino a 200.000 anni fa circa, l'Africa era abitata da persone che erano già fisicamente esattamente come siamo noi oggi o molto vicine a noi. Tutto ad un tratto, non è l'Europa ad essere importante in questo periodo, ma è l'Africa. " Il lavoro di Willoughby potrebbe essere il fulcro della potenziale crescita economica della regione.

Dal 2005, quando un ufficiale culturale locale le ha mostrato i siti, ha condiviso informazioni sulla sua ricerca con cittadini locali, scuole e governo, aprendo nuove opportunità di ricerca e cooperazione. Mantiene la regione informata delle scoperte della squadra attraverso poster distribuiti su Iringa, e ha chiesto e accettato l'assistenza di studiosi locali. Ora la comunità sta anche cercando il suo aiuto per stabilire i siti storici come attrazione turistica a beneficio della regione.

DOTT.SSA JENNIFER MILLER ARCHEOLOGA
La Dott.ssa Pamela Willoughby e Jennifer M. Miller sono arrivate in Tanzania per iniziare la nuova stagione di campo 2018 Mentre si prepara ad unirsi a loro, la dott.ssa Katie Biittner ha scritto un post sul suo blog antropologia sulla preparazione di questa stagione di campo:

"Alcuni mesi fa," dice  la dott.ssa Katie Biittner "stavo parlando con un gruppo di studenti dopo le lezioni. Uno di loro disse di aver apprezzato la mia apertura su cose diverse il che mi ha reso ai suoi occhi più "umana". Ho risposto dicendo "Sì, è intenzionale. Il Dr. Biittner e io siamo, se vi piace, aggressivamente umane ".

E' stata una dichiarazione scherzosa, ma poi ci siamo resi conto che era molto più di questo. Era, ed è, il nostro principio guida nell'approccio all'insegnamento e all'antropologia. Antropologia come ... aggressivamente umana, se volete...."

Non è del tutto un caso che le antropologhe siano tutte donne. Dimostrare che la nascita dell'umanità sia avvenuta in Africa può dar molto fastidio ai maschi, più facilmente cultori di primati della razza bianca, o come degli etero sui gay, o dei maschi sulle femmine. Per essere obiettivi occorre rinunciare agli schemi, e per un maschio è più difficile.

Orbene, non solo discendiamo dalle scimmie, non solo le prime civiltà furono prodotte e guidate dalle donne, ma nacquero nel continente africano e da lì si espansero nel mondo. I nostri avi erano assolutamente africani. Che smacco per la supremazia bianca!



giovedì 15 novembre 2018

E LE DONNE STANNO A GUARDARE


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Guardano un mondo corrotto, ingiusto, violento, crudele, insensibile e folle, e fanno finta che è normale. La norma è diventato simbolo di sanità, povero Sigmund Freud, che si era sbracciato per far capire che la norma della razza umana è la malattia mentale: la nevrosi. Quindi la norma non è da perseguire, anzi è da temere.

Un tempo le donne erano venerate e ascoltate, un po' come l'elefantessa capo-branco, o la bisontessa capobranco o la cinghialessa capobranco e così via. Le femmine capobranco non sono dominanti perchè scassano i coglioni agli altri, ma perchè sono utili alla comunità. Se i maschi fossero stati più utili alla comunità gli umani avrebbero adorato e seguito i maschi. Invece i maschi più aggressivi sono stati seguiti dai maschi più incazzati che si divertono ad ammazzarsi tra di loro.

LA BELLA DEA
Certo in un mondo che fa la guerra i maschi sono più utili, ma in un mondo dove la guerra si fa spingendo i bottoni, uomini e donne finiscono per essere "utili". cioè distruttivi, allo stesso modo.

Per fortuna che ci sono i maschi a vegliare affinchè le donne non salgano la scalinata del potere. Fossero meglio di loro! Sarebbe un gran danno per l'immagine maschile.

La Cultura Matriarcale non aveva paura della morte, perchè "sapeva" della reincarnazione, non la trasmigrazione delle anime come nel Pitagorismo, ma una reincarnazione precisa, perchè dopo la sua morte, ognuno sarebbe rinato da una delle donne del suo clan.

Le popolazioni matriarcali hanno elaborato i loro concetti sulla base dell'osservazione della natura.
Ogni anno in natura si susseguono i cicli della crescita, della fioritura, della morte e poi di nuovo della rinascita della vegetazione. 

Spesso la morte della vegetazione è stata rappresentata come la morte annuale e rinascita del Figlio-Vegetazione, figlio appunto della Grande Madre, La Dea Senza Marito, La Dea Vergine. Dunque la Terra, cioè la Natura, è la Grande Madre che assicura la rinascita a tutti e che a tutti dà nutrimento. L'ultimo figlio-vegetazione fu Gesù Cristo, nato da una vergine che muore e resuscita ogni anno. Ovvero si racconta che morì e resuscitò, ma viene drammatizzato di nuovo ogni anno.

Ma in èra patriarcale la natura è considerata proprietà dell'uomo che può farne ciò che vuole. Le donne spesso si disperano per il disboscamento, necessario per la sopravvivenza degli uomini, ma sempre più necessario perchè l'umanità ha un indice demografico spaventoso.

Nel 2011 siamo arrivati a 7 miliardi, ma nel 2025 giungeremo a 8 miliardi. l'umanità non riesce a contenersi, ovvero non si contengono le società più retrive, quelle cioè che fanno molti figli e se ne prendono poca cura, per cui non pesano sul bilancio familiare.

In più stiamo disboscando il pianeta per aumentare l'area delle terre coltivate. Tra il 2000 ed il 2010 la perdita di foreste è stata di 5,2 milioni di ettari all'anno, e le zone più colpite sono il Sud America e l'Africa orientale e meridionale. Il disboscamento ha rallentato molto nell'Asia meridionale, mentre le foreste registrano addirittura una crescita in Nord America, Europa ed Asia orientale.

LO SCEMPIO

LA TORTURA DEGLI ANIMALI

Il disboscamento è forzato pure dall'allevamento del bestiame. Nei paesi ad economia avanzata, l'industrializzazione ha portato a un aumento dei redditi che ha modificato i consumi alimentari con maggiore richiesta di carne, latticini e uova.

Non a caso i tumori, l'ipertensione e il livello di colesterolo sono notevolmente aumentati proprio nelle aree più ricche, dove si pratica l'allevamento intensivo del bestiame mediante tecniche moderne, dove le stalle ricoverano più capi tenendoli in spazi limitatissimi e bruciando con l'acido le piccole corna sottopelle dei poveri vitellini che muggiscono disperati, perchè naturalmente non c'è neppure anestesia perchè costa. 

Queste carni fanno malissimo ma non frega niente a nessuno, non gli frega delle sofferenze degli animali e tanto meno dell'uomo. L'alimentazione  degli animali tende a farli crescere prima possibile per macellarli al più presto (campano poco e malissimo) e per risparmiare si aggiungono ai mangimi sostanze chimiche, derivati del petrolio, e gli scarti delle industrie di trasformazione agro-alimentare, comprese le ossa polverizzate degli stessi animali. Come se a noi umani unissero al cibo ossa umane in polvere.

Una povera mucca vive tutta la vita tra due stanghe, viene inseminata artificialmente per fare vitelli che alla nascita le vengono sottratti incuranti del terribile dolore della madre che si vede portar via il suo piccolo. La mucca impazzisce ma la riempiono di medicine per calmarla, antibiotici e stupefacenti che noi assimiliamo mediante la sua carne quando ce ne cibiamo.

"In Svizzera quattordici mucche hanno una finestra al livello del prestomaco affinché i ricercatori possano aprire, inserire una mano e prendere parte del cibo in fase di digestione per sottoporlo ad analisi."

E' da questa insana alimentazione delle mucche che è nato il morbo della mucca pazza, a causa della orribile dieta a cui sono costretti i bovini. Da quando scoppiò lo scandalo della mucca pazza si è usato un  controllo che in Svizzera, ha portato alcuni ricercatori a sperimentare un'ulteriore tecnica dell'orrore.

Quattordici vacche sono state munite di una sorta di finestra ad oblò per prelevare direttamente dall'apparato digerente dell'animale l'alimento che è sottoposto al processo di digestione. I ricercatori devono semplicemente svitare un tappo che apre ad un buco lungo circa 20 cm e che arriva al rumine. Insomma glielo hanno ficcato nel corpo e dicono che alle mucche non dà fastidio.

Così la parte prelevata vine sottoposta ad analisi. L'operazione per inserire questa cannula sono state indolori, assicurano gli esperti, una "pratica crudele" secondo la University of California Davis. Se lo facessero agli umani vorrei vedere se lo troverebbero normale, ma siccome si fa su animali indifesi tutto è permesso.

Così il Matriarcato vissuto per millenni e millenni venne dimenticato. Così la Dea, amata per millenni e millenni, fu dimenticata, e la divinità della Terra e della Natura con lei. Così gli uomini del patriarcato hanno violentato la Terra, la Natura, la donna, i bambini e gli animali.




MORALE DELLA BRUTTA FAVOLA

Gli uomini aumentano e aumentano di conseguenza:
- la povertà,
- le guerre,
- il disboscamento,
- il maltrattamento degli animali,
- le malattie umane legate all'uso smodato di prodotti animali per giunta insani,
- l'inquinamento delle terre emerse,
- l'inquinamento dei mari. Abbiamo ormai nell'oceano un'ammasso di prodotti plastici che copre l'estensione di un continente.

Psichicamente ne deriva:

- il disprezzo della natura e il suo sfruttamento incondizionato,
- il disprezzo degli animali e il loro sfruttamento incondizionato,
- il disprezzo della donna e il suo sfruttamento incondizionato,
- il disprezzo dell'operaio e il suo sfruttamento incondizionato (vedi la tratta delle prostitute),
- il disprezzo del bambino e il suo sfruttamento incondizionato (vedi la tratta dei bambini usata per gli organi o per la pedofilia).

QUESTO E' IL REGALO DEL PATRIARCATO, E LE DONNE STANNO A GUARDARE....



martedì 2 ottobre 2018

LE DONNE RAGIONANO CON L'UTERO


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"Le femmine di bonobo riescono ad ingannare i maschi circa la propria fertilità: in questo modo abbassano la competizione per l'accoppiamento e controllano il gruppo.
Per i maschi di bonobo (Pan paniscus) la vita di coppia è tutt’altro che facile: una recente ricerca ha messo in luce un curioso comportamento delle femmine, in apparenza mirato a ingannare i potenziali partner circa la loro fertilità, impedendo ai maschi di sapere con precisione quando sono pronte a procreare.
In tal modo la competizione per l’accoppiamento diminuisce e le femmine riescono a esercitare una sorta di controllo sociale all'interno del loro gruppo."

(Fonte)



SE IL MASCHIO CI CASCA

In molte specie di primati le femmine dichiarano di essere pronte all’accoppiamento inviando ai maschi segnali ben visibili: la pelle attorno ai genitali cambia colore e l’intera zona, durante il periodo mestruale, si inturgidisce e si gonfia visibilmente. Ma nelle femmine di bonobo questi messaggi sono inaffidabili: i tessuti possono infatti modificarsi nella forma e nel colore anche in assenza di ovulazione, oppure rimanere inalterati anche nel periodo più fertile.


CONFUSI E FELICI

La competizione tra maschi per garantirsi la progenie è tanto più accesa quanto più le femmine inviano segnali precisi sulla loro fertilità: ma i maschi di bonobo, non potendosi fidare di ciò che comunicano le potenziali compagne, tendono a mantenere un basso livello di aggressività anche nella stagione degli amori. 

Secondo Pamela Heidi Douglas, la ricercatrice del Max Plank Institute che ha condotto lo studio, i maschi di bonobo devono affidarsi ad altri sistemi per scoprire se le femmine sono pronte all’accoppiamento. Per esempio devono passare più tempo con loro dedicandosi al grooming (toeletta) piuttosto che litigare con gli altri pretendenti.


PACE E BUGIE

Queste strategie alternative potrebbero essere alla base della relativa pace che regna all’interno delle comunità di bonobo, diversamente da quanto avviene tra altri primati."



ALLEGRE POPOLAZIONI MATRIARCALI
(Fonte)

"Noi condividiamo un po’ più del 97% del dna con i bonobo una strana specie di primati la cui esistenza è stata negata per decenni. I neri dicevano ai ricercatori europei che quelli non erano scimpanzè ma non volevano crederci. Furono i giapponesi negli anni ’30 a dimostrare che erano una specie a sé, ma parlarne non era proprio possibile. Il motivo di questa censura: quando un gruppo di bonobo incontra un altro gruppo di bonobo sotto un albero di banane, per prima cosa fanno sesso tutti assieme, maschi e maschi, femmine e femmine e maschi e femmine. Poi si imboccano con le banane.


DONNE TROBRIANDESI DELLA FORESTA DELL'IGNAME
SFILANO CON I TUBERI RACCOLTI
E quando un bonobo è depresso tutti se lo scopano fino a che sorride. E' la prova che l’omosessualità è naturale, non una malattia. Per questo non si poteva parlare tanto dei bonobo.
Ma anche l’evoluzione umana è intimamente legata alla sessualità. Umani e bonobo, a differenza degli scimpanzè, hanno superato il vincolo dell’estro, cioè non fanno l’amore solo quando la femmina è fertile e lo 

segnala con particolari odori.

Da un gran numero di scavi si evince che, tra il 7000 e il 3500 a.c., esistevano villaggi di pescatori contadini che non avevano mura di cinta, erano in posizioni facilmente accessibili, non esistevano palazzi e pure nelle sepolture non c’erano differenze sociali o sessuali. Addirittura troviamo tombe di donne con all’interno alcune armi.

Si trattava di società abbastanza evolute, capaci di costruire abitazioni con camini e porte munite di cardini. Scolpivano statue di grande realismo, realizzavano vasi scavati nella pietra, e decoravano le loro ceramiche con pittogrammi che celebravano la fertilità e la vita. Molte le immagini a sfondo erotico e le riproduzioni di organi sessuali. Una società che non conosceva la guerra, le divisioni sociali, l’oppressione della donna, la schiavitù. Questa società portò alle scoperte fondamentali dei primordi, dalla medicina all’astronomia, dalla tessitura alla costruzione di canali.

Venne poi soppiantata dalle migrazioni di allevatori guerrieri provenienti dalle steppe euroasiatiche. A differenza delle attività di pesca e agricole, che valorizzano la capacità di cooperazione, l’allevamento è un’attività nella quale le capacità individuali fanno la differenza. Un pastore torna dai pascoli montani con più pecore di quante ne avesse in partenza, un altro invece riesce a perdere tutte le pecore. Alla lunga il pastore più abile si chiede perché debba dividere le sue pecore con il pastore incapace. È la vita durissima degli allevatori che innesca la violenza. E, per giunta, rubare un gregge è più facile che rubare il grano o i pesci. Le pecore non te le devi caricare sulla schiena: camminano con le loro gambe.

Verso il 3500 a.c. i pastori euroasiatici iniziano a migrare verso le pianure fertili dove vivono i ricchi matriarcali. I guerrieri allevatori, forti della domesticazione del cavallo, degli archi compositi, riescono a soggiogare le popolazioni matriarcali che diventano i servi. Nascono così i primi regni schiavisti e la serie di guerre, ininterrotte fino ai giorni nostri. "




ANCORA SI DISCUTE SUL MATRIARCATO

Nel 2005 a San Marcos, in Texas (Usa), archeologi e antropologi da tutto il mondo si sono riuniti in un convegno di “studi matriarcali”, confrontando dati archeologici e osservazioni su alcune popolazioni attuali. Risultato: la civiltà megalitica del Neolitico era incentrata sulle donne. E decine di etnie risultano essere ancora oggi matriarcali. Per esempio, i Mosuo dello Yunnan cinese, i Bemba e i Lapula delle foreste dell’Africa centrale, gli indiani Cuna “isolati” al largo di Panamá o i Trobriandesi della Melanesia.



LE DONNE RAGIONANO CON L'UTERO?

Lo affermano molti maschi, ma l'interessante è che non mettono in ballo vagina e clitoride che sono gli organi produttori di piacere, ma l'utero, organo che è preposto all'accoglienza dell'embrione che diventerà bambino. E' come dire che le donne ragionano come madri, il che dovrebbe essere un complimento, anche se l'intento non è quello. Essere madri dipende da un processo di maturazione, non lo si è perchè si hanno figli, ma perchè ci si prende cura di altri, come un essere, un gruppo o una comunità come si trattasse dei propri figli.

Vero è invece che gli uomini spesso ragionano col pene, da qui l'appellativo di "coglione" o di "testa di cazzo", "cazzone" ecc. Un tempo le donne scopavano un po' con tutti e lo facevano spesso e volentieri, così i maschi si sentivano accettati e se ne stavano tranquilli. Quando il patriarcato però ha dominato le donne, i maschi hanno creduto bene di instaurare il matrimonio perchè le donne non scopassero con tutti, spesso pure con l'obbligo della verginità prima del matrimonio.

Ma che coglioni, da quel giorno le donne e gli uomini scoparono poco e nacque l'istituzione della prostituzione, del tipo: "Se non mi paghi non ti scopo perchè mi fai schifo". I maschi nella loro stoltezza hanno proibito alle donne di scopare, ma siccome il testosterone è dominante sul cervello del maschio, gli provoca una continua incazzatura si che il suo sogno è di stuprare le donne.
Ergo, i maschi ragionano col pene e non pensano praticamente ad altro. Mirano ai soldi per avere le donne, alla macchina per avere le donne ecc. ecc.

Noi eravamo come le scimmie bonobo, tranquille e scopatrici, etero e gay secondo come gira, e ora siamo, grazie ai maschi, un popolo di donne e uomini infelici.
SE L'HOMO SAPIENS E' QUESTO, CONFIDIAMO NELLA DONNA SAPIENS.



 

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