lunedì 1 giugno 2020

MA I SANTI SONO UN OPTIONAL? - 2/2



 OPTIONAL SAINTS

S. FELICE VALESIO

Fondatore insieme a s Giovanni di Mata dell'Ordine della santissima Trinità per la redenzione degli schiavi, fin da fanciullo mostrò inclinazione a soccorrere i poveri spogliandosi di vesti e cibo. Si ritirò nella diocesi Meldense a menare una vita penitente, con rigorosa macerazione del suo corpo co digiuni colle vigilie e altri patimenti.

S Giovanni di Mata dottor celebre di Parigi andò a trovarlo nella sua solitudine e seco visse più anni nella penitenza e nella contemplazione delle cose celesti (chissà che avevano contemplato sempre insieme).

Poi S. Giovanni di Mata comunicò a Felice il disegno del Signore d'istituire un Ordine religioso per la liberazione o riscatto degli schiavi e in breve tempo si fondarono conventi per impiegarsi nella liberazione de cristiani che gemono sotto il tirannico giogo degl'infedeli.

Felice cedette a Giovanni l'onore di essere il superiore generale dell'Ordine amando egli piuttosto ubbidire che sovrastare agli altri. Si assunse il carico d'istruire e di formare i novelli coll'esempio della sua vita penitente mortificata e ricolma di virtù, col che impiegò il rimanente della sua vita fino agli anni ottantacinque quando ripieno di meriti e favorito di celesti visioni passò alla gloria immortale del paradiso. (ma i cristiani di Gerusalemme in mano ai saraceni, li riscattavano con i soldi o con le preghiere?)

LA MEDAGLIA MIRACOLOSA

S. CATERINA DI PARIGI

Orfana di madre, il padre affidò Caterina a una zia, ma siccome stava troppo bene due anni dopo la riprese con sé per affidarle le cure della casa. San Vincenzo de' Paoli le sarebbe apparso in sogno per invitarla a svignarsela, cioè ad entrare nella comunità delle sue suore, ma trovò opposizione nel padre, che non voleva privarsi delle donna delle pulizie.

Infine se la sbolognò mandandola in casa di un altro figlio a Parigi e la moglie di costui, diventata avvocato, le permise di seguire la sua vocazione. Nel 1830 Caterina entrò nelle Figlie della Carità, poi a Parigi, dove ebbe delle apparizioni, di Gesù Eucaristico e di Cristo Re, ma soprattutto quelle dell'Immacolata della "Medaglia miracolosa" (il grande business).

Mentre la Francia temeva una nuova rivoluzione, Caterina venne condotta da un angelo nella cappella della Casa Madre, dove avrebbe avuto un colloquio di più di due ore con la Madonna. (E che si dicevano in due ore?) Nuovi incontri sarebbero avvenuti, a settembre, novembre e dicembre dello stesso anno. (Allora gli psicofarmaci non c'erano).

Nel racconto di Caterina, la Madonna le appare ritta su un globo avvolto dalle spire di un serpente mentre offre a Dio un altro piccolo globo dorato, tenuto all'altezza del cuore e simbolicamente riferito a ogni singolo credente; dalle mani della Madonna piovono sul globo inferiore due fasci di luce.

In breve tempo la Chiesa fa vendere i primi 1500 esemplari (su cui guadagnò un botto, la Chiesa) La medaglia fu presto detta "miracolosa" e la Madonna avrebbe chiesto che venisse fondata un'Associazione delle Figlie di Maria Immacolata.

Nella seconda fase, scomparso il piccolo globo d'oro, le mani della Vergine si abbassano irraggiando fasci luminosi e, come a formare un'aureola, e intorno alla testa della Madonna appaiono le parole: "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi". (Una bella autopubblicità).

Subito dopo sarebbe scomparsa la Madonna e sarebbe comparso il "logo", pardon, la lettera M, con al di sopra la croce e al di sotto i Sacri Cuori di Gesù e Maria. Una voce interiore avrebbe chiesto a Caterina di far coniare una medaglia che riproducesse la visione (e vai col nuovo business!).

Verso la fine del 1876 Caterina muore, venne beatificata nel 1933 e canonizzata nel 1947. Le apparizioni non poterono avere riconoscimento ufficiale, nonostante l'atteggiamento favorevole della Chiesa nei confronti della Medaglia miracolosa (e te credo) perché non fu possibile ottenere la testimonianza della religiosa (in quanto, come tutte le fanciulle in preda alle visioni, venne reclusa per schizofrenia).

SANTA BIBIANA

S. BIBIANA

Uniche notizie nel testo della Passio Bibianae, del VII secolo, del tutto inattendibili.

Salito al trono, l'imperatore Giuliano ripristinò le crudeli persecuzioni contro i cristiani (Giuliano non perseguitò mai nessuno). Flaviano, padre di Bibiana, dovette abbandonare la carica di prefetto, a favore di un suo rivale pagano, Aproniano. Sorpreso mentre seppelliva i martiri Prisco, Priscilliano e Benedetta (ma i romani non lasciavano mai i corpi insepolti, anzi li bruciavano negli ustrina, terrorizzati dal colera), il padre della santa venne bollato come uno schiavo ed esiliato ad Aquas Taurinas e martirizzato nel 361.

Da quel momento, Bibiana e Demetria si rinchiusero in casa insieme alla madre Dafrosa, in preghiera e nell'attesa dell'imminente martirio. Vennero infatti arrestate perché cristiane, rinchiuse in carcere e condannate a morire d'inedia. Siccome non morivano Dafrosa venne decapitata, mentre Demetria, rinchiusa in carcere e minacciata, professò la sua fede e spirò, in preda a una forte ansia.

Aproniano pensò invece di risparmiare Bibiana, facendola affiancare da una mezzana, ma il pensiero di una vita mondana non ebbe effetto sulla santa, per cui il prefetto la fece legare ad una colonna e flagellare con fasci di verghe e pallini di piombo, la santa spirò quattro giorni dopo, a quindici anni.

Il corpo della santa, sempre secondo la leggenda, venne, su ordine dello stesso Aproniano, esposto ai cani randagi, i quali lo lasciarono perfettamente illeso. (Ma dico, a parte che Giuliano lasciò totalmente la libertà religiosa e nessuno venne perseguitato, nessuno la salvò dalle sofferenze atroci e dalla morte, e come miracolo i cani non si mangiano il suo corpo? Ma questi miracoli sono di Dio o del diavolo?) Per sua fortuna non esistette mai.

SAN TRIFO - DI GENERE INCERTO

SAN TRIFO


San Trifo o Trifone risale all'VIII secolo; un giovane pastore di oche, capace di operare guarigioni ed esorcismi.

Secondo la tradizione orientale, Trifone, sin da fanciullo dedito alle letture sacre e alle preghiere, fu arrestato e torturato per non aver obbedito all'editto imperiale che prescriveva di onorare gli Dei pagani.

Subì il martirio per decapitazione a Nicea (in Asia Minore) all'età di diciotto anni, nel 250. Mai esistito.



S. FILOMENA 

Morta nel secolo III. Scoperta nelle Catacombe di S. Priscilla, a Roma, traslata, nel 1802 a Mugnano presso Napoli. Santa Filomena è una Santa Vergine e Martire, molto onorata dalla Chiesa Cattolica, in particolare dal momento in cui le sue ossa vennero traslate da Roma a Mugnano del Cardinale per gli eventi miracolosi verificatisi per sua intercessione.

Il culto della Santa è stata volutamente occultato e cancellato da tutti i calendari della setta del “novus ordo” perché, ovviamente, una giovane martire, una fanciulla che sconfigge il “farfariello” ed immola la sua vita per Gesù-Cristo, disprezzando le vane seduzioni del mondo, è invisa allo spirito del male ed ai suoi immondi lecchini, e dà fastidio a tutti i servi del “nemico” infiltrati nella Chiesa Cattolica, vindici dell’eroica resistenza della martire, e di tanta rovinosa sconfitta di satana!

Riportiamo una novena con l’inno dell’epoca Cattolica, utili per invocare l’intercessione della Santa in tutte le situazioni di pericolo materiale e spirituale. Chi vuole, ne può verificare l’efficacia e la potenza! La soppressione della festa, decretata dagli eretici modernisti novatori, per unanime decisione dei fedeli di Mugnano e di tutti i devoti sparsi nel mondo cattolico, non è stata mai messa in atto, ed ancora oggi, nel ridente paese campano, si festeggia con devozione e gratitudine a Dio questa santa Martire umile e portentosa. … e schiatti il “farfariello”!
(la novena ve l'ho risparmiata, questi qua sono messi molto male)



SS. APULEIO e MARCELLO

Di questo martire nulla si conosce. Recenti studi negano la sua esistenza e vogliono il suo nome nato da una errata interpretazione di "Apulia", riportata nel Martirologio Geronimiano.
M.R.: 7 ottobre - A Roma i santi Martiri Marcello ed Apuleio, i quali prima furono discepoli di Simone Mago, ma, vedendo le meraviglie che il Signore operava per mezzo dell'Apostolo Pietro (un super mago), ambedue, abbandonato Simone, si diedero a seguire la dottrina Apostolica, e, dopo la passione degli Apostoli, sotto Aureliano Consolare, ricevettero la corona del martirio, e furono sepolti non lontano da Roma.

SANTA NINFA (coi baffi)

SS. RESPICIO e NINFA

Secondo una Passio del XII secolo, Ninfa era figlia di Aureliano, prefetto di Palermo sotto Costantino, agli inizi del IV secolo (capirai, fresca fresca, l'hanno raccontata solo 8 secoli dopo). Ninfa si convertì frequentando il vescovo di Palermo Mamiliano, ma il padre si oppose, (ma che ci raccontano, una fanciulla romana non metteva piede fuori di casa senza il consenso del padre!), fece persino arrestare Mamiliano con duecento altri cristiani e li sottopose a torture (figlia compresa).

Poiché ogni tentativo fu vano, li fece rinchiudere in carcere, ma un angelo li liberò e li condusse in riva al mare, dove trovarono una barca per prendere il largo. Viaggiarono fino all'isola del Giglio, dove rimasero in preghiera e solitudine. Però il desiderio di visitare le tombe degli apostoli Pietro e Paolo li spinse a raggiungere Roma (ma non avevano pace, e statevene buoni a casa, non vi sono bastate le torture?), dove Mamiliano morì subito e Ninfa lo fece seppellire vicino al mare.

Un anno dopo anche Ninfa morì e gli abitanti del luogo, in seguito a un forte periodo di siccità, pregarono la santa di intercedere presso Dio affinché piovesse. Si verificò il tanto desiderato miracolo e i fedeli cominciarono a venerarla come una santa. (Se queste sono le prove della santità stiamo tutti rovinati).



SS. LUCIA e GEMINIANO



SAN GIMINIANO
Lucia era una nobile vedova romana di 75 anni e Geminiano un neofito.

Lucia fu sottoposta a torture (accidenti che tempra!) nella Roma Imperiale per mano del proprio figlio (e che gli aveva fatto per farsi odiare tanto?) e, miracolosamente scampata alla morte, fuggi dalla città insieme al compagno di fede, il nobile Geminiano.

Muovendo verso sud, giunsero in Sicilia prodigandosi nella divulgazione del Vangelo di Cristo.

Dopo una breve peregrinazione a Taormina, nella costa Ionica della Sicilia, stabilirono la loro sede nei pressi dell'oppidum greco-romano di Mendé situato tra le pieghe del tavolato ibleo nel terntono dell'antica Akrai.

 Scoperti dalle autorità, furono sottoposti a martirio insieme ai loro adepti nel 300 circa sotto Diocleziano.

Numerosi fedeli, sotto la direzione della nobile dama siciliana Massima, innalzarono qui l'antico santuario rupestre in loro memoria e vi deposero i resti mortali.

II culto era presente a Santa Lucia di Mendola presso Palazzolo Acreide (SR), dove sono presenti tracce dl chiese rupestri.

I loro "Atti" non sono stati ritenuti storicamente attendibili per cui il culto è stato soppresso nel 1969. Niente da aggiungere.



SS. MODESTO e CRESCENZIA 

i Santi Modesto e Crescenzia, un maestro e la sua nutrice, accostarono Vito alla fede cristiana, nonostante l’opposizione di suo padre. Questi cercò di fargli rinnegare la nuova religione, ma Vito rimase saldo agli insegnamenti ricevuti e preferì fuggire con Modesto e Crescenza in Lucania, ove al tempo dell’imperatore Diocleziano subirono il martirio.

Naturalmente non vi è assolutamente nulla di storico, in quanto la Passio redatta sul loro conto ha un carattere esclusivamente leggendario.
Una primitiva forma di culto nacque inizialmente solo per Vito, citato senza i due compagni nel Martirologio Geronimiano, nei martirologi di San Beda il Venerabile e nell’Antico Martirologio inglese.

Solo in un secondo momento gli furono accostate le misteriose figure di Modesto e Crescenzia, con i quali pare abbia condiviso il martirio bollendo in un pentolone, leggenda ripresa da una vasta iconografia tradizionale. I Romani non usavano le torture a parte la crocefissione.

La presenza di Vito tra i Quattordici Santi Ausiliatori ha favorito la diffusione nell’intera Europa del culto di Modesto e Crescenzia, fattore ancora oggi riscontrabile nelle numerose chiese dedicate non solo al giovane martire, ma denominate invece Santi Vito, Modesto e Crescenzia.

Sarebbe quasi impossibile elencare le numerose località che si contendono la presenza delle reliquie dei tre martiri, come spesso accade per i santi di quel periodo, e che li hanno conseguentemente eletti quali loro celesti patroni. Peccato che non si abbiano prove nemmeno minime della loro esistenza.

SANTI GIOVANNI E PAOLO

SS. GIOVANNI e PAOLO

La basilica dei Ss.Giovanni e Paolo a Roma è dedicata ai due ufficiali romani Giovanni e Paolo, ferventi cristiani e vittime della persecuzione dell'imperatore Giuliano l'Apostata che nel 362 li fece uccidere e seppellire nella loro stessa casa. Gli scavi sotto la chiesa hanno evidenziato due case romane inizio II secolo: la prima su due livelli, con edificio termale al piano inferiore ed un cortile-ninfeo in cui si conserva un elegante affresco III secolo raffigurante "Proserpina" con divinità marine.

L'altra casa, adiacente al Clivus Scauri, alla fine del II secolo assunse l'aspetto di un'insula, con portico e botteghe al pianterreno ed appartamenti ai piani superiori. Nel III secolo le due abitazioni si unificarono, probabilmente sotto un unico proprietario, divenendo una grande "domus". Nel corso del IV secolo la presenza di affreschi cristiani e di un altare rivelano la trasformazione dell'ambiente in luogo di culto religioso, forse proprio in conseguenza del martirio e sepoltura dei due ufficiali romani.

(Ma avete mai letto un libro di storia? Giuliano promulgò la libertà di culto, le persecuzioni dei pagani sui cristiani e dei cristiani sui pagani gli facevano schifo. E basta con queste falsità e questi falsi santi!)

SANTA BARBARA

SS. BARBARA E GIULIANA

Barbara è figlia di un pagano che la chiude in una torre a causa della sua bellezza, per proteggerla dai pretendenti, notando però che la torre avrà solo due finestre, Barbara ne fa aggiungere una terza, per richiamare la Trinità, e prima di entrare nella torre si immerge tre volte in una piscina, battezzandosi da sola. uno psicologo diagnosticherebbe una ossessione compulsiva.

Oppure viene segregata nella torre, ma viene istruita da filosofi, oratori e poeti e giunge alla conclusione che il politeismo è una farsa e si converte al cristianesimo. Oppure diventa cristiana studiando i testi di Origene e, una volta fuori dalla torre, si reca da lui per farsi battezzare.

Quando il padre la scopre cristiana tenta di ucciderla, lei gli sfugge, lui la riacchiappa e la trascina da a un magistrato. La giovane non abiura e viene torturata, ma Cristo di notte, cura le sue ferite, altrimenti come fa a farla torturare di nuovo?

I carnefici infatti tentano di ustionarla, ma le fiamme si spengono; le tagliano i seni, e questa gli riesce, viene colpita in testa con un martello, e viene fatta sfilare nuda per le strade (ma nemmeno a martellate muore? Grazie Gesù Cristo, grazie!).
Alla fine, il padre la conduce in cima a una montagna e la decapita insieme a una sua coetanea di nome Giuliana, ma sceso dalla montagna, viene incenerito da un fulmine o da un fuoco venuto dal cielo.

Barbara e Giuliana vengono quindi sepolte e presso la loro tomba avvengono guarigioni miracolose. (Ma non lo potevano incenerire subito così Barbara non subiva tutto quello che ha subito? Misteri delle fede, vabbè è una favola, una favola brutta e di cattivo gusto)



SONO PASSATI AL SOLO CULTO LOCALE

(per evitare quelli di cui sopra, e quelli che in qualche modo con la festa ci tirano la carretta):

SANTO ANDREA CORSINI

S. ANDREA CORSINI

Dopo l'ordinazione sacerdotale portò un cilicio pieno di chiodi e venne mandato a completare gli studi a Parigi. Tornò a Firenze con l'epidemia della peste, un'occasione così ghiotta non poteva lasciarsela sfuggire, e naturalmente fece guarigioni miracolose.

Venne eletto superiore provinciale dell'Ordine nel 1348 e, due anni dopo, essendo morto di peste il vescovo di Fiesole, Andrea lo sostituì, reggendo la diocesi per ventiquattro anni. Della sua carità beneficiarono i poveri. Morì il 6 gennaio 1373 e il suo corpo venne seppellito nella fiorentina chiesa del Carmine. Fu canonizzato nel 1629.


S. GIOVANNI de’ Matha
(vedi S. Felice Valesio)



S. GABRIELE 

Francesco Possenti nacque ad Assisi nel 1838. Perse la madre a quattro anni. Seguì il padre nei frequenti spostamenti. Si stabilirono, poi, a Spoleto, dove Francesco frequentò i Fratelli delle scuole cristiane e i Gesuiti. A 18 anni entrò nel noviziato dei Passionisti a Morrovalle (Macerata), prendendo il nome di Gabriele dell'Addolorata. Morì di tubercolosi nel 1862, appena 24enne, a Isola del Gran Sasso, avendo ricevuto solo gli ordini minori. È lì venerato, nel santuario che porta il suo nome, meta di pellegrinaggi, soprattutto giovanili. È santo dal 1920, copatrono dell'Azione cattolica e patrono dell'Abruzzo.




S. EGIDIO 

- Protettore di: allattamento, sterili, cavalli, pecore, disabili, poveri, epilettici, lebbrosi, eremiti, fabbri, foreste e chi più ne ha più ne metta. Nativo di Atene, scappò in Francia, ritirandosi in una foresta dove si nutrì di erbe, radici e di frutti selvatici, e dormendo per terra. Il Signore gli mandò una cerva che gli forniva giornalmente il latte togliendolo naturalmente al suo cucciolo che morì di fame. 

Scoperto da Flavio re dei Goti, entrò nelle sue grazie e fece molti miracoli. Il re gli donò la foresta e pure un monastero in cui raccolse giovani che diresse colle regole di S. Benedetto. Il monastero crebbe a tal punto da divenire una città che ora porta il suo nome. Verso l'anno 950 morì e le sue reliquie vennero trasferite a Tolosa, tuttora fonte perenne di grazie e di miracoli. 

Con tutto ciò è stato radiato dal calendario come santo di pura invenzione. Come la mettiamo coi miracoli?



S. RAIMONDO Nonnato

Venne estratto dal corpo della madre, morta il giorno precedente, utilizzando un'arma da taglio (a Portell, nella regione catalana di Lleida, nel 1204). Sarebbe stato proprio il signore di Cardona, suo parente, che, con la sua spada l'avrebbe fatto nascere. Peccato che un bambino quando non riceve sangue dalla madre va subito in coma, ma in qualità di futuro santo...

Nonostante fosse nobile faceva il pastore, ma sentì parlare di Pietro Nolasco che cercava uomini per fondare l'"Ordine dei Cavalieri della Mercede", per riscattare i cristiani fatti prigionieri dai musulmani, così mollò le pecore e vi entrò a ventun anni.

Da mercedario, intraprese diversi viaggi per riscattare prigionieri a Valencia, ancora in mano ai musulmani, nel 1224, dove liberò 233 schiavi; un secondo ad Algeri, con 140 schiavi riscattati, e un altro ad Algeri, con altri 150 riscattati. In una di queste missioni si offrì come ostaggio al posto di un prigioniero.

Poiché in prigione predicava e convertiva musulmani, le guardie, per impedirglielo, forarono le sue labbra e le chiusero con un lucchetto, ma venne riscattato dal suo stesso Ordine, e ritornò a Barcellona nel 1239. Morì poco dopo, nel 1240, nel castello di Cardona, dove si era fermato in un viaggio verso Roma.

Sentendosi in un punto di morte, avrebbe chiesto l'eucaristia, e poiché il prete tardava a venire, sarebbe stato Gesù Cristo stesso a dargli la comunione. Nel 1657 Alessandro VII ordinò che il suo nome venisse incluso nel Martirologio Romano e Clemente IX volle che il suo culto venisse esteso a tutta la cattolicità nel 1669.

Nel 1681 papa Innocenzo XI fissò la sua festa al 31 agosto, ma... UDITE UDITE... è stato cancellato perchè santo di pura invenzione.



S. LORENZO GIUSTINIANI 

- Di nobilissima famiglia veneziana (1381 - 1456) si diede ad una vita ascetica dopo una visione della Sapienza Eterna. (e che avrà visto mai?)
Entrò nella Congregazione dei Canonici Secolari dell'isola di San Giorgio, di cui fu Superiore, continuando a dedicarsi alla preghiera e alla contemplazione ma anche alla questua per le strade.

Vescovo di Castello, riformò la sua diocesi e, nominato prima patriarca di Venezia seppe, grazie alla sua umiltà e santità, sanare la frattura tra Chiesa e potere civile.

Nei suoi scritti c'è l'idea madre dell'Eterna Sapienza, elemento dominante della sua mistica. Essa guida l'uomo al vertice della perfezione interiore e al vertice della vita episcopale.

Ebbene, tutte balle, perchè è stato cancellato come mai esistito.



S. NICOLA DA TOLENTINO 

- nato nel 1245 a Sant’Angelo in Pontano, in provincia di Macerata. Ancora molto giovane, divenne canonico nella Chiesa del Santo Salvatore a Tolentino e poi entrò fra gli eremitani di Sant’Agostino.

Nel 1269 venne ordinato sacerdote a Cingoli, nelle Marche e nel 1275 si stabilì a Tolentino.

S. NICOLA
Predicatore avvincente ebbe, ancora in vita, fama di operatore di miracoli e fu anche un instancabile apostolo del confessionale, sorridente e gentile con tutti, molto sensibile ai problemi sociali.

Morto a Tolentino il 10 settembre 1305, venne canonizzato nel 1446 da Eugenio IV. Nella basilica di Tolentino a lui intitolata, verso il 1340 è stata eretta una grande cappella, per custodirne la tomba.


E' stato cancellato come mai esistito (non solo per la faccia...).



S. GIUSEPPE DA COPERTINO

 già Giuseppe Maria Desa (1603 – 1663), fu sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali. Fu proclamato santo da papa Clemente XIII nel 1767. È il santo patrono di Osimo e di Copertino.

Nacque in una stalla (come Gesù Cristo, ma chi si credeva di essere?), ancora conservata. A sette anni iniziò la scuola, ma per una grave malattia la abbandonò. Guarì a 15 anni per grazia della Madonna della Grazia di Galatone (Lecce). Voleva farsi sacerdote francescano, ma gli mancava l'istruzione.

Sentendosi protetto dalla Vergine Maria, si mise sui libri e superò gli esami: fu ordinato sacerdote a Poggiardo per cui oggi viene venerato come protettore degli studenti.  Per 17 anni visse nel Santuario della Madonna della Grottella in Copertino che egli chiamava «La Mamma Mia».

Gli vengono attribuiti miracoli ed estasi che lo avrebbero portato a volare fin sul campanile: subì due processi del Sant'Uffizio, che lo relegarono dapprima in Assisi (1639-1653), poi a Pietrarubbia e, infine, a Fossombrone (Pesaro 1653-1657), in isolati conventi-romitori dei Frati Cappuccini.
Nel 1657 venne rilasciato e destinato ad Osimo dove morì. Il suo corpo è custodito nella cripta del santuario, in un'urna di bronzo dorato.

E' stato depennato dal calendario come falso santo. E i due processi? Falsi anche quelli. Domanda: ma chi era che vedevano volare sopra il campanile? Un gabbiano?



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