sabato 2 marzo 2019

I VASI FUNERARI DI CANOSA - II



LA II IMMAGINE DEI VASI DI CANOSA (LA DEA VACCA - FIG.1)

"Canosa e alcune sue terrecotte divennero per Bachofen il polo attorno a cui articolare il suo immaginario religioso e simbolico sempre ruotante intorno alla dicotomia vita-morte. Il fatto che Bachofen introduca la sua ricerca proprio con una descrizione dell’ipogeo canosino esprime la sua volontà di richiamare l’attenzione del lettore sulla potenza simbolica degli antichi sepolcri dell’Italia meridionale."



IL VASO DELLA DEA VACCA

Nella FIG. 1 si ammira il Vaso della Dea Vacca visto di fronte, mentre nella FIG. 2 è visto di profilo. Il vaso colpisce anzitutto per il viso femminile che vi troneggia, con corna di vacca sul capo, un serto di foglie d'edera (che richiama al culto Dionisiaco che era già vivo nel V sec. a.c.) che le circonda i rossi capelli, le ali sul capo a mo' di Medusa (da cui trarrà ispirazione l'Hermes greco) e gli strani orecchini, rossi anch'essi fatti ad anelli di catena.

Al disotto del viso c'è un fiore e due delfini, che abbiamo già descritto come emblema del divenire della natura il primo, e capacità di immergersi nelle acque profonde per risalire poi al presente i secondi, del resto attributi di Venere.

La Dea Vacca fu un culto che si estese in tutta Europa e pure in Africa e in Asia, (vedi Hator con le corna di vacca o Iside con le orecchie di vacca, o la vacca sacra indiana oggi decaduta nel mito ma rimasta sacra tanto che non può essere uccisa, al contrario del maschio).

La Dea Vacca è colei che nutre tutti con il suo latte, quindi col suo stesso corpo, visto che oltre ai vitelli nutrì anche gli uomini attraverso il latte e i formaggi. E' la Dea donativa, pertanto la Natura, colei che nutre tutti popoli sia umani che animali che vegetali. Noi tutti viviamo nutrendoci della natura.

Il colore dei suoi capelli rimanda a quello degli animali selvatici, non a caso il colore rosso fino al secolo scorso era segno di cattiva indole in chi ne fosse provvisto (il cattolicesimo condannò l'istinto come cosa diabolica in ogni sua manifestazione o richiamo). Gli orecchini fatti da due anelli incatenati tra loro è il simbolo della Natura, nutrice ma pure colei che incatena al mondo della necessità.

VASO DI CANOSA DELLA DEA VACCA  (Visto di profilo - FIG. 2)
Ai suoi lati due centauri, cioè due esseri mezzi animali e mezzi uomini, vale a dire l'uomo che ha riacquistato la sua parte animale, cioè il suo istinto, che tendono le braccia in senso di venerazione alle tre figure poste più in alto. Dunque la Vittoria è stata ottenuta, l'essere umano ha recuperato la sua natura istintiva conservando la sua razionalità, la sua memoria e la sua esperienza.

Dunque, nel vaso della Dea vacca: sopra la testa della Dea alata ci sono tre Dee in piedi, coperte solo dalla cintola in giù, tutte con un diadema in capo. Quella al centro con la veste sfumata in azzurro reca nella mano sinistra una bottiglietta o una fiala che dovrebbe rappresentare l'acqua della vita, e nella mano destra una patera. le due donne a lato hanno la veste sfumata di rosa e recano, quella a destra una colomba e quella a sinistra una patera.

La nudità dei seni riporta al nutrimento, al latte materno, riferito alla Natura che allatta gli esseri viventi. Nei sogni il seno nudo è un'immagine dell'anima, cioè l'apertura dei sentimenti verso gli altri.
La colomba è da sempre e ovunque il simbolo della Grande Madre, tanto è vero che per rendersi più credibile il cristianesimo se ne appropriò, come dire: "Ehi, siamo sempre gli stessi, abbiamo gli stessi simboli, non fate i difficili e accettateci!"

Solo che nel cristianesimo la colomba perde la sua veste femminile e diventa lo Spirito Santo che non si sa bene che è. Ovvero: la Madonna viene ingravidata dallo Spirito Santo... va bene, facciamola corta, se si allude all'uccello ci siamo.

La colomba esprimeva la purezza, l'innocenza e il candore che suscita l'aspetto della colomba, riferito all'aspetto invisibile della Dea Natura, che sembra talvolta crudele, ma che, per chi sa scoprirlo, ha un'Anima Mundi purissima.

IPOGEI LAGRASTA - (FIG. 3)
I due centauri che sembrano inneggiare alla Dea sono le forze istintuali dell'uomo che riconoscono la loro vera creatrice, la Natura, unica madre di ognuno. In quanto al Pegaso, o cavallo alato, esso rappresenta l'istinto animale che si unisce all'anima simboleggiata dalle ali. Quando anima e istinto si uniscono l'essere umano comprende il cosmo, la natura, se stesso e gli altri.

Diffidare di certi entusiasmi per le epoche passate illudendosi che gli antichi sapessero tutto e noi niente. Però, guardando questi vasi, viene da pensare che davvero ne sapessero molto più di noi, oppure che avessero un istinto così libero da poter illustrare i simboli dell'anima senza bisogno di filtrarli (e arrestarli) mediante la mente. talvolta i grandi artisti lo fanno, illustrano immagini che sentono dentro ma che non sanno spiegare neppure a se stessi.

Oppure qualcuno di molto illuminato ha ordinato ad alcuni splendidi artigiani di creare queste opere  superbe nell'esecuzione e nel significato. Oppure dei splendidi artigiani avevano capito tutto e cercarono di trasmetterlo ai contemporanei, oppure ai posteri. Simboli misteriosi per gli assetati di conoscenza.



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