lunedì 28 ottobre 2013

TOMBA DELLA REGINA





La civiltà maya abitò la zona del Centro America,  nella zona che si estende dal sud della Penisola dello Yucatán fino all'Honduras e El Salvador passando per Guatemala e Belize.

Gli archeologi dividono questa vasta area in due regioni:

- la regione del sud, detta "terre alte", con un sistema montuoso che occupa il territorio guatemalteco e la regione del nord,
- la regione del nord, detta "terre basse", che comprende la foresta tropicale sia del Guatemala che del Belize del nord e le zone più aride della penisola dello Yucatán.

ARISTOCRATICA MAYA
Essendo a corto di fonti si attribuirono ai Maya molte leggende e teorie inverosimili, soprattutto sulle loro “origini”.

Quando in Europa ci si rese conto che le terre toccate da Cristoforo Colombo non erano le Indie, ma un nuovo continente, la Chiesa si pose il problema di giustificare la presenza di persone anche al di là dell’Atlantico.

Poiché l’unico a sopravvivere al diluvio era stato Noé le popolazioni indigene americane vennero fatte risalire alle dieci tribù perdute di Israele.

E' la solita storia della pasta della pizza che stendi per farla tonda e poi la devi mettere in una teglia quadrata, ovale ecc. La stiracchi ma quella prima o poi torna tonda.

Però la Chiesa si è infurbita, ora che è molto verosimile che esistano altri pianeti abitati, ha dichiarato che il sacrificio del Cristo può aver beneficiato anche questi.
Per il principio, se esistono uomini sono cattivi perchè hanno disobbedito (ma il paradiso terrestre con la fatidica mela non era qua sulla terra fra il Tigri e l'Eufrate?) il Cristo vale per tutti.

Comunque poi gli studiosi cambiarono idea e nell’Ottocento pensarono che i Maya avessero origine dagli Egizi, da poco riscoperti a seguito della conquista di Napoleone. (che fossero anche questi discesi da una tribù di Israele?)

Nella seconda metà del Novecento invece scrittori come lo svizzero Erich Von Daniken e lo statunitense José Arguelles proposero la teoria secondo la quale i Maya fossero stati influenzati da civiltà aliene. Della serie: le cavolate non finiscono mai e ognuno si fabbrica il mondo come gli serve.




GLI SCRITTI

La civiltà maya produsse moltissimi testi scritti su una carta pregiata prodotta dalla corteccia di certi alberi di fico, ripiegata a formare un libro, detto codice. 

Poco dopo la conquista i preti spagnoli, tra cui il sanguinario vescovo  Diego de Landa, sterminatore e torturatore dei Maya, ordinarono la distruzione di tutti i testi scritti su carta dei Maya. 

Landa affermò: 
"Troviamo tutti i libri scritti nella loro lingua e dato che in essi non v'è cosa che non sia corrotta da superstizione e falsità diabolica, bruciamoli indistintamente!"

Si calcola che tonnellate di libri andarono distrutti, scritti che illustravano la civiltà maya in tutti i suoi aspetti.

Come al solito la Chiesa ha teso a cancellare qualsiasi forma di civiltà per timore che le menti assopite dal terrore religioso cattolico si svegliassero.

In riferimento ai pochi scritti maya pervenuti ai giorni nostri, Michael D. Coe, un illustre linguista ed epigrafista dell'Università di Yale ha affermato:

« Ciò che possiamo capire dell'intero pensiero dei maya è solo una minuta tessera dell'intero mosaico, dal momento che delle migliaia di libri in cui i Maya hanno scritto delle loro conoscenze e credenze sono giunti ai giorni nostri solo 4 testi; come se i nostri posteri potessero conoscere di noi solo ciò che è scritto in 3 libri di preghiera e ne "Il viaggio del pellegrino" »
(Michael D. Coe)

Sembra eseguissero sacrifici umani sia di donne che di uomini. La loro discendenza appare matrilineare, e forse le donne non erano tenute in così poco conto come si è voluto dimostrare. 

Il re Pakal si riferisce alla propria madre Zac Kuk chiamandola Colomba Bianca (la Dea) asserendo di aver ereditato da lei il trono nel 615 dopo 3 anni di governo della madre.

Usufruivano di una grande varietà di tecniche di agricoltura, come terrazzamenti, canali di irrigazione, campi sopraelevati o protetti dalle inondazioni tramite solchi, uso di feci umane come fertilizzante, giardini galleggianti, argini, dighe, serbatoi, stoccaggio di acqua, sistemi idraulici, bonifica di paludi, incendi assistiti con lo scopo di sanificare e fertilizzare il terreno, e altre tecniche ancora non chiare.

Oltre ai terreni montuosi, i Maya sfruttarono per l'agricoltura anche l'impervia foresta pluviale  per 1500 anni, in un territorio che sarebbe stato proibitivo per la maggior parte dei popoli del tempo; il loro successo nell'arco di due millenni in queste condizioni ambientali fu a dir poco straordinario.

Ed ora la scoperta:

STELE DEL RE E REGINA


KALOOMTE, LA SUPREMA GUERRIERA DEI MAYA

K'abel fu la sovrana del Regno di Wak tra il 672 e il 692 d.c.: la donna più potente durante l'impero della dinastia Kan e il suo sepolcro è stato recentemente rinvenuto nel sito archeologico El Peru-Waka', in Guatemala.

Gli archeologi dell'Università di Washington nel Missouri hanno scoperto quello che credono essere il suo luogo di sepoltura all'interno del principale tempio piramide della antica città di El Peru-Waka, e gli scavi del tempio a piramide erano condotti da David Freidel, archeologo della Washington University di St. Louis


GIADA DELLA COLLANA
I resti sono stati rinvenuto nel giugno scorso, ma fino ad ora gli esperti hanno lavorato per verificare l'identità della regina.

Nel Guatemala esistono molte piramidi e rovine della civiltà maya, che visse e prosperò tra gli anni 250 e 900, e che si estendeva nelle terre dell'Honduras fino alla regione centrale del Messico.

Tutto indica possa essere la tomba di un'antica regina. Una tomba contenente molti gioielli di giada e tanti artefatti in grado di fare luce su un'antica civiltà. 

Ricercatori del Guatemala e degli Stati Uniti, lavorando unitamente hanno scoperto, nel sito archeologico di Peru-Waka, nella selvaggia regione di Peten, nel nord del paese, i resti della grande regina Kalomt'e K'abel, che regnò nel VII secolo.

È stato però il ritrovamento di un piccolo vaso di alabastro, trovato nella camera sepolcrale, a portare gli archeologi alla giusta attribuzione.
Sul vaso è scolpita una conchiglia, da cui emergono la testa e il braccio di una donna.

La rappresentazione della donna in età matura, con il volto incorniciato da una ciocca di capelli, e quattro geroglifici scolpiti sul piccolo recipiente, hanno permesso di identificare il tempio come quello della Signora K'abel.

Il suo nome è scritto negli ultimi due geroglifici.

VASETTO
Anche l'esame dei resti osteologici confermano che vi fu sepolto un individuo adulto, ma il deterioramento delle ossa non permette di identificare con assoluta certezza se il defunto fosse maschio o femmina.

«Si tratta di una scoperta importante, non solo perché è la tomba di una figura di enorme prestigio nella storia dei Maya, ma anche perché le informazioni testuali e le immagine scolpite sul vaso costituiscono un’importante e rara combinazione di documenti archeologici e storici» annuncia Freidel, professore di antropologia e studioso della civiltà Maya.

«Insomma un colpo di fortuna, anzi una casualità».

Gli archeologici, infatti, erano impegnati nello studio delle caratteristiche architettoniche di altari e santuari e delle numerose offerte rinvenute nel tempio principale della città di El Perú-Waká.
Quasi un chilometro quadrato di piazze, palazzi, piramidi e residenze, circondate da ulteriori abitazioni e templi dispersi nella foresta.

E non pensavano di individuare un luogo di sepoltura reale.
«Ma ora è più chiara la ragione per cui il tempio era così venerato: vi era sepolta K'abel».
FRAMMENTO SIGILLO REALE
K'abel è considerata la donna più potente del Petén occidentale durante l'impero della dinastia Kan nel VII secolo della nostra era.

Ha governato per almeno vent'anni (672-692) con il marito, K'inich Bahlam.

Ma era lei la più alta autorità, la «Suprema guerriera», aveva il comando militare della casa imperiale del Re Serpente.

Una sua descrizione si trova sulla stele 34 di El Perú, oggi al Cleveland Art Museum.

Il ritrovamento è di importanza fondamentale per l'archeologia Maya perché costituisce uno dei rarissimi casi in cui i dati delle fonti indirette ricavati attraverso le missioni di scavo possono essere incrociati con le pochissime informazioni storiche di cui disponiamo a proposito di questa civiltà.

E' stato dunque un team di archeologi, coordinati da David Freidel, della Washington University di St. Louis, a scoprire per puro caso in Guatemala la tomba di Kalomt'e K'abel (ossia la Signora K'abel).
Ella è considerata una delle più importanti regine della civiltà classica Maya, vissuta nel VII secolo d.c.
La tomba è stata rinvenuta durante gli scavi nella città reale di El Perú-Waká, locata a circa 75 chilometri a ovest da Tikal, area ricca di siti archeologici che conservano altri importanti resti Maya.
Una grande tomba, ricca di offerte, tra cui diversi vasi in ceramica risalenti alla fine del VII secolo, e grandi quantità di gioielli di giada, conchiglie e lame di ossidiana.

VASI CON OFFERTE


GLI SCAVI

- Il progetto archeologico è iniziato nel 2003 ed è finanziato dalla Fondazione per i beni culturali e naturali del Guatemala (Pacunam).
Il sito di El Perú-Waká, si trova nel cuore della Laguna del Tigre National Park, nella Riserva della biosfera Maya.


STATUETTA DI GIADA
Il sito di El Peru-Waka’ si estende per circa un chilometro quadrato, con templi-piramide, piazze, palazzi e abitazioni.

I suoi antichi resti monumentali, oggi nascosti nell’intricata foresta tropicale, si sono ridotti a un cumulo di macerie nel corso di secoli di abbandono.
La Regina GuerrieraK'abel fu la sovrana del Regno di Wak per almeno una ventina d'anni, tra il 672 e il 692 d.c.
La cosa straordinaria è che pur avendo regnato accanto al marito, il Re K'inich Bahlam, la Sovrana si fregiava del titolo di Kaloomte (guerriero supremo) che la metteva in una posizione gerarchica superiore anche a quella del suo sposo.
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Purtroppo l'assenza di nomi incisi sulle pareti della sepoltura non può dare la certezza assoluta che si abbia a che fare con la Regina K'abel: ma è altamente probabile in base ai rilievi effettuati.

Immagini della regina K'abel sono infatti presenti in sculture e disegni che risalgono all'anno 692 del periodo classico maya, insieme al suo sposo, il re Wak K'inich Bahlam II.

Conosciuta come La Signora del Grande Serpente per i suoi amici e come Suprema Guerriera per i suoi sottoposti. la Signora K'abel governò il regno di Wak oggi Guatemala.

GEROGLIFICO REGINA
Decifrare l'identità dei capi maya è un lavoro che diventa spesso una sfida. 

"Abbiamo fatto molte scoperte di oggetti relativi a questa regina e ora completare il lavoro con i suoi resti è un passo molto importante", ha affermato l'archeologa guatemalteca Griselda Pérez.

Il corpo era sepolto insieme a diversi oggetti, tra cui vasellame in ceramica, gioielli di giada, figurine di pietra e una particolare giara d’alabastro modellata a forma di conchiglia di strombo - un grosso mollusco tipico dei Caraibi - dalla quale emergono la testa e le braccia di un’anziana donna.

Secondo gli studiosi, i geroglifici sul retro della giara contengono i nomi di “Signora delle Ninfee” e “Signora del Dio Serpente”.

Entrambi i nomi si riferiscono alla regina che governò il regno di Wak, K’abel, appartenente alla dinastia Kan ("serpente") originaria della città di Calamkul, la capitale maya.
Ma non basta, ci sono altri riferimenti che rendono praticamente certa la sia identità, anche se qualche archeologo dubita ancora.

VASO DI CERAMICA
Ma è usuale, ogni volta che si scopre in archeologia che una donna abbia usufruito in altri tempi di particolari onori e privilegi, come un uomo o addirittura più di un uomo, sorge una miriade di archeologi pronti a confutare la scoperta.

Dunque la regina, sposata con K'inich Bahlam, si fregiava del titolo di “Kaloomte”, cioè supremo guerriero, che le dava maggiore autorità di un re.

Quindi prima tra i guerrieri e più importante del marito, ti credo che gli archeologi storcono il naso.
Ora si pensa a chi le consentisse di fregiarsi di un titolo così onorevole, di certo meritato ma ciò non giustifica l'alta posizione raggiunta dalla regina.

Laddove una donna può acquisire grande potere, deve trovarsi in una situazione in cui questo potere alle donne è già consentito.

David Stuart, un docente di arte e scrittura precolombiana alla University of Texas che non ha partecipato alla ricerca, sostiene che:

è difficile stabilire l’identità di un corpo in una tomba regale, a meno che non ci sia un’incisione sulle pareti con il suo nome. 

Comunque c’è una discreta possibilità che sia proprio lei”.

Anche se è possibile che la giara d’alabastro fosse soltanto un dono di K’abel finito in un’altra tomba, Stuart ha aggiunto che la traduzione dei geroglifici “è molto indicativa”. 

Proprio la presenza di entrambi i nomi con i quali ci si riferiva alla regina in altre iscrizioni, “non lascia spazio a molti dubbi sul fatto che si tratti della stessa persona”.

Anche il ritrovamento di una conchiglia d’ostrica sul torace suggerisce che la tomba appartenesse proprio a K’abel: secondo gli archeologi che hanno studiato i resti, infatti, la regina indossava quel tipo di conchiglie come ornamenti. 
                                      
Sebbene le pessime condizioni di conservazione dello scheletro abbiano impedito di determinare con certezza sesso ed età, le caratteristiche del cranio sembrano coincidere con quelle di un antico ritratto del severo volto della regina Maya.

Insomma, come dettaglia il sito del National Geographic, i resti dello scheletro della Regina non hanno dato modo di determinare sesso ed età, ma grazie alle trascrizioni e alle caratteristiche del cranio, nonchè al ritrovamento di una conchiglia d’ostrica sul torace, gli studiosi sono quasi certi che la tomba appartenesse proprio alla Regina K’abel.

TESTA DI GIADA
Noi sappiamo che i Maya sono esistiti, hanno dominato con la loro intelligenza acuta e quasi visionaria, con i loro sacrifici umani e i misteriosi riti sacrali.

Ma diciamola tutta, dei Maya sappiamo molto poco.

La scoperta di questa nuova tomba potrebbe aiutare gli studiosi a capire perché la città rimase un centro di venerazione anche dopo il collasso del regno di Wak.

Gli autori dello studio infatti scrivono:
Ora è chiaro che l'età d'oro della città, la sua grande regina e suo marito, vennero ricordati e celebrati dalle persone comuni, con le loro umili offerte e speranze per un futuro rinnovato”.

Stuart spiega che un’usanza della dinastia Kan era quella di dare in mogli le proprie principesse e nobildonne ai principi degli stati vassalli, quali appunto il regno di Wak.

Donne come K’abel creavano una connessione familiare con le grandi città del nord come Calakmul.

Venivano rappresentate sui monumenti ed entravano a far parte del simbolismo politico nei regni minori.

Anche i Romani davano le figlie, le sorelle e quant'altro in matrimonio per istituire alleanze vantaggiose al potente di turno, ma quelle donne non ricevevano potere, o almeno non un potere riconosciuto pubblicamente.

Grazie a questa scoperta archeologica importantissima, sono stati rilevati preziosi dati che approfondiscono e vanno ad arricchire il quadro di informazioni che abbiamo su questa grande ed estremamente affascinante civiltà del passato.

TOMBA DELLA REGINA


SCOPERTA LA TOMBA DI UNA REGINA MAYA

SETTEMBRE 23, 2011

Lo scheletro di una sovrana maya, la cui testa fu misteriosamente deposta fra due coppe, è una delle due sepolture scoperte fra le rovine maya di Nakum, in Guatemala.

Lo scheletro, risalente a circa 2.000 anni fa, è stato infatti trovato sotto un’altra sepoltura più recente (1.300 anni fa) colma di tesori come una gorgiera di giada, perline e coltelli cerimoniali.

Gli studiosi non sanno spiegare esattamente perché il corpo fu sepolto con queste coppe, “ma abbiamo visto qualcosa di molto simile a Tikal”, un altro centro in Guatemala che fu una delle più potenti città maya precolombiane, dice Koszkul.

Anche il sesso del regnante li ha colti di sorpresa: 

Ci aspettavamo un uomo”, dice l’archeologo. 

Le regine maya, spiega, sono piuttosto rare rispetto ai sovrani di sesso maschile.

I ricercatori sono certi che la persona sepolta in questa tomba era di rango elevato: non solo il corpo era accompagnato da molti oggetti preziosi, ma le offerte sulla tomba continuarono per due secoli dopo la sepoltura.

Ci ha davvero sorpreso il fatto che, nonostante avessimo trovato dei buchi scavati dai saccheggiatori attorno alla struttura, la tomba fosse intatta”, dice Jaroslaw Zralka, direttore del progetto Nakum.

I resti della tomba superiore sono stati distrutti dai roditori nel corso dei secoli, ma il corpo appartiene chiaramente a un altro regnante maya, forse – a giudicare dalla corporatura minuta e da un anello – anch’esso una donna.

Quelle rinvenute sono le prime tombe reali trovate a Nakum, che un tempo era un popoloso centro maya. L’archeologo Wieslaw Koszkul e i suoi colleghi lavorano nell’area di Nakum, detta il Triangolo Culturale, da decenni. 

Pensiamo che la struttura fosse una sorta di mausoleo per una stirpe reale prolungatasi per circa 400 anni”, 

dice Koszkul, dell’istituto archeologico dell’Università Jagiellonian di Cracovia, in Polonia.

L’antico edificio era stato completamente ricoperto dalla vegetazione prima dell’inizio degli scavi, avvenuto nel 2006; solo una collinetta lasciava intuire la sua presenza.

GORGERA DI GIADA
La collina e un altro cumulo vicino chiamato Struttura 14 si trovano sul lato orientale di un patio a Nakum.

“Per i Maya l’Est era molto importante, quindi è dal 2003 che pensavo che se mai ci fosse stata una tomba reale a Nakum, doveva trovarsi in questa struttura”, racconta Koszkul.

Una volta all’interno del primo livello della tomba, gli studiosi hanno notato delle crepe nel pavimento: hanno iniziato a scavare trovando la seconda tomba, più antica.

“Penso che continuando a scavare potremo trovare altre tombe, ma i nostri pozzi di sondaggio sono molto stretti”, spiega Koszkul. “Non possiamo scavare tutto”.

La testa della donna trovata nella tomba di 2.000 anni fa era coperta da un vaso (nella foto) che conteneva frammenti del suo cranio.

I glifi sulla gorgiera rappresentano un po’ un mistero: Simon Martin della University of Pennsylvania ha tradotto il nome della persona come Ixim Chan, o “Dio-serpente del mais”. Ma il pezzo di giada contiene anche la parola “Yaxha” che è il nome di una città 17 chilometri a sud di Nakum.

“Non sappiamo come questo gioiello sia arrivato a Nakum. Forse un re di Nakum portò il pettorale da Yaxha, ma c’è anche la possibilità che Nakum governasse Yaxha”, dice Koszkul.

Lo stile dei glifi è 300 anni precedente alla tomba, il che fa ipotizzare che fosse un cimelio di famiglia, aggiunge lo studioso.

Rinvenuti anche barre di calcare forse usate per la pesca, piatti di cottura d’argilla e coltelli dipinti di blu, forse usati per le offerte rituali.

Nove coltelli di selce risalenti al Tardo periodo Classico (600-700 d.c.) sono stati rinvenuti nella sepoltura reale superiore.

Di questi, almeno quattro erano dipinti con un pigmento blu che i Maya utilizzavano anche per dipingere le vittime dei propri sacrifici, il che fa pensare che i coltelli venissero utilizzati per queste uccisioni rituali.

Attorno al 800-900 d.c., i Maya avevano iniziato ad abbandonare Nakum e le città circostanti, anche se gli studiosi hanno ipotesi contrastati sulla causa di questo fenomeno.

Nakum e le sue strutture erano già state distrutte”, eppure gli abitanti rimasti depositarono sei perline, tre anelli di conchiglia e ossa non si sa se umane o animali sopra la tomba, racconta Koszkul.

Probabilmente ricordavano che qui c’era una grande tomba importante per Nakum”, ipotizza lo studioso.



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