venerdì 15 dicembre 2017

SKARA BRAE





LE ORCADI

L’arcipelago delle Orcadi, in Scozia, è composto da 67 isola, di cui solo 17 sono abitate. Vi si possono ammirare splendidi paesaggi costieri con scogliere di arenaria alte 300 m e spiagge solitarie di sabbia bianca. Il clima offre dieci mesi d’inverno e due di tempo appena più mite, con un vento che soffia incessantemente. Per giunta il braccio di mare, Pentland Firth, che separa le isole dalla Scozia è uno dei più tempestosi del mondo.

Questa zona ciononostante è ricca di aree archeologiche: Maes Howe, Brodgar, Stennes, Skara Brae, The tomb of Eagle e la Dwarfie Stone rappresentano suggestive ed enigmatiche testimonianze di una preistoria europea ancora da scoprire. Qualcosa ci dice che forse in quell'epoca arcaica in quelle zone il clima era più mite, oppure che tutti gli abitanti fossero masochisti, ma propendiamo per la prima.



SKARA BRAE

Skara Brae (pronuncia "skɑrə breɪ") è un grande insediamento neolitico in pietra situato vicino alla Baia di Skaill, sulla costa occidentale della principale isola delle Orcadi, di nome Mainland, in Scozia È composto da dieci abitazioni, e venne occupato grosso modo tra il 3100 a.c. ed il 2500 a.c.

Il grado di conservazione è talmente alto da far guadagnare al sito il titolo di "Patrimonio dell'umanità" da parte dell'"Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura" l'UNESCO. Più antico di Stonehenge e delle grandi piramidi, il villaggio venne chiamato "La Pompei scozzese" a causa del suo eccellente stato di conservazione.



GLI SCAVI

È il più completo villaggio neolitico dell'Europa. Fino al 1850 Skara Brae si trovava sommerso da sedimenti che ne celavano l'esistenza agli osservatori, dando al luogo l'aspetto della solita collina locale.

Durante l'inverno di quell'anno però, una forte tempesta con vento e acqua a catinelle rimosse la copertura sedimentaria portando alla luce le prime tracce degli insediamenti.

William Watt di Skaill, un proprietario terriero locale, iniziò da amatore a scavare il sito, ma dopo che vennero scoperte ben quattro case, i lavori vennero abbandonati nel 1868. Erano piccole case senza tetto, risalenti ad un'epoca indefinita, con una specie di mobilio, attrezzi e suppellettili.

Nonostante l'eccezionale ritrovamento per molti decenni non vennero effettuate ricerche, lasciando che la popolazione locale si appropriasse degli oggetti contenuti nel sito. In seguito ai danni provocati da una successiva tempesta nel 1924, venne finalmente organizzata una campagna di scavi, che si svolse tra il 1928 ed il 1930, sotto la guida di Vere Gordon Childe, titolare della cattedra di archeologia dell'Università di Edimburgo.

Gli abitanti di Skara Brae erano apparentemente costruttori ed utilizzatori di oggetti scolpiti. Le case erano ripari costruiti usando il terreno e, essendo scavate nel terreno, erano solitamente costruite sul luogo di preesistenti collinette dovute all'accumulo di rifiuti noti come "middens".

Nonostante i detriti dessero alle abitazioni un minimo di stabilità, il loro principale vantaggio fu la protezione dal rigido clima delle Orcadi, che comunque, anche se probabilmente meno fredde di oggi, tanto calde non dovevano essere neanche allora. In media le case misuravano 40 m² con al centro un camino necessario per cucinare e riscaldare. Venne edificato un muro per proteggete i resti di Skara dal mare, ma mentre procedevano i lavori, vennero scoperte altre case della stessa epoca.

"Io sento" dice lo scrittore del The Bulletin" che gli scavi a Skerrabrae nelle Orkney, hanno richiamato tale attenzione nell'anno passato, che saranno ben presto oggetto di scavo."

STANZA 8
"Professor V. Gordon Childe che sarà ancora cooperatore con le rappresentanze dell' "Office of Works":
"Vi sono ancora problemi sa risolvere, e si spera che le ricerche di questa stagione getterà una marea di luce sul periodo delle strutture sotterranee e le persone che abitavano in loro."
The Orcadian, 1929

Si suppone dunque che all'epoca il clima fosse un po' meno rigido, e forse i terreni più a sud meno ospitali.

Di certo la vicinanza del mare consentiva la pesca e l'umidità del luogo, unito al terreno erboso, consentiva qualche cultura di cereali.

Dal momento che sull'isola crescevano pochi alberi gli abitanti usavano i resti delle mareggiate e le ossa di balena, con l'aggiunta di zolle erbose, per costruire il tetto delle loro case interrate.

Le case erano complete di arredamento costruito in pietra, tra cui armadi, guardaroba, sedie e ripostigli.

Un sofisticato sistema di drenaggio all'interno del villaggio permetteva l'esistenza di una grezza forma di vaso sanitario in ogni casa.

Sette delle case hanno un arredamento molto simile, con letti ed armadi nelle stesse posizioni. L'armadio sta sul muro opposto all'entrata, in modo che fosse la prima cosa visibile entrando in casa.

Realizzata in arenaria gialla e rossa, la mobilia dell'Età della Pietra era "lavorata finemente" e rappresentava "la più alta fascia di mercato" per l'epoca, sottolineano gli archeologi.

STATUINA
Gli scavi del 2011 hanno permesso di rinvenire ulteriori esempi delle misteriose incisioni geometriche su pietra che decoravano il complesso, così come altre testimonianze di produzione di pitture; tracce di colore arancio, rosso e giallo erano state già individuate sulle mura nel 2010.

"C'è una stanza dove vi sono tracce di vari colori ocra e piccole pietre cave in cui veniva macinato il pigmento”, spiega Card.

"Abbiamo sempre pensato che durante il Neolitico l'uomo usasse i colori, sia per dipingersi il corpo o magari per tingere i vestiti, ma questa è la più antica testimonianza nell'Europa settentrionale di un utilizzo dei colori sulle mura di un edificio”, dice lo studioso.

Fra le altre scoperte effettuate nel 2011 vi è una rara figurina umana neolitica realizzata in argilla  "Ha una testa con due occhi e un corpo; l'abbiamo chiamata 'il ragazzo di Brodgar'", spiega Card. "È stata trovata fra i resti di una delle strutture più piccole".
Perchè ragazzo? Non ha alcun attributo maschile, sicuramente è un idolo, o una statuetta apotropaica. Le più antiche furono sempre femminili, ma dove si può si tende a negarlo.

Otto case non hanno arredamento, ma sembrano divise in piccole stanze. La spiegazione più plausibile è che la gente del luogo abbia attinto a piene mani dal sito senza comprenderne l'importanza.

LE VARIE STANZE
Durante gli scavi di queste case sono stati trovati frammenti di pietra e ossa. Può darsi che queste abitazioni venissero usate anche come laboratorio per la creazione di piccoli arnesi quali aghi in osso o asce di selce. Il sito ha permesso la scoperta dell'esemplare più antico in Europa di "Siphonaptera" (pulce), ossia di piccolo villaggio autonomo, e il metodo del carbonio 14 ha permesso di datare la vita di questo sito a partire dal 3100 a.c., per circa sei secoli.

Allora ci si chiede cosa abbia tenuto insieme queste persone in un agglomerato pacifico per 600 anni; noi siamo abituati ad immaginare un impero per 600 anni. Se non altro pensiamo che debba esserci almeno una forte credenza religiosa che unisca le persone, con un potere laico o sacerdotale che sia.

Attorno al 2500 a.c., dopo i cambiamenti climatici che trasformarono il clima rendendolo più freddo ed umido, l'insediamento venne abbandonato dagli abitanti. E' pur vero che gli eschimesi affrontano climi ben peggiori e che comunque almeno la risorsa ittica doveva essere ancora disponibile, senza parlare della numerosa fauna aviaria (uccelli) di moltissime specie che si annidano in zona.

Esistono numerose altre teorie per spiegare la frettolosa fuga degli abitanti, ma non ci sono prove certe che ne dimostrino la validità.
DECORAZIONI DELLE STANZE

Nonostante gli edifici visibili diano un'idea di insieme organico, probabilmente molte case sono state perse a causa dell'erosione del mare precedentemente alla loro scoperta.

Si sa che i reperti trovati erano in prossimità dell'antico monumento, nella zona attualmente coperta da prati.

Si è anche notato che gli abitanti usavano decorare le pareti, i mobili e i letti con segni a zig zag, a spina di pesce, a cunei, a punta di freccia, a rete, ma pure con simboli non facilmente decifrabili.

Un altro stile peculiare di Skara è lo stile Grooved Ware, in pratica uno stile scanalato. Un muro costruito in pietra protegge le rovine ancora nascoste dall'erosione del mare.
Oggi, Skerrabra, o Skara Brae come è noto, sopravvive come otto abitazioni, collegate tra loro da una serie di bassi, passaggi coperti.

A causa della protezione offerta dalla sabbia che copriva il regolamento per 4.000 anni, gli edifici, e il loro contenuto, sono incredibilmente ben conservati.

Non solo le pareti delle strutture ancora in piedi, e sussistono pure vicoli coperti con le lastre di pietra originali, ma le finiture interne di ogni casa danno uno scorcio senza precedenti della vita come lo era nel neolitico alle Orkney.
Ogni casa condivide lo stesso progetto di base, una grande sala quadrata, con un camino centrale, un letto su entrambi i lati e un cassettone sulla parete di fronte alla porta.

Nella sua esistenza, Skara Brae venne incorporata nei detriti alluvionali che riportarono al villaggio la propria spazzatura, e questo, insieme con le dune di sabbia invadenti, fece si che il villaggio venisse progressivamente abbandonato.

Successivamente, l'insediamento è stato gradualmente coperto da un muro di sabbia che lo nascose alla vista per più di 40 secoli. Ma gli elementi che hanno esposto Skara Brae al mondo sono anche il suo più grande nemico.

Il paese rimane sotto la costante minaccia di erosione costiera e l'assalto della sabbia e del mare. Inoltre, il crescente numero di visitatori del sito ogni anno causano problemi. Si sta procedendo, tuttavia, per alleviare, o ridurre al minimo, questo danno.

I MONOLITI DELLA ZONA

Altri siti correlati delle Orcadi. 

Un sito paragonabile (anche se più piccolo) si trova a Rinyo su Rousay. Stranamente non ci sono case simili a quelle di Maeshowe su Rousay, e le numerose camere memoriali vennero costruite da un'altra popolazione.

Il sito noto come Knap of Howar, sull'isola di Papa Westray, contiene una fattoria neolitica ben conservata. È databile tra il 3500 ed il 3100 a.c., ed ha una struttura simile a Skara Brae, ma risale ad un periodo precedente contenendo le costruzioni in pietra più antiche d'Europa (tra quelle tuttora in piedi).



Patrimonio dell'umanità 

Il Cuore delle Orcadi neolitiche venne inserito tra i patrimoni dell'umanità nel dicembre 1999. Oltre a Skara Brae il sito comprende Maeshowe, il Cerchio di Brodgar, le Pietre erette di Stenness ed altri siti minori. Viene gestito dall'Historic Scotland, ed il documento di assegnazione dello status inizia scrivendo:
« I monumenti del cuore delle Orcadi neolitiche e di Skara Brae dimostrano il trionfo dello spirito umano nell'antichità e nei luoghi isolati. Furono quasi contemporanei con le civiltà arcaiche dell'Egitto (prima e seconda dinastia), con i templi in mattoni della Sumeria e con le prime città della civiltà indiana di Harappa, e precedente di uno o due secoli all'età dell'oro della Cina. Incredibilmente decorato per quel periodo, e con molti reperti sopravvissuti agli anni, questi siti sono un segno tangibile delle scoperte effettuate dai popoli antichi distanti dai tradizionali centri culturali. »


CONCLUSIONI

Stiamo continuamente retrodatando la storia. Si sta formando nel cervello degli archeologi l'idea che anche se non ci sono re e guerre, dei popoli siano ugualmente vissuti e sopravvissuti per secoli.e secoli senza scrittura ma pure senza guerre. Al matriarcato seguì un misto di patriarcato e matriarcato fino a precipitare nel pieno patriarcato e le guerre furono assicurate.

Ormai è risaputo che le più antiche civiltà matriarcali risalgano a 30000 e pure 35000 anni fa mentre quelle patriarcali a circa 5000 anni fa. Cosa si pensa che abbiano fatto tutti questi popoli in queste decine di migliaia di anni?

Si sono riuniti in grandi popoli? No, perchè è colle guerre e con la sopraffazione che si obbliga la gente a riunirsi, se nessuno obbliga la gente preferisce stare in piccoli villaggi dove le persone si conoscono e si aiutano. Nelle città le persone non si conoscono, non si aiutano e si depredano a vicenda.

Ne consegue che la terra è piena di villaggi matriarcali, in parte scoperti ma in gran parte ancora da scoprire.. e stavano meglio di noi.



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