sabato 31 marzo 2018

FALTONIA PROBA



FALTONIA PROBA DEL BOCCACCIO

Faltonia Betizia Proba, (si sposò nel 351 e scrisse un poema cristiano nel 362 ) fu una poetessa romana, la più importante e influente poetessa di lingua latina della Tarda antichità. Perchè, di tutti i libri scritti dalle donne pagane e bruciati sui roghi cristiani ne vogliamo parlare?

Sono stati bruciati un mare di libri antichi, basti pensare alla biblioteca di Antiochia, nonchè a tutte le altre biblioteche, perchè la filosofia e l'arte erano peccato se non servivano ad elogiare Dio o convincere alla conversione nel Cristianesimo. Hanno assassinato Ipazia perchè era una scienziata e hanno distrutto tutto ciò che le donne hanno scritto.

Si salvarono le poesie latine di Sulpicia perchè, avendole trovate fra gli scritti di Tibullo, pensarono fossero scritte da lui. Tutte le opere delle donne sono state distrutte, altrimenti come facevano a dire che le donne sono tutte cretine?...

Faltonia è appartenente a una famiglia aristocratica molto influente del IV secolo, i Petronii Probi, ed è famosa per aver scritto il "Cento vergilianus de laudibus Christi", un centone composto da versi di Virgilio formanti un poema epico centrato sulla figura di Gesù.

Suo padre era Petronio Probiano, console nel 322, suo fratello Petronio Probino, console del 341, suo nonno paterno Pompeo Probo, console nel 310. Sposò Clodio Celsino Adelfio, praefectus urbi nel 351, dal quale ebbe almeno due figli, Quinto Clodio Ermogeniano Olibrio e Faltonio Probo Alypio, tutti alti funzionari imperiali.

Nel 197 Tertulliano (155-230) inneggia alla tolleranza del cristianesimo:
Uno onori Dio, un altro Giove; uno tenda le mani supplici verso il cielo,
altri verso l'ara della Fede; uno, se crede, conti, pregando, le nuvole,
un altro le travi del soffitto; uno al proprio Dio voti l'anima propria,
altri quella di un caprone.
Badate, infatti, che non concorra anche questo al delitto di irreligiosità:
togliere la libertà di religione e interdire la libertà di scelta della divinità,
così che non mi sia permesso onorare chi voglio,
ma sia costretto a onorare chi non voglio.
Nessuno vorrà essere onorato da chi non vuole farlo,
nemmeno un uomo
."

COSTANZO II
Stupendo, però quando Costanzo vinse l'usurpatore Magnenzio non solo proibì i riti pagani ma emise una condanna a morte per i trasgressori. Come si sentirebbe oggi la gente se venisse condannata a morte perchè cattolica, e magari uccisa solo perchè è andata a messa?

Nata in una famiglia pagana, Proba si convertì quando già era adulta, facendo poi convertire anche il marito e i figli. Ma scherziamo? Costanzo condanna a morte i pagani nel 353 e suo fratello Petronio Probino, sarebbe pagano e viene eletto console del 341? E sposa  Clodio Celsino Adelfio, praefectus urbi, nel 351 e lui che assolve ad una delle cariche più prestigiose dell'impero non è cristiano?

Ma tutta la sua famiglia era cristiana, altrimenti certe cariche se le sarebbero sognate.
Faltonia Proba morì prima di Celsino; cristiana, venne probabilmente sepolta assieme a lui nella basilica di Sant’Anastasia al Palatino a Roma, dove, fino al XVI secolo esisteva un’iscrizione funebre, posta su di una colonna presso l’altare maggiore della chiesa, che fu poi ricollocata a Villa Borghese nel XVIII secolo, prima di scomparire.

Il legame tra la chiesa e Proba potrebbe essere proprio Anastasia di Sirmio, la quale era probabilmente appartenente alla gens Anicia: a Proba e a Celsino potrebbe essere stato concesso, dunque, il privilegio di una sepoltura ad sanctos (vicino alla tomba di un santo), in virtù della particolare venerazione della loro famiglia per la santa. Era proprietaria, assieme al marito, degli Horti Aciliorum, posti a Roma sul Pincio.

Ma se Anastasia di Sirmio è morta nel 304 d.c., che ci raccontano? Faltonia si era sposata nel 351 d.c. e le donne romane all'epoca si sposavano tra i 12 e i 15 anni, Anastasia è morta molto prima che nascesse Faltonia!

Allora le cose sono due, o Anastasia è vissuta dopo Diocleziano, e pertanto le persecuzioni erano finite e allora la santa non è affatto martire, oppure non ha conosciuto Faltonia neppure da neonata.
Ma c'è di più.
I ROMANI NON HANNO MAI USATO ROGHI NELLE LORO CONDANNE CAPITALI.
I PRIMI AD USARE I ROGHI SONO STATI CRISTIANI CONTRO ERETICI E PAGANI.

Comunque Faltonia Proba fu l’autrice di due poemi, uno solo dei quali pervenuto al giorno d’oggi; l’identificazione di Proba con Faltonia Betizia è quasi unanimemente accettata, anche se alcuni studiosi propongono che l’autrice dei poemi, in particolare di quello pervenuto, fosse l’omonima nipote, Anicia Faltonia Proba.

"Constantini bellum adversus Magnentium" Il primo poema, forse composto quando era ancora pagana, riguardava lo scontro tra l’imperatore Costanzo II e l’usurpatore Magnenzio, argomento che toccava da vicino Proba, in quanto il marito fu prefectus urbi nel 351, dunque durante l’usurpazione; in effetti Magnentium regnò dal 350 al 353. Se è così il marito poteva anche essere pagano, ma dubito che Costanzo l'avrebbe poi accettato.

L’esistenza di tale poema è attestata dai versi iniziali del secondo poema, quello pervenuto, nel cui prologo, infatti, Proba rinnega questo poema pagano: per tale motivo è stata avanzata l’ipotesi che la perdita di questo poema sia stata voluta da Proba.

Perchè Faltonia la rinnega? Dato che Magnentum era pagano e Costanzo cristiano viene da pensare che abbia parteggiato per Magnenzio.

SAN GIROLAMO

De laudibus Christi

Dopo la sua conversione, Proba compose un poema epico cristiano, il "Cento Vergilianus de laudibus Christi" o, più semplicemente, De laudibus Christi, composto intorno al 362. Si tratta di un centone virgiliano, cioè di un componimento ottenuto giustapponendo versi estratti dalle opere del poeta mantovano, con modifiche minime, che, nel caso in questione, corrispondono all’introduzione dei nomi biblici.

Il poema ha per argomento la creazione del mondo e la vita di Gesù, che diviene un eroe epico, e fu dedicato all’imperatore Onorio. In 694 versi è diviso in proemio e invocazione (versi 1-55), episodi dell’Antico Testamento (versi 56-345), episodi del Nuovo Testamento (versi 346-688) ed epilogo.


I Pareri

- Sofronio Eusebio Girolamo espresse un giudizio negativo su questa opera, affermando che una «vecchia chiacchierona» voleva «insegnare le scritture prima di averle comprese», ritenendo «il Marone [Virgilio] senza Cristo un cristiano» (Lettera 53.7).

- Isidoro di Siviglia, invece, ritenne di doverne lodare l’autrice.

- Papa Gelasio I (492-496) dichiarò il De laudibus Christi un’opera apocrifa e dunque, sebbene non eretica, ne venne proibita la declamazione in pubblico.

Nonostante ciò, l’opera godette di un certo successo: durante l’antichità sono attestate copie fatte per gli imperatori Arcadio e Teodosio II, mentre durante il Medioevo si continuò a utilizzarla per scopi educativi, e Giovanni Boccaccio inserì Proba tra le donne illustri nel suo De mulieribus claris; l’edizione a stampa del De laudibus Christi, risalente al 1472, fu probabilmente la prima di un’opera composta da una donna.

Insomma, seppur addomesticata, per la Chiesa una donna dovrebbe pregare e sottostare ai preti, come Santa Teresa, e non scrivere, perchè quello è prerogativa maschile. Ancora oggi dalla chiesa cattolica le donne sono considerate cretine, tanto è vero che non possono avere il sacerdozio come i preti, ma solo sottostare a loro.

(NOTA: Come mai le immagini medievali sono così brutte mentre quelle romane erano tanto belle? Involuzione dell'uomo? Embè...)

DONNE, ANCORA VI INGINOCCHIATE AI PRETI MISOGINI?

"LA DONNA SI DANNA PER NASCONDERE IL DANNO"



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