lunedì 6 gennaio 2014

CATAL HUYUK LA CITTA' NEOLITICA





La copertura rituale di conchiglie a forma di vagina e dipinte di rosso (simbolo sessuale) era un rituale funebre diffuso nel Neolitico che lascia intendere la speranza della rinascita, come nella grotta di Cogul, in Catalogna, è raffigurata una scena religiosa di donne che danzano intorno ad una piccola figura maschile svestita.

Secondo James Mellaart, che diresse gli scavi per conto del British Institute of Archeology di Ankara, "il fatto più interessante è che gli scavi in questi due siti rivelano una stabilità e una continuità dello sviluppo, durato forse diverse migliaia di anni, delle culture sempre più avanzate che adoravano la dea"...

" Si può dimostrare una continuità religiosa da Çatal Huyuk e Hacilar fino alle grandi "Dee Madri" di epoca arcaica e classica" e che "l'interpretazione dell'arte del Paleolitico Superiore incentrata sul tema di un complesso simbolismo femminile (sotto forma di animali e simboli), mostra forti somiglianze con le immagini religiose di Çatal Huyuk e Hacilar"

E allora andiamo a guardare il primo sito. Çatal Huyuk si trova nell'Anatolia del sud, in Turchia.

Queste sono foto del sito di Catal Huyuk, uno degli esempi meglio conservati di un villaggio neolitico nel mondo. Venne scoperta da James Melaart nel 1958, ed iniziò a scavarla nel 1961.


La città nacque approssimativamente nel 6500 a.c.
La sua popolazione era di circa 6,000 abitanti, (con variazioni da 5000 a 8000 nel tempo) una città immensa e popolosissima, paragonata alla scarsa popolazione dell'epoca. 
Occupava una superficie di 13 ettari, pari a 130000 mq.

Questa città durò ben 1500 anni, un record. 

Questo enorme villaggio sorse all'epoca accanto ad una palude, probabilmente per avere a portata l'acqua per il terreno da coltivare nonchè pesci ed uccelli. 

Inoltre poco distante reperirono l'argilla per costruire i mattoni cotti poi al sole. Il loro insediamento sembrava un pueblo.
Le case erano a due e pure a tre piani, fatte di mattoni di fango ed erano addossate l'una all'altra senza vie laterali.  

Non avevano porte e la popolazione entrava e usciva attraverso delle aperture a portello poste sui tetti. 

Per salirvi si servivano di scale di legno a pioli e camminavano sui tetti che fungevano da strade. Questa sotto è una parziale ricostruzione del villaggio, una specie di kasba insomma, ma una kasba di 8000 anni fa. 

Come si vede neppure le aperture al pian terreno hanno porte, anche se il villaggio è abitato. Il fatto che le case fossero tanto addossate certamente doveva scoraggiare le bestie feroci ad assalire un tale agglomerato di persone.

Anche se Catal Huyuk era una vera e propria città, almeno una parte del suo popolo viveva di allevamento e pure di agricoltura. Coltivavano grano, orzo e piselli, e allevavano greggi di pecore e capre. Tenevano presso di loro dei cani, ed esercitavano la caccia di bovini selvatici, lupi, volpi e leopardi.

Gli abitanti sapevano filare e tessere la lana e vestivano appunto abiti di lana, inoltre indossavano gioielli lavorati in pietra dura, in osso e in conchiglia. All'interno incredibilmente sono stati ritrovati dei fregi, figure, perline, strumenti in ossidiana e specchi, forni, e pure tombe a pavimento. Ci sono prove di commercio di ossidiana a lunga distanza.




LA RELIGIONE 

DIVINITA' SU UN TRONO
La religione era l'adorazione del principio femminile, e in parte  rituali connessi con i morti. 

La società si basava sulla famiglia allargata, fondata su un principio di uguaglianza, uomini e donne avevano lo stesso corredo funebre e pochi doni, tipo offerte di cibo od oggetti dai parenti. 

La maggior parte dei doni funebri andavano invece ai bambini. Infatti nelle società matriarcali il bambino era più importante dell'adulto e il giglio minore er più importante del figlio maggiore.

Non ci sono tracce di architettura  monumentale. I boschi nei dintorni erano stati ridotti a causa dei legni tagliati per i tetti delle case. Catal Huyuk continuò a prosperare anche quando le comunità neolitiche nel Levante crollarono.

Alcuni scienziati non hanno saputo dire se avessero o meno una religione. Eppure questa immagine viene da Catal Hoiuk. Questa sicuramente è una Dea che probabilmente era affissa a un trono. Come si vede la veste era dipinta e ornata in vari modi.

Ed ecco qua sopra la pianta di un santuario della città, dove prosperano le immagini stilizzate di quelli che vengono considerati tori. In alto a rilievo è raffigurata la Dea madre che partorisce il bovino. Potrebbe rappresentare  il figlio toro che la Dea partorisce e con cui poi si accoppia? 

E' possibile visto che nella mitologia molto più tarda Europa si accoppia con Zeus che la violenta a Creta mentre è trasformato in toro.

Europa era sicuramente un'antica Dea tanto che ha dato nome a un continente, evidentemente l'avvento del toro patriarcato aveva vinto la Dea che sicuramente aveva forma di vacca. 

La vacca sacra è una rappresentazione molto arcaica e molto estesa nei vari territori di occidente ed oriente. 

La Vacca come donatrice di latte era la Dea della Natura che sosteneva tutti gli esseri viventi.

E' possibile che la Dea Vacca partorisse i figli tori con cui si accoppiasse per rinnovare se stessa. 

Infatti le immagini dei tori nel santuario, come in molti altri santuari antichi, sono diversi, simboleggiati da una testa bovina munita di corna. 

Si vede che la Dea ne ha partoriti tre che stanno sotto di lei mentre altri due giacciono nella stanza.




IL TERRITORIO

Ciò che colpisce è l'inusuale conformazione del territorio. Gli abitanti erano anche coltivatori e contadini eppure vivevano in una città. 

C'erano predatori in giro e dovevano pur custodire i loro allevamenti. Dovevano lavorare i campi intorno ma sicuramente non lasciavano gli animali che dovevano essere accolti in appositi cortili muniti almeno in parte di tettoie. 

Il disegno qui sotto dà un'idea della casa, del cortile e del portello sul tetto, una specie di abbaino che lasciava filtrare aria e un po' di luce, riparando pure abbastanza dalla pioggia.
Sparirono all'incirca nel 5000 a.c. ovvero abbandonarono la città, si presuppone per intervenuti forti cambiamenti di clima. 

Probabilmente la città era affollata e pure malsana per le paludi circostanti ma all'epoca le paludi erano frequentissimo. Anche Roma fu fondata su sette colli ai cui piedi però si allargavano numerose paludi. Inoltre dovevano sempre viaggiare verso nord per raccogliere l'ossidiana. 

Però, come si evince dai resti, niente guerre, niente ruoli dominanti, grande rispetto per i bambini. Tutto sommato dovevano avere una vita piuttosto serena, laboriosa ma serena, priva di quel senso di ingiustizie e prevaricazioni che caratterizzeranno tutto il patriarcato.



5 commenti:

andreacicalese@tiscali.it ha detto...

dopo che ho visitato il sito mi sono fermato al piccolo ristoro dove abbiamo bevuto delle bibite, li ho perso 300 eu , il gestore mi ha rintracciato sul bus telefonando all'autista, se fossi stato in italia..........se questo messaggio arriva in turchia - andreacicalese@tiscali.it

adri on 14 novembre 2017 alle ore 16:37 ha detto...

conosci la grande studiosa, archeologa, Marija Gimbutas e le sue opere ? lei parla delle civiltà dell'europa, pacifiche, ugualitarie, creative. quali sono i tuoi riferimenti ? è molto interessante trovare un blog come questo che riconosce il fatto ( per me è un fatto ) che sono esistite vere civiltà in cui lo spirito femminile e quello maschile collaboravano ottenendo splendidi risultati

adri on 14 novembre 2017 alle ore 16:40 ha detto...

pizzi89@gmail.com dimenticavo l'email. sono Adri Piz

Giulia on 30 novembre 2019 alle ore 18:35 ha detto...

Adri la conosco si, l'hanno calunniata per anni, adesso la stanno rivalutando. Era un genio.

Unknown on 26 febbraio 2022 alle ore 12:03 ha detto...

Interessantissimo questo sito. Insegno tamburi a cornice e ho trovato riferimenti molto utili per un approfondimento sul tema delle percussioni e il femminile. A Mammisi, in Egitto,nel Tempio di Dendera scoprirono un corridoio con la raffigurazione di trentadue sacerdotesse con in mano un tamburo a cornice e sul lato sinistro ventinove sacerdotesse con in mano il sistro.La storia è affascinante.Grazie per questo sito.

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