Messico: le donne di Juchitàn ispirarono Frida Kahlo
Le donne di Juchitàn, in Messico, sono le stesse a cui si ispirava l'artista Frida Kahlo nel suo abbigliamento. Si tratta di una società matriarcale, una realtà poco conosciuta ma molto interessante La popolazione indigena della città messicana di Juchitán, una delle diverse città indigene sul Pacifico nel golfo di Tehuantepec, è riuscita a mantenere la maggior parte dei suoi canoni, nel cuore della società messicana. Si tratta di un esempio straordinario di matriarcato urbano, risultato della solidarietà tra donne, della loro capacità di essere indipendenti e libere rispetto al mondo esterno, rifuggito nonostante i continui tentativi "maschili" di intervenire.
DEA DONNA
Un esempio straordinario di matriarcato urbano, che la prof.ssa Heide Goettner-Abendroth nel suo “Le Società matriarcali. Studi sulle culture indigene del mondo” descrive come risultato della solidarietà fra donne, del loro inflessibile indipendentismo rispetto al mondo esterno, e del loro continuo intervento nella politica degli uomini:
Le donne di Juchitán, dell’Istmo di Tehuantepec, sono famose in tutto il Messico per la loro bellezza e per il loro potere economico.(…)
La città di Juchitán è un centro di commerci regionali. Inoltre vi risiedono molti agricoltori e pescatori. Due ampie lagune di acqua salata, ricche di pesce sono situate a 5-10 km dalla città. Le pianure costiere intorno sono adibite alle coltivazioni e all’allevamento. Per visualizzare il carattere di questa città, possiamo pensare a una città agricola europea, come ne esistevano fino agli anni ‘70 del secolo scorso, costituita principalmente da agricoltori che vivono in città e che possiedono terreni sparsi nel distretto.(…)
I commerci a Juchitán sono esclusivamente nelle mani della donne. Ogni donna si percepisce come commerciante, un capacità che le viene data dalla nascita, per la ragione di essere donna e di essere Teca. Anche se è insegnante o medico, comunque commercerà per esempio in gioielli d’oro o in strumenti medici. Il commercio è sia locale che regionale – i commercianti a Juchitán hanno filiali/empori nelle aree vicine e con altri gruppi etnici – con commercianti distanti fino all’America Centrale e agli stati del Sud degli USA.
Le merci che vengono commerciate a lunga distanza sono specialità locali come i gamberetti secchi, tortillas tostate chiamate "totopo", gioielli d’oro e tessuti riccamente ricamati. L’agricoltura e la pesca sono i solo domini esclusivi maschili. La moglie di un agricoltore non si vede come contadina, ma come commerciante di prodotti agricoli, e lo stesso vale per la compagna di un pescatore.
Gli uomini consegnano i loro raccolti alle donne, che li trasformano in prodotti da forno a base di mais o formaggi, in deliziosi piatti di pollo o pesce affumicato che possono vendere al mercato. Oppure fanno da mediatrici e vendono i prodotti grezzi ad altre donne che a loro volta li trasformano. Lo stesso commercio avviene nell’ambito dei prodotti fatti a mano dalle donne.(…)
Un altro principio matriarcale è l’identificazione con la realtà locale, l’essere connessi a una località specifica come se si fosse radicati nella madre terra, in contrapposizione all’astrattezza e la casualità del mercato globalizzato che porta allo sradicamento di tutto e tutti. Di maggiore importanza per gli juchitechi è il fatto che solitamente le donne possiedono le case. Non esiste la casa del padre, solo la casa della madre.
A questa casa possono sempre ritornare i figli se ci sono problemi con la compagna con cui vivono. Ma la casa appartiene esclusivamente a lei. La madre passa la casa e i gioielli alla figlia più giovane affinché possa occuparsi della madre vecchia. Inoltre, la madre si assicura che le nuove case delle figlie siano costruite vicino a lei, nella sua proprietà.(…)
E’ in particolare la tradizione della casa della madre, la matrilocalità, che ha permesso di resistere alla tendenza neo-liberale di orientare la produzione agricola di Juchitán verso il mercato mondiale. Il fatto che gli agricoltori e i pescatori, gli artigiani e i manovali diano i loro guadagni alle donne invece di utilizzarli o venderli ad altri, ha creato la realtà matrilocale.
Poiché le case appartengono alle donne e i rituali della coesione sociale e delle genealogie sono focalizzati sulle donne, possiamo dire che la città appartiene alle donne. Gli uomini hanno accesso alla società della città dando il loro prodotti e i loro guadagni alle donne.
L’altro spirito che regna a Juchitán e fa sì che la reciprocità prevalga, permette all’economia e al denaro di rimanere integrato nelle relazioni sociali. Attribuiamo questo altro spirito al principio matriarcale che si concentra nel concreto, nel materiale, nel sostanzialmente utile: questa vita concreta sulla terra e non un qualche mondo trascendente. Questo tipo di pensiero lo definiamo un orientamento verso la sussistenza.(…)
Martha Toledo Martinez portavoce della comunità di Juchìtan, in Messico testimonia di una comunità in cui le donne hanno potere nella vita pubblica e l’economia si fonda sulla condivisione dei beni.
La popolazione indigena della città messicana di Juchitán, una delle tante città indigene lungo la costa del Pacifico sul golfo di Tehuantepec, è riuscita a preservare gran parte dei suoi modelli sociali tradizionali sopravvissuti non in una lontana enclave rurale ma in un centro di transito molto frequentato, nel bel mezzo della moderna e complessa società messicana.
Un esempio straordinario di matriarcato urbano, che la prof.ssa Heide Goettner-Abendroth nel suo “Le Società matriarcali. Studi sulle culture indigene del mondo” descrive come risultato della solidarietà fra donne, del loro inflessibile indipendentismo rispetto al mondo esterno, e del loro continuo intervento nella politica degli uomini.
FRIDA KAHLO |
Il matriarcato è determinato anche da altri importanti elementi che danno forma alla loro cultura. Uno di questi è che la casa appartiene soltanto alla donna e questo perché, con il suo lavoro di artigiana e commerciante, si prende cura degli aspetti organizzativi e finanziari degli affari della famiglia: la costruzione della casa, la sua gestione economica e l’educazione dei bambini.
In Juchitán il legame tra madre e figlia è la chiave di tutte le relazioni della vita; le figlie, e anche i figli, sono orgogliosi della loro madre e di discendere da lei. In questo modo non rinnegano mai la loro eredità etnica: al contrario, considerano i consumi e lo stile di vita juchitechi “migliori”, un risultato che senza dubbio si deve all’educazione materna.
Al carattere pubblico delle loro vite va aggiunto il fatto che le donne producono e poi vendono cibi e oggetti di artigianato di fronte a casa, o lungo i vicoli e le strade, o nei mercati frequentati solo da donne, utilizzando i ricavi per le spese più grandi, come costruire una casa o l’educazione dei bambini.
La povertà e la mancanza di sviluppo, dilaganti in altre parti del Messico, sono sconosciute a Juchitán, dove le donne mantengono un’economia tradizionale su base regionale, perlopiù autosufficiente. I prodotti del posto sono molto più apprezzati di quelli importati, e la gente va fiera del cibo, dei vestiti e della musica di Juchitán.
In Juchitán raggiunge l’apice del prestigio non chi ha più denaro, ma chi ha dato di più agli altri. L’economia locale non si fonda tanto sull’accumulo di ricchezze personali, quanto sulla condivisione dei beni, secondo criteri che premiano la mutualità. Questo tipo di “economia del prestigio” ruota intorno al rafforzamento del legame sociale grazie al festoso consumo collettivo dei beni, che anziché essere accumulati dai singoli individui, circolano come doni.
I festival del merito delle donne sono straordinari. In molti parti del mondo queste celebrazioni sono affare di uomini e le donne gli oggetti del loro onore. Ma non a Juchitán, dove le donne sono il soggetto, nonché le attrici, delle feste che si celebrano pubblicamente nelle strade.
E così le feste hanno una funzione di livellamento; è questa la finalità del dono in un’economia basata sulla mutualità e l’equilibrio. In questo modo si riducono drasticamente le differenze tra ricchi e poveri: da una donna ricca ci si aspetta che dia di più, sia come ospite che come invitata».
LE BENEDETTE DA DIO - LE DONNE NEL CORPO DI UOMINI
"L’occasione è di quelle importanti: Lucy Teran festeggia i suoi 40 anni. Si preparano il trucco, il vestito della festa, una cassa di birra. Considerate una benedizione di Dio dai genitori, donne nel corpo da uomo si considerano loro, sono le Muxes di Juchitàn, nello stato di Oaxaca in Messico.
Nel gergo zapoteco (lingua regionale) significa omosessuale, ma niente al mondo è come la comunità gay di Juchitàn: non sono una minoranza tollerata, ma il centro della vita economica e sociale della città."
Nel gergo zapoteco (lingua regionale) significa omosessuale, ma niente al mondo è come la comunità gay di Juchitàn: non sono una minoranza tollerata, ma il centro della vita economica e sociale della città."
OSSERVAZIONI
Più una comunità è tollerante, meno è incivile; più una comunità sa comprendere, più è civile. Chi comprende non ha bisogno di essere tollerante, perchè sa. Chi non sa è bene che sia tollerante. La tolleranza è della legalità, la comprensione è dell'intelligenza.
Delle cose colpiscono nelle società matriarcali, le donne lavorano e lavorano sodo, spesso più degli uomini, ma questo lavoro non gli pesa, e per due ragioni:
- Primo perchè sono rispettate dagli uomini e dai figli,
- secondo perchè hanno un grande senso di responsabilità.
Delle cose colpiscono nelle società matriarcali, le donne lavorano e lavorano sodo, spesso più degli uomini, ma questo lavoro non gli pesa, e per due ragioni:
- Primo perchè sono rispettate dagli uomini e dai figli,
- secondo perchè hanno un grande senso di responsabilità.
Le società maschiliste al massimo tollerano i gay, le società femministe comprendono i gay e li rispettano.
VIAGGIO TRA LE FIERISSIME “MUXE” MESSICANE, PIONIERE PRECOLOMBIANE DEL TERZO GENERE E DELLA FLUIDITA’ SESSUALE - A OAXACA LAVORANO COME INSEGNANTI E INFERMIERE, SONO LE REGINE DELLE FESTE E UNA BENEDIZIONE PER LE FAMIGLIE SENZA FIGLIE FEMMINE
Non appartengono al movimento trans americano né alla comunità LGBT mondiale. Una “muxe” indossa abiti tradizionali, la sua sessualità fa parte della sua cultura e si sente desiderata. Assume i tradizionali ruoli femminili all’interno della famiglia e della società, ha un ruolo economico che ha aiutato la libertà sociale.
- Le società maschiliste al massimo tollerano i trans,
- le società femministe comprendono i trans e li rispettano.
- le società femministe comprendono i trans e li rispettano.
SE NON MI IMMERGO NON MUOIO, MA NEMMENO VIVO.
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