DANZA DELLE GRU - (FIG. 1) |
LA DANZA DELLE GRU
Il dipinto della fig. 4, risalente al V secolo a.c., ora esposto al museo Archeologico nazionale di Napoli, rappresenta la danza di vittoria delle fanciulle ateniesi per la sconfitta del Minotauro da parte di Teseo con il suo ritorno dal labirinto fatale.
Il dipinto della fig. 4, risalente al V secolo a.c., ora esposto al museo Archeologico nazionale di Napoli, rappresenta la danza di vittoria delle fanciulle ateniesi per la sconfitta del Minotauro da parte di Teseo con il suo ritorno dal labirinto fatale.
L'immagine viene da una tomba apula (cioè dell'antica Puglia) di Ruvo sul Mare Adriatico. Tale danza venne ripetuta spesso come raffigurazione tombale per augurare al defunto di valicare le porte dell'oltretomba senza distruggersi, varcando cioè indenne i cancelli della nuova vita.
Ciò aiuta a comprendere quanta sensibilità vi fosse all'epoca sui viaggi dell'anima in vita e in morte, e quanto coinvolgessero l'intera popolazione, mentre oggi, pensando a un viaggio dell'anima o si pensa alla psicanalisi, riservata ai sofferenti, mai ai sani, o a improbabili dottrine indiane, o tibetane o messicane che si ricollegano ad antichi miti poco comprensibili per noi occidentali.
LA DEA IN TRONO E L'ARPIA (FIG. 2) |
Ed ecco la madre visibile e la madre invisibile, la Mater Matuta e la Mamma Mammosa, la Natura Naturata e la Natura Naturans. La prima, sulla sinistra, è la Mater Matuta o Natura Naturata, cioè la Natura visibile, che per l'uomo è madre, equiparandola ad una madre umana, quindi provvida (Pronoia).
Ma l'altra è la Madre invisibile, perchè è tutto ed è la Madre di tutti gli animali e di tutti gli esseri viventi, per questo è umana e in parte animale, come la Sfinge. Ella è la Terra e il cosmo, è madre di tutti e non solo degli umani, ci si può fidare di una madre così?
LA LIBERAZIONE DELL'ANIMA - (FIG. 3) |
Con cosa può essere recepita l'Anima Mundi se non con la nostra stessa anima? Di certo la mente non riesce a concepirla, ma l'anima si.
(FIG. 4) |
LA SCOPERTA DI BACHOFEN
Bachofen, già docente di diritto romano all’Università di Basilea, si era infatti recato a Parigi nel 1865 per visitare la collezione di vasi policromi appartenenti all’archeologo-acquerellista francese Prosper Biardot: 25 pezzi acquistati a Canosa vent’anni prima insieme ad altri pezzi minori, quando Biardot era giunto in Puglia per esaminare i corredi funerari dell’ultimo ipogeo scoperto: l’ipogeo di Medella.
Si è poi saputo che Prosper Biardot, l’archeologo-acquerellista, era in realtà la collezionista inglese Elizabeth Caroline Hamilton Gray, che si creò uno pseudonimo probabilmente per crearsi una credibilità, visto che all'epoca le donne erano molto osteggiate in qualsiasi attività volessero mettersi in luce.
(FIG. 5) |
Agli occhi dello storico svizzero quel vaso non era semplicemente frutto di una accesa estrosità artistica del vasaio che lo modellò, ma molto di più: “il contenuto figurativo – scrive lo studioso – rappresenta il ritorno dell’anima liberata dalla tomba del corpo alle sue origini cosmiche, la risalita verso la forma intelligibile”.
"In estrema sintesi, l’ippocampo rappresenterebbe l’anima, Psiche, che liberata dalla prigione del corpo e accompagnata dal delfino, animale psicopompo, viene ricondotta alla sua condizione divina originaria; il volto femminile rappresenterebbe invece la Luna, luogo celeste di sosta delle anime; il fiore alluderebbe all’immortalità dello spirito.
DEA LUNA CON BERRETTO FRIGIO (fig. 6) |
FIG. |
Rappresentazione ben strana quella delle due Dee, sembrerebbe una fanciulla e una donna matura, come potrebbero essere Cerere e Proserpina, o Demetra e Core. Narra il mito che Proserpina, mentre raccoglieva i fiori presso il lago di Pergusa, venne rapita da Ade, il Dio dei morti, e gettata negli inferi.
Cerere, udito il grido della figlia, coprendosi con un velo nero e stringendo nelle mani fiaccole ardenti, per nove giorni vaga alla sua ricerca. Elios, (secondo altri Ecate) rivelò alla Dea che la figlia era stata rapita da Ade e che Zeus aveva deciso di dargliela in sposa.Adirata, Cerere fa cadere una terribile carestia sulla Terra, impedendo ai semi di germogliare e ad uomini ed animali di fare figli.
Cerere, udito il grido della figlia, coprendosi con un velo nero e stringendo nelle mani fiaccole ardenti, per nove giorni vaga alla sua ricerca. Elios, (secondo altri Ecate) rivelò alla Dea che la figlia era stata rapita da Ade e che Zeus aveva deciso di dargliela in sposa.Adirata, Cerere fa cadere una terribile carestia sulla Terra, impedendo ai semi di germogliare e ad uomini ed animali di fare figli.
LE DUE DEE |
Questo è stato interpretato da molti come il mito del volgere delle stagioni con la nascita e morte della vegetazione annuale. Ma davvero gli antichi erano così imbecilli da aver bisogno di questa favoletta per capire che la vegetazione muore e rinasce ogni anno? E' come dire che il Cristo che nasce in inverno è il seme che cresce sottoterra e diventa pianta in primavera quando muore come seme e rinasce come pianta. I cristiani si arrabbierebbero, ma gli antichi pure.
Perchè in questa ultima statua è Proserpina a portarsi dietro e sulle spalle la Dea Madre, che la guida e la sprona, come la nostra anima profonda fa con noi, solo che non ce ne accorgiamo. La nostra Dea interiore spinge affinchè diventiamo ciò che siamo nati per essere. E' un peso e un privilegio.
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