giovedì 30 luglio 2015

INUMAZIONE O INCINERAZIONE

TOMBA DEGLI SPOSI

INCINERAZIONE

L’incinerazione, spiegata da alcuni dalla necessità dei nomadi di portarsi appresso le ceneri, fu praticata dalla società preetrusca in Italia, e poi dai Romani, e in oriente a tutt’oggi, e, al contrario di ciò che si afferma col nomadismo non hanno a che fare.

L’incinerazione è decisamente patriarcale, tanto che in India bruciavano le mogli vive sulle pire dei mariti morti… e non si parli della spiritualità orientale.... Il culto dei morti è più visibile nell’inumazione, dove la tomba sta sotto l’altare su cui si celebra il rito per il defunto, (Nel Lazio Castel d’Asso, Norchia ecc) ed è legato alla pietà femminile, la pietas dei romani, che veniva attribuita al buon padre di famiglia, ma che non è virtù proprio maschile.

L’incinerazione è legata al cielo, l’inumazione alla terra, staccarsi o rientrare nel grembo della terra madre. Alla mente moderna il defunto è da placare, spedendolo in paradiso con le S.Messe e pagando i preti, per placare il Dio che non è tenero. Imperano i sensi di colpa nei confronti del defunto, o la richiesta di protezione personale.

L’idea della protezione degli antenati è sparita, insieme al concetto di “gens” degli antichi romani, che conservavano in casa Lari e Penati, in un tempietto onorato con fiori e preghiere. Il soggetto e gli antenati formavano tutt’uno, con criterio meno individualista di oggi, e col concetto di morte meno lontano di oggi.

Ovvero una certa credenza di protezione dei defunti spesso si incontra, ma defunti diretti, genitori, parenti stretti, mai avi lontani. Tra i romani invece c'era la gens che aveva avi comuni e che proteggevano sia gli individui che la gens tutta.

E comunque gli antichi avevano l'urna cineraria, e pure i romani, che però non le tenevano nelle case ma nei cimiteri. Dentro c'era qualcosa del morto, cioè le sue ceneri e nient'altro, d'altronde sapevano che se avessero sepolto i cadaveri qualcuno si sarebbe fregato la roba e per giunta poteva mandare cattivo odore, come accadeva nei cimiteri misti, ce ne sono testimonianze sul fetore del cimitero che stava sotto l'attuale Santa Maria Maggiore.



INUMAZIONE

E' più legata alla terra, tornare nel corpo della Madre Terra che ci ha procreato e nutrito, la vera madre di tutti, tornare all'interno del suo buio grembo.

E' davvero morire tornare nel grembo della Madre?
O piuttosto si tratta di un ritorno alla sorgente della vita, all'intelligenza suprema, alla fonte della vita.
Tornare a lei è forse abbandonare il mondo degli effetti per tornare al mondo delle cause.

E' abbandonare il destino di creatura creata per tornare al destino di creatura creante.

Il tutto della Madre è fonte di energia, intelligenza e creazione, lei crea de forme viventi che poi muoiono e tornano a lei.

Conoscere se stessi significa accettare l'avvicendamento vita-morte vita come esperienza per acquisire consapevolezza. Ma la vera consapevolezza comporta la compassione (e non viceversa). per cui chi non è compassionevole sta nel Samsara.

La Madre ci presta la vita e poi la riprende, in un ciclo eterno di avvicendamento, quello stesso che spinse il Budda a cercare la Via per interrompere il ciclo delle nascite e che, essendosi riuscito, o almeno così disse, annunciò: "Io non mi reincarnerò mai più"



LE RELIGIONI ANTROPOCENTRICHE

Noi un dubbio ce l'abbiamo, ci sembra lo stesso antropocentrismo della religione cattolica, musulmana ecc., cioè tutto si risolve a livello dell'uomo, gli Dei sono degli uomini e Il Budda non si identifica nemmeno in Brahman per scapparsene nel Nirvana. 

Qualcuno protesterà che il Buddismo non è una religione, e forse avrebbe ragione, ma nemmero il Cristo era una religione, però entrambe le filosofie lo sono diventate. 

Tutti gli esseri senzienti (cioè che hanno una mente) rinascono continuamente nei vari regni del saṃsara e, benché la Natura di Buddha sia a loro inerente, non realizzano il nirvana non-dimorante poiché non detengono la capacità e la possibilità di meditare.

In questo modo, sebbene abbiano la potenzialità per realizzare il nirvana non lo fanno e continuano indefinitamente a rinascere nella sofferenza del saṃsara.

E le donne?

Beh per loro la cosa è piuttosto difficile, tanto è vero che per lungo tempo il buddismo negò il sacerdozio alle donne.


Buddismo

All'epoca di Buddha Shakyamuni, la condizione delle donne nella società indiana era di assoluta inferiorità, e Buddha per quanto illuminato non fu da meno nel considerare la donna sia pure un essere in via di evoluzione, ma che per completare il suo percorso avrebbe dovuto reincarnarsi come uomo. Si dice comunque che durante la sua vita solo in seguito alle insistenze di Ananda, un suo discepolo concesse la creazione di un Sangha (comunità) femminile. E soltanto in seguito alle richieste della zia, che l'aveva allevato come un figlio e che gli aveva chiesto di diventare monaca, acconsentì che nei monasteri ci potessero essere anche le monache. Ma nella gerarchia monastica le donne si trovano al gradino più basso; sono tenute a rispettare più voti e non viene loro concessa una condizione di parità con i monaci. Questo nasce dal fatto che quegli uomini che le hanno sempre giudicate inferiori fino a quando erano laici, non sono disposti a cambiare idea una volta diventati monaci. Inoltre in Oriente i maestri non sono sempre disposti a dare insegnamenti alle donne, oppure le escludono dai più complessi.
... Per quanto riguarda il buddismo tibetano anche questo segue la tradizione, ma c'è una figura femminile di nome Tara della quale si dice che, dopo aver chiesto conferma del fatto di dover rinascere uomo per arrivare all'illuminazione, replicò: “In questa vostra affermazione non c’è saggezza. A livello di verità assoluta non esiste rinascita, perché non c’è in realtà alcun individuo auto-esistente che possa rinascere. E anche queste definizioni e concetti dualistici di “maschio” e “femmina” sono erronei: solo gli stolti legati alle cose del mondo cadono in questa illusione perché la natura ultima dei fenomeni è la Vacuità”. Detto ciò, formulò un ulteriore voto: ”In verità, molti sono coloro che desiderano l’Illuminazione puntando sulla rinascita come uomini ed in passato ci sono stati molti buddha che divennero tali sotto forma di uomo, mentre nessuno lo fu finora sotto forma di donna e nessuno operò per il bene degli esseri senzienti sotto un aspetto femminile; per cui prendo l’impegno di diventare io stessa un buddha dall’aspetto femminile: senza sosta lavorerò come donna per il beneficio di tutti gli esseri senzienti sino alla fine del Samsara”. 

Quindi una donna fatica ad entrare nel Nirvana (ammesso che faccia piacere entrarci) e una tartaruga ad esempio non potrebbe entrare nel nirvana, e neppure uno scoiattolo o un cardellino. Ma siamo sicuri che nascere uomo non sia il top del nascere sfigati sulla terra? Siamo i più intelligenti del pianeta, si dice, e che ne abbiamo fatto del pianeta? 

L'abbiamo desertificato degli alberi, ne abbiamo inquinato le terre, i mari, i fiumi, i laghi, l'Antartide e perfino lo spazio extraterrestre. Abbiamo fatto una strage di animali che va dai genocidi alla strage di animali allevati su vasta scala per farne un'infinità di ecatombi ogni giorno. 

Con gli uomini poi non siamo dissimili, o li uccidiamo con le guerre o con la fame. Un ridotto numero di umani si diverte a far lavorare fino allo stremo una larga fetta di umanità che riesce appena a sopravvivere, mentre ne lasciamo morire di stenti un'altra vasta fascia.

Diciamocelo, siamo gli esseri più perniciosi del pianeta e se rinasciamo facciamo spesso più male agli altri che a noi stessi. Basti pensare alle bestie ammazzate nel terrore di cui si nutrono i migliori esseri umani, perchè per noi uccidere sarebbe un diritto, in quanto gli animali sarebbero stati creati per noi. Ma un leone non avrebbe lo stesso diritto di pensare l'identica cosa nei nostri confronti?



LA DONNA INFERIORE

Diciamola tutta, se davvero la donna fosse inferiore all'uomo i maschi non insisterebbero tanto sul tema, non proibirebbero alle donne di gestire i luoghi di potere, non le ostacolerebbero nella carriera come fanno oggi, e non avrebbero in passato proibito loro di studiare e di lavorare.

E' evidente che i maschi non solo non pensano che le donne siano a loro inferiori.. ma temono siano a loro superiori. I maschi hanno sempre dovuto emergere sentendosi un'élite: superiori alle donne, alle altre razze del pianeta, agli animali, ai più deboli, ai più poveri ecc. Diciamola tutta: HANNO UNA PAURA FREGATA DI ESSERE COME GLI ALTRI, perchè se sono come gli altri non hanno trattamenti speciali e muoiono esattamente come gli animali.


Morale della favola:

- Chi sa morire accetta l'inumazione nel ventre della Madre Terra.
- Ma chi sa morire può rifiutare l'inumazione e scegliere la cremazione per evitare la solita tomba con le solite prediche e le solite messe.
- Ma anche chi non sa morire può accettare l'inumazione, proprio per ottenere la solita tomba con le solite prediche e le solite messe. Insomma perchè gli hanno detto che così va in paradiso e continua a campare.
- Ma anche chi non sa morire può accettare la cremazione per restare come venerata cenere nella casa dei propri cari.

Insomma ce n'è per tutti. L'evoluzione dell'essere dipende dalla sua consapevolezza.

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