martedì 7 luglio 2015

E VENNE LA MENADE

MENADE ABBEVERA UNA PANTERA


Antiche Lune:

- Per Artemide Brauronia corremmo per l’arkteia notturna, 
imitando nella danza le movenze dell'orsa, 
e le piccole gareggiavano col corto chitone 
per difenderle dallo sguardo degli adulti, 
ma noi ragazze correvamo nude 
nei boschi attici in onore della Dea.
La Gran Sacerdotessa vestiva la pelle d’orsa delle foreste, 
e richiamava il nostro lato selvaggio, 
ruggendo come una belva. 
Noi correvamo come il vento madide di sudore, 
eccitate come orse selvagge sotto la luna.


Menade, retaggio di uno spirito femminile puro e selvaggio, espressione dell'anima indomita della natura, essenza del femminino, che fine hai fatto?

Le menadi, chiamate anche Baccanti, sono descritte come donne invasate al seguito del Dio Dioniso (Bacco). Catullo scrive nei Carmina che le Baccanti invocavano il Dio al grido di "Euhoe Bacche".

Non si tratta di frenesia nè di uno stato di ebbrezza, ma di un invasamento divino, di un'estasi, di un "entusiasmo" come lo chiamarono i Greci. 

La parola "entusiasmo" deriva dal greco antico enthusiasmòs, formato da en (in) e theos (dio), traducibile con "con Dio dentro di sé", o "indiamento", o "invasamento divino".

Tutto questo si esplicita nella danza orgiastica, infusa dalla estatica furia del Dio. Le danze delle menadi poi si svolgevano in luoghi liberi e selvaggi, a Delfi, per esempio, avvenivano sul Parnaso. 

Ogni menade che partecipa ad un coro danzante si dà all'estasi individualmente, al contrario delle danze di Ninfe e Canti dei rilievi attici e neo-attici dove le ninfe si prendono per le mani o per i lembi delle vesti.

Le menadi invece non hanno ordine, danzano ciascuna per proprio conto. Sono donne assolutamente indipendenti che seguono il proprio enthusiasmòs.

Si pensò che questa estasi del VII sec. a.c., fosse dovuta alla prima infiltrazione in Grecia della religione di Diòniso. 

In realtà si trattava di una nuova comparsa, di un risorgere dell'ebbrezza sacra femminile, che nel matriarcato è sempre così... perchè la donna non lo sa, ma lei è così, capace di estatico invasamento divino.

L'unica che ha la facoltà di ascoltare e incarnare il divino è lei, la donna, pertanto gli uomini invidiosi di tanta potenza hanno tolto loro ogni possibilità di accedere alla religione, vietando loro di oracolare e profetizzare.

Poi ci hanno provato loro stessi, i maschi, a sostituire il ruolo femminile, e Plutarco si chiede (Dialoghi Delfici) perchè siano finiti gli oracoli. Un tempo le sacerdotesse li cantavano in rima, dice Plutarco, poi, schiavizzate e costrette a oracolare sotto il giogo maschile, avevano smesso di cantare ed emettevano un balbettio confuso.

Poi i sacerdoti avevano tentato di sostituire le sacerdotesse nel compito predittivo, ma era stato un completo fallimento.

Il poeta Lucano conferma che ai suoi tempi l’oracolo sembra non parlare più, che gli uomini della sua generazione hanno smarrito il dono derivante dagli Dei, forse per colpa dei sovrani impauriti all’idea di conoscere il futuro.

Nel 363 d.c. l'imperatore Giuliano, che cercò di conservare l'antica religione dal Cristianesimo ormai imperante, ricevette l'ultimo oracolo del santuario di Delfi, che rispose: "vai e riferisci al re che il bel edificio è a terra, Apollo non ha più né capanna né alloro, la fonte è disseccata e l'acqua gorgogliante è muta". 

Trenta anni dopo l'imperatore Teodosio, con un editto decretò la fine dei giochi di Olimpia e l'anno dopo, nel 394 d.c., ordinò la chiusura del santuario di Delfi. Ma non ci voleva tanto per capirlo, perchè l'oracolo non funzionava nemmeno prima, e non a causa del cristianesimo. Il fatto è che l'invasamento è una capacità prettamente femminile ed è vista come una passività, o come un'ossessione, o come stregoneria.

Il menadismo è in parte un ritorno all'antico matriarcato, quando le donne erano libere, o addirittura avevano un potere. Nelle Argonautiche, Apollonio Rodio riferisce un’usanza dei Tibareni, popolo conosciuto dagli Argonauti durante il loro viaggio in Colchide. Avevano la strana usanza di simulare la maternità attraverso la “couvade”: gli uomini fingevano di essere madri, simulando le doglie del parto; al fine di impadronirsi del potere attraverso la maternità, che aveva portato alla divinizzazione della donna simbolo e specchio della Grande Dea Madre. 
Scrive A. Rodio:
 “Qui, quando le donne partoriscono figli ai mariti
sono essi, i mariti, che si mettono a letto e che gemono,
con il capo bendato, e le donne provvedono al cibo
per loro e preparano i bagni rituali del parto” (Arg, vv 1011-1014)

Quanto a volte sono incredibili gli uomini...

Quindi le menadi sono il riscatto delle amazzoni che a loro volta sono il riscatto del matriarcato. Così le antiche donne sacerdotesse e guerriere, ricoperte da una pelle di cerbiatto, o talvolta di volpe, coronate di edera, la pianta sacra a Dioniso che masticata dà l'ebbrezza, impugnano il tirso, il bastone ornato di edera e indossano la pardalide (ossia la pelle di pantera) o del cervo (nèbris) sopra la veste.

Al loro seguito, novella Potnia Theron, o ipostasi di lei, si trovano spesso gli animali feroci, anzitutto pantere, linci, raramente leoni. Esse non si limitano alle danze diurne, anzi spesso munite di fiaccole eseguono in gruppo le celebrazioni notturne. Raramente portano boccali e coppe, semmai vasellami da sacrificio e rami sacri come si addice alla loro funzione sacerdotale.

L'attributo più importante però è il tirso cioè il bastone di ferula (greco: narthex) con una fronda d'edera sulla punta. In epoca romana compare più spesso come ornamento della punta la pigna. Oltre le menadi anche i sileni e Dioniso portano questa verga.

Così addobbate, corrono sulle montagne durante le feste dionisiache, al frastuono di cembali, timpani e flauti, trascinando il cerbiatto che è l'incorporazione più frequente del Dio. Quando l'eccitazione è al massimo esse addentano il cerbiatto, lo squartano e ne mangiano le carni crude, per incorporare la vita del Dio.

Questo il racconto, ma sfideremmo chiunque ad uccidere un cerbiatto addentandolo (anche perchè ha denti più grossi dei nostri) e a squartarlo a mani nude, uomo o donna che sia. (però a volte usano il coltello). Sul cibarsi della carne cruda occorrono dentature di squalo, perchè la carne cruda e per giunta non frollata, è impossibile da addentare, in quanto preda del rigor mortis che rende i cadaveri duri come legno. 

E' ovvio che le favole dei maschi sulle donne cattive che li abbandonano per correre sui monti sono fiorite a mazzi. Vogliono essere libere e non segregate in un gineceo a filare e accudire figli? Sono pazze, furiose e crudeli.

Il maschio vede la donna soprattutto come madre, si che lui resta figlio a vita, ma siccome alla donna di fare da madre al partner non va, occorre obbligarla e riempirle la testa di falsi moralismi.
 
MENADI DANZANTI
Il maschio ha condannato nella donna tutto ciò che non sia freddamente razionalistico, perchè l'uomo ha adottato come sistema di decifrazione del mondo soltanto LA MENTE, mentre le donne comprendono il mondo con L'ANIMA, che non solo è più vera, ma va molto più in là della mente.

Il culto di Dioniso prevalse ma in tutto il territorio greco, anzi tutto a Delfi, si pose un freno a questi fenomeni dell'estasi e della danza orgiastica, regolandoli in rituali controllati. 

D'altronde il femminile è estatico e il maschile è ordinato. Dovrebbero amalgamarsi consentendo l'uno e l'altro, ma il femminile viene e venne schiacciato, e prevalse l'ordine senza entusiasmo. Le manifestazioni vennero limitate a determinati festeggiamenti, e così i luoghi, e se ne svilupparono forme artistiche, come musica, poesia e pitture.

Non solo le seguaci di Dioniso, ma anche le sacerdotesse di Apollo erano invasate dal Dio quando pronunciavano gli oracoli. Ma erano invasati anche i sacerdoti della Madre degli Dei, Cibele. Anche le ninfe, delle quali fanno parte le menadi, potevano portare all'invasamento i loro adoratori.

Ma come si invasavano i Galli, ovvero i sacerdoti di Cibele? Si ferivano e si eviravano, perchè il femminile è orgiastico ma il maschile è sacrificale. Le donne non credono che gli Dei odino gli uomini e desiderino la loro sottomissione e il loro sacrificio, perchè le donne sentono la Natura che non parteggia per nessuno, ma tenta di essere provvida per tutti.
 
In molti luoghi della Grecia, come Atene, Delfi, Olimpia, Sparta, in Beozia e nella Jonia, sorsero i tiasi, associazioni femminili incaricate dallo Stato di occuparsi del culto di Dioniso. Per la durata delle feste dionisiache queste fanciulle si trasformavano in menadi, vibranti e selvagge. 
Sembra che anche i sileni eseguissero danze simili, ma le menadi li fuggivano per la loro bramosia sessuale. 
Pur essendo abbandonate all'istinto le menadi stranamente rifuggono l'amplesso sessuale, non vogliono rapporti col maschio (non fa venire in mente le Amazzoni?)
MENADE CONTRO CENTAURO

I MISTERI BACCHICI
Secondo una notizia di Livio i misteri bacchici penetrarono a Roma provenienti dall'Etruria, ma sicuramente dopo l'Etruria, la Campania fu la seconda regione dalla quale il culto dei misteri di Dioniso penetrò in Roma, a contatto com'era con la civiltà greca..
Si dice che quelle che compaiono nelle decorazioni dei vasi greci non fossero le sacerdotesse ma le ninfe di Nisa, le balie di Dioniso, che lo allevarono e lo accompagnarono nel suo viaggio sulla terra.
Effettivamente sui vasi vengono iscritti i nomi di queste ninfe, ma le sacerdotesse incarnavano le ninfe, entrando in una atmosfera dilatata e quasi di sogno, quella che costituiva poi i cosiddetti Misteri Bacchici. 
Ma le balie di Dioniso sono un surrogato di madri che Dioniso farebbe fatica a porre sotto di sè come Ninfe. C'è un mistero nei Misteri dionisiaci, perchè Dioniso in molte rappresentazioni è ermafrodito.

Molti autori hanno interpretato i culti misteriosofici come il tentativo dell'uomo di riunirsi con il suo Dio, cosa che in ambito dionisiaco avveniva mediante l'entusiasmo. Ma se così fosse stato non ci sarebbe stata ragione per fondarci su dei Sacri Misteri.

La via era quella dell'enthusiasmòs, o ci si riusciva o non ci si riusciva, fondarci una scuola di anni di apprendistato appare difficile. I sacri misteri non volevano affatto fondere l'essere umano col suo Dio, perchè in realtà gli adepti superavano gli Dei stessi, partecipando invece alle energie della natura che in tal caso veniva scoperta come divina.

Secondo Platone (Nòmoi), le partecipanti femminili alle iniziazioni dionisiache divenivano ninfe, dunque menadi. Ma queste sono tutte illazioni, diciamo che attraverso i Sacri Misteri le donne si scoprivano menadi.
Le Baccanti vengono anche nominate nella leggenda di Orfeo ed Euridice: Orfeo, dopo aver perso per la seconda volta Euridice, vaga per i boschi, dove incontra proprio un gruppo di Baccanti, che invitano Orfeo a festeggiare insieme a loro. Ma Orfeo, dopo la morte di Euridice non vuole più compagnie femminili, e le Baccanti, offese, lo uccidono. Così Orfeo può scendere agli Inferi e riunirsi alla sua amata Euridice.

Secondo una versione più attendibile le menadi lo uccisero perchè assillava tutti col suo canto mesto e lamentoso. Tanto più che Orfeo, rassegnato alla perdita di Euridice, rivolse le sue attenzioni agli uomini e giurò che mai più si sarebbe giaciuto con una donna.

LICURGO VUOLE UCCIDERE LA MOGLIE PERCHE' MENADE
Sia Ovidio che il poeta alessandrino Fanocle attestano che Orfeo avrebbe ripiegato sull'amore per i fanciulli, traviando anche i mariti delle donne di Tracia, che venivano così trascurate. (Fanocle compose una raccolta di argomento amoroso dal titolo Erotes è Kaloì "Gli amori o i belli", incentrata sugli amori omosessuali di personaggi mitici). 

Le Menadi si infuriarono dilaniando il poeta, nutrendosi anche di parte del suo corpo. Viene da chiedersi: ma i mariti delle donne traci erano fanciulli? In quanto al divorare le persone crude è la solita diffamazione assurda e incredibile.

Con l'iscrizione di Cuma si possono attestare misteri bacchici nella Magna Grecia già al principio del V sec. a.c., e dalle figure attiche ancor prima nella madrepatria. Nell'epoca ellenistica questi misteri, da privati passano alle religioni di Stato dei Diadochi. Questi erano i generali macedoni che alla morte di Alessandro Magno (323 a.c.) si contesero il controllo del suo impero in sei guerre, stabilendo nel Mediterraneo un sistema politico che durò fino alla conquista dei Romani.

Tale culto delle menadi fu dovuto essenzialmente alla madre di Alessandro il Grande, Olimpia, grande seguace del culto misterico di Dioniso, proveniente dalla sua patria (Plutarco). Secondo un'antica credenza la sede primitiva delle menadi era la Tracia, che guarda caso è anche il paese originario delle Amazzoni.
Tra le opere postume di Euripide, che morì in Macedonia nel 407-6, c'è la tragedia Le Baccanti. Il dramma si svolge presso la Tracia, patria delle menadi, ma è la mente di un uomo che concepisce a suo modo il menadismo.

La tragedia di Euripide presenta due tipi di menadi: il coro sacro delle seguaci di Dioniso della Lidia e quello funesto delle Tebane che avevano dubitato della sua divinità. Ambedue i cori constano di donne mortali trasformate in menadi, ma mentre le prime delirano nell'estasi, le seconde delirano nella follia macchiandosi di orribili delitti: Agave con le sue menadi sbrana il proprio figlio, anch'egli ostile a Dioniso. Il Dio dunque può dare l'iniziazione o la follia. Così egli fa presa anche sui suoi avversari perché testimonino il suo potere. 

In realtà tutti i Sacri Misteri con relative scuole iniziatiche (vere e non) avvertono che il percorso può portare ad una fortunata trasformazione o alla follia. Il rapimento estatico con cui le menadi della Lidia cantano nell'opera i loro inni religiosi, la loro nostalgia per l'isola di Afrodite è una beatitudine dolcissima e pure triste, condizionata però al carattere misterico del menadismo, infatti con molte allusioni ai Sacri Misteri. L'abisso che le divide dalle Tebane è lo stesso che divide gli iniziati dai comuni mortali, i non iniziati.

Le menadi furono molto odiate presso gli uomini, perchè nel V sec. ad esempio accade uno sconvolgimento, le donne abbandonano figli e telai per fuggire sui monti e unirsi alle menadi. Questo non sarebbe possibile nemmeno nel mondo di oggi, dove certamente le donne sono meno assoggettate agli uomini di quanto lo fossero le donne greche dei ginecei.

Ma una ragione c'è: le donne ricordavano ancora la libertà perduta, prima che i maschi le imprigionassero. Venne infatti promulgata una legge per cui le donne non potevano portare gli spilloni nei capelli secondo l'antico costume. La legge intervenne perchè le donne importunate ferivano i maschi con detti spilloni, è evidente che, seppure schiavizzate nel matrimonio, rammentavano ancora la loro precedente libertà.

Ciò suscitò la reazione violenta dei maschi che si sentirono abbandonati, perchè i maschi dipendono psichicamente dalle donne molto più di quanto le donne dipendano dagli uomini.





DIONISO

Infatti quando Dioniso giunse in Tracia, il re Licurgo lo cacciò e lo costrinse a trovare rifugio presso le divinità del mare, catturò e imprigionò le menadi e i satiri che facevano parte del suo seguito, negando la divinità Dioniso. Per vendicarsi il Dio fece impazzire Licurgo che uccise il figlio con un'accetta, per poi rinsavire subito dopo. Poi Licurgo fosse stato squartato legato a quattro cavalli spinti in direzioni opposte.

Le testimonianze più importanti dell'epoca greca sono le pitture vascolari e i rilievi; nell'arte romana ed etrusca, i rilievi e gli affreschi.

Sul vaso François, del 570 a.c., le menadi, chiamate ninfe, portano vesti lunghe, una di loro è portata in braccio da un sileno, un'altra batte i cembali. Nella prima metà dei VI sec. hanno spesso vesti corte o sono nude.

Le menadi portano pepli con sopra la nèbris, dai quali durante la danza può apparire una gamba nuda, una ha un serpente attorno alla vita come cintura. Nessuno dei sileni tenta di sedurle, eppure sono in maggioranza. Ma nella seconda metà del VI sec. predominano le menadi, o Dioniso appare circondato solo da figure femminili.
VILLA DEI MISTERI
Nei vasi a figure rosse del periodo attico arcaico maturo (530-480 a.c.). la menade domina la scena. Munita di tirso, che usa spesso, come anche i serpenti, per difendersi dai sileni.

Man mano che il tempo passa, specie nella pittura vascolare attica (480-430 a.c.) i sileni diventano più piccoli e brutti mentre le menadi sono più belle e armoniose nella grande plasticità dei movimenti.

Quasi scompare la figura di Dioniso ma compare spesso il thìasos di donne e fanciulle in estasi selvaggia che spesso agitano serpenti. Esse danzano in vesti trasparenti e fluttuanti, al suono del timpano e del tamburello.

Nella Villa dei Misteri (Pompei) è rappresentata un'unica danzatrice in estasi tra le numerose donne intente al culto: una menade nuda vista di schiena che suona dei cembali al di sopra. Le altre donne sono piuttosto sacerdotesse e addette ai sacrifici, che corrispondono al carattere misterico del fregio.

Il proverbio: "Vi sono molti che portano il nàrthex ma pochi baccanti" (avrebbe dovuto dire "poche baccanti" perchè la baccante è donna per sua natura) proviene dal linguaggio dei misteri (Plat., Phaedon), come dire che molti seguono i Misteri bacchici ma pochi riescono a completarne l'iter. 

Pertanto l'unica menade nella Villa dei Misteri è la danzatrice nuda, le altre matrone sono addette al culto ma non si sono liberate.

Cosa rimase della fierezza amazzonica? Le menadi di Dioniso. Qualcuno sostiene che Dioniso sia l'ermafrodito, unione del maschile col femminile, ma in qualità di figlio della luna fa pensare a una più arcaica deità femminile che nel tempo si maschilizza. Poi il culto dionisiaco, che gli uomini non riuscirono a demolire, si stabilì in Grecia ma passò dalle mani femminili a quelle maschi, le sacerdotesse furono cacciate e sostituite dai sacerdoti. Fine del femminile, e della gioia di vivere e della capacità di amare.

Non tutte le donne prendevano parte alle orge in mezzo alla natura selvaggia che durava tutta la notte, ma a quanto pare - scrive P. Monaghan - tutte le donne greche riconoscevano il diritto di quelle loro sorelle che avevano scelto questa forma di culto magica e pericolosa. Si narrava che una volta le Menadi erano scese al loro villaggio, dalle montagne in cui avevano passato la notte a correre sotto la luna. Quando arrivarono alla fontana, nel centro del villaggio, crollarono, senza aver più la forza per raggiungere le loro case. Quando si risvegliarono videro intorno a loro, in cerchio, tutte le matrone del villaggio che si tenevano solennemente per mano difendendole da qualsiasi aggressione. -

Sui sarcofagi bacchici che appaiono nel II sec. d.c. si ripetono gli stessi due gruppi di menadi, alcune ferme e tranquille in vesti lunghe, altre danzanti nude con vesti che scompostamente fluttuano. Sono ancora menadi, ma menadi edulcorate. Non è un caso che non oppongono resistenza ai sileni, ma si presentino in atteggiamenti amorosi. Questo mutamento deriva da un cambiamento stesso dei Misteri, dato poi che durante il periodo imperiale non esiste più  il culto di Dioniso senza i Sacri Misteri.

DANZA BACCHICA
Nell'iniziazione ai misteri bacchici la cerimonia nuziale comportava una duplice trasformazione: la sposa diveniva menade e lo sposo rappresentava il satiro. In una scena etrusca compaiono un uomo e una donna, lui su un seggio e lei che gli corre incontro recando per mano una menade nuda che dà la mano a sua volta a un satiro nudo. Ora il satiro e la menade sono le figure della trasformazione dei neofiti, non più ospiti delle selve sui monti, ma trasformati negli istinti naturali e primordiali, non agli occhi di tutti, ma nel profondo dell'anima.

Il grande Aristotele (un maschilista da niente) è oggi molto apprezzato e studiato perché riteneva che le donne abbiano una “volontà inefficace”.
Aveva ragione, perché di fronte alla forza la ragion non vale, vedi le Amazzoni. Ma qualcosa dello spirito femminile doveva essere rimasto in Grecia, per l’esplosione della religione dionisiaca che condusse le donne sui monti, invasate dall’ebbrezza del Dio, nonostante l’opposizione degli uomini. Sulle Menadi è stato scritto parecchio.

- Alcuni sostengono con Bachofen che erano folli e criminali. Eppure facevano male solo agli uomini che le spiavano, il rito era e doveva restare segreto. 
- Altri pensano fosse una reazione alla prigionia cui erano costrette dagli uomini. 
- Altri ritengono che il dionisismo fosse una spiritualità essenzialmente femminile. Del resto nei cortei il Dio vestiva abiti femminili e spesso, accanto agli attributi maschili, aveva seno da donna.

E oggi? Molte donne si stanno svegliando e si stanno accorgendo di non essere seconde ai maschi, ma nelle cose dell'anima decisamente sono prime. Cominciano a capire che possono fare a meno di uomini che si dicono tali e sono solo bambini dipendenti e prepotenti.

PER QUESTO GLI UOMINI UCCIDONO LE DONNE.

2 commenti:

  1. Articolo stupendo, grazie! Che le donne tornino a salvare il mondo...

    Guglielmo Gigliotti

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  2. Che meraviglia, grazie per i passaggi chiarificatori per una neofita e per gli accostamenti sublimi

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