venerdì 12 luglio 2013

I SACRI MISTERI - II



Il Profeta di Kahlil Gibran

"Come una quercia gigantesca coperta di fiori di melo è l'uomo immenso in voi.
E siete simili anche alle stagioni;
E se nel vostro inverno ripudiate la vostra primavera,
La primavera, che riposa in voi, sorride nella sua sonnolenza e non si offende.
I vostri pensieri e le mie parole sono onde che provengono da una memoria sigillata
che custodisce i documenti dei nostri ieri,
E degli antichi giorni quando la terra non conosceva noi né se stessa,
E delle notti quando la terra era travagliata dal caos.
Uomini saggi sono venuti a voi per donarvi la loro saggezza. Io venni a prendere la vostra:
E vedo che ho trovato qualcosa assai più grande che la saggezza.
È uno spirito ardente in voi che raccoglie porzioni sempre maggiori di sé.
Mentre voi, incuranti del suo espandersi, piangete lo sfiorire dei vostri giorni.
È la vita in cerca della vita in corpi che temono la tomba. Qui non vi sono tombe.
Queste montagne e queste pianure sono una culla e una pietra di passaggio d'un guado.
Quando passate per il campo dove avete sepolto i vostri antenati
guardate bene, e vedrete voi stessi e i vostri figli ballare mano nella mano.
Altri si volsero a me, dicendo, ma non con parole:
"Straniero, straniero, amante di altezze irraggiungibili,
Perché stai tra le vette dove le aquile fanno il loro nido?
Perché cerchi l'inaccessibile? Quali tempeste vorresti catturare nella tua rete,
E a quali uccelli di fumo dar la caccia nel cielo? Vieni, e sii uno di noi.
Scendi e acquieta la fame col nostro pane e soddisfa la sete col nostro vino".
Dissero queste cose nella solitudine delle loro anime.
Ma se la loro solitudine fosse stata più profonda,
avrebbero capito che non cercavo altro che il segreto
della vostra gioia e della vostra sofferenza,
E che davo la caccia unicamente al vostro io più grande che cammina nei cieli.
Ma il cacciatore era anche la preda;
Perché molte frecce lanciate dal mio arco cercavano solo il mio petto.
Il velo che annebbia i vostri occhi sarà sollevato dalle mani che lo hanno tessuto.
E l'argilla che riempie i vostri orecchi sarà bucata dalle dita che l'hanno impastata.
E voi vedrete, E udirete. E non deplorerete la cecità conosciuta,
né avrete rimpianti per esser stati sordi.
Perché in quel giorno conoscerete il fine occulto in ogni cosa.
Un attimo, e il mio ardente desiderio raccoglierà polvere e schiuma per un altro corpo.
Un attimo, un istante di riposo nel vento, e un'altra donna mi partorirà."




Vista così la vita sembra un gioco e noi invece la prendiamo tanto sul serio... un'altra donna ci partorirà.. insegnavano questo i Sacri Misteri?

"O tre volte felici i mortali che dopo aver contemplato questi Mysteria, scenderanno nell'Ade; solo loro potranno vivervi; per tutti gli altri tutto sarà sofferenza" (da Sofocle (frammento 719 Dindorf, 348 Didot.)

"Felice chi possiede, fra gli uomini, la visione di questi Mysteria; chi non è iniziato ai santi riti non avrà lo stesso destino quando soggiornerà, da morto, nelle umide tenebre" (Omero - Inno a Demetra – 480-482)

Dunque nell'Ade c'è chi sopravvive e chi no? Non ci stanno solo i morti? Forse si tratta di sopravvivere non nell'Ade ma oltre l'Ade. Morte e rinascita, i Sacri Misteri erano questo... un modo per non morire?



CORO DELLE ANTENATE (Vivens Mortuus - Eburnea 48)

Venite, figlie della Terra e del Vento, Sorelle Lune.
Vi racconteremo la storia dell’Eterno Serpente,
l’Antico Drago che arde nel buio, il seduttore di Eva.


Divino incantatore dell’anime incaute, seduttore delle menti,
che si rivela nella terra, nell’acqua e nell’aria, fino al fuoco
cui s’offrirono le sacerdotesse sull’altare della Dea. 

Vi narreremo la storia dell’araba fenice, dalle piume iridate,
che ogni cent’anni torna all’altare sacro tra le fiamme.
Vi sveleremo il segreto del mondo, per cui nel buio 
delle grotte senza vita, forgiammo col dolore degli uomini 
un bracere d'oro e uno d'argento,
e v’accendemmo un fuoco inestinguibile.

Invasate dalla Dea salimmo sull’altare in fiamme,
e bruciammo d'amore fino alle fredde ceneri.

Poi la Luna versò acqua d’argento e d’oro sugli altari,
e rinascemmo vergini immacolate,
selvagge come il vento e sagge come il serpente.

Venite a noi e vi mostreremo il mistero del mondo,
il Serpente di Fuoco, dalle cui spire mortali si rinnova,
in eterno, il ciclo delle “Sorelle Lune”.



I MISTERI DI CERERE

Diodoro Siculo narra della Dea Cerere disperata che vaga in cerca della figlia rapita, accende le fiaccole dai crateri dell’Etna, incontra il vecchio Celeo ad Eleusi e qui istituisce i misteri. Ovidio nei Fasti, 531-36 racconta: “La Dea (Proserpina)… raccolse dalla terra papaveri saporiferi e immemore n’assaporò e ruppe il digiuno, senza volere. Poiché finì il digiuno al crepuscolo, l’ora del cibo per gli iniziati, è quella in cui appaiono le stelle.”

ANGERONA
Ma la Dea dell’agricoltura, col succedersi delle stagioni e l'avvicendamento di vita morte coi suoi misteri è già presente in Oriente nel II millennio a.c. quando Inanna, la Dea sumerica, discende nel mondo infero con conseguente sterilità della terra; così nel caso di Dumuzi-Tammuz che ritorna ciclicamente sulla terra, mentre il suo posto negli Inferi è preso dalla sorella Gestinanna.

Per Diodoro (v. 2): “...le suddette dee (Demetra e Core) apparvero per la prima volta in quest’isola e la Sicilia per prima produsse il grano grazie alla fertilità della sua terra… E infatti nella piana di Lentini e in molti altri luoghi della Sicilia nasce anche ora il grano selvatico... le dee che hanno scoperto il grano sono straordinariamente venerate dai Sicelioti. -

 eppoi (v. 4) : “Dopo il ratto di Kore, Demetra, poiché non riusciva a trovare la figlia, accese le fiaccole dai crateri dell’Etna, si recò in molti luoghi della terra abitata e beneficò gli uomini che le offrirono la migliore ospitalità, dando loro in cambio il frutto del grano.

Gli Ateniesi accolsero la dea con grandissima cortesia, e a loro per primi, dopo i Sicelioti, Demetra donò il grano, in cambio di ciò il popolo di Atene onorò la dea molto più degli altri, la onorò con famosissimi sacrifici e con i misteri eleusini, i quali, superiori per antichità e sacralità, divennero famosi presso tutti gli uomini…

Gli abitanti della Sicilia, avendo ricevuto per primi la scoperta del grano per la loro vicinanza con Demetra e Kore, istituirono in onore di ciascuna delle dee, sacrifici e feste la cui data di celebrazione indicava chiaramente i doni ricevuti.

Fissarono il ritorno di Kore sulla terra nel momento in cui il grano si trova ad essere perfettamente maturo. Scelsero per il sacrificio in onore di Demetra il periodo in cui si incomincia a seminare il grano. 
Celebrano per dieci giorni la festa che prende il nome della dea, una festa splendidissima per la magnificenza dell’allestimento, durante la cui celebrazione si attengono all’antico modo di vita. In questi giorni hanno l’abitudine di rivolgersi frasi oscene durante i colloqui, poiché la Dea, addolorata per il ratto di Kore, scoppiò a ridere a causa di una frase oscena.” 

Per Eraclito 22B21 DK: “Morte è quanto vediamo da svegli; sogno, quanto vediamo dormendo.” come a dire che esiste una visione interiore nel sogno visionario più fedele alla realtà del mondo percepito dai sensi. La verità sarebbe celata nel buio, nel profondo di noi, quando la mente ingannatrice tace.

Avanziamo sui prati fioriti, dove abbondano le rose” cantano antichi versi latini “giocando alla nostra maniera, la più vicina alle belle danze, sotto la guida delle Moire felici. Per noi soltanto è gioioso il sole e il lume delle torce, per tutti noi che siamo iniziati e abbiamo condotto una vita religiosa verso gli stranieri e i concittadini.”

Per Cicerone (In Verrem, IV, 48): “Esiste un’antica credenza che si fonda su antichissimi documenti e su testimonianze greche, che tutta l’isola siciliana sia consacrata a Cerere e Libera.

Infatti credono che queste dee siano nate in quei luoghi e le messi in quella terra per prima siano nate in quella terra per prima siano state scoperte, e che Libera, che chiamano Proserpina, sia stata rapita da un bosco degli Ennesi.”

Per Pausania VIII, 43, 1-13 in Arcadia, la Demetra Melaina, Dea locale, alla quale si è sovrapposta parzialmente la Demetra eleusina, viene posto il ratto di Kore. Scompare la fertilità quando Melaina si rifugia in una caverna e solo in seguito placata dalle Moire, la ripristina sulla terra.

Per Erodoto (II libro delle Storie, 171) le figlie di Danao hanno fatto conoscere alle «donne pelasgiche» la telete «quella che i Greci chiamano Thesmoforia»; ne sottolinea l’aspetto esoterico delle cerimonie del Peloponneso, ma solo in Arcadia si sarebbero tramandate le tradizioni più pure, per via esclusivamente femminile.

C'è un’iscrizione arcadica del VI sec. a.c. con prescrizioni rituali dedicate a "Demetra Thesmoforos". Le figlie di Danao, sfuggite dall’Egitto per non dover sposare i cugini, si rifugiarono ad Argo, dove costrette a nozze indesiderate uccisero gli sposi. Per questo furono condannate nell'Ade a versare acqua in recipienti bucati. Allude alla costrizione della donna a legarsi in matrimonio con ribellioni su vasta scala. Probabilmente l'amazzonismo derivò da questo, ma tutto fu cancellato dalla violenza e dalla memoria. Curioso che le femmine ribelli siano quelle che trasmettono i Sacri Misteri, si direbbero sacerdotesse della Dea.

Infatti per Lattanzio, Divinae Institutiones, II, 4 e Cicerone, Verrine, IV, XVIII detentrici e depositarie dei segreti, gli aporrheta tesmoforici, sono le sacerdotesse, custodi delle cerimonie e della statua della divinità.

Polemone, citato da Ateneo, riferisce che in Sicilia erano presenti due statue di Demetra, Sitos, Dea del grano e Imalis, Dea dei mulini, madri del nutrimento, in parole povere la Dea Terra.

Eraclide narra che a Siracusa si confezionavano pani di sesamo e miele a forma dei genitali femminili chiamati mylloi. In un’iscrizione del V sec. a.c. del santuario di Batalemi a Gela, si attesta l'isolamento delle donne nelle tende durante le feste, e in altri santuari vi sono tracce di piccoli edifici più arcaici, dimore femminili per la durata delle cerimonie. Le donne abbandonavano famiglie e case per celebrare i Misteri, il che dimostra un certo grado di residua libertà e rispettabilità. Nemmeno oggi le nostre donne potrebbero farlo per l'opposizione dei mariti.

Ovunque i culti demetrici sono attestati dai ritrovamenti di Dea con porcellino, fiaccola e cesta: a Enna, dove si pone la sua origine, a Gela, Agrigento e Siracusa.

Le cerimonie duravano vari giorni e si svolgevano di notte, vista la onnipresente fiaccolata nelle raffigurazioni di Demetra e Kore e le moltissime lucerne rinvenute nei santuari.

Le riunioni notturne avvenivano in un sacro recinto vicino a un boschetto.

Le partecipanti erano spose e madri, mentre le fanciulle erano escluse dagli “orgia”, come si afferma Callimaco ma Cicerone (Verrine, IV, 45) parla di un sacrario a Catania dove:

“Nella parte più interna si trovava un’antichissima statua di Cerere, che le persone di sesso maschile non solo non conoscevano nel suo aspetto fisico, ma di cui ignoravano persino l’esistenza.

Infatti a quel sacrario gli uomini non possono accedere: la consuetudine vuole che le celebrazioni dei riti sacri avvenga per mezzo di donne sia maritate che nubili.”

Ma cosa erano le "orgia?". Fa pensare a un'ammucchiata sessuale, impossibile tra sole donne che non potevano essere tutte lesbiche, invece è un abbandono e un'estasi, rito di invasamento, simile ai riti vodoo, facilitati forse da allucinogeni.

Nel santuario di Bitalemi (Gela) sono stati rinvenuti i resti di un focolare con vasellame e ossa di porcellino, VII sec. a.c., e nella parte arcaica del santuario di Iasos, VI sec. a.c., statuette fittili femminili con porcellino, fiaccola, lucerne e piccoli vasi che testimoniano la tradizione del banchetto rituale, il pasto sacro, l'Agape. Nello stesso santuario e in quello di Malophoras a Selinunte statue di Cibele (*) con leoncino e col paredro in posizione inferiore.



INNO A CIBELE

CULTO DIONISIACO
La Vergine nel suo luogo celeste cavalca il Leone!
Portatrice di frumento, Inventrice della legge,
Fondatrice delle città, dai cui doni deriva
la fortuna degli uomini di venire a conoscenza degli dei:
per questo Lei è la madre degli dei; Pace! Virtù! Cibele, che soppesa la vita e le leggi nella sua Equità.

Nelle Thesmoforia il megaron, all’interno del sacro recinto (temenos) è il luogo delle iniziazioni, cavità sotterranea o costruzione, dove l'iniziato svolgeva il dramma interiore attraverso la discesa-risalita di Kore.

Il tutto ripreso poi in Massoneria col Gabinetto di Riflessione, luogo buio rischiarato da una candela con teschio in bellavista che stimola riflessioni e timori.



SACRI MISTERI DI CASTELVETRANO

Sempre in Sicilia i Sacri Misteri di Castelvetrano presso Selinunte si praticavano nel santuario della Malophoros, portatrice di mele o melograno, area sacra con muro di cinta. L'ingresso monumentale portava all'altare di Ecate Triformis ( Dea eleusina inviata da Giove alla ricerca di Persefone nell'Ade), poi al recinto di Zeus Meilichios, nume pre-greco che prende il nome dal fico sacro eleusino.

A Zeus Meilichios, Dio ctonio simile ad Ades o Dioniso dei Misteri di Samotracia, si sacrificavano piccoli animali la cui pelle favoriva pioggia e purificazione. All'esterno del recinto le stele votive di Zeus Mailichios e Demetra Malophoros. e sul fondo l'Hekataion, altare dei sacrifici, con resti calcinati di animali e 12 mila figurine votive di Dee Madri e offerenti (VII-V sec. a.c.), oltre a un bassorilievo con Ade che rapisce Persefone.

Per ultimo, il Megaron di Demetra Malophoros, la Grande Madre di tutta la vicenda. I misteri Eleusini si celebravano in settembre, dal 14 al 23, con la discesa di Persefone nell'Ade. Dopo tre giorni di preparativi, al grido: "Misti al mare!", si correva a prendere un bagno purificatore e si immergeva il porcello mistico da offrire all'alba del giorno 19.
I misti trascorrevano due giorni di solitudine nutrendosi solo della mistura di Demetra: acqua, farina, miele, vino, formaggio ed erbe, per ricevere la rivelazione trasmessa dai Dromena, sacra rappresentazione dei vagabondaggi di Demetra in cerca della figlia.

L'iniziato onorava poi i sacri Mjloi, pani di sesamo e miele a forma di genitali femminili, recitando formule di simbolismo sessuale, analoghi a quelli delle tesmoforie, recandoli in processione in onore di Demetra e Persefone, per un'esperienza interiore illuminante, la discesa nell'Ade.

Seguivano danze, invocazioni, crotali, cembali, flauti, grida e lamenti per il rapimento della figlia, fino all'Eterno ritorno alla Madre, ricongiunzione misterica dell'anima con l'anima universale. Non raccomandavano gli alchimisti di riporre (mettere di nuovo) il mercurio fuggitivo nella sua matrix (matrice, madre)?

L’aspetto esoterico-iniziatico era riservato solo ai misti, mentre la demos (dimostrazione pubblica) riguardava sacrifici pubblici, come l’immersione del toro nella fonte Ciane, istituita da Eracle. Ma Eracle che ci capiva dei Sacri misteri?

Più avanzava il grado più diminuivano i misti, lo svelamento della cesta o della spiga come ultimo apprendimento era riservato a pochi, dato il livello di conoscenza e purezza necessari.

"Felice è chi ha ricevuto tale visione prima di scendere sotto terra” esclama Pindaro; "Egli conosce cosa sia la fine della vita; ne conosce il principio donato da Zeus". L'iniziato sa che è bene morire; gli altri, invece, morranno senza avere saputo perché si nasce e si muore, ignari e spaventati.



I MISTERI DI AFRODITE

Afrodite era Dea di un'altra via iniziatica.
Dea greca dell’Amore, Bellezza e Fecondità, affine alla fenicia Ishtar protettrice dell’amore sensuale.
Venne chiamata Venere dai Romani che le dedicarono la stella del mattino.
Secondo Omero era nata da Zeus e da Dione.

Per Esiodo invece era emersa dalle acque del mare fecondate dal seme di Urano, presso Cipro.

Per Platone vi sarebbero due Veneri: Venere Urania, figlia di Urano, il cielo, rappresentante l’amore puro, e Venere Pandemia, figlia di Dione, Dea dell’amore volgare.

MISTERI DIONISIACI
A Roma le era dedicato un colle, Montecitorio, o monte di Citerea, uno dei suoi appellativi, oggi profana sede del governo italiano. Appena emersa dalle acque sarebbe stata trasportata dagli zefiri a Cipro, o a Pafo o a Citera e sulla riva accolta dalle Ore, rivestita, adornata e condotta sull’Olimpo.

“Vera la schiuma e vero il mare diresti
e vero il nicchio e ver soffiar di venti;
la dea negli occhi folgorar vedresti,
e il cel riderli a torno e gli elementi…”

(Stanze, Poliziano)

Afrodite era una Grande Madre, sopravvissuta perchè relegata a Dea dell'amore sensuale, non più universale. Nella Chiesa Cattolica dell'amore universale si parla ma manca l'amore sensuale, ed esclude i gay perchè non sono figli di Dio come gli altri.
I sacerdoti rinunciano ai sensi vivendo nell'aridità, nell'uso delle prostitute e nell'onanismo colpevole. In quanto al mito: Esiodo la fa nascere da un Dio maschio e Platone la sdoppia perchè è sdoppiata la sua anima, come tanti viveva il sesso senza amore e l'amore senza sesso.
Ogni volta che un uomo sogna la donna pura sogna la mamma, così dice d'amare la moglie e cerca la soddisfazione dei sensi con le prostitute.
Sta con la mamma o con la donna degradata, in sè ha due aspetti inconsci: il bambino bisognoso e il bambino che sogna d'essere dominatore delle donne.

In Massoneria le donne non possono iniziare i neofiti, solo i maschi possono, e le “Stelle d’oriente” (sembra il nome del nuovo look di Barbie) è la branca femminile (o il branco?) presieduta dai maschi, messa sotto tutela.
Ma l’iniziatrice è donna, la Dama del Lago non fu mai un travestito, e donò la sacra spada a Re Artù. La Dea, nell’aspetto selvaggio dell’orsa e della leonessa a lei sacre, chiese in cambio il segreto, come al neofito dei culti misterici.

- Insomma Afrodite avrebbe iniziato quel vecchio? -
- Macchè, allora Anchise era giovane.-
- Ma perchè l’iniziazione era una scopata? -

A volte lo era, ma solo a volte. Il tema è doppiamente interessante. L’accoppiamento era l’iniziazione ai Sacri Misteri di Afrodite, cui erano sacri l’orsa e il leone come Ortia o Dea Orsa, la Dea lunare che a Sparta iniziava i neofiti attraverso l’accoppiamento con le sacerdotesse, e l’italica Nortia, sempre Dea orsa, o Norchia (venerata nell’omonimo paese laziale), la Dea che uccide il figlio e amante Adone.

Sembra che la Dea fosse preposta all’erezione del maschio che veniva sollecitato con leggere fustigazioni, usanza che poi passò all’iniziazione bacchica e rivolta alle donne, come si vede nella Villa dei Misteri a Ercolano.

- Antico sadomaso rituale?.

No, è che anticamente usavano i serpenti, i cosiddetti “frustoni”, serpi innocui degli stagni, con tutt’altro significato.

Si sfiorava il corpo degli adepti con i serpi, si sa, il femminile è palustre, ma anche fiera selvaggia sulla terra e luna in cielo.

Torna l’antica Diana, o Ecate triforme.


Coro delle antenate lune:

Venite a noi e vi sveleremo il segreto del mondo, per cui, perdute nelle grotte senza vita, forgiammo un altare col dolore degli uomini, che era il nostro dolore, e v’accendemmo un fuoco inestinguibile. Invasate dalla Dea, salimmo sull’altare in fiamme piangendo le nostre giovani vite. Bruciammo per l’amore del mondo fino alla cenere, e il resto fu silenzio. Poi, la Luna riapparve e versò argento e oro su altare e ceneri. Rinascemmo, vergini immacolate, selvagge come il vento e sagge come il serpente, e conoscemmo la “Sorellanza delle radici”

Venite a noi: vi mostreremo il mistero del mondo, il Serpente di Fuoco, la Sacra Matrix, dalle cui spire fatali si svolge l’eterno ciclo delle “Sorelle Lune”: le stesse di ieri, di oggi e di domani.




LA DIFESA DELLA VITA

La Dea armata difendeva la vita senza bisogno del maschio, e pure l'eterna lotta della natura, che sopravvive morendo e rinnovando se stessa. Non è una lotta la vita stessa?

Gli uomini non possono iniziare, colle chiacchiere della mente non si smuove l'anima, semmai fanno partire di testa. Solo chi ha aperto l'anima come una ferita può iniziare gli altri, le formule senz'anima sono rituali vuoti, come quelli delle chiese.

L’iniziazione è donna, Demetra che perde la figlia rapita è la discesa dell’anima nel profondo, e la morte del figlio maschio è la morte iniziatica che dà al neofita. Demetra inizia Erittonio passando il suo corpo nel fuoco, fuoco segreto degli alchimisti, fautore di tutta la Grande Opera, e hanno ragione.

L’iniziazione avviene ad Eleusi, dove la Dea insegna l’agricoltura e viene adorata nei templi, Dea triforme, nell'aspetto di Erinni furiosa per la perdita della figlia, di Louisa amante o benevola per la figlia ritrovata ed Ecate Dea lunare e ctonia dei morti, indispensabile nell’iniziazione.

Allo stesso modo Atena inizia Trittolemo, ma i Misteri fanno paura agli uomini che vogliono soppiantare Atena, portatrice della coltura dell’ulivo e del grano, insomma dell'agricoltura, con Poseidone, portatore dei cavalli da guerra. 

Ad Atene si indicono elezioni e i due portano in dono rispettivamente l’olivo e il cavallo. Le donne votano Atena e gli uomini Poseidone. Si dice le donne vincessero per un voto, e sa di bruciato, comunque i greci arrabbiatissimi tolsero democraticamente il voto alle donne, e stabilirono che da quell’istante non si portasse più accanto al nome quello materno ma quello del padre.

Fine della società matrilineare… e dei diritti delle donne. Ne è passato di tempo per riottenere quel voto! Troppe suffragette dovettero passare sotto i ponti, ovvero marcirono in galera, per riconquistare quel che persero all’incirca 2600 anni fa. I Sacri Misteri furono aboliti e Atena da figlia di Meti, Dea dello sconfinato oceano, divenne figlia di Zeus, non più Grande Madre ma figlia. Del ricordo nemmeno l’ombra.

Il tempo trascorre e getta ombre sul volto della Cerere verde come il sottobosco, sull'edera che cinge la fronte di Bacco, e la fronte delle sacerdotesse, e le Amazzoni con lo scudo a foglia d’edera. Nella nostra civiltà l'edera è simbolo d’attaccamento saprofita, l’idea d’una pianta che succhi linfa dal tronco d’un’altra dà fastidio, ma un tempo era il legame di tutti gli esseri viventi all’albero della Grande Madre, come edera succhiamo vita alla terra e gliela ridiamo con la morte.

- Questa è la fratellanza... e la sorellanza. -

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