venerdì 3 luglio 2020

MATRIARCATO NAGOVISI



LA CONFIGURAZIONE FAMILIARE

Tutti gli attuali retaggi delle antiche società matriarcali si possono collocare su una scaletta che va dalle società in cui la famiglia matrilineare è abbastanza autonoma e il potere centrale è debole o inesistente a società nelle quali è invece inserita in strutture gerarchiche, dove esiste un potere centrale forte, anche regale.

Come spiega l'antropologa Casella Paltrinieri «Al primo gradino della scala appartiene la popolazione Moso, che combina il principio matrilineare con una organizzazione sociale poco strutturata» con gruppi familiari autosufficienti e abbastanza autonomi senza molte sovrastrutture. I Minangkabau, hanno stranamente una forte influenza islamica che deve avere corretto non poco la originaria tradizione matrilineare.

All’estremo opposto della scala vi sono le famiglie matrilineari che si giovano di un'organizzazione economico-politica piuttosto strutturata e centralizzata, come gli Akan e i gruppi irochesi. La loro è però soprattutto una micro-organizzazione, a livello di comunità e di famiglia:
«Può non avere alcun effetto a livello di macro-organizzazione, soprattutto visto che il potere economico e politico non si gestisce più nelle piccole comunità» spiega Casella ma a livello simbolico «è fondamentale perché ci dice che l’organizzazione della famiglia è plastica e può presentare configurazioni molto più gratificanti e funzionali, al limite anche molto meno costrittive e violente».



I NAGOVISI E L'AMORE PER LA TERRA

I Nagovisi vivono a Bouganville del Sud, un’isola a occidente della Nuova Guinea, a nord dell'Australia. Le donne sono coinvolte nella conduzione della comunità e nelle cerimonie ma il loro maggior orgoglio e piacere è nel lavorare le terre di loro proprietà. Da un lato sono le detentrici del sapere e della proprietà, da un lato sono donne che lavorano duramente, ma pure gioiosamente.

Per i Nagovisi la donna incarna nel suo corpo le forze della natura e quindi della vita. Tuttavia, al contrario delle primitive società matriarcali, le donne sono identificate nel sole, un calore che risveglia gli appetiti sessuali dei maschi.

IL MATRIMONIO

La donna Nagovisi sceglie il suo uomo che può divenire suo marito, ma senza un matrimonio istituzionalizzato. Se una coppia viene vista insieme, dorme insieme e l’uomo assiste la donna nel lavoro della terra, i due sono considerati sposati a tutti gli effetti. 

La donna dà la stessa importanza al lavoro della terra e alla sessualità condivisa con il partner. I maschi non possono invece possedere nè terre nè case però, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, le donne lavorano molto più degli uomini, ma purchè l'altro mostri buona volontà si accontentano del loro carattere meno alacre.

Tuttavia questa specie di matrimonio non è soggetto a regole di fedeltà o di obblighi reciproci. La convivenza procede finchè i due stanno bene insieme, se il rapporto si scioglie i figli restano con la donna ma hanno rapporti anche col padre. 

In realtà tutte le donne della tribù si occupano almeno in parte dei figli altrui oltre che dei propri. L’antropologa Jill Nash ha riferito che la società Nagovisi è divisa in vari gruppi matrilineari che sono a loro volta divisi in “matriclans”.

Nel pensiero matriarcale, dopo la morte ognuno rinasce all’interno del proprio clan: il bambino non lo ricorda, perchè la morte cancella la memoria. Tutto avviene come nei cicli vegetali, dove le piante muoiono in autunno, ma i loro semi riposano d’inverno fino a primavera, quando germogliano e rinascono uguali a quelle precedenti.



IL DIVORZIO

Quando una coppia litiga i nagovisi dicono che la donna "può rifiutare allo sposo i frutti del suo albero" il che significa che non solo lo priva del contatto sessuale ma pure del sostentamento, per cui l'uomo è costretto ad andarsene. 

Ciò accade però piuttosto raramente, vale a dire che anche se litigano la donna raramente toglie all'uomo il sostentamento, cosa che avine in situazioni davvero estreme. Una volta comunque che l'uomo sia costretto ad andarsene egli torna la suo clan dove lavora per la comunità in dei terreni a disposizione dei non sposati.

Essendo una civiltà contadina è molto importante avere diversi figli, anzi, al contrario delle civiltà patriarcale, è importante avere diverse figlie, perchè resteranno con la madre a coltivare l'azienda agricola, mentre i maschi se ne andranno per loro conto. 

Ciò sfata l'idea, del tutto patriarcale, per cui avere maschi serva a coltivare la terra cosa che le femmine non possono fare. Le donne Nagovisi lavorano duro come e più degli uomini e ne sono particolarmente orgogliose.

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