domenica 15 dicembre 2019

IL DISINGANNO


Il Principe di Sansevero, che di strada ne aveva fatta parecchia, tanto è vero che per poco non ci lasciò le penne rischiando la Santa Inquisizione (nulla fu mai meno santa della diabolica Inquisizione) cercò di lasciare dei segnali per ciò che aveva fatto, fatto si, ma che non poteva essere detto (sempre per l'Inquisizione poco santa ma molto sadica e criminale).

Così lasciò delle statue nella sua famosa cappella, appunto la Cappella di Sansevero a Napoli, con varie figure misteriose, ma quella che oggi ci prende di più è quella del Disinganno, dove un esserino alato e incoronato, con una fiammella sul capo, apre la rete che avvolge un giovane uomo barbuto.

Perchè lo ha chiamato il disinganno? “Osserva con occhi attenti e con venerazione le urne degli eroi onuste di gloria e contempla con meraviglia il pregevole ossequio all’opera divina e i sepolcri dei defunti, e quando avrai reso gli onori dovuti profondamente rifletti e allontanati”, questo è quello che recita l’iscrizione posta sulla porta d’ingresso alla Cappella Sansevero a Napoli. 



Ma nessuno ne comprende il significato, ovvero il principe invita ad osservare per capire le opere, in quanto non dimostrano esattamente ciò che significano invece nel profondo.

La Cappella di San Severo venne fatta costruire alla fine del Cinquecento da Adriana Carafa della Spina, sposa di Giovan Francesco di Sangro, e dedicata alla Madonna della Pietà affinché questa intercedesse per l’anima del figlio. 

Venne poi abbellita di statue e quadri da Raimondo di Sangro, nonchè di contenuti misterici che si preoccupò di nascondere nelle sue opere curandole nei minimi particolari e lasciando agli artisti solo la realizzazione. Egli non voleva celebrare la sua casata e le virtù dei suoi antenati come molti pensano, egli voleva lasciare una traccia della via alchemica.


 
IL DISINGANNO

Il Disinganno è una delle statue più pregevoli custodite nella Cappella e scolpita da Francesco Queirolo, che si dice dedicata al padre, uomo dissoluto che lo abbandonò da piccolo alle cure del nonno per viaggiare e che, dopo tanto tempo, si pentì e tornò a casa per dedicarsi alla vita sacerdotale.

In questa scultura è rappresentato un uomo che si libera dalla rete in cui era imprigionato, aiutato da un genio alato sulla cui testa ondeggia una fiammella, simbolo della ragione, e che indica il globo, ossia la vanità della cose terrene. In questo ambito la rete si riferirebbe ai peccati commessi dall'uomo che lo imprigionano come una rete.

L'opera venne rifinita a pomice dall’artista stesso e non dalle maestranze specializzate perché queste avevano paura che si rompesse. Così si dice, ma se si osserva la rete di persona ci si accorge che non può essere stata eseguita con lo scalpello perchè la rete di marmo è arrotolata su se stessa, con una molteplicità di punti dove lo scalpello non potrebbe mai arrivare.

Pertanto il principe che aveva i suoi segreti (fece all'incirca 1500 invenzioni, cioè era un genio) aveva scoperto il sistema di pietrificare una rete da pescatori, perchè di questa si tratta. La rete non è il peccato, la rete è la mente schematica, quella che fa riferimento agli insegnamenti degli altri


Anche nei sogni compare speso come una rete, perchè sembra consentirci di vedere ogni cosa, in realtà ci imprigiona l'anima. Il tutto è stato riferito al fatto che Sansevero fosse, e lo era, un Gran maestro massone (che è un grado non un complimento) e per questo inserisce la Bibbia nella composizione. Questo testo sacro è riconosciuto dalla massoneria che con molta fantasia vi ha riconosciuto le basi della magia ebraica, ed è posto davanti al globo terrestre, in basso rispetto al genio.
Il libro è aperto e sulla pagina è scritta una frase che fonde 3 versetti biblici e recita in latino: “vincula tua disrumpam vincula tenebrarum et longae noctis quibus es compeditus ut non cum hoc mundo damneri”. Ossia: romperò le tue catene, catene delle tenebre e della lunga notte, delle quali sei schiavo, affinché tu non sia condannato insieme a questo mondo.

Sulla seconda pagina sono annotati i tre versetti e tra questi uno è tratto dalla Prima Lettera ai Corinzi: “ma, messi sull’avviso del Signore, veniamo corretti, per non essere condannati insieme al mondo”.

Ricorda il Vitriol:
- «Visita Interiora Terrae, Rectificando Invenies Occultum Lapidem, Veram Medicinam»,
- che significa: «Visita gli interni della Terra, correggendo ottieni la pietra occulta, la vera medicina» - che significa: «Scopri il tuo inconscio, correggendo gli errori della tua mente otterrai la coscienza incorruttibile, che ti sanerà da ogni male»
- che significa: «Fatti analizzare la mente da qualcuno, imparerai a separare gli errori altrui e i tuoi dalla verità, e la verità ti renderà libero»
- che significa: «Fai cadere i tuoi schemi, cioè la mente condizionata»

Però attenzione, è la Dama del Lago a consegnare la spada a Re Artù, non è il Signore del Lago. La consapevolezza è una via soprattutto femminile.

Sul bassorilievo posto a sinistra della composizione viene poi descritto l’ episodio della vita di Gesù, quando questi dona la vista ad un cieco. La caduta della mente consente infatti di vedere, perchè l'umanità è cieca.


Ma chi è l'uomo avvolto nella rete? Non è un uomo, è l'UOMO. L'uomo è avvolto nella cecità della mente ma il suo genio lo aiuta a svelarlo, lo aiuta perchè ci vuole la volontà dell'uomo per farlo. Il suo genio interiore collabora perchè ormai sono in comunicazione tra loro. Infatti si guardano l'un l'altro e ambedue arrotolano la rete per toglierla.

Non dimentichiamo che il principe di Sansevero rischiò molto nella sua ricerca perchè molti, e la chiesa in prima linea, lo consideravano un demoniaco stregone. per salvarsi la vita dovette rivelare i nomi dei principali iscritti alla Massoneria che ricevettero una bella lavata di tasta dal re che fece chiudere la Massoneria affinchè la Santa Inquisizione non giungesse nel suo regno.

Il principe fu un genio, della scienza e dello spirito, riuscendo non solo a fare scoperte che si verificheranno solo un secolo dopo, non solo a inventare procedimenti scientifici ancora non spiegati, come la marmorizzazione delle reti da pesca e dei veli, ma pure a compiere almeno buona parte dell'opera Alchemica.

Nella Cappella del Principe di Sansevero a Napoli è illustrata completamente l'Opera Alchemica in modo emblematico e misterioso, tanto che pochi sono riusciti a desumerne qualcosa. Ma stranamente pochi vanno a controllarla e studiarla, eppure è un libro aperto di Alchimia... e di Via Misterica Femminile...

- SE NON MI IMMERGO NON MUOIO.. MA NEMMENO VIVO -

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