IL BUSINESS DELLE SANTE RELIQUIE |
Paolo di Tarso indirizza la sua Lettera agli Efesini «ai santi che sono in Efeso».
Il termine santo (abbreviato al plurale in SS. o ss. o Ss.)
- viene usato per definire ogni persona o cosa correlata al divino e deriva dal latino sanctus, participio passato del verbo sancīre, quindi "decretato per legge".
In seguito però i cristiani non furono santi, se non quelli che vennero uccisi per la fede in Cristo, cioè i "martiri", per distinguerli da coloro che per non subire il martirio rinnegavano la fede in Cristo. Si tratta dei disprezzati e vituperati "lapsi", che non erano stati eroi della fede, come invece fecero i kamikaze giapponesi che si suicidavano gettandosi dagli aerei sulle portaerei americane, o i terroristi israeliani prima e palestinesi o arabi poi che si suicidavano e si suicidano con le bombe addosso. Strano che i cattolici adorino i santi, o almeno quelli che si autodenunciavano o costituivano, perchè è un suicidio.
A - Si, ma è nel nome del Signore!
B - Ah è il tempo e il luogo che conta.
A - Che dici, la fede nel Signore non ha tempi nè luoghi.
B - Fammi capire, se nasco in un paese arabo posso suicidarmi per Allah, va bene lo stesso?
A - No perchè non è il vero Dio.
B - Gli arabi dicono altrettanto del vostro.
A - E' una questione di fede.
B - Appunto, e la fede cambia a seconda del luogo e dello spazio.
A - Non capirai mai.
RELIQUIA DI SANTA CATERINA DA SIENA |
Insomma il martirio è della serie: "o ti suicidi o ti mando all'inferno". Questo perchè il Dio Cristiano è buono, Jahvè è giusto e Allah è grande. Gli antichi romani odiavano queste cose e le chiamavano "fanatismo". I romani erano fantastici.
Si dice che il culto dei martiri fu una evoluzione del culto per i defunti. Direi invece che fu uno dei più grandi business della storia, che fruttò molto più delle medicine alle case farmaceutiche oggi. Si tratta della vendita e poi della speculazione delle reliquie.
Si faceva così: la madre di un imperatore si faceva un viaggio in oriente tornando carica di reliquie di Gesù Cristo e della Madonna. Magari era andata a Vattelappesca ed era tornata con un mucchio di chiodi, di legni, di stoffa, di ossa e di schifezze simili, ma lo diceva l'imperatrice!
- - Come le aveva trovate? Gliele avevano vendute i commercianti arabi (chi li conosce li evita) giurando che erano di Gesù Cristo?
- - Oppure, più furba degli arabi, aveva arraffato un bel po' di roba locale e l'aveva spacciata per sacra? (propendo per la seconda).
- - Se era in buona fede, cosa di cui è lecito dubitare, come sapeva che fossero autentiche?
- - Come pensava che si fossero conservate per tre o quattro secoli quando un corpo umano si dissolve in 10 - 12 anni e altrettanto una stoffa, e un legno può sopravvivere in un ambiente secco e occluso o anche in acqua solo se bruciacchiato e bituminato come i pali di Venezia?
- - E davvero a ottant'anni aveva fatto un viaggio fino in Palestina, traversando il deserto, su un carro, senza aria condizionata, col caldo torrido di giorno e il freddo glaciale di notte, col pericolo, per quanti militari avesse, di essere assalita da una colonia di nomadi che assalivano le carovane per mestiere?
Ma certamente, purchè possiamo invocare il miracolo, con il miracolo si sistema tutto. MIRACOLI! MIRACOLI!, c'è la svendita dei miracoli, quanti ne volete, uno, due tre? Ops, non sono miracoli, sono reliquie, ovvero reliquie che fanno miracoli. la Chiesa poi di miracoli ne ha fatti tanti, ad esempio trasformare le reliquie in soldi tintinnanti, ma tanti soldi!...
RELIQUIE DI CRISTO
- Chiodi della croce -
i Tre Sacri Chiodi, due per le mani e uno per i piedi inchiodati insieme, trovati ancora attaccati alla Sacra Croce, sarebbero stati portati da Elena al figlio Costantino.
CORONA FERREA |
Peccato che i romani bruciassero le croci dopo ogni crocefissione, e che soprattutto non inchiodassero mai le mani dei crocefissi che venivano invece legate ai pali della croce.
- Corona di spine -
conservata a Costantinopoli, poi ceduta al re Luigi IX di Francia (1214-1270) che la collocò nella Sainte Chapelle a Parigi. In origine aveva decine di spine, ma nel corso dei secoli esse furono donate a chiese, santuari e personaggi di riguardo, per cui ne sono rimasti solo i rami intrecciati a forma di casco. (Direi che dopo 2000 anni c'è rimasto pure troppo, ma per fortuna i rovi li trovi pure sui cigli delle strade).
- Colonna della flagellazione -
in Santa Prassede a Roma. Trattasi di una minuscola colonna alta circa 63 cm e con un diametro del fusto variabile dai 40 ai 13 cm. Peccato che può giusto arrivare ai fianchi di una persona, a meno che Cristo non fosse un nano... Fu portata a Roma da Gerusalemme nel 1223, ed è di raro granito con grani bianchi e rosati, ma il fusto è tutto rosicchiato in quanto vi sono stati prelevati molti pezzi per farne reliquie. Gli studiosi pensano sia un sostegno, forse di un tavolo.
- Pezzi di legno della croce -
il teologo Erasmo da Rotterdam (1466-1536), affermava che ne circolavano così tanti che con quel legno si sarebbe potuta costruire una nave. San Paolino invece postulò il miracolo "della reintegrazione della Croce": se ne potevano staccare tutti i frammenti che si voleva, ma la croce restava sempre integra. San Paolino San Paolino, lo sai che a dire bugie si va all'inferno?
- Le tre scale sante -
La Scala Santa sarebbe la scala salita da Gesù per raggiungere l'aula dove avrebbe subìto l'interrogatorio di Ponzio Pilato prima della crocifissione. Peccato che non si usavano scale per salire il Golgota, e poi manderebbero a puttane tutta la Via Crucis che non si faceva salendo le scale!
- Sangue del Cristo -
conservato nelle tre Scale Sante, una a Roma, una a Gerusalemme e una a Campli (Teramo). Come già detto, non si usavano scale per salire il Golgota, e sulla conservazione del sangue non ci pronunciamo per carità cristiana.
- Poi il sangue di Gesù scaturito dalla ferita al costato, raccolto dal lungimirante soldato Longino, che gli aveva sferrato il colpo di lancia: e che lo avrebbe portato a Mantova in un'ampolla custodita nella cattedrale dove miracolosamente si manterrebbe incorrotto il sangue. (le cose sono due, o pensava di farci tanti soldi o era un vampiro... naa è solo una panzana)
- Altro sangue di Gesù è conservato in una teca cilindrica visibile nella Basilica del Sacro Sangue a Bruges in Belgio.
- Altro ancora sta in un'ampolla con un batuffolo di cotone imbevuto nel sangue e risalente alla Serenissima Repubblica di Venezia (e che ci azzecca col Cristo?) è conservata nella Chiesa di San Giacomo a Clauzetto (Potenza). Ma questi non sono devoti, sono vampiri, tutti sotto la croce a raccogliere sangue dalla ferita sul costato (perchè per raccoglierlo doveva essere fresco, quindi da Cristo vivo)
IL VOLTO SANTO |
usata dal centurione Longino per trafiggere il fianco di Cristo. Appartenne a Carlo Magno e ai suoi successori e oggi si trova a Vienna. Un'altra lancia di Longino è quella portata da Costantinopoli da s. Luigi IX di Francia, una parte della quale si conserva nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Anche qui, si mettessero d'accordo su quale è vera e quale "fake".
- La Veronica -
ovvero il panno con cui fu asciugato il Volto Santo dalla Veronica è custodito a Manoppello (Pescara). Nel 1506 un prete portò in un convento la tela del Volto Santo di Manoppello. e nel XVII sec. vi fu costruito un santuario dedicato alla reliquia, dal Settecento venerata in tutto Abruzzo. Non vorrei offendere ma... come espressione sembra che s'è fatto una canna.
- Il prepuzio del Cristo -
conservato ed esposto nel giorno di Capodanno a Calcata (Viterbo) fino al 1970 (ma non c'è vergogna!), quando il parroco ne comunicò il furto (forse stanco di tanta imbarazzante reliquia).
- La Sacra Sindone -
conservata a Torino, ovvero il lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Gesù nella sepoltura. La sua autenticità è smentita dalla datazione eseguita con il metodo del carbonio-14 che la fa risalire al XIV sec., ma non conta, la fede è fede, o ce l'hai o non ce l'hai, se ce l'hai credi a tutto, pedissequamente.
- Il Sudario -
con cui fu coperto il capo di Cristo al momento della morte, fino alla deposizione del sepolcro, dove fu tolto prima di avvolgere tutto il corpo nella sindone. È conservato in Oviedo, Spagna.
conservato ed esposto nel giorno di Capodanno a Calcata (Viterbo) fino al 1970 (ma non c'è vergogna!), quando il parroco ne comunicò il furto (forse stanco di tanta imbarazzante reliquia).
- La Sacra Sindone -
conservata a Torino, ovvero il lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Gesù nella sepoltura. La sua autenticità è smentita dalla datazione eseguita con il metodo del carbonio-14 che la fa risalire al XIV sec., ma non conta, la fede è fede, o ce l'hai o non ce l'hai, se ce l'hai credi a tutto, pedissequamente.
- Il Sudario -
con cui fu coperto il capo di Cristo al momento della morte, fino alla deposizione del sepolcro, dove fu tolto prima di avvolgere tutto il corpo nella sindone. È conservato in Oviedo, Spagna.
SANTO GRAAL |
Il calice dell’ultima cena avrebbe raccolto il sangue di Cristo sgorgante dal costato per la lancia di Longino. Ma non è un po' horror? Uno agonizza e l'altro gli raccoglie il sangue, bah...
Giuseppe d’Arimatea, con fare un po' vampiresco, lo avrebbe spillato e poi trasportato (ormai raggrumato se non decomposto) in Inghilterra, divenendo base delle gesta di Re Artù.
La storiografa cattolica Janice Bennet sostiene che sia il cenacolo che le stoviglie, dell’ultima cena, erano di proprietà della famiglia di Marco e che fu Marco a donare il calice a Pietro (ecco è bene precisare che non se l'erano fregato), al fine che egli potesse celebrare il primo rito eucaristico a Roma con lo stesso calice utilizzato da Gesù. Viene una domanda (visto il clima splatter): col sangue o senza sangue?
E viene pure un'altra domanda: dove cavolo l'ha letto, visto che l'unica fonte della cena sono i Vangeli dove il calice viene appena nominato e dove non si sa un accidente del padrone della casa che si suppone affittata per l'occasione?
Per altri la leggenda del Sacro Graal ha inizio nel 63 d.c, quando Giuseppe d’Arimatea, discepolo di Gesù, dalla Terra Santa andò niente di meno che a est dell’Inghilterra: Glastonbury Tor, l’isola di vetro. Accidenti, poteva andare un po' più lontano, neanche gli immigrati fanno tanto!
Appena sbarcato, Giuseppe alzò il suo bastone al cielo in segno di ringraziamento e lo affondò poi nel terreno, dove fiorì, ma la Chiesa non condannava la magia? (Sulla verga fiorita di Giuseppe poi se ne dissero parecchie, e direi fuori luogo visto che Maria l'aveva lasciata vergine.. o così si dice).
Comunque secondo la leggenda aveva portato con sé la coppa contenente il sangue di Gesù Cristo, il Sacro Graal (accidenti che equilibrista, ma non colava da tutte le parti? Ah no, il miracolo..)
Appena sbarcato, Giuseppe alzò il suo bastone al cielo in segno di ringraziamento e lo affondò poi nel terreno, dove fiorì, ma la Chiesa non condannava la magia? (Sulla verga fiorita di Giuseppe poi se ne dissero parecchie, e direi fuori luogo visto che Maria l'aveva lasciata vergine.. o così si dice).
Comunque secondo la leggenda aveva portato con sé la coppa contenente il sangue di Gesù Cristo, il Sacro Graal (accidenti che equilibrista, ma non colava da tutte le parti? Ah no, il miracolo..)
In realtà il mito del calice o piatto di Gesù Cristo risale a Jacopo da Varagine, frate domenicano e vescovo di Genova, e guarda caso il Sacro Catino ce l'aveva lui, o almeno la sua chiesa, il quale nel 1260 circa, racconta nella Legenda Aurea che durante la I Crociata (del 1099), i Genovesi trovarono il calice usato nell'Ultima Cena. Come mai era sfuggito a sant'Elena?
In effetti, ci sono molti calici che in passato e tuttora vantano di essere l’originale contenitore del sangue di Cristo. Eccone un po', visibili o nascosti :
COLONNA DELL'APPRENDISTA |
- - il Calice di Antiochia - in realtà del VI secolo, in argento dorato, da una bottega di Antiochia, conservato presso il Metropolitan Museum di New York. Quindi un fake.
- - il Calice di Nanteos - (nord del Galles) - in realtà una scodella in legno di ulivo. (ma non ci sentivano bene? Un calice ho detto un calice, non un catino o una scodella!)
- - il Calice di Tauton - (Glastombury - Inghilterra) - che non è un calice ma un recipiente di bronzo (e daje: é un calice, ho detto un calice!
- - il Calice di Sirmione - portato dai catari dalla Francia e poi smarrito con il rogo di Verona
- - il Calice di San Lorenzo - nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura a Roma.
- - il Calice di Takht-I-Sulaiman - in Iran, uno dei principali centri del culto zoroastriano.
- - il Calice di Rosslyn - nella Cappella di Rosslyn, in Scozia, dove sarebbe nascosto nella colonna detta "dell'apprendista".
- - la Coppa di Hawstone Park - La storia del Graal a Glastonbury emerse nel 1920. Una piccola coppa di pietra fu trovata nel Hawkstone Park, un "vaso per unguenti", usato per i profumi, dell'epoca del Cristo. Oggi conservata nella "Cappella del Graal" di Whittington Castle, (Shropshire Inghilterra)
- - il Calice di Ardagh - Pesante coppa a due manici, in argento e bronzo, però del sec. VII sec. d.c. (Dublino - Irlanda).
- - il Calderone di Gundestrup - coppa celtica del II sec. a.c., tarda Età del ferro (Copenhagen - Danimarca)
- - il Calice di San Galgano - ma che risale al 1300, quindi fake.
- - il Sacro Catino di Genova - conservato a Genova nel Museo del Tesoro della cattedrale di San Lorenzo; ritenuto il Santo Graal, cioè un piatto di cristallo (un tempo creduto di smeraldo), usato da Gesù Cristo nell'Ultima Cena, portato a Genova dopo la I crociata da Guglielmo Embriaco (già il nome dice parecchio). Peccato che il cristallo sia stato inventato nel 1490. Ma bevevano dal catino?Un po' di morigerazione che cavolo, almeno per rispetto del Signore!
- - il Calice di Bari - nella Cattedrale di Bari, sul cui portale si trova un'immagine di Re Artù.
- - il Calice di S. Panfilo - Nella Cappella di San Francesco d'Assisi della Chiesa di San Panfilo in Villagrande di Tornimparte (L'Aquila)
- - il Calice di San Patrizio - In Britannia, sull'isoletta di San Patrizio poco distante dall'Isola di Man dove sarebbe stato sepolto Giuseppe di Arimatea
- - il Calice di Oak - nell'Isola di Oak in Canada.
- - il Calice di Gisors - nel Castello di Gisors in Francia, dove lo avrebbero portato i Cavalieri templari.
- - il Calice di Montesegur - Castello di Montsegur in Francia, dove lo avrebbero custodito i Catari.
- - il Calice di Collemaggio - sotto la Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L'Aquila.
- - il Calice di Naantali - Sotto la chiesa di Naantali in Finlandia.
- - il Calice di Torino - nella Chiesa della Gran Madre di Torino, dove la statua della Fede, sarebbe la Madonna, con in mano il Sacro Graal, e indicherebbe un punto che dovrebbe portare al ritrovamento del prezioso calice nei pressi.
- - il Calice di Tomar - Nei sotterranei del Convento di Cristo a Tomar, già sede dell'ordine di cristo che avrebbero lì nascosto il calice.
- - il Calice di Trieste - che secondo alcuni sarebbe custodito nei laboratori sotterranei dell'edificio C1 dell'Università di Trieste.
- - il Calice di Rennes-le-Château - custodito nella Chiesa di Rennes-le-Château in Francia.
- il Santo Calice di Valencia - nella Cattedrale della Virgen del Carmen.
Di tutti questi l’unico che ancora rivendica la sua autenticità è il Santo Calice di Valencia, gli altri si sono ritirati per la vergogna.
Trattasi di una una coppa di agata cornalina orientale, del II o I a.c. proveniente da Siria o Egitto. Consta di una coppa superiore (Santo Graal), la base (una coppa ovale capovolta) e il nodo d’oro che li unisce, con i manici e un ornamento sulla montatura, decorata con pietre e perle. Ma Gesù non era povero? E se pure il padrone di casa gli avesse prestato una coppa, questo padrone doveva essere straricco e pure temerario da affidare una coppa così fragile a ben 13 persone che mangiavano e bevevano, forse con parsimonia e forse no, forse sobri e forse no.
FRAMMENTO DEL LEGNO DELLA CROCE IN VENDITA |
indossata da Cristo e toltagli dai soldati durante la crocifissione. ce ne sono due: la Sacra Tunica di Treviri (Germania) e la Sacra Tunica di Argenteuil (Francia) reperita da S. Elena nel suo famoso viaggio. Evidentemente le tarme erano evangelizzate e non l'attaccarono.
- La tovaglia di lino -
usata da Cristo per la lavanda dei piedi degli Apostoli: ce ne sono due, una a San Giovanni in Laterano ed un'altra in Germania, ad Acq. Quest'ultima tovaglia riporterebbe addirittura l'impronta del piede di Giuda (quello dei 30 denari), non si spiega il perchè del miracolo visto che Giuda era il traditore suicida, oppure non è un miracolo e il piede era sporco.
- Le fasce del Bambin Gesù
ad Aquisgrana. Usate o non usate? Se usate lavate? Pipì e cacca del Signore, vuoi mettere! Magari non lavate valevano di più... (peggio dei feticisti)
- I resti della mangiatoia -
in cui venne deposto Gesù bambino, "la Sacra Culla", a S. Maria Maggiore, a Roma. Ma non gli anno lasciato nulla,
- La bottiglia di latte -
da cui beveva Gesù bambino (Wilder, p. 57).
- Una Porzione di sterco -
dell'asino sul quale Gesù entrò a Gerusalemme conservato nel convento di Gräfrath nei pressi di Colonia (Germania). Questa è peggio delle fasce e del prepuzio.
A Costantinopoli si conservavano:
- I sandali di Cristo
dell'asino sul quale Gesù entrò a Gerusalemme conservato nel convento di Gräfrath nei pressi di Colonia (Germania). Questa è peggio delle fasce e del prepuzio.
A Costantinopoli si conservavano:
- I sandali di Cristo
- Un'ampolla con il sangue di Cristo, che venne usato per firmare certi documenti solenni (ma non potevano usare il loro?)
- Il parapetto del pozzo davanti al quale si svolse l'episodio evangelico di Cristo e la samaritana (pure il parapetto del pozzo gli hanno fregato)
- La pietra su cui venne composto il Corpo di Cristo dopo la morte (o poveri cammelli o poveri noi, orto per la seconda)
- Il parapetto del pozzo davanti al quale si svolse l'episodio evangelico di Cristo e la samaritana (pure il parapetto del pozzo gli hanno fregato)
- La pietra su cui venne composto il Corpo di Cristo dopo la morte (o poveri cammelli o poveri noi, orto per la seconda)
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