venerdì 4 agosto 2017

LA MADRE CHE ALLATTA.

ISIDE ALLATTA HORUS E MARIA ALLATTA GESU'

Acqua e latte sono stati da sempre considerati i principi creativi e nutritivi, responsabili della nascita, della crescita, e della morte, ma pure della rigenerazione. Il neonato esce dall'acqua del ventre materno per respirare l’aria e nutrirsi con il latte materno. Con la vecchiaia si rinsecchirà, perdendo i liquidi che lo nutrirono. L'acqua e il latte sono vita, il deserto è morte. L'acqua è ricchezza di sentimenti, il deserto brullo è la depressione, come ben seppe Freud nell'interpretazione dei sogni.

DEA UBADIAN CHE ALLATTA IL FIGLIO 6500 A.C.
Ovunque in Europa il latte era adorato nelle grotte sacre, fonti e pietre del latte che in età romana divennero pertinenza di Giunone, e poi nel cristianesimo passarono alla Vergine e a varie sante tra cui Anna ed Elisabetta. 

La donna ha il potere di dare e conservare la vita: potere chiarissimo in tempi arcaici, temuto e adorato, poi invidiato, visto che in tutto l’Occidente europeo, in opposizione al culto della Grande Madre, nacquero storie di santi “allattatori”, signori delle acque e del latte, a volte androgini, vedi Dioniso, spesso provvisti di mammelle rigonfie, sotto la cui tutela erano poste sia le fonti miracolose in grado di concedere latte alle nutrici e appetito ai poppanti.

Ma Freud ne sapeva qualcosa dell'invidia del seno? Perchè il seno, anche nei sogni, è indice di sensibilità, sentimenti e generosità, che, è indiscusso, generalmente le mamme possiedono molto più dei papà. Si sa bene che nella stragrande maggioranza dei casi il padre è assente.

Tra i santi allattatori ricordiamo Mamante, o Mama di Cesarea, (un nome un programma, Mama.. ricorda qualcosa?) uno dei più popolari santi bizantini, ma pure santo cattolico, venerato pure in Italia, eletto a patrono delle nutrici a causa del suo nome (caspita, basta un nome per estromettere una realtà universale?) e perché nutrito del latte delle bestie ammansite, leonesse comprese.

SCULTURA FENICIA
LA DEA ASTARTE
ALLATTA IL FIGLIO
Essere nutriti equivale a nutrire?
Un maschio protettore delle nutrici?
Ma Sigmund, che ha tanto sbandierato l'invidia del pene, ne sapeva qualcosa sull'invidia del seno?

I fatidici gemelli, che avrebbero fondato Roma, furono nutriti con il latte di una lupa e Virgilio canta nell'Eneide l'indomita vergine Camilla allevata con latte di cavalla. Ma non era insolito sfruttare il latte animale per nutrire l'uomo, nonostante si senta superiore all'animale, ma non tanto da non farsi allattare da essi.

Ma non per questo Romolo e Remo allattarono qualcuno! Ma si sa, i romani erano piuttosto razionali e certe cavolate non se le sognavano neppure.

Nel codice di Hammurabi (Babilonia nel XVIII sec.) sono menzionate le tasse su latte e formaggi, per cui il primo latte animale, e pure il formaggio, entrato nell’alimentazione umana fu quello degli ovini e dei caprini. I bovini si adattavano solo ad aree più verdi ed erano usati soprattutto per il lavoro dei campi. Fu lo stesso per gli antichi romani, le pecore erano fonte di cibo e di scambio commerciale, pecora = pecus, da cui il termine pecunia (denaro).

DEA MADRE NURAGICA
1000 A.C.
Aristotele (384-322 a.c.) scrive nella Storia degli animali che quello di cammella è il latte più fluido, seguito da quello di cavalla e in fine quello d’asina, e indica quello di vacca come il più denso e che quindi si presti meglio ai formaggi.

Insomma lo sfruttamento degli animali fu universale, prima come dura necessità naturale, poi come diritto divino, ecco la differenza tra matriarcato e patriarcato.

Peraltro la vacca fu sacra, da un certo periodo e in ogni dove, in quanto associata alla Dea Natura, cioè alla Grande Madre, la Terra che nutre ogni essere vivente. Non a caso in Egitto sia Hator che Iside hanno le orecchie di mucca (Iside anche di asina).

La Dea Madre indiana fece si che in suo onore le vacche fossero considerate sacre e intoccabili, tradizione perpetuata fino ad oggi.

Non a caso Ganesha, divinità indiana anticamente femmina poi forzatamente trasformata in maschio, aveva ai suoi piedi un topolino che beveva da una ciotolina di latte. Era l'antica Dea Madre, la Terra che nutriva col suo latte tutti gli esseri, ella amava tutti, topolini compresi.


Il latte dei romani

Nell’antica Roma pare che Romolo stabilisse che ogni libagione agli Dei prevedesse del latte di vacca o di capra, o altri tipi di latte, considerati simbolo di fecondità e di opulenza. 

Cicerone e Ovidio rimpiansero gli austeri costumi dei padri, quando  sia pastori che nobili, per il pasto di mezzogiorno bevevano latte con pane aromatizzato; oppure consumavano la Lectentia, che erano delle polentine e minestre di latte e cereali. 

Nei ricettari romani il burro però non compare come grasso di cottura, usato invece dai poveri e dai popoli barbari del Nord, perchè i romani, come i greci, usavano l'olio d'oliva.

DEA PRE-ITTITA
2100 A.C.
I legionari, ben pagati dall'Urbe, non erano abituati al sapore del burro, infatti da quanto riportato da Stradone, storico geografo greco (63 a.c. - 20 d.c.) che seguì una legione romana in Egitto, “Ai soldati romani era sgradito il gusto di burro fuso usato nelle ricette degli abitanti di Hedjaz ”.

Celebre inoltre la frase di Giulio Cesare in un pranzo straniero in cui venne offerto burro criticato dal suo staff militare. Cesare decretò, e divenne sentenza: "De gustibus non disputandum est", non si può discutere sui gusti, come forma di poca educazione e rispetto per chi ospita, ma pure in generale. 

Ma anche se il burro e il latte delle mucche a Roma non erano molto apprezzati, all'Urbe era sacro il Ficus Ruminale, detto così da Rumina, Dea romana che proteggeva le donne allattanti (rumis o ruma, parola arcaica per indicare la mammella d'un animale - Plinio).

Il suo tempio era ai piedi del Colle palatino, adiacente al fico ruminale, un albero di fico in cui si credeva che la fatidica lupa avesse allattato i fondatori di Roma: Romolo e Remo. Ma era anche detto Fico Romulare, da Romolo, il gemello fratricida destinato dal Fato a edificare la Città Eterna.

Alcuni presuppongono che la Dea Rumina, probabilmente di origine etrusca, fosse una Grande Madre, che ebbe il nome da "ruma" (mammella), colei che allattava tutti gli esseri, umani, animali e vegetali. In onore della Dea si offriva principalmente latte, talvolta anche primizie, ma sempre offerte incruente.



LA DEA CHE ALLATTA IL FIGLIO

Prima della Madonna molte Dee allattarono divinamente i loro pargoli. Fin dal neolitico comparvero siffatte madri, a dire che la Dea era Madre  di tutti i figli, piante, animali e umani.

DEA CIPRO
3000 A.C.
Ciò comportò l'uguaglianza di tutti gli esseri rispetto alla Madre Natura, o Madre Terra, da cui derivò il rispetto per tutti gli esseri viventi, rispetto che l'uomo con la sua ibris maschilista ha dimenticato, torturando impunemente animali e piante per accrescerne infinitamente l'utilità e lo sfruttamento.

Tale sfruttamento del suolo e degli animali è del resto perfettamente inutile, perchè più l'umanità si nutre più cresce, perchè cresce nell'inconsapevolezza.

La Dea che allatta il figlio era spesso intesa come Madre Terra che allatta il figlio-vegetazione che muore ogni anno per ricongiungersi a lei e tornare in primavera nell'anno seguente.

Il figlio moriva per le conseguenze del clima e dei cicli ma nessuno lo sacrificava. Tuttavia molte civiltà hanno sacrificato i figli umani, o animali. Tanto è vero che  Dio ferma il braccio di Abramo che stava per sgozzare suo figlio onde far piacere al Signore Dio suo.

Cose da maschi, nessuna madre avrebbe sacrificato suo figlio e nessuna Dea l'avrebbe chiesto, visto che anch'essa era madre. La Dea insegnava che tutti figli erano suoi, più suoi che nostri, il che liberava da tanti egoismi.

DEA MICENEA
1300 A.C.
I vostri figli non sono i vostri figli. 
Sono i figli e le figlie della vita stessa. 
Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi, 
e non vi appartengono benché viviate insieme. 
Potete amarli, ma non costringerli ai vostri pensieri, 
poiché essi hanno i loro pensieri. 
Potete custodire i loro corpi, ma non le anime loro, 
poiché abitano case future, 
che neppure in sogno potrete visitare. 
Cercherete di educarli, ma non potrete farli simili a voi, 
poiché la vita procede e non s’attarda su ieri. 
Voi siete gli archi da cui i figli, 
le vostre frecce vive, sono scoccate lontano.”

(Gibran Kahlil Gibran)


"Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono scoccate lontano"

Se le donne capissero questo la natalità mondiale avrebbe un decremento rapidissimo. Perchè spesso le donne non cresciute fanno figli per il bastone della loro vecchiaia. E' un horror. Pensare di generare creature per farne future badanti è come generare schiavi. Per contro vi sono uomini non cresciuti che non amano i figli perchè gli tolgono spazio presso la moglie-madre.

Si dovrebbe fare figli solo per ottemperare a un bisogno di amare e accudire, senza aspettarsi niente in cambio. Dovrebbe essere come accudire un gatto, si fa perchè è tenero e carino, perchè è buffo, indipendente, testardo ma pure affettuoso... quando gli pare a lui.

QUALSIASI ASPETTATIVA NEI CONFRONTI DEI FIGLI E' UN TRADIMENTO ALLA GENITORIALITA'.

I genitori devono educare i figli rispettandoli e facendosi rispettare, ma per poi lasciarli andare lontani.



FIGLI DELLA MADRE

Gli esseri umani da sempre sono figli della madre, e, diciamocelo, molto meno del padre. In parte è distorsione mascolina, ma soprattutto è natura. Noi siamo figli della madre, non delle regole sociali del padre. Le regole sociali ce le dà la società, pure troppe, non abbiamo bisogno di un padre che faccia le veci della legge.

DEA NURAGICA
1500 A.C.
Abbiamo bisogno di una creatura che ci accetti totalmente, che ci dia il suo benvenuto al nostro venire al mondo, e al nostro occupare un posto nel mondo, abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia il diritto di esistere.

Così la madre è la più cercata, amata, adorata da ogni creatura, e la sua immagine più simbolica è quella della “Kourotrophos”la Dea o semplicemente la donna che allatta la sua creatura.

La religione Cristiana ha rieditato, come ha fatto per la maggior parte dei suoi miti, questa immagine pagana, senza però neanche sfiorare la terribile contraddizione contenuta in questa mitologia.

Maria allatta un Figlio che deve essere crocefisso per placare l'ira del Dio Padre affinché questi non scagli la sua ira contro la razza umana creata a sua immagine e somiglianza. Mito terribile dove la donna e il figlio sono le eterne vittime di un padre crudelissimo.

Nel mito della Dea Vergine, quindi senza  marito e mai creata, che allatta il figlio c'è invece il Sacro Mistero della Dea Natura che dà la vita, che allatta e che fa morire. Tre madri in una, di cui una terribile, perchè fa morire ciò a cui ha dato lei stessa la vita.

Questo Sacro Mistero è talmente profondo da non riuscire nemmeno a comprendere che ci sia una natura misterica nel mito. Sono tre madri in una, che c'è da capire? Chiede la mente. Ma l'anima invece ne è stravolta, e ne è talmente spaventata che i maschi si sono affrettati a stravolgere questa antichissima Trinità soppiantandola  con una senza senso, e cioè un vecchi barbuto, un giovane barbuto e una colomba.

Comprendere la Trinità della Dea Natura è impensabile per noi, perchè è addirittura impensabile osservarne la divina contraddizione. Ma sarebbe un grande passo in avanti se l'uomo comprendesse che esiste questo mistero, di una Natura unica e Trina, che partorisce, che allatta e che uccide i suoi figli.

SE NON MI IMMERGO NON MUOIO, MA NEMMENO VIVO.

Nessun commento:

Posta un commento