venerdì 19 luglio 2013

VENERI STEATOPIGIE

Salvatore Pelliccia:

"il punto cardine su cui si fonda la società patriarcale in cui viviamo, è far credere alle persone, che è esistita da sempre questa unica forma di famiglia e di società, facendo credere implicitamente che qualora siano esistite forme diverse di famiglie e società esse si siano rovinate in maniera rapidissima, rifacendosi ad un concetto socialdarwinista, è che la famiglia in cui viviamo, e la società in cui viviamo, siano le sole tipologie esistenti di esse, e per cui, le migliori possibili. 

Quando questo pregiudizio sarà cancellato, per l'umanità si prospetterà una rivoluzione al livello mondiale..."



ARCHEOLOGIA

Reperti archeologici suggeriscono l'esistenza di templi o santuari paleolitici, nei quali la figurazione femminile fu il centro dell'attenzione e del culto. Sembrerebbe il caso del bassorilievo della famosa Venere di Laussel (circa 23.000 a.c.), nello stesso insediamento della Dordogne di altre tre rappresentazioni femminili, conosciute come “La dama dalla pettinatura damesca” e la “Venere di Berlino”, d'aspetto somigliante alla figura principale, alle quali si somma una scena con due corpi femminili intrecciati e un'immagine presumibilmente maschile, il cacciatore. 

Il fatto che tutte le figure siano state trovate in una zona ridotta, di 12 m X 6, perfettamente delimitata all'interno dello spazio abitativo dell'insediamento, indica la presenza di uno spazio specifico organizzato come un santuario".

Insomma un tempio paleolitico.
Sembra incredibile?

E' incredibile che per un milione di anni l'uomo primitivo sia stato sempre a fare la stessa cosa: a scheggiare pietre come un deficiente.



PALEOLITICO

"Analisi comparative di stile e tipologia sembrano indicare una straordinaria multi-millenaria persistenza della figura femminile steatopigia, una madre primordiale che accompagna il genere umano dal pieno Paleolitico superiore al Neolitico.

Le fasi più antiche hanno chiari raffronti con le figurine del Paleolitico superiore europeo ed asiatico, in particolare con le cosiddette "veneri" attribuite alla cultura aurignaziana, alcune delle quali hanno oltre 30.000 anni (!)"

(Z. A. Abramova, 1990).

Ma 30000 anni fa l'uomo era come adesso?.. Vediamo:


Paleolitico inferiore

- Il Paleolitico inferiore va dal 600.000 al 150.000 a.c.

- I più antichi focolari infatti risalgono a 600.000 anni fa a Dimini in Grecia,

- Altri focolari di 400.000 anni fa tinvenuti a Nizza (Torre Amata), a Vetesszollos in Ungheria, a Chu-Lou Tien in Cina e così via.

Insomma almeno 600.000 anni fa l'essere umano aveva già scoperto il fuoco per scaldarsi e cucinare.


Paleolitico superiore

- Dal 70.000 al 10.000 a.c. va il paleolitico superiore dove compare l'homo sapiens fonte di tutte le razze esistenti.

- Oltre alla lavorazione di pietra e osso vi fu quella più raffinata dell'avorio, naturalmente tutto ciò che era in legno andò distrutto.
Il culto dei morti già esisteva, con un corredo funebre e le prime statuette di Dee della fertilità.

- Sorsero i villaggi con capanne ma pure con costruzioni più evolute, nonchè sculture decorative, statue e statuette, e pure attrezzi per la casa, per misurare le stagioni o per la ritualità.
Esisteva la tribù con un'organizzazione nel potere e nel lavoro. ma soprattutto in questa tribù esisteva una giustizia materna, che poi si è perduta.
Erano molto più evoluti di quanto pensiamo: una volta lo scultore Manzù stupì alle pitture di Altamira, gli era inconcepibile non avessero alle spalle una solida civiltà, sostenne che un'arte così raffinata dovesse avere un'antecedente notevole di cultura e di coscienza, ma erano altri tempi.

Oggi si pensa che questa civiltà ci fosse, che almeno 30000 anni fa gli uomini avessero una cultura trasmissibile oralmente, un pensiero simbolico, un concetto religioso, una progettazione e un mondo emotivo ed espressivo.

Insomma la storia già c’era, solo che non la scriveva nessuno perché nessuno sapeva scrivere.
Ma proseguiamo:



NEOLITICO

Si pone dal VII al II millennio a.c. e si distingue per l'allevamento e la coltivazione dei campi.
La forma di vita sedentaria portò nel Vicino Oriente, fin da 7.000 anni a.c., alla formazione di insediamenti simili a città, talvolta a città fortificate.

Nella lavorazione della pietra vi è l'innovazione della levigatura, sebbene rimangano in uso anche molti tipi di utensili mesolitici. 
E' particolarmente importante il sorgere della tessitura e della ceramica; la tecnica della lavorazione dell'osso assume notevole portata

- Nel neolitico il culto della Dea Cupra, si estese sul suolo italico nei territori tra Cupramarittima, Ancona, Cupramontana, Gualdo Tadino, Fossato di Vico e Norcia.

- A Parabita, in provincia di Lecce, si rinvennero Veneri di 20.000 anni fa, la prima manifestazione dell'arte in questa regione.

- In Abruzzo, in era matriarcale, c’era un paese che si chiamava Touta Maruca, o Popolo di Maruca. A difesa il popolo marrucino aveva costruito grandi mura, entro cui sono state ritrovate stele antropomorfe e statue acefale.
Qui, come nel pomoerium romano, in nome di Jovis pater officiavano gli auruspici, emanavano le leggi e, per consacrarle, salivano sul fianco della Montagna fino al santuario di Ceria Giovia, Grande Madre di uomini, animali e messi.

Ancor oggi si giunge al santuario attraverso un arco di roccia che dà in un’ampia caverna dove stilla acqua sorgiva.
La sacralità del luogo si è perpetuata nei millenni e alla stipe votiva di età ellenistica si è sovrapposta una chiesetta dedicata a Santa Maria ad criptas.

E ti pareva!

Gli archeologi vi hanno rinvenuto una lamina di bronzo, una statua d’offerente, un bacile cerimoniale e un galletto fittile.

Sulla lamina è incisa la legge del popolo Marrucino che regola la prostituzione sacra, il mistico servizio religioso delle cosiddette vergini, la Ierodulia.
E con la Madonna che ci azzecca?..

E' prostituzione sacra, la facevano in chiesa... insomma era benedetta pure quella.

- A Gerico, 9000 anni fa, la Dea della fertilità fu sbozzata sui ciottoli, a rilievo su pietra e in terracotta.
Nella stessa zona coppie di figure femminili, una matura con attributi di sesso e fertilità, l’altra giovane e verginale, preannunciano il mito di Demetra e Persefone, non legato a un luogo geografico ma a un concetto dell’anima.

- A Ganjadareh in Turchia fu scoperto un villaggio agricolo del 7000 a.c. nonchè la più antica ceramica
d’Oriente. Statue quasi tutte femminili, con occhi come antenne e seni a punta, della Grande Dea.

- Terra Madre e Grembo Fertile la Dea è maestosa e regale, come nella nota raffigurazione rinvenuta nel Santuario di Catal Huyuk del 6.000 ac.

- E' della cultura Sekslo, nella civiltà dell'Egeo, del 6000 ac. la statuetta di cui si conserva il corpo senza testa con le gambe in posizione a fiore di loto, della stessa cultura ma del 5.000 ac. è invece la statuetta a mezzo busto con le gambe ripiegate di lato.

- A Catal Huyuk, Turchia, sono state reperite diverse veneri tra cui una gravida accovacciata e una assisa sul trono con due leoni, del 6000 ac.

- E' invece del V millennio la Dea gravida sullo sgabello rinvenuta in Bulgaria.

- In Serbia la Venere di Boginj, in piedi con testa e grandi glutei è ugualmente del V millennio a.c.

- Ancora in Serbia, la cultura di Starcevo, 5.400 ac., produce Veneri lavorate a due tipi di pietra, sempre caratterizzate da grandi glutei.

- In Romania, cultura Hamangia rivela statuette di Dee del 5.000 ac con grandi seni e cintura.

- L’immagine della Dea Chatal-Huyuk, in Turchia, del IV millennio a.c., con braccia e gambe arcuate, a rilievo, con una rete ocra su corpo e sfondo, sembra emergere dall’intreccio della natura.
La testa, priva di lineamenti, è verde, e così mani e piedi.
Ricorda l'antica Gorgone mediterranea, a svastica, o la sirena con due code a spirale, simbolo di creazione e distruzione, l’eterno divenire familiare agli antichi ma terrifico oggi, perché include la morte.

- Sempre nel sud dal 4000 a.c. i contadini Siculi, adoratori di Adrar, la Dea Montagna.
Sotto la guida delle sue sacerdotesse essi costruirono tholos, mura ciclopiche e dolmen.
Il culto dei morti con sepoltura di uomo e cane, tra le popolazioni Sicule del Piceno, proviene dal culto di Adrar, i cui templi erano custoditi da cani. In un vaso piceno a testa di cane, c'è “il cane guida e la sorgente di vita”con Ecate in trono.

Del resto anche Diana aveva il cirneco come animale sacro.

Al centro la Dea dominò tutta la dorsale Appenninica dall’Emilia sin oltre Pescara, con culti magici e religiosi, coi simboli della Terra e dell’Acqua, collegati a riti di purificazione, guarigione e divinazione.

Si suppone che Adria e il mare adriatico derivino dal nome della Dea.



LA IERODULIA

La ierodulia era una pratica prestigiosa, esercitata nei maggiori santuari del Mediterraneo tra cui Locri Epizephiri, Crotone, Rossano Vaglio, alla Foce del Sele, nella valle Peligna, e a Corfinio.

VII MILLENNIO A.C.
Attraverso questa via spirituale le fanciulle partecipavano all’eros del cosmo che tutto crea e fa proliferare: è la Dea Natura lussuriosa o Ceria Giovia, forza creatrice suprema, signora degli animali, dei vivi e dei morti.

- C’era una Giovia prima che ci fosse un Giove. Ceria Giovia era madre della terra e degli Dei, univa in sé l’eterna Fanciulla e l’eterna Madre.

Nel primo aspetto gli attributi inferi: la verginità dell’anima, le ricchezze di Pluto e il gallo annunziante il risveglio spirituale.

Nel secondo il mondo naturale e i cicli di vita e morte di viventi.
La Natura invisibile e la visibile.

Il mito narra che Marruca o Maia pelagica (da cui la Maiella a lei dedicata), approdata sulla spiaggia di Ortona col suo nobile corteggio di donne, salì sulla montagna per seppellirvi un giovane figlio o amante, ferito a morte.

II MILLENNIO A.C.
Anche le donne del seguito, le Maiellane, vissero a lungo nelle grotte della montagna, custodendo tesori, parlando coi morti, e tessendo interminabili tele.

Bellissime e bellicose gigantesse, protagoniste di imprese straordinarie e terrificanti, ornate di splendenti gioielli e tintinnanti orecchini, coglievano un fiore magico, il maggiociondolo giallo e profumato che cresce sulla montagna.

L’antico mito ritorna nella leggenda di una Madonna arborea, assisa sul carpino, portatrice di piogge e grano maturo, al cui santuario abruzzese l’8 maggio si svolge la processione delle Verginelle.

Le fanciulle vestono una tunica greca e i parenti prestano loro vistosi gioielli a scopo apotropaico.

La mattina della festa, ma spesso anche la sera della vigilia, le bambine così ornate distribuiscono pani per le case.

- In Anatolia, III° millennio a.c., nelle tombe reali di Alakar le divinità sono madri, uniche o triplici, col bimbo in braccio, o con partner e bambino, hanno seni e piedi d’oro, o seni d’argento o un seno d’oro e uno d’argento.

- Le Dee Madri abbondano in Messico, come Dee alate e a Susa, in Iran, e altre in pietra dell’VIII sec. a.c.

- In Grecia il mito di Persefone (nota5) predomina la statuaria dal VI al IV sec. a.c., come le Dee coi serpenti e la Gorgone di Corfù.

- Nei miti nordici la "Spada nella roccia" è un richiamo ad usanze più arcaiche: i sovrani presso le popolazioni celtiche, erano scelti facendo sedere i candidati sulla Pietra di Fal, pietra magica che emetteva un suono quando si poggiava il prescelto della Madre Terra, visto che la pietra era simbolo della Dea.



LA SACRALITA' DELLE PIETRE

Le popolazioni arcaiche avevano gran culto per pietre, monoliti e dolmen.

I MILLENNIO A.C.
Due monoliti con uno sopra erano un tempio, un circolo di pietre un invito alle Dee protettrici.
I cerchi delle fate sono i più antichi riti magici eseguiti dalle donne quando invocavano i geni naturali, ma non sono tutti gli Dei creature della natura?

La pietra non si rovinava e restava ai posteri, a quelli che verranno, nell'eterno ciclo della vita.
Anche le grandi civiltà della storia costruirono con la pietra, ma spesso, troppo spesso, per tramandare i re, mentre le società matriarcali tramandavano il culto della Dea, ovvero della natura.

Che c'è di tanto diverso?

Che il maschile è mente e vede solo se stesso, mentre il femminile è anima, e vede, oltre a se stessa, i figli, la comunità, la natura, e il mondo sovrasensibile.
Per quanto i maschi possano torturare, uccidere, maltrattare o stuprare le donne, la realtà è che l'universo è donna, ma occorre una grande evoluzione per capirlo.

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