"La più antica Magna Mater fu il tumulo sbiancato con seppellita sotto la bambola del grano, o il tumulo di conchiglie marine, o di quarzo, o di marmo bianco che costellarono tutto il paleolitico."
Pepe Rodriguez - Dio è nato donna - Editori Riuniti 92)
Sui libri di archeologia se ne parla come simbolo apotropaico, cioè contro la sventura o il malocchio, ma non si dice sia una Dea, e bisogna essere ciechi per non capirlo. Come disegnano la mamma i bambini? Un cerchio sopra, la testa, con sotto un triangolo che tocca il cerchio col vertice, la gonna, e una riga sotto il cerchio che forma due asticciole per le braccia tese. Difficile non capire che si tratta della mamma in gonnella, eppure nessuno lo cita, sta all'entrata di ogni casa ma è un simbolo apotropaico. Infatti lo è ma è il simbolo della Dea Madre Tanit.
Visitando l’antica Cartagine si rimane stupiti dalla moltitudine d'immagini femminili. La Dea Tanit stava dappertutto, negli androni delle case e nei palazzi. In archeologia quelle immagini di pupazzetti femminili con veste lunga sono simboli apotropaici, come dire che il Cristo o la Madonna all’ingresso delle nostre case siano segni di scongiuro. Ma la Dea Madre Tanit, come tutte le Grandi Madri, è artatamente misconosciuta.
In epoca romana ancora ce n’erano tracce in sacerdozi riservati a sole donne, ce ne sono nei miti della Madre Terra, della Triplice Luna e nella statuaria.
LA DEA TANIT
In epoca romana ancora ce n’erano tracce in sacerdozi riservati a sole donne, ce ne sono nei miti della Madre Terra, della Triplice Luna e nella statuaria.
La Dea dei cartaginesi, Tanit, che alcuni studiosi identificano con Didone, e ce ne vuole per farlo, visto che il mito di Enea, che è un mito, è comunque di gran lunga posteriore al sorgere della Dea, che sicuramente è di molto antecedente alla stessa Cartagine, perchè era una Dea fenicia prima che cartaginese. Tanit era la Dea della natura, della fertilità, dell'amore e del piacere, associata alla buona fortuna, alle messi che sostentavano il popolo e alla Luna. Come già detto tutte le Grandi Madri sono legate al culto della Luna e sono Luna esse stesse, anche per quel nascere, crescere e morire che lega la natura e il destino degli uomini sulla terra.
Cartagine venne fondata circa nell'814 ac. dai Fenici di Tiro (almeno nella leggenda dalla principessa Didone), con i quali questa città ebbe sempre potenti vincoli commerciali, è sicuro comunque che i cartaginesi fossero fenici.
Le loro principali divinità erano due: la prima era una Dea Madre detta "Baalat" - la Signora - o "Ashtart" e la seconda, maschile, era il Dio "Ba'al" - il Signore - o Melqart. Come tutte le antiche civiltà all'inizio e molto a lungo venne adorata la Dea, poi, coll'avvento del patriarcato venne più adorato il Dio che di solito era suo figlio cresciuto e trasformato in marito.
La Dea comunque era sempre il perno di ogni preghiera, per cui in ogni casa si iscriveva il simbolo di Tanit a protezione della casa e di chi vi abitava. Un simbolo di Tanit un pochino più elaborato era la piramide tronca con sopra una barra rettangolare su cui poggiano, si dice il sole e la luna crescente. Questo simbolo può essere osservato nella maggior parte delle steli delle necropoli puniche, dall'Africa Mediterranea, alla Sardegna, alla Sicilia, alla penisola Iberica. Questo per dire che gli antichi non ignoravano l'importanza del sole come fonte di vita, ma sentivano che il loro ciclo di
esistenza, come del resto tutto quello della natura, era ciclico come la luna.
E' una superiorità che hanno pagato e pagano cara, perchè per dimostrarsi superiori hanno dovuto operare un taglio tra ragione e sentimenti, trasformando la loro vita in un vuoto abissale dove l'unica compensazione è il potere sugli altri e il sesso compulsivo e prezzolato. Il Dio Padre fece altrettanto, tagliando sentimenti e istinti, minacciando grandi punizioni con fiamme eterne o prolungate, e come premio la visione di se stesso come suprema beatitudine. Nemmeno Afrodite la bella pensava che gli uomini si sarebbero appagati ammirandola per l'eternità.
La Gran Madre Tanit tra i suoi appellativi divini era anche chiamata Mirionima, ovvero "dai 10.000 nomi", del resto Iside era la Dea dai mille nomi, ma anche Iuno Caelestis, che altri non è che Tanit stessa nella forma ellenistico-romana, era multi-nomata. Tanit: veniva spesso invocata come "Pene Baal" che significa "Viso di Baal" , con la prerogativa di avere la precedenza su Baal-Hammon stesso, nelle offerte ma soprattutto nella consultazione della Gran Sacerdotessa in caso di guerra o di grandi decisioni che riguardavano il benessere del popolo.
Nella mitologia fenicia Tanit corrispondeva ad Astarte, la Dea madre, detta anche Astaroth, tanto odiata dal cristianesimo che la trasformò in demone. Nella religione greca, Tanit era paragonata ad Afrodite, Dea dell'amore e della fertilità, ad Artemide, Dea della Luna, della caccia e degli inferi, ed a Demetra, Dea delle messi e dei raccolti.
Nella lingua egizia il nome di Tanit viene letto da alcuni studiosi come "Terra di Neith", e Neith era una antica divinità egizia legata anche alla guerra. Venne anche chiamata: Tanith, Tent, Thinit, Tinnit, Rat-tanit; in greco era Tanis. Venne ancje chiamata "Signora di Cartagine, Signora del Santuario", e i romani la chiamarono Dea Caelestis, (Dea del cielo), Virgo Caelestis (la Vergine del cielo), e "Caelestis Afrorum Dea", "la Dea del cielo degli Aricani, cioè di Cartagine), divenendo anche Juno Caelestis.
Dai graci venne identificata con Aphrodite, Demeter, e Artemis, e dai romani venne identificata con Juno, specialmente con Juno Lucina, Dea della luce e del parto. Le associarono anche la Magna Mater, e la Grande Dea. Rhea o Cybele.
GLI ATTRIBUTI
Ella aveva potere sul sole, sulla luna e le stelle, la palma era il suo albero, una specie di Albero della Vita, e l'espressione della sua forza in terra era il serpente, tanto è vero che era chiamata la "Signora del serpente". In realtà tutte le Grandi Madri, in qualità di rappresentanti della natura e della Terra, ebbero come simbolo principale il serpente, in quanto animale conoscitore del suolo cui aderisce e su cui striscia in modo quasi magico, e conoscitore della profondità delle tane. Infatti in tutte le parti del mondo il serpente fu venerato, tranne nel cristianesimo dove divenne simbolo del demonio.
Con Astarte e Athirat, condivise i simboli della colomba, l'uva e il melograno, tutti simboli di fertilità, nonchè il crescente lunare e, come Ashtart, il leone. Ma anche il simbolo della luna pertinente a molte Dee, compresa iside e Diana, per il cristianesimo venne posto insieme al serpente sotto il piede della Madonna affinchè venisse schiacciato. Così il simbolo della femminilità venne spregiato e schiacciato.
SIMBOLI CHE IDENTIFICAVANO TANIT |
In qualità di protettrice della città, Tanit aveva alcuni aspetti marziali, come quello di guidare un leone tenendo una lancia o un lungo scettro.
Nel sito archeologico di Thinissut nel 1908 è stata rinvenuta una statua in terracotta raffigurante la Dea Tanit con testa di leone, riferita però ad epoca augustea e con iscrizione latina, attualmente conservata al Museo Nazionale del Bardo a Tunisi.
Il leone fu sovente associato a una Grande Madre, basti pensare a Sakmet egizia dalla testa di leone o a Cibele che guida un carro tirato da due leoni, ma la stessa Ishtar veniva rappresentata in piedi su un leone o diritta su due leoni e completamente nuda. Talvolta la Dea ha un braccio o entrambe le braccia alzate per comandare o benedire.
Ora riesce difficile associare una donna attuale con la figura di una Dea armata di lancia che cavalca un leone, se poi l'associamo alla Madonna, la differenza è ancora più evidente. L'idea che si ha di una Dea è come può essere una donna, così come un Dio è come può essere un uomo. In un'epoca in cui il padrone di casa è l'uomo il Dio sarà maschio, mentre nell'epoca in cui la padrona di casa è la donna la divinità più importante sarà donna. Nè si può dire che certe Dee fossero mascoline, perchè erano invece ardenti e con molti amanti, in quanto la Terra è prolifica.
IL PATRIARCATO
Successivamente il Dio solare Marduk di Babilonia, siamo ormai in epoca patriarcale, le tolse ogni culto e la fece generatrice di demoni. Accadde in tutte le religioni. Le Dee divennero demoni o esseri inferiori. Il matriarcato, preponderante nella storia dell’umanità, rispetto al recente patriarcato, è negato perché accettarlo vorrebbe dire rompere gli schemi mentali imperniati sul maschio e il mentalismo.
Come dire che non sia nel destino degli uomini comandare le donne. Per millenni l'uomo le ha amate, consultate e rispettate, perchè un tempo erano la voce degli Dei, e la loro anima ispirata dava canti e responsi... poi gli uomini hanno smesso di farlo.
Forse era nel DNA dell'umano che questo accadesse, forse l'uomo dopo un grande periodo di "animismo" doveva traversare un lungo periodo di "mentalismo" per poter magari un giorno riunificare questi due aspetti e formare un uomo più saggio. Di certo all'epoca il mondo da vivere era più piacevole, non si cercavano le guerre, i bambini erano amati e rispettati da tutti come patrimonio della tribù, non esisteva la sopraffazione sessuale e le donne facevano sesso liberamente con grande piacere di tutti.
Sicuramente ci saranno state la bisessualità e l'omosessualità libere, come qualsiasi altra forma di sessualità matura e libera, perchè la sessualità appartiene alla Terra e alla Dea che la sollecita e la benedice.
Gli Etruschi, in epoca romana, conservarono il matriarcale Labris, simbolo cretese di un matriarcato non lontano. Il Labris, o ascia bipenne, era il segno delle due lune, crescente e calante, e l’era lunare è femminile, come la solare è maschile. Nelle pitture delle tombe etrusche si osservano allegri banchetti con uomini sdraiati a fianco sul lettino che si scambiano brindisi ed effusioni con spensieratezza e gioia, accanto ad altre coppie eterosessuali. Purtroppo il mentalismo ha poi imposto divieti e restrizione, perchè l'omosessualità viene temuta e aborrita dai maschi come un declassamento sa quella situazione di falsa superiorità che si sono creati.
Sicuramente ci saranno state la bisessualità e l'omosessualità libere, come qualsiasi altra forma di sessualità matura e libera, perchè la sessualità appartiene alla Terra e alla Dea che la sollecita e la benedice.
Gli Etruschi, in epoca romana, conservarono il matriarcale Labris, simbolo cretese di un matriarcato non lontano. Il Labris, o ascia bipenne, era il segno delle due lune, crescente e calante, e l’era lunare è femminile, come la solare è maschile. Nelle pitture delle tombe etrusche si osservano allegri banchetti con uomini sdraiati a fianco sul lettino che si scambiano brindisi ed effusioni con spensieratezza e gioia, accanto ad altre coppie eterosessuali. Purtroppo il mentalismo ha poi imposto divieti e restrizione, perchè l'omosessualità viene temuta e aborrita dai maschi come un declassamento sa quella situazione di falsa superiorità che si sono creati.
I SACRIFICI UMANI
Secondo alcuni autori, tra cui Diodoro Siculo, il culto di Tanit prevedeva anche sacrifici umani. Esattemente come ad Alatri c'è una lapide nella cattedrale che ricorda il precedente culto di Baal dove si facevano sacrifici si bambini, e la chiesa sarebbe sorta sopra questo mare di turpitudini. Figuriamoci se i romani non l'averebbero urlato ai 4 venti se nell'odiata Cartagine si fossero fatti sacrifici umani. Sicuramente Catone non avrebbe dovuto presentare i fichi freschi provenienti da Cartagine in senato per convincerlo che la città fenicia era molto vicina se si potevano importare fichi freschi, avrebbe gridato all'abominio e allo sterminio, senza limitarsi al tormentone della "Delenda Carthago"
Ovviamente si trattava della propoganda anti-cartaginese presente nella letteratura latina del periodo repubblicano. La stessa propaganda che venne fatta poi sui cristiani. Comunque sia, tali riti sembrano confermati dalla presenza, nei tophet dedicati alla Dea di numerosi scheletri di bambini, citati nella Bibbia nel 2 libro dei Re 23,1 e in Geremia 7,31, come luogo dove i fanciulli venivano "passati per il fuoco" in onore del dio Moloch o Melqart. La pratica sembrava confermata da numerosissime urne in terracotta con i resti di bambini e neonati, mescolati a volte con ossa di piccoli animali. Le iscrizioni si riferiscono al rito denominato molk, relativo al culto di Tanit e di Baal. Si pensa oggi trattarsi di un rito incruento di passaggio, anche perchè era riferito a tutti i bambini. Anche Demetra, secondo il mito, fece al figlio del re un rito di passaggio sul fuoco che spaventò la regina.
Oggi però si pensa che per gli scheletri infantili si trattasse di aree di sepoltura separate (spesso infatti vicine alle necropoli), perchè anche in altre culture le sepolture dei bambini sono effettivamente separate dagli adulti. Infatti anche nella necropoli rupestre di Cerveteri le tombe infantili sono poste al di fuori delle tombe a ipogeo, ma gli Etruschi non immolavano i bambini. Inoltre Tanit e Baal sembrano avere caratteristiche di divinità benevole e le analisi dei resti ossei sembrerebbero confermare questa interpretazione, in quanto non appaiono affatto bruciate.
Secondo alcuni autori, tra cui Diodoro Siculo, il culto di Tanit prevedeva anche sacrifici umani. Esattemente come ad Alatri c'è una lapide nella cattedrale che ricorda il precedente culto di Baal dove si facevano sacrifici si bambini, e la chiesa sarebbe sorta sopra questo mare di turpitudini. Figuriamoci se i romani non l'averebbero urlato ai 4 venti se nell'odiata Cartagine si fossero fatti sacrifici umani. Sicuramente Catone non avrebbe dovuto presentare i fichi freschi provenienti da Cartagine in senato per convincerlo che la città fenicia era molto vicina se si potevano importare fichi freschi, avrebbe gridato all'abominio e allo sterminio, senza limitarsi al tormentone della "Delenda Carthago"
Ovviamente si trattava della propoganda anti-cartaginese presente nella letteratura latina del periodo repubblicano. La stessa propaganda che venne fatta poi sui cristiani. Comunque sia, tali riti sembrano confermati dalla presenza, nei tophet dedicati alla Dea di numerosi scheletri di bambini, citati nella Bibbia nel 2 libro dei Re 23,1 e in Geremia 7,31, come luogo dove i fanciulli venivano "passati per il fuoco" in onore del dio Moloch o Melqart. La pratica sembrava confermata da numerosissime urne in terracotta con i resti di bambini e neonati, mescolati a volte con ossa di piccoli animali. Le iscrizioni si riferiscono al rito denominato molk, relativo al culto di Tanit e di Baal. Si pensa oggi trattarsi di un rito incruento di passaggio, anche perchè era riferito a tutti i bambini. Anche Demetra, secondo il mito, fece al figlio del re un rito di passaggio sul fuoco che spaventò la regina.
Oggi però si pensa che per gli scheletri infantili si trattasse di aree di sepoltura separate (spesso infatti vicine alle necropoli), perchè anche in altre culture le sepolture dei bambini sono effettivamente separate dagli adulti. Infatti anche nella necropoli rupestre di Cerveteri le tombe infantili sono poste al di fuori delle tombe a ipogeo, ma gli Etruschi non immolavano i bambini. Inoltre Tanit e Baal sembrano avere caratteristiche di divinità benevole e le analisi dei resti ossei sembrerebbero confermare questa interpretazione, in quanto non appaiono affatto bruciate.
IN SARDEGNA
"Uno spiccato carattere matriarcale presente nell’isola (Sardegna), ne fece divinità di rilievo, che in forma di icona è presente ancora oggi nelle affascinanti necropoli, incisa nella pietra e capovolta a rappresentare la morte sopraggiunta, così come in alcune strutture misteriose votate al culto dell’acqua e dell’astro notturno. I rituali di venerazione della Divina Tanit furono probabilmente celebrati da uno stuolo di donne sacerdotesse, conoscitrici dei segreti, custodi del vigoroso potere che la donna sarda possedeva.
Le fonti archeologiche attestano la presenza di forme, note sull’isola come altrove, di prostituzione sacra, e intriso di forza della Dea appare ancora il famosissimo tempio di Tanit, in Nora. Fra i resti del tempio venne infatti rinvenuta una piramide di pietra, simbolo rappresentativo della donna divina, che con molta probabilità veniva celebrata in quella struttura che ancora oggi volge occhio al mare. Interessante ricordare di come l’icona rappresentativa di Tanit sia presente in quel pozzo famosissimo che è noto con il nome di pozzo di Santa Cristina, in Paulilatino.
La scala triangolare, si prolunga per ben 25 scalini e conduce a un pozzo circolare. La camera che ci accoglie è alta sette metri, sovrastata da un oculo che consente alla luce di filtrare. Ogni 18 anni e 6 mesi la luce della luna discende perfettamente perpendicolare entro il pozzo sacro, seppure in maniera meno evidente, ogni anno, per il plenilunio invernale, vi torna, rendendo cosi possibile la misurazione del mese lunare. Il triangolo dell'ingresso è circondato da un recinto interno a forma di toppa di chiave (un triangolo accostato a un cerchio, che è anche il simbolo di Tanit), e da un altro recinto esterno ellittico.
Le fonti archeologiche attestano la presenza di forme, note sull’isola come altrove, di prostituzione sacra, e intriso di forza della Dea appare ancora il famosissimo tempio di Tanit, in Nora. Fra i resti del tempio venne infatti rinvenuta una piramide di pietra, simbolo rappresentativo della donna divina, che con molta probabilità veniva celebrata in quella struttura che ancora oggi volge occhio al mare. Interessante ricordare di come l’icona rappresentativa di Tanit sia presente in quel pozzo famosissimo che è noto con il nome di pozzo di Santa Cristina, in Paulilatino.
La scala triangolare, si prolunga per ben 25 scalini e conduce a un pozzo circolare. La camera che ci accoglie è alta sette metri, sovrastata da un oculo che consente alla luce di filtrare. Ogni 18 anni e 6 mesi la luce della luna discende perfettamente perpendicolare entro il pozzo sacro, seppure in maniera meno evidente, ogni anno, per il plenilunio invernale, vi torna, rendendo cosi possibile la misurazione del mese lunare. Il triangolo dell'ingresso è circondato da un recinto interno a forma di toppa di chiave (un triangolo accostato a un cerchio, che è anche il simbolo di Tanit), e da un altro recinto esterno ellittico.
Sia che il pozzo avesse funzione di calendario lunare, oltre che di custode di acque sacre, sia che questa rappresenti fantasia moderna, è certo che il luogo è intriso del potere della dea, che continuerà a vivere in epoca romana, chiamata ancora in maniera differente, Cerere o Demetra, e dopo nella fantasia popolare, che seppe ricreare figure di donne fate, e poi ancora streghe.
E’ una storia antica di millenni questa, che pare quasi racconto fantastico, ma che ci ricorda di come la religione ebbe un tempo funzione unificatrice, impasto capace di saldare culture differenti".
Claudia Zedda [ 21/12/2008 ]
E’ una storia antica di millenni questa, che pare quasi racconto fantastico, ma che ci ricorda di come la religione ebbe un tempo funzione unificatrice, impasto capace di saldare culture differenti".
Claudia Zedda [ 21/12/2008 ]
Lo scandalo
Tra la fine dell'800 e i primi del ' 900 James Frazer in "Il Ramo d’Oro" e Robert Briffault in "The Mothers" parlarono di un antico mondo dominato dalle donne, una vera e propria bomba. Johann Jakob Bachofen nella sua opera monumentale "Mutterrecht und Urreligion" (Il matriarcato), pubblicata per la prima volta nel 1926, dichiarò di "diritto materno" l’origine della cultura umana. Lo studio dell’arte funeraria romana nel 1840 aveva convinto Bachofen che la legge Romana patriarcale derivasse da un lontano passato matriarcale, deducendolo dai reperti e dai miti.
Bachofen, uno dei più grandi nella ricerca antropologica, fu contrastato come lo fu Darwin, perché sia il matriarcato che l’evoluzione dalla scimmia intaccavano la superiorità del maschile e della razza umana.
Heric Neumann, scrisse uno stupendo libro sul culto della Grande Madre, ma dovette aggiungere che non costituiva prova del matriarcato, altrimenti incorreva nel linciaggio.
Altrove asserì che come il bimbo riconosce prima la madre e poi il padre, l’umanità ha seguito una Dea Madre e poi un Dio Padre. La genitalità (maturazione psichica così denominata da Freud) consisterebbe nel riconoscere le due polarità insieme.
Può darsi, però il bimbo quando riconosce il padre non ha un'amnesia sulla madre, l'umanità invece si.
in Sardegna la Tanit è attestata in siti archeologici molto prima sia dei cosiddetti fenici che naturalmente dai cartaginesi
RispondiEliminaio ci vedo una certa somiglianza con il simbolo egizio del Ankh
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