I MEGALITI
"L’edificazione di un complesso megalitico, anche quello apparentemente più semplice, sottende ad una serie di fattori dai quali non si può prescindere se si vuole cogliere l’essenza della civiltà che lo ha realizzato. Erigere monumenti di grandi pietre richiedeva un immane sforzo sia tecnologico che sociale e di fronte alla grandiosità di queste opere ancora ci sfuggono le motivazioni che hanno spinto l’antico Popolo megalitico a compiere queste colossali imprese architettoniche.
E’ evidente che il megalitismo, essendo un fenomeno planetario, doveva avere per l’epoca significati e utilizzi ben precisi a noi in parte ancora ignoti; è probabile che avesse allo stesso tempo più funzioni: archeoastronomiche, religiose, sociali, terapeutiche, ma appare comunque evidente che dietro l’edificazione di un sito megalitico c’è un pensiero, un impulso culturale, l’esigenza di esprimere e sancire qualcosa che rimanga scolpito nel tempo.
L’architettura delle grandi pietre può essere considerata in un certo senso il biglietto da visita, anche se ingombrante, di una civiltà evoluta e il fatto che sia così diffuso sul pianeta rappresenta una conferma implicita del grado culturale avanzato che poteva esprimere.
La costa occidentale del Mare Nostrum, nelle terre africane di Marocco, Algeria e Tunisia sia costellata di architetture megalitiche antichissime e che quei luoghi sembrano essere stati il punto di origine, o quantomeno di passaggio, della migrazione in Europa dell’Uomo di Cro-Magnon, secondo molti ricercatori l'ideatore del megalitismo, coevo e successore di quello neanderthaliano.
E’ evidente che il megalitismo, essendo un fenomeno planetario, doveva avere per l’epoca significati e utilizzi ben precisi a noi in parte ancora ignoti; è probabile che avesse allo stesso tempo più funzioni: archeoastronomiche, religiose, sociali, terapeutiche, ma appare comunque evidente che dietro l’edificazione di un sito megalitico c’è un pensiero, un impulso culturale, l’esigenza di esprimere e sancire qualcosa che rimanga scolpito nel tempo.
L’architettura delle grandi pietre può essere considerata in un certo senso il biglietto da visita, anche se ingombrante, di una civiltà evoluta e il fatto che sia così diffuso sul pianeta rappresenta una conferma implicita del grado culturale avanzato che poteva esprimere.
La costa occidentale del Mare Nostrum, nelle terre africane di Marocco, Algeria e Tunisia sia costellata di architetture megalitiche antichissime e che quei luoghi sembrano essere stati il punto di origine, o quantomeno di passaggio, della migrazione in Europa dell’Uomo di Cro-Magnon, secondo molti ricercatori l'ideatore del megalitismo, coevo e successore di quello neanderthaliano.
Risulta a riguardo molto interessante uno studio di genetica delle popolazioni che ha individuato una altissima e curiosa concentrazione del gruppo sanguigno “0” in presenza di connotati cromagnonoidi nelle popolazioni europee; e questa stretta relazione è distribuita prevalentemente nelle aree megalitiche, mettendo in risalto, fra le altre cose, un inaspettato picco di concentrazione nella zona del Mar Nero.
A sostegno di questa teoria migratoria bisogna citare anche le recenti e straordinarie scoperte archeologiche compiute in Africa meridionale, nella regione del Transvaal, che hanno portato alla luce gli insediamenti megalitici più antichi che si conoscano, forse la culla dell’umanità, risalenti secondo la datazione più prudente a 75 000 anni fa; un vero e proprio calendario astronomico che getta inquietanti interrogativi sull’origine della civiltà umana".
A sostegno di questa teoria migratoria bisogna citare anche le recenti e straordinarie scoperte archeologiche compiute in Africa meridionale, nella regione del Transvaal, che hanno portato alla luce gli insediamenti megalitici più antichi che si conoscano, forse la culla dell’umanità, risalenti secondo la datazione più prudente a 75 000 anni fa; un vero e proprio calendario astronomico che getta inquietanti interrogativi sull’origine della civiltà umana".
Altro che inquietanti interrogativi: nessuno ha il coraggio di dire che in epoca preistorica esistevano progredite civiltà in grado di costruire cose portentose, società organizzate e matriarcali. Nessuno dice che c'era già un homo sapiens, all'epoca attribuita al cromagnon, come poi vedremo.
LE PORTE DI FERRO
Nella Serbia orientale, a 100 km da Belgrado, c'è Lepenski Vir (Porte di Ferro), un insediamento di notevoli dimensioni circondato da dieci villaggi satelliti sopra un altopiano del Danubio, 7000 - 4800 a.c., per un ciclo di oltre 2000 anni, pochi centri sono durati tanto.
LE PORTE DI FERRO
Nella Serbia orientale, a 100 km da Belgrado, c'è Lepenski Vir (Porte di Ferro), un insediamento di notevoli dimensioni circondato da dieci villaggi satelliti sopra un altopiano del Danubio, 7000 - 4800 a.c., per un ciclo di oltre 2000 anni, pochi centri sono durati tanto.
Il villaggio era situato in prossimità delle Porte di ferro, la gola formata dal fiume lungo il confine tra Serbia e Romania e i suoi scavi inziarono nel 1965, ma solo nel 1967, in seguito al ritrovamento delle prime sculture mesolitiche, fu possibile riconoscere lì importanza della scoperta. Gli scavi terminarono nel 1971 quando l'intero sito venne trasferito 30 metri a monte per evitare l'inondazione dovuta all'apertura di una diga l'anno seguente.
Molte avevano altari e sculture monumentali; creature scolpite metà umane e metà pesce, e una grande spirale su pareti e pavimenti. Le case di legno, in semicerchio, furono piallate con l’arenaria, intonacate col calcare e pigmenti rossi, con focolare al centro ornato da teste di pietra. In più un mistero, una pietra sferica perforata ai poli che può girare se infilata su un bastoncino; ha ben 7.000 anni e nessuno sa a che cosa servisse. Un sospetto lo abbiamo: un astrolabio primitivo per le fasi lunari, ne vidi uno simile in un sito etrusco.
Ma l'incredibile è che il basamento delle capanne ha una geometrica euclidea. Ognuna a trapezio, ricavato da un modulo di triangolo equilatero che ne prevede quattro alla base, poi tre e due, e l'ultimo al vertice tronco. Come potevano uomini di 9000 anni fa conoscere la geometria euclidea quando non c'era ancora nè in Grecia nè in Egitto?
La spirale è il simbolo della ciclicità della natura, caratteristica del matriarcato e della cultura animista perché molto vicine alla natura.
Il matriarcato era più evoluto di quanto sappiamo, ma non si può dire. Sette successivi insediamenti sono stati scoperti sul sito Lepenski Vir, con i resti di 136 edifici residenziali e sacrali, ed ogni insediamento ha rispettato la forma del terreno sottostante, a gradoni scalanti verso la riva del fiume e gardanti al fiume, tutte poste a ferro di cavallo.
Il fiume fu il centro vitale dei suoi abitanti, per il pesce che forniva il cibo, per un sistema di spostamento rapido, per l'acqua indispensabile al bere, cucinare e lavarsi, per i sassi e le pietre con cui costruire. Il villaggio era costituito da due ali laterali con un ampio spazio vuoto centrale che serviva come piazza del paese, per mercato o luogo di incontro. L'insediamento è diviso radialmente con numerosi sentieri che conducono alla riva del fiume. I bordi esterni del villaggio sono parallele alle scogliere circostanti. I piccoli santuari dietro la casa erano sempre decorati con sculture scolpite su enormi pietre di fiume rotonde o ovalizzate.
Esaminando gli oggetti domestici rinvenuti ci si rende conto del loro cambiamento man mano che cambiava il villaggio dalle tende alle case. La base di ciascuna delle case era un segmento di cerchio di esattamente 60 gradi, costruito sulla base di un triangolo equilatero. Questo patrimonio di conoscenze matematiche e geometriche degli abitanti di Lepenski Vir non si giustifica assolutamente coll'uomo di Cromagnon.
La scelta del triangolo equilatero come base al posto del comune cerchio o della forma rettangolare suggerisce il significato dei numeri nella vita degli abitanti dell'insediamento. Mentre è semplice costruire una capanna rotonda perchè è sufficiente un ramo piantato a terra (gnomone) con una corda ed esso legata che si fa girare in tondo, è più difficile farla quadrata perchè occorrono 4 cerchi intersecantisi in cui si tracciano 4 rette che uniscono i 4 centri dei cerchi, è molto più complicato costruire un triangolo equilatero che richiede la conoscenza di una geometria euclidea.
Il sito comprende diverse fasi archeologiche, denominate proto-Lepenski Vir, Lepenski Vir Ia-e, Lepenski Vir II e Lepenski Vir III, che coprono oltre un millennio di storia dal mesolitico al neolitico. Numerosi altri villaggi appartenenti alla stessa civiltà e risalenti allo stesso periodo vennero scoperti nelle vicinanze. Gli artefatti ritrovati consistono di utensili di pietra e ossa, resti di abitazioni e oggetti rituali tra cui particolari sculture di pietra. I morti erano stati sepolti al di fuori del villaggio in un elaborato cimitero. Apparentemente le uniche eccezioni sono relative alla cremazione di anziani notabili che sono state effettuate dietro il camino delle case, secondo un rito religioso.
Il matriarcato era più evoluto di quanto sappiamo, ma non si può dire. Sette successivi insediamenti sono stati scoperti sul sito Lepenski Vir, con i resti di 136 edifici residenziali e sacrali, ed ogni insediamento ha rispettato la forma del terreno sottostante, a gradoni scalanti verso la riva del fiume e gardanti al fiume, tutte poste a ferro di cavallo.
Il fiume fu il centro vitale dei suoi abitanti, per il pesce che forniva il cibo, per un sistema di spostamento rapido, per l'acqua indispensabile al bere, cucinare e lavarsi, per i sassi e le pietre con cui costruire. Il villaggio era costituito da due ali laterali con un ampio spazio vuoto centrale che serviva come piazza del paese, per mercato o luogo di incontro. L'insediamento è diviso radialmente con numerosi sentieri che conducono alla riva del fiume. I bordi esterni del villaggio sono parallele alle scogliere circostanti. I piccoli santuari dietro la casa erano sempre decorati con sculture scolpite su enormi pietre di fiume rotonde o ovalizzate.
Esaminando gli oggetti domestici rinvenuti ci si rende conto del loro cambiamento man mano che cambiava il villaggio dalle tende alle case. La base di ciascuna delle case era un segmento di cerchio di esattamente 60 gradi, costruito sulla base di un triangolo equilatero. Questo patrimonio di conoscenze matematiche e geometriche degli abitanti di Lepenski Vir non si giustifica assolutamente coll'uomo di Cromagnon.
La scelta del triangolo equilatero come base al posto del comune cerchio o della forma rettangolare suggerisce il significato dei numeri nella vita degli abitanti dell'insediamento. Mentre è semplice costruire una capanna rotonda perchè è sufficiente un ramo piantato a terra (gnomone) con una corda ed esso legata che si fa girare in tondo, è più difficile farla quadrata perchè occorrono 4 cerchi intersecantisi in cui si tracciano 4 rette che uniscono i 4 centri dei cerchi, è molto più complicato costruire un triangolo equilatero che richiede la conoscenza di una geometria euclidea.
Il sito comprende diverse fasi archeologiche, denominate proto-Lepenski Vir, Lepenski Vir Ia-e, Lepenski Vir II e Lepenski Vir III, che coprono oltre un millennio di storia dal mesolitico al neolitico. Numerosi altri villaggi appartenenti alla stessa civiltà e risalenti allo stesso periodo vennero scoperti nelle vicinanze. Gli artefatti ritrovati consistono di utensili di pietra e ossa, resti di abitazioni e oggetti rituali tra cui particolari sculture di pietra. I morti erano stati sepolti al di fuori del villaggio in un elaborato cimitero. Apparentemente le uniche eccezioni sono relative alla cremazione di anziani notabili che sono state effettuate dietro il camino delle case, secondo un rito religioso.
I ritrovamenti dello strato più antico, proto-Lepenski Vir, consistono infatti di un insediamento di forse solo quattro o cinque famiglie con meno di cento abitanti. La fonte di alimentazione primaria fu probabilmente la pesca, ma reperti archeologici nella zona circostante rivelano insediamenti costruiti ai fini della caccia e la raccolta di alimenti e di materie prime. Una complessa economia basata sullo sfruttamento delle risorse nella zona circostante il paese, qualcosa di straordinario per la visione tradizionale del Mesolitico in Europa. Una maggiore complessità in una economia porta alla specializzazione professionale e quindi di differenziazione sociale.
Vi vennero rilevate ben 136 costruzioni, con altari e manufatti sacri. Le case erano poste grosso modo a semicerchio e riguardanti a sud per cogliere i raggi del sole. Ogni casa aveva un camino centrale e presso di esso c'era un uovo di pietra di cui ignoriamo l'uso, o sarebbe più appropriato dire che ignoriamo il simbolismo.
L'interno di ogni casa comprende un camino a forma di rettangolo allungato, posto sull'asse longitudinale della pianta, costruito da enormi blocchi di pietra rettangolari. I caminetti venivano ulteriormente estesi con blocchi di pietra per creare un piccolo santuario nel retro della casa.
Questi santuari erano sempre decorati con sculture scolpite da enormi pietre di fiume rotonde che rappresentano forse divinità fluviali o antenati. Un'altra caratteristica significativa delle case è una depressione circolare poco profonda nel terreno posto proprio al centro esatto, forse il posto per un altare.
Le immagini qui ritrovate, definite dagli archeologi "manufatti fuori posto" come dire che provengono da mondi sconosciuti, ovvero civiltà sconosciute, rivelano semplicemente la presenza di una Dea aniconica scolpita a onde marine, quel che si dice un omphalos. Una strana scultura è stata definita un totem pesce forse per la pesca a cui venivano tributate valenze religiose, oppure un uomo pesce divino (per il pene a triangolo che sarebbe in erezione) o molto più probabilmente a una Dea primigenia fornita di braccia e vagina in evidenza, come usò spesso nell'antichità.
In alcune case si sono rinvenuti piccoli altari a spirale, definiti pesci e addirittura carpe con molta fantasia, più in là, in un altro edificio è conservato un altro altarino dove è evidente la rappresentazione di una vagina.
In un'altra figura si evidenzia una sorta di sirena, ovviamente una Dea del mare, e un'altra testa di donna visibile più sotto, ricavata da una roccia ovale naturale per la sua forma allungata e per la forma del viso evoca ancora una donna pesce.
D'altronde Afrodite nasce dal mare, almeno nelle terre bagnate dal mare o da un fiume, per l'importanza della navigazione quando lo spostarsi via terra era molto più complicato e pericoloso.
In quanto ai famosi sassi ovoidali riscontrati al centro delle case, uno per casa e dentro il caminetto, notiamo che se a volte il sasso è scolpito a onde marine, a volte assume quasi un bassorilievo labirintico e talvolta invece ha proprio una testa femminile. E' evidente che si tratti dell'immagine della Dea, iconica o aniconica (con o senza immagine).
Naturalmente anche il sasso di cui sopra a spirale con la cavità centrale è l'ennesima immagine della Dea, anch'essa una vagina od omphalos, la cavità oscura da cui prendono vita il mondo e tutte le cose.
In quanto allo strano manufatto di cui sopra, quello col buco per inserirvi qualcosa, esso è stato scolpito a mano, non è una forma naturale, quindi è una sfera creata appositamente e un pochino schiacciata ai poli, si che qualcuno ha addirittura ipotizzato potesse trattarsi di un'antesignana visione della terra. ma questa visione di ben 9000 anni fa ci appare francamente un po' eccessiva.
Viene invece da notare, come è stato già rivelato, che i misteriosi segni incisi sopra potrebbero riguardare una scrittura di tipo primitivo, il che è comunque un'ipotesi che sconvolgerebbe le nostre conoscenze. La sfera sembra divisa in sette settori, traversata da una fascia longitudinale che corre tutta intorno liscia cioè senza segni.
Effettivamente fa pensare ad una scrittura cuneiforme ante-litteram, tanto è vero che alcuni studiosi ci si stanno applicando.
Gli archeologi riportano che le sculture rinvenute possono essere poste in due categorie distinte, una con semplici motivi geometrici e le altre figure umanoidi, di cui però non specificano il sesso. Si nota che le sculture antropomorfe sono state modellate in modo naturalistico e molto espressionista. Solo la testa e il viso delle figure umane sono più precise e sottolineate, con arcate sopraccigliari forti, un naso allungato, e un ampia bocca, come il pesce-donna.
Effettivamente fa pensare ad una scrittura cuneiforme ante-litteram, tanto è vero che alcuni studiosi ci si stanno applicando.
Gli archeologi riportano che le sculture rinvenute possono essere poste in due categorie distinte, una con semplici motivi geometrici e le altre figure umanoidi, di cui però non specificano il sesso. Si nota che le sculture antropomorfe sono state modellate in modo naturalistico e molto espressionista. Solo la testa e il viso delle figure umane sono più precise e sottolineate, con arcate sopraccigliari forti, un naso allungato, e un ampia bocca, come il pesce-donna.
Le braccia e le mani compaiono su alcune delle figure ma solo in forma stilizzata. Si è supposto che stando vicino al fiume potessero trattarsi di divinità fluviali. Ma il fatto è che dopo la cultura animista la prima religione è matriarcale, con una Dea Madre che partorisce Dei figli e tutto il mondo, uomini compresi, è partorito da lei. Nulla esiste aldifuori di lei.
Da notare inoltre la somiglianza della Dea con la figura di Sheila-na-gig, figura apotropaipa, ovvero guardiana della soglia, ritrovata frequentemente sulle mura o nei portali dell'Irlanda, qui raffigurata in metallo, nonostante le separino molti millenni. L'immagine irlandese risale all'XI - XII sec., ma è evidente il retaggio di un'antica Dea Madre. Ambedue mostrano la vagina proliferatrice di tutto e madre del mondo.
Perseo
Perseo
Viene da ricordare un mito in cui Perseo coi suoi compagni sbarcò in un'isola dell'Egeo per conquistarla e farne una colonia. Le donne dell'isola però lo aspettarono al varco, alzando le gonne e mostrando loro la vagina, al che spaventati Perseo e i suoi si reimbarcarono e andarono altrove.
Tanto era potente il simbolo della Grande Madre che proteggeva terre e donne, che non si osava attaccare nè le une nè le altre, pena l'incorrere in grandi sventure per l'ira della Dea.
Tanto era potente il simbolo della Grande Madre che proteggeva terre e donne, che non si osava attaccare nè le une nè le altre, pena l'incorrere in grandi sventure per l'ira della Dea.
Nessun commento:
Posta un commento