lunedì 16 novembre 2015

ALLAT ... ALLAH



ALLAT

"Avete voi pensato ad Allatu e ad Al Uzza e Manat, queste altre tre? Esse sono Dee sublimi e il loro intervento è sicuramente desiderato" scrive Maometto nel Corano. Le tre Dee sorelle vennero così ammesse per un breve periodo in Islam come divinità intercessorie minori davanti a Dio, come si può leggere in alcuni versi famosi del Corano. Ma Maometto ritrasse quei versi, sostenendo che non erano stati rivelati da Dio, ma ispirati da Satana. Da qui i tristamente famosi versetti satanici.

GRANDI MADRI ohibò, io non sono figlio giammai, pertanto nego il potere delle madri. In realtà chi non si sente più figlio non teme il potere della madre per cui non tenta di sottometterla. Invece i maschi vogliono la protezione affettiva della donna-madre ma dominandola, così non sentono la dipendenza, ma siccome la dipendenza c'è devono inventarsi l'impossibile per schiacciare il potere femminile.

Da qui nascono l'infibulazione, il velo (ma pure quello delle monache cattoliche), il burca, la lapidazione e la cancellazione delle Dee. E così come l'ebraismo e il cattolicesimo l'islamismo vuole solo un Dio maschio.

Però la triade c'era e una antica invocazione preislamica diceva : - "Per il mare, per il sale e per Allatu, che è la più grande di tutte". Penso che alludesse all'antica triade: ALLATU, AL UZZA e MANAT. La divinità di Al Uzza e quella di Allat erano a Mecca chiamate al-Gharānīq, le cicogne, come dire che erano bellissime.

ALLAT DA PALMIRA  CON RAMO DI PALMA E LEONE AI PIEDI


ALLAT

La Dea Allat era ampiamente venerata in area asiatica con vari nomi: Allatu dai babilonesi, Allatum dagli Accadi ed Elat da fenici e cartaginesi.

Qualcuno però la associa ad Ellotissì a cui i greci dedicarono delle feste orgiastiche dette Ellotie, ma Ellotia era anche uno dei nomi di Europa, principessa della Fenicia, trasformata in mucca da Zeus a Creta. E' chiaro che Ellotia era una grande madre spodestata dal patriarcato che la sostituì con Zeus.

Per Erodoto (V sec. a.c.) Allāt corrisponde alla greca Afrodite.

Comunque nel periodo ellenico e romano la divinità femminile più venerata nel mondo arabo è Allāt (al-Lāt cioè "la dea") che viene identificata come Atena greca e Atargatis siriana.

A Palmira, in Siria, la Dea venne adorata in un bellissimo tempio, distrutto dai cristiani tra gli anni 378 e 386.

Nel tempio era raffigurato un leone, spesso associato alla Dea, che tiene e protegge, tra le sue zampe, un'antilope, e per il suo culto si bruciava incenso a profusione (ricorda qualcosa?). La chiesa cattolica non si è inventata niente.

Non è strano che un leone protegga un'antilope? Come mai in epoca bizantina i leoni azzannano sempre l'antilope? Sta su molte chiese. E' il più forte col più debole.

In epoca matriarcale il più debole è protetto, il figlio minore ha più diritti del figlio maggiore, nel patriarcato conta il figlio maggiore e il figlio minore diseredato va a fare il cavaliere errante e poi il figlio cadetto, mentre le figlie o le sposano o le fanno monache. Così il patrimonio va tutto al figlio maggiore.

AL-UZZA
L'antilope protetta esprime anche il rifiuto della Dea ad ogni sacrificio umano. Sempre su questo rilievo è stata rinvenuta la seguente iscrizione: "Allat benedice chi non versa sangue nel tempio". Oggi Hallah benedice la lapidazione degli umani e lo sgozzamento degli animali sacrificali. Qualcosa è cambiato.

Nella Penisola araba il luogo principale di venerazione di Allāt o al-Lāt era la città higiazena di Ṭāif, a sud di Mecca, dove era adorata sotto forma di un grande e squadrato masso bianco. 

Con la vittoria dell'Islam, il masso fu posto, come nemico calpestato, a fungere da gradino della moschea fatta erigere da Maometto sull'antico santuario. Questo, per suo ordine, fu incendiato, nel gennaio 630 d.c., (il ramadan dell'Egira) da al-Mughīra ibn Shuʿba, uno dei più importanti compagni del Profeta.

Tanto è l'odio verso le Dee, quanto è l'odio verso le donne... e tanto l'odio verso la propria anima... e la divinizzazione della mente. Gli Dei maschi del monoteismo sono  infatti puri Dei mentali, pertanto al posto dei sentimenti dallo le leggi.

Gesù Cristo, che propendeva per il femminile e per l'anima, tentò invano di asserire il sentimento aldisopra delle leggi (il sabato per l'uomo e non l'uomo per il sabato), ma questo insegnamento non è passato, è passato invece quello mentale e misogino di San Paolo.

Secondo altri Maometto, quando fu alla distanza di 4-5 giornate di viaggio da Medina, inviò suo cugino e genero ʿAlī a distruggere l'idolo. Questi eseguì gli ordini, razziò il tesoro del santuario e lo portò al Profeta. Tra le prede vi erano due spade, donate alla Dea dal governatore di al-Shām (la Grande Siria). Le spade stanno nel museo ma la dea è stata distrutta.



ALLATU

Allatu… strana somiglianza con Allah, che però è posteriore per cui è lui che ha copiato da lei. Di lei si diceva che era la più grande di tutti, invece Allah è grande e basta perché c’è solo lui.

In epoca preislamica il nome Allāh indicava una divinità minore, mentre erano molto venerate le sue figlie Allat, Al-Uzza e Manat in tutta la penisola arabica e, in particolare, nelle città della Mecca e di Medina.

I riti del cammino intorno al santuario la Qaaba era già praticato in epoca matriarcale, con rotazione in senso antiorario cioè una rotazione da destra verso sinistra; un cammino che aveva un senso perchè nel percorso di adoravano ben 300 idoli.
 
Maometto mantenne il percorso con la stessa modalità del senso antiorario ma fece distruggere tutti i 300 idoli che giacevano nella Qaaba, riservandola all'unico Dio.

Il cammino era un omaggio agli idoli, oggi è un omaggio all'unico Dio.

Allat o Allatu è stata la Dea Madre di Palmira (Siria settentrionale); il cui simbolo era il leone. Per i nabatei del sud della Giordania e Palestina veniva considerata la Dea del sole, fonte di vita; e adorarata come tale. La città di Mecatenía aveva un haram (santuario) dedicato alla Dea, e ad Hima gli arabi
accorrevano per eseguire i riti di culto e i sacrifici propiziatori.



MANAT

Secondo la testimonianza di Hishām b. al-Kalbī, Manāt era la divinità più antica delle triade, formata anche da Allāt e al-ʿUzzā e si pensa che essa potesse rappresentare il Destino, come le Moire o le Gorgoni alle loro origini.

Il nome "Manat" deriva dalle parole arabe e ma'niyya manum, che significa 'morte', 'destinazione' e 'tempo'. Veniva venerata sotto forma di una pietra nera che si trovava sulla spiaggia, tra Mecca e Medina. Invece, secondo alcuni popoli semitici, era una delle figlie di Allah, ma comunque considerata Dea della morte e del destino.
Manat, Dea dell'antica triade femminile, era venerata dai Nabatei l'adoravano sotto il nome di Manawat o Manawatu e la identificavano con Nemesi, la Dea della giustizia, che sembra fosse la madre di Hubal, divinità preislamica portata alla Mecca nel santuario della Kaʿba. Lui si, perchè è maschio.



HUBAL

Il Dio era un vecchio di cornalina rossa con arco, faretra e frecce, senza punte né piume, usate dal custode del santuario per emettere vaticini per i fedeli che ripagavano con offerte al tempio. L'idolo aveva un braccio destro rotto, poi sostituito da un nuovo arto in oro. (ricorda il fallo di Osiride divorato dai pesci e rifatto in oro).

MANAT ROMANIZZATA
Della serie: caccio le sacerdotesse dal tempio dove vaticinavano e le sostituisco con un vecchio che lancia frecce ('ndo cojo cojo = colgo a caso) e chi viene colpito riceve il vaticinio.

Insomma il braccio d'oro non sbagliava mai, ma si esercitavano nel tiro i sacerdoti?
Certo che no, era il Dio a guidare la mano.
Doveva essere tutto sul si o no.

Chi veniva colpito avrà ricevuto il buon esito, e gli altri? Dovevano esserci repliche, altrimenti col piffero che pagavano.

Insomma, mentre le antiche Pizie in ogni parte del globo vaticinavano in rima, possedute dallo Spirito della Dea Terra, i sacerdoti scagliavano frecce (per fortuna senza punte e piume o aia che male!). Un bell'acquisto non c'è che dire.
                                                                                                                                                                                              
Comunque in ogni parte del mondo i sacerdoti sostituirono le sacerdotesse nel vaticinio, e in ohni parte del mondo i sacerdoti non oracolano più, perchè si sono accorti, avvero se ne sono accorti i fedeli, che oracolavano a cacio. L'oracolo non si fa nè con la testa nè con il caso, l'oracolo si fa con l'anima... e gli uomini con l'anima......


AL-UZZA

Letteralmente "la Potentissima" o "la Veneratissima" . Con Manāt e Allāt costituiva la triade femminile dell'Ḥijāz, venerata dalla tribù dei Banū Quraysh di Mecca, come in quelle degli lihyaniti, nabatei, thamudeni e sud-arabiche, una specie di Afrodite asiatica. Secondo alcune tradizioni e sue sorelle erano la dea Al-Zuhara (la stella del mattino) e la dea Uzza (o Al-Uzza che significa La Poderosa o La Più Amata.

Venne adorata sotto forma di un cubo di pietra bianca, la stessa incamerata nella Qaaba, secondo altri invece si tratta di una pietra scura, cioè un meteorite piovuto appunto dal cielo, è sorretto comunque da un contenitore d'argento e si sa che l'argento è un metallo lunare e femminile come l'oro è solare e maschile..

All'inizio fu venerata sotto forma di sorgente e di tre alberi di acacia nella valle di Ḥurāḍ, nell'oasi di Nakhla al-Shāmiyya (Il Palmeto siriano), Più tardi le fu costruito un santuario da parte di Ẓālim b. Asʿad, dei Banū Ghaṭafān, dotato di un bacino in cui veniva raccolto il sangue delle vittime immolate in suo onore.

Questo ci dice che del divieto di sacrificare gli animali se ne erano già impipati, in effetti mentre il femminile soccorre il maschile schiaccia e uccide. Il femminile non ha bisogno di sentirsi forte perchè lo è... al contrario del maschile che deve dimostrare... tutto e sempre.

Il Ghatfan costruì uno splendido tempio chiamato "Boss" che si poggiava su tre alberi di acacia, simbolo della Grande Madre (in Egitto l'acacia era l'albero di Iside), edificato in modo che emettesse un suono ogni volta che entrasse qualcuno. Gli alberi erano chiamati "Alberi della conoscenza" e non erano proibiti, anzi i fedeli vi appendevano nastri ed oggetti votivi.

Sotto la guida di Maometto, il luogo di Nakhla al-Shāmiyya fu distrutto dopo la conquista di Mecca del 631 d.c.  da Khalid Ibn Walid, un suo fedele seguace, che tagliò le acacie alla radice, distrusse il tempio e uccise le sacerdotesse.

"Quando colpì l'ultimo di loro (gli alberi) con la spada apparve davanti a lui una donna demone nero, con i capelli arruffati, che, stringendo i denti, lo minacciò. Il sacerdote che custodiva il tempio (in realtà sacerdotesse) corse in aiuto della sua Dea, ma a quanto pare Khalid era troppo forte e uccise sia il diavolo e il prete. Poi fracassò l'effigie e ridusse in rovine il tempio in modo che la potenza della Dea in terra venisse distrutta per sempre."

Questo è il maschile deteriore, cioè una mente priva di anima, ne resta solo l'aspetto coercitivo e distruttivo. Naturalmente con la sacerdotessa scomparvero le profezie, qui come ovunque perchè il maschile sa obbligare ma mai oracolare.
Il nome di Al - UZZA può essere traslitterato anche come AL - Ozza, 

La parola appartiene alla stessa radice `izza" gloria "e significa" potente ". 

Apparentemente era una dea crudele che amava lo spargimento di sangue, sia umano che animale. 
Insomma come la Dea Kalì. 

Tuttavia Uzza appare menzionata come sinonimo di bellezza nella poesia pre-islamica. 
Il suo santuario principale era in un luogo chiamato Najla, situato sulla strada a est della città di Taif. 

Anche nella città della Mecca Uzza aveva un tempio e Hima dove, ornata di pietre preziose, le si offrivano doni di oro e d'argento. Il culto di `Uzza sembra provenire da Petra, dove lei era una versione nabatea della Dea della fertilità in varie mitologie (Venere, Afrodite, Iside ...).



1 commenti:

Anonimo ha detto...

La figura della Dea Al-Uzza mi interessa per via della Lince che la accompagna, dopo un sogno ho cominciato a cercare di recepire la lince, ho scritto recepire e non analizzare, l'analisi della mente l'ho fatta dopo averla recepita come simbolo sul piano istintuale, non la conoscevo questa Dea prima di passare tra le tue pagine, e poi trovo la correlazione con la lince.

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