venerdì 6 settembre 2013

DEA SPES - SANTA SPERANDIA



Grotta di Santa Sperandia  - Cingoli (MC) 

Sperandia nacque a Gubbio intorno al 1216 e morì a Cingoli nel 1276 nel monastero delle Benedettine dove si ritirò dopo lunghi anni di permanenza in questa grotta.

(Urca che fisico!)

IL SANTUARIO
All'età di nove anni a S. Sperandia apparve Gesù che le rivelò che doveva spogliarsi delle sue vesti e fare penitenza.

(Urca che sfiga, e che cosa aveva da farsi perdonare una bimba di nove anni!)

Lo spogliarsi delle vesti indicava il distacco dei beni materiali per dedicarsi ai beni spirituali. 

Ma, o Gesù s'era spiegato male. o la bambina aveva un cesto di sensi di colpa, fatto sta che la bimba si rivestì di una ispida pelle di maiale, con un cintura di ferro ai fianchi e si allontanò dalla famiglia per seguire la chiamata del Signore.

(Come ci si veste con una pelle di maiale? Non mi risulta possibile conciare una pelle di maiale che è tanto sottile, altrimenti sicuramente in commercio sarebbe esistita, ma essendo molto simile a quella umana sarebbe come scuoiare un essere umano e vestirsi con quella pelle. Questa è una balla certificata.)

Sembra che la famiglia non fosse affatto contenta di vederla conciata così, e ti credo, con una pelle di non si sa cosa e un cinto di ferro tante volte non avesse da soffrire abbastanza.

Così la bambina ha una bella trovata, scappa di casa e comincia a errare per l'Appennino umbro-marchigiano alla ricerca di una vita ascetica densa di mortificazioni.

(Ora per avere mortificazioni nella vita non c'è bisogno di vagare per gli Appennini, la vita in questo è piuttosto generosa ovunque, specie per le donne, tanto più che era una bambina e figurati i loschi figuri che ha incontrato.)

I pedofili non sono mai mancati e una bambina che gira da sola è un miracolo se riesce viva. Ma forse il Signore la proteggeva...

(la proteggeva? La faceva girare mezzo morta di freddo e di fame, con un cinto di ferro e una pelle d'animale.. e se non la proteggeva che le faceva? Domanda, ma voi trattereste così un vostro figlio? Spero di no, ebbene se è così siete più generosi di Dio).

Tanto per divertirsi un po' la bimba pregava e faceva lunghi digiuni, e ti credo, non c'era la famiglia e non lavorava, è un miracolo che non sia morta di fame, che non abbia preso il tetano con la ruggine del cinto, la pelle lasciamola stare di che bestia fosse ma comunque le avrà fatto venire l'orticaria, per non parlare della sifilide per gli stupri ecc.

Tanto per non farsi mancare nulla talvolta si recava di paese in paese con le braccia legate, un velo che le copriva il volto e con il capo cosparso di cenere.... e ogni volta se la cavava miracolosamente, perchè la Chiesa una così la metteva immediatamente sul rogo come posseduta dal demonio.

(Diciamo pure che una legata e velata è come dire: fate di me ciò che volete. Oggi usa solo nel sadomaso.)

Siamo infatti all'epoca del beghinismo femminile, ortodosso, (quale ortodosso, la Chiesa non lo ha mai riconosciuto!) che nel secolo XIII era largamente diffuso nell'Italia centrale.

Trattavasi di pie donne che, senza farsi suore (e quindi ohibò senza tutela maschile), dedicavano lo loro vita ad atti di pietà e di carità cristiana.

In realtà le Beghine erano donne che non volevano né sposarsi né chiudersi in un monastero, e vivevano da sole o in piccoli gruppi, libere di muoversi e di cambiare idea, occupate nel lavoro, nella lettura e nella preghiera.

Nel 1311, Papa Clemente V accusò le beghine di diffondere l'eresia, e se ne interessò l'Inquisizione, scacciandole, torturandole e ponendole al rogo sotto Giovanni XXII, Urbano V e Gregorio XI.

(Ma che santi uomini questi Papi!)

Si dice facesse miracoli e ce n'è uno particolare. Nel mese di gennaio la santa aveva chiamato alcuni muratori per il restauro e l'ampliamento del monastero benedettino dove infine si era rifugiata stanca della fame, del freddo e degli abusi sessuali. 

Anzi si dice che ne divenne Madre Badessa ma ciononostante fu lei a preparare il pranzo per gli operai, forse voleva espiare un po' di più. A fine pasto chiese loro se volessero dell'altro. 

I muratori spiritosoni risposero che avrebbero gradito delle ciliegie e la santa, invece di dirgli "attaccatevi a... qualcosa" si mise a pregare e le apparve un angelo con un cesto di ciliegie. Forse la santa faceva la spesa così, comunque le portò ai muratori, i quali sbalorditi per il prodigio, e per nulla stupiti che il Dio del mondo si divertisse a procurare ciliege mentre tutti gli altri morivano di fame, di freddo e di colera (siamo nel Medioevo), si inginocchiarono al Dio delle ciliege.

(Non ho parole).

www.trekkingmontiazzurri.com/index.php/eremo-grotta-s-sperandia/318-la-miracolosa-s-sperandia.html 

Ad un'anima così eletta il Signore non negò il carisma dei miracoli, che attrasse verso la santa, sia durante la vita che dopo la morte, una moltitudine di devoti.

Con il segno della croce, la santa operava prodigi, con particolare predilezione verso i fanciulli infermi, le donne sterili e i carcerati. Un altro tratto della sua vocazione, fu la carità verso i poveri, ai quali rivolgeva parole fervide di fede e di speranza, come le seguenti: "il Signore provvederà", "confida nel Signore", etc.

(Ora si sa che la maggior parte della gente nel mondo muore di fame, per cui non sembra così frequente questo intervento di Dio, oppure occorre essere nella ristretta cerchia di quelli che pur essendo poveri se la cavano)

Santa Sperandia visitò Roma, Spoleto, Gubbio, Recanati, Fossato di Vico, Fabriano, Cagli e la tradizione la vuole anche pellegrina in Terra Santa.

(E nessuno la violentava o l'ammazzava per puro divertimento, bah...)

Dopo lunghe peregrinazioni, la santa stabilì la sua dimora a Cingoli, vestendo l'abito di San Benedetto nel Monastero di San Michele. A motivo della sua santità ed autorità, venne anche eletta all'ufficio di abbadessa.

L'ultima quaresima della sua vita la santa la trascorse nel territorio di Cingoli, al "Sasso di Citona", luogo oggi chiamato "Grotte di santa Sperandia". Sperandia trascorse al freddo quei quaranta giorni della quaresima di San Martino, senza tunica, a capo scoperto e a piedi nudi, chiusa in una capanna di stuoie. Ti credo che fu l'ultima Quaresima! Nemmeno Gandhi si sottopose a tanto!



LA REALTA' DEI FATTI

Nei pressi della grotta si trova una buchetta rettangolare scavata nella roccia, che raccoglie le acque di percolazione; si tratta della fonte Acitona o Acitosa più volte descritta nelle cronache. La tradizione vuole che si sia formata per essere utilizzata dalla Santa eremita. Rimane sempre piena anche nei periodi di siccità.

Di solito sopra a un monte e soprattutto dove c'è una sorgente veniva eretto di sicuro un santuario dedicato a una qualche divinità che operava le guarigioni. 

Di sicuro l'acqua operava miracoli, una delle tante Lourdes dell'epoca, quindi di certo trattavasi di una Dea tipo Dea Salus. La cosa molto probabile è che si trattasse della Dea Spes, per quell'abitudine cattolica di creare santi col nome simile alla divinità da abbattere. 

Così santa Fortunata per la Dea Fortuna, o San Martino per Marte ecc.

L'operazione demolisci paganesimo fu estremamente difficile per i cristiani, perchè mentre nelle città si buttavano giù i templi e si obbligava la gente a convertirsi pena l'espropriazione dei beni e la morte, per le campagne fu molto più complicata, tanto è vero che il culto della Dea Diana si protrasse per oltre un millennio d.c.

Nelle campagne e nei paesi era più facile mimetizzarsi e adorare i propri Dei, anche perchè ogni monte, ogni collina, ogni bosco, ogni fonte aveva il suo santuario. Ed ecco spiegata la ragione per cui su ogni cucuzzolo la Chiesa fece erigere un proprio santuario sopra quello pagano e dove non c'era il santuario fece porre una croce.
 Fu peggio della conquista delle Americhe, occorse espugnare ogni paese e in ogni paese erigere una chiesa che affossasse il tempio precedente. E anche tra i pagani vi fu chi resistè e si fece uccidere per non tradire i propri Dei.

La chiusura delle scuole e l'abolizione della cultura fece il resto. A un popolo incolto si può raccontare qualsiasi cosa. Nel medievo la gente non sapeva neppure che era esistito un Impero Romano, occorse il Rinascimento perchè qualcuno, e non molti, capisse.

Ma anche per abbattere gli Dei nei piccoli centri le cose non furono così rosee, come è scritto in un'opera di Anonimo, "Rivoluzioni del Comune di Cingoli dalla sua origine fino alla totale di lui sottomissione alla Chiesa romana sotto Martino V (estratto dal Ms. raffaelliano). Ms. inedito del sec. XIX nel fondo Clemente Benedettucci, Biblioteca comunale di Recanati" Uno dei tanti esempi della violenta conversione operata dalla Chiesa in armi.
Insomma come un po' ovunque le conversioni dei pagani furono soprattutto estorte con la forza.



I SANTUARI PAGANI

sito archeologico sul Monte Acuto del VI - IV sec. a.c.

SPES
Abbazia di Rambona
Categoria: Non solo Cingoli

- In quel di Pollenza (neanche mezz’ora d’auto da Cingoli), merita una visita l’Abbazia di Rambona, uno degli edifici religiosi più suggestivi della nostra provincia.

Già antico santuario pagano dedicato alla Dea Bona, da cui l’attuale nome, l’abadia fu ricostruita grazie ad un finanziamento della regina longobarda Geltrude.

Essa risale all’arrivo dei Benedettini nel VII sec.. Ricca di affreschi la chiesa, originale la cripta per la selva di colonne e capitelli, l’uno diverso dall’altro, pertanto tutto materiale di recupero, e, infine sotto la cripta, un santuario ipogeo di epoca romana.

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